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Autore: __HoranSmile__    23/03/2015    0 recensioni
*DAL TESTO*
"Chiusi gli occhi e davanti a me vidi due ragazzi felici rincorrersi in un prato. I loro sguardi sapevano d’infinito e quando la loro pelle veniva a contatto con quella dell’altro i brividi sarebbero venuti anche a quelli che il cuore ce lo avevano ricoperto di ghiaccio."
Genere: Romantico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Harry Styles, Louis Tomlinson, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 2.
In macchina mi sentivo strano. Non riuscivo a stare fermo e Louis iniziava a spazientirsi.
“Che diavolo ti succede?”
Non risposi e continuai a guardare dritto davanti a me, concentrato sul sapore che aveva lasciato sulle mie labbra.
“Guarda che le ho detto io che oggi partivamo.”
Scattai la testa verso di lui e lo fulminai.
“Cosa?”
“L’ho chiamata ieri sera, le ho spiegato tutto e le ho chiesto se poteva venire a dirti addio.”
Sentii il fiato mancarmi per qualche secondo. Poi collegai il tutto. Era una cosa abbastanza ovvia. Mi chiesi come avevo fatto a non accorgermene.
“Che vi siete detti?”
“Fatti i cazzi tuoi Lou!”
“Senti riccio, sono affari miei, se ce ne stiamo andando è solo per lei.
“Ha detto di amarmi.”
Mi guardò con gli occhi illuminati, forse anche troppo. Non lo sopportavo quando faceva così.
“Ha anche detto che non torneremo mai e poi mai insieme.”
La luce che lo avvolgeva si spense in meno di un secondo e tornò a fissare la strada in silenzio.
Entrambi avevamo appena deciso di non parlarne mai più.
Le cose noi le facevamo sempre meno complicate di quello che erano, per questo spesso ci trovavamo nei guai.
“Dove dormiamo stanotte?”
Sul viso gli comparve un ghigno abbastanza divertito.
“Sai, la cosa divertente di tutta questa storia è che abbiamo già praticamente un lavoro e non abbiamo un posto dove stare!”
Provò a buttarla sul ridere senza successo, mi stavo iniziando ad arrabbiare.
“Vuoi dire che stanotte dormiamo in macchina?”
Alzai la voce ma la cosa sembrò non sfiorarlo nemmeno di striscio. Continuò a guardare la strada cercando di non ridere. Io dentro di me avrei voluto spaccargli quella faccia del cazzo che si ritrovava.
Arrivammo a Londra non molto tempo dopo. Ci avevamo già vissuto, ma solo per un mese, poi annoiati da quel posto ce ne eravamo andati. La conoscevo abbastanza bene ma ora aveva un’aria più bella, più felice.
Trovammo qualche cartello con la scritta affittasi e decidemmo di chiamare i numeri per prendere appuntamento per andare a vedere l’appartamento. Prima però, avevamo i nostri colloqui.
Inutile dire che i colloqui andarono bene, due come noi non se li faceva scappare nessuno, non è vanità ma solo realtà. Io ero un cameriere con i contro cazzi e il mio aspetto mi aiutava sempre, Louis una specie di genio della matematica ma non ho tutt’ora capito che tipo di lavoro svolge.
Prima di andare a vedere gli appartamenti andammo a mangiare in un ristorante. I soldi non ci mancavano per niente. Eravamo ricchi di famiglia e i miei genitori ci mandavano un tot di soldi al mese. In quanto ai genitori di Louis, la cosa era più complicata. Non aveva una famiglia del tutto normale. Sua madre aveva alle spalle già due matrimoni e si stava per risposare, sei figli e per lei Louis sembrava non esistere. Lui ci provava a farsi notare da lei. Ci aveva provato in tutti i modi, andando bene a scuola, combinando casini, drogandosi, entrando in un disturbo alimentare e anche provando a uccidersi. Ma niente, non era servito proprio a niente, solo a mettere gli assistenti sociali sull’attenti e me in costante pensiero. Quando non era con me provavo un’ansia tale che un giorno rischiai di uccidere una ragazza. Per fortuna i miei lo avevano accolto con noi in casa, riuscendo a far calmare me e far sentire amato lui al punto di rimettersi in carreggiata. Quando compimmo diciotto anni le cose però si complicarono. Io ero convinto che lui fosse guarito dal suo disturbo alimentare e che i problemi con la droga fossero finiti. Invece non fu così. L’anoressia era andata via, certo, ma la droga continuava a passargli per tutto il corpo. E non sto parlando delle canne, quelle anche io me le facevo. Parlo di quella roba di merda che ti uccide sul serio. Era senza soldi ma continuava a prendere la roba a credito. Inutile dire che, iniziarono dei problemi. Il clou arrivò quando mentre stavamo andando al parco per vederci con dei nostri amici della gente incappucciata ci riempì di botte e ci rubò tutto quello che avevamo. Quel giorno decidemmo di andarcene da quel posto maledetto e così facemmo. Non avemmo più problemi di quel genere e grazie a uno psicologo Louis uscì completamente dalla dipendenza. Era stato l’anno più orribile della mia vita. Piangevo ogni sera per quello che stava accadendo, mi rinchiudevo in camera mia e alzavo il volume della musica al massimo per evitare di sentirlo lamentare dal dolore che stava provando a causa dell’astinenza, ma sembrava non finire mai. Mi odiava a morte per quello che gli stavo facendo ma non mi importava realmente. Sapevo che così lo stavo salvando. Per fortuna quel periodo passò e ritrovammo la pace. Io mi sentii meglio e Louis anche a distanza di due anni si sentiva ancora in colpa per il periodo che mi aveva fatto passare. Non sapeva che in realtà la consapevolezza di averlo in un qualche modo salvato mi faceva stare bene, mi sentivo un eroe anche se alla fine non lo ero.
Tornai alla realtà e lo guardai conocchi orgogliosi.
“Appartamenti?”
“Appartamenti.”
Ci alzammo, pagammo e ci dirigemmo verso il primo appartamento. Era carino ma non ci trovavamo nulla di speciale. Il secondo anche e finalmente al terzo tentativo portammo i bagagli in casa. Mentre Louis parlava col proprietario io mi guardavo intorno. C’erano due bagni e la cosa era abbastanza vantaggiosa dal momento che al mattino facevamo gli stessi orari e non avremmo dovuto litigare per chi per primo poteva farsi la doccia, aveva due stanza da letto abbastanza grandi e la cucina era già arredata e pronta per essere usata. Il salone era quello che ci aveva conquistato. Era enorme, arredato, aveva due divani e il televisore era il più grande che io avessi mai visto. Nel complesso era all’altezza delle nostre aspettative.
Scelsi la stanza con la finestra rivolta verso l’alba e iniziai subito a sistemarmi. Avevo una valanga di vestiti ma ci misi poco a metterli dove dovevano andare, la cosa più difficile fu mettere tutte le mie cose appese al muro ma anche quello non mi prese così tanto tempo. I poster erano facili da sistemare ma tutte le foto che avevo con me da mettere erano così tante che finii due rotoli di scotch. Cambiai le lenzuola al letto e mi ci buttai sopra con una sigaretta in mano. Quando finii la sigaretta presi il mio libro preferito e iniziai a sfogliarlo pigramente.
Al centro esatto del libro trovai una lettera. Quando la aprii mi sentii collassare. La scrittura di Evie l’avrei riconosciuta anche se fosse stata macchiata dal caffè. Iniziai a leggere ad alta voce, tanto sicuramente Louis sapeva di quella lettera e anche se non era così glielo avrei raccontato lo stesso.
‘Io non so cosa mi sta spingendo a scriverti ancora, forse per il fatto che scrivere è una delle poche cose giuste che so fare. Forse perché ti amo ancora. Tu non sai quanto ho bisogno di te in questo momento. Ho bisogno di sentirmi dire che sono bellissima, ho bisogno di sentire ancora la tua voce profonda e roca sussurrarmi che mi ami, ho bisogno delle tue mani calde sulla mia pelle. Praticamente ho bisogno di quello che prima era un noi. Sai che ho ancora il tuo pacchetto di sigarette che mi avevi dato per sbaglio la sera che ci siamo conosciuti? Non ne ho fumata nemmeno una e me lo tengo sul comodino, sa ancora della tua tasca. Sembra stupido ma sapere che quello è il tuo profumo mi aiuterà a non impazzire. Sei partito per colpa mia e non sai quanto io mi odio per questo. Sono una cogliona ma cosa potevo farci Harry? Tra i miei problemi e i tuoi non facevamo altro che farci del male. I miei problemi con me stessa e i tuoi problemi con l’umore non ci facevano bene. Per quanto possiamo amarci la cosa non era sana per noi. Ricordo ancora la prima volta che hai detto di amarmi. È stata l’emozione più forte della mia vita. O anche la prima volta che abbiamo fatto l’amore, ricordi le nostri pelli sudate e tutte quelle cose dolci che mi sussurravi per non farmi agitare? Ricordo ancora quando abbiamo litigato per la prima volta e io ero così arrabbiata e triste che mi sono ubriacata fino a stare male e tu sei stato l’unico che mi ha presa in braccio, mi hai portata in bagno, mi hai lavato i capelli e la faccia, hai legato i miei capelli e mi hai lasciata vomitare senza farmi la predica o cose così. Ricordo quando siamo andati al mare e tu sei andato a fare il bagno e quando ti ho detto che avevo paura dell’acqua mi hai presa di peso e mi ci hai adagiato dolcemente dentro e mi hai fatta sentire al sicuro tra le tue braccia. Ricordo quando eravamo così ubriachi che per non guidare abbiamo dormito al parco sotto il copri sedili. Ricordi ogni singolo secondo con te. E come si fa a dimenticarlo? I tuoi occhi verdi saranno sempre incastrati nei miei.
Ti amo.
Evie.’

Strinsi il foglietto al cuore e piansi. Piansi fin che non arrivò Louis ad abbracciarmi.
“Fidati, adesso starete bene tutti e due.”
Annuii e continuai a stringerlo a me, stringevo nelle mani la sua maglietta e avevo il viso nascosto nella sua spalla. Meno male che avevo lui. Non avrei saputo come sopravvivere.
 

#ANGOLO AUTRICE.

Welaaaaa bella gente! okay basta. comunque. Ho aggiornato e ancora una volta non so come andrà avanti. Anyway. Recensite e magari aiutatemi per un continuo della storia <3 ve se ama tanto.
EEEEE UN'ALTRA COSA. Qualcuno mi spiega che cazzo sta succedendo ai ragazzi? Perchè non ce sto capì na sega!

  
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