CAPITOLO 16
Teresa quella sera era tornata a dormire nella dimora che era
stata appositamente preparata per lei il giorno del suo rapimento. Non aveva
voluto stare a dormire da Lina, ormai, senza Giovanni, non aveva più senso
farlo.
Andò a letto vestita, poiché il freddo durante la notte si
faceva molto intenso, e le coperte scaldavano solo fino ad un certo punto.
Si infilò rapidamente sotto le lenzuola, e spense la candela.
Si era appena fatto buio, ma per risparmiare legna e cera, di solito andava a
letto non appena scendeva la notte, svegliandosi poi non appena iniziava ad
albeggiare.
Le notti erano lunghe in quel periodo dell’anno, e Teresa
passava momenti interminabili sotto quelle coperte, a volte coprendosi la
testa, sempre nel timore di vedere un qualche spettro degli abitanti che l’avevano
preceduta in quella casa.
Quella sera proprio non riusciva a prender sonno. Nonostante
la precedente notte passata in bianco, il sonno tardava a presentarsi. Come al
solito, si coprì bene, si girò su un fianco, poi prese un lembo del lenzuolo e
se lo mise sul volto, come per volersi proteggere dall’ignoto che la circondava.
In quella posizione strana, i suoi pensieri scivolarono
dapprima verso casa, poi verso Giovanni. Continuava a chiedersi se l’uomo si
fosse ricordato di quello che c’era stato tra loro. Solo un bacio, ma per lei
quel bacio valeva tanto, poiché era stato il primo che aveva dato.
Per l’ennesima volta, tornò a pensare che da piccola aveva
immaginato di riservare il primo bacio per un grande condottiero o chissà,
magari per un principe. E infine, il suo principe era stato un brigante barbuto
e dall’aspetto piuttosto grezzo. Si trovò a ridere da sola per le sciocchezze a
cui stava pensando.
Poi, con un sospiro, si girò sull’altro lato, pensando che
quella sarebbe stata una lunga notte.
Finalmente, dopo un poco, il sonno iniziò a prendere il
sopravvento, fintanto che un rumore impercettibile non disturbò la sua quiete
mentale. In un attimo, la ragazza si ritrovò sveglia e attenta.
Per un po’ non sentì nulla, e questo la rassicurò.
Convincendosi da sola che non c’era stato nessun rumore, e che si era
immaginata tutto, Teresa tornò a girarsi di nuovo su un fianco e a chiudere gli
occhi.
In quel momento, un altro rumore, questa volta più forte, la
fece sobbalzare. Proveniva dalla serratura della porta.
Con il cuore che batteva forte nel petto, la ragazza gettò
via le coperte che la coprivano e si sedette sul letto. Prontamente, accese la
candela e si guardò attorno. Non c’erano spettri né altro, quindi dovette
riconoscere che quel rumore doveva essere di altra natura. Forse di natura
umana.
Un brivido le scese lungo la schiena, pensando che un
brigante qualsiasi avesse potuto entrare e molestarla.
Si rassicurò, pensando che forse c’era Gianni nei paraggi.
Poi, le tornò in mente che Lina le aveva detto che quella notte si sarebbe
assentato per un po’, però lei sarebbe stata al sicuro poiché la porta era
chiusa, e la chiave l’avevano solo lei, Giovanni, Mario e Gianni stesso.
Pochi istanti dopo, la serratura cedette definitivamente,
facendo un rumore abbastanza forte.
La ragazza, terrorizzata, raccolse da terra un pezzo di
legno, pronta a lanciarlo all’aggressore. Era ovvio ormai che qualcuno stava
per entrare. Si mosse a passi svelti verso la porta della cucina.
‘’Chi sei?’’, provò a dire, la voce tremolante. Nessuna
risposta.
Con gli occhi sgranati, Teresa non sapeva cosa fare. Tremava
dal terrore, mentre si guardava attorno, attendendo che qualcuno facesse
irruzione dalla porta d’ingresso, ormai senza serratura. Eppure, la porta non
fu aperta.
Con prudenza, la ragazza strinse il pezzo di legno tra le
mani, e si avvicinò alla porta, per cercare di capire meglio quale fosse
l’origine di tutto quel trambusto. Quella fu l’unica cosa che le venne in mente.
Compiendo piccoli passi si avvicinò alla porta.
Improvvisamente, un sassolino colpì il vetro della finestra.
Teresa restò immobile, pietrificata. Non capiva il senso di
quello che stava succedendo, e ormai lo spavento lasciava spazio alla disperazione.
Chiedendosi il perché di tutte quelle azioni, fissò per un attimo la finestra,
e per un istante fu certa di aver visto un’ombra muoversi.
Si allontanò dalla porta, tanto non poteva fare più nulla per
richiuderla, e prese a correre verso la sua stanza da letto. Con due balzi, si
gettò sul suo giaciglio e si coprì la testa con un cuscino, quasi piangendo,
mentre la porta d’ingresso veniva spalancata.
Subito, uno spiffero gelido arrivò fino al letto, e Teresa,
terrorizzata, continuò a stringere tra le mani il pezzo di legno. Non appena il
bruto avesse cercato di toccarla, lei lo avrebbe colpito alla testa.
L’aggressore richiuse la porta, e lei poté sentirne i passi
che si avvicinavano. Erano passi non troppo veloci, quasi traballanti, e questo
la spaventò ancora di più. Forse era un mostro che viveva tra quei monti, o
chissà quale abominio. Comunque, si preparò a scattare.
‘’Ahuuuu! Uuuu!’’, ululò lo sconosciuto. Sembrava un verso di
un lupo vero, però non lo era. In quel momento capì che si trattava di un
qualche malintenzionato che voleva divertirsi con lei.
‘’Beccati questo!’’, gridò Teresa, scoprendosi e tirando il
pezzo di legno verso l’aggressore, che era nel bel mezzo della porta della
camera da letto. Eppure, il pezzo di legno cadde a terra proprio ai piedi
dell’aggressore, che si tolse il mantello, lasciandolo scivolare su una sedia
poco distante.
Solo allora Teresa riconobbe Giovanni.
Il brigante, dapprima sorridente, fece una smorfia di dolore
e si sfiorò leggermente la spalla. Poi, posò gli occhi su di lei.
‘’Piaciuto lo scherzo?’’, le disse l’uomo, tornando a
sorridere. Teresa lo guardò, inferocita.
Con tre salti gli fu addosso, e lo afferrò per la barba.
Nonostante il fatto che l’uomo ferito cercasse di allontanarla, lei non
retrocedette di un millimetro.
‘’La vuoi sapere una cosa, brigante? Sei proprio un grande
idiota’’, gli disse con rabbia, lasciandolo e andandosi a gettare nel suo
letto, con il cuore che ancora batteva forte nel mezzo del petto. Non fece
neppure caso alle parole pesanti che aveva appena pronunciato. Fino a quel
momento, non si era mai permessa di comportarsi così con nessuno.
Giovanni si trovò a sorridere.
Teresa l’aveva sorpreso ancora una volta; aveva cercato di
combattere e di affrontarlo, gettandogli contro pure un pezzo di legno.
Guardò la ragazza, che era distesa sul suo letto, con il
volto ancora pallido per lo spavento subito, e lui non poté far a meno di
sentirsi divertito. Anche se la giovane gli aveva gettato contro brutte parole,
lui la vedeva lievemente sollevata. Poi, ancora una volta, una fitta alla
spalla lo fece sospirare.
‘’Come ti è venuto in mente di fare tutto questo? Sei forse tornato
ad essere un bambino piccolo? Non so, sei ferito, dovresti stare a riposo,
eppure ti trovo qui a notte fonda, a tirare sassi alla mia finestra e a cercare
di sfondarmi la porta’’, disse Teresa, la voce ancora lievemente stridula, ma
con una bozza di un sorriso accennata sulle labbra.
‘’Non esageriamo, adesso. E comunque, per te farei questo e
altro, fidati. Ti sei forse dimenticata di quello che mi hai detto ieri? E di
quello che abbiamo fatto? Il dolore fisico è ciò che mi ha spronato a venire
qui da te, per parlarne’’, le disse, continuando a sorridere.
Poi si sedette su una sedia, poco distante dal letto. La ragazza
saltò su, e lo fissò.
‘’Ora mi sembri un’indemoniata’’, continuò a provocarla il
brigante, cercando di sorridere. Si era impegnato seriamente per spaventare la
ragazza, ma tutto questo non aveva fatto altro che dargli maggior tormento
fisico.
‘’Taci. Per questa notte me ne hai già fatte passare
abbastanza. Cosa vuoi?’’, gli disse, con un espressione apparentemente dura e
senza accennare minimamente a voler dare una risposta alla questione sollevata
poco prima.
‘’Magari un altro bacio’’, tornò a dirle Giovanni,
sorridendo.
‘’Ma tu sei pazzo. È da quando ti hanno ferito che sei
cambiato. E poi, dovresti essere a riposo, e non dovresti fare tanto movimento.
Quindi, ora torna alla tua cascina e vai a dormire’’, gli disse Teresa. Il
brigante non poté non sentire che la ragazza cercava solo apparentemente di
allontanarlo.
‘’Non ho intenzione di tornare alla cascina. Se vuoi, resterò
qui con te’’, le disse, cercando di sorridere. Alla fine non ci riuscì, poiché
un’altra fitta dolorosa stravolse il suo volto.
‘’Co… come vuoi’’, balbettò Teresa, guardandolo. Aveva la
solita aria imbarazzata, quella che assumeva ogni volta che si sentiva lievemente
a disagio.
Giovanni fu comunque felice di non esser stato rifiutato.
Poi, si alzò e le si avvicinò, facendo uscire da una tasca una bella collana,
che posò tra le mani della ragazza. Teresa la fissò, incuriosita, e se la
rigirò tra le mani.
‘’E questo cosa significa?’’, gli chiese dopo un piccolo
periodo di silenzio.
‘’Beh, significa che ho deciso di farti un regalo. Sei stata
molto gentile con me, te lo sei meritato’’, rispose lui, per niente
imbarazzato. Teresa gli rivolse uno sguardo duro.
‘’Basta, Giovanni. Questa notte sei veramente fuori di te.
Spero tu te ne renda conto. E poi, io non indosso oggetti rubati’’, gli disse
la ragazza, gettandogli indietro la collana e rivolgendogli un’altra occhiata
gelida. La collana cadde nel pavimento, e il suo tintinnio risuonò per tutta la
stanza.
Giovanni abbassò lo sguardo, ferito. Teresa gli aveva
rigettato in malo modo il suo regalo, e gli aveva rivolto solo brutte parole.
Con un gesto deciso, si alzò e, prendendo il suo bastone, cercò di uscire
dignitosamente da quella situazione imbarazzante.
Diede le spalle alla ragazza, e si diresse verso la porta,
cercando di non mostrare nessuna traccia della sua sofferenza. D’altronde,
aveva ragione lei. Era andato ad importunarla nel cuore della notte, senza
alcun motivo, portandole un oggetto rubato, quando in realtà lei avrebbe potuto
averne decine di quei gingilli, una volta tornata a casa.
A passi lenti, si diresse verso la porta, e la riaprì. Aveva
sbagliato, il suo posto era con la sua banda e quella era solo una ragazza che
aveva rapito per averne un riscatto. E lei l’aveva baciato solo per farlo
contento, e forse non le importava nulla di lui. Ora gli appariva tutto chiaro,
anche se faceva male riconoscerlo.
‘’Aspetta’’, disse la voce di Teresa, poco dietro di lui. Probabilmente
l’aveva seguito, e lui, tant’era preso dalla rabbia, non se n’era neppure
accorto.
Non gli andava di girarsi per rivederla, e magari spendere
altre inutili parole, voleva andarsene. Ma, alla fine, il suo cuore ebbe la
meglio sulla ragione. Si fermò nel bel mezzo della porta spalancata, e si girò
indietro.
Teresa era pochi passi dietro di lui. Il suo volto non era
più duro, ma preoccupato. Forse, aveva capito che l’aveva ferito, con le sue
parole.
‘’No, non voglio sentire altro da te. Mi hai…’’, provò a dire
Giovanni, ma non riuscì a completare la frase. Teresa gli si avvicinò, rapida
come una faina, e lo baciò, chiudendogli la bocca.
Il bacio durò solo pochi istanti, e non appena la ragazza
allontanò il suo volto, Giovanni non seppe resistere alla tentazione. Allungò
le mani, e passò la sua mano destra tra i bellissimi capelli sciolti della
ragazza.
Poi, sorridendole, la baciò, mentre dietro di lui la porta
tornava a richiudersi, sbattendo fuori il freddo della notte. Quello che si
scambiarono non fu più un bacio casto, ma qualcosa di più.
No, lei non era solo una ragazza rapita. Lei era la ragazza
che gli piaceva di più al mondo.
Teresa si lasciò andare, liberandosi di tutta la tensione che
aveva accumulato nell’ultimo periodo, e perdendosi in quel magnifico bacio.
Non aveva mai pensato che baciare qualcuno fosse qualcosa di
così bello. Soprattutto se lo si ama veramente.
Il brigante aveva un lieve odore di selvatico, che non era
sgradevole al naso della ragazza, anzi, le appariva strano ma piacevole.
Non appena abbandonò le sue labbra, Giovanni la fissò negli occhi.
Teresa gli sorrise, e gli passò una mano tra la folta barba, rimanendo
sconcertata dal fatto che tutti quei peli fossero lisci al tatto, e che non
formavano alcun nodo.
‘’Mi piace veramente un sacco la tua barba’’, provò a dirgli,
poco dopo. Anche Giovanni sorrise.
‘’L’ho notato’’, le rispose, passandole una mano tra i
capelli. Teresa abbassò la sua mano, e involontariamente sfiorò le bende
dell’uomo. Giovanni si ritrasse subito da lei, poggiandosi una mano sulla
fronte e facendo una smorfia.
‘’Scusa, giuro, non volevo…’’, si affrettò a dire Teresa,
tremendamente dispiaciuta dal fatto di aver fatto involontariamente del male a
quell’uomo che finora l’aveva trattata con tanto garbo.
‘’Non è nulla, tranquilla, tra poco passa’’, la rassicurò il
brigante, che cercò di distendere un sorriso, con scarsi risultati. Solo in
quel momento la ragazza notò i suoi occhi infossati.
‘’Giovanni, devi riposare un po’. Tutta questa agitazione non
ti farà bene’’.
‘’Sì che me ne farà. Voglio stare con te, e voglio essere
vegliato da te’’, le disse con toni dolci. Teresa lo guardò in modo strano,
chiedendosi quanto quell’uomo rude doveva essersi innamorato di lei per
giungere a parlare in quel modo.
‘’Prenditi pure il mio letto. Tanto, proprio non ho sonno’’,
gli disse, mentendo, e il brigante non perse tempo. Dopo poco, era già disteso
sul letto.
‘’Ehi, non approfittarne eh?’’, disse la ragazza, ironica.
‘’Non ne sto approfittando. C’è posto per entrambi, qui’’, le
disse il brigante, facendosi un po’ da parte e battendo una mano sullo spazio
rimasto libero.
Teresa divenne tutta rossa in volto. Sapeva che si poteva
condividere il letto solo dopo il matrimonio, lo prevedeva l’etichetta. Le
ragazze che facevano diversamente, erano ritenute poco di buono. E lei non era
una poco di buono.
‘’Ehm…’’, tossicchiò, imbarazzata, cercando di andare verso
la cucina.
‘’Suvvia! Non ti sto chiedendo nulla! Solo un po’ di
attenzioni, tutto qui’’, disse ad alta voce il brigante, anch’esso ironico.
Teresa non gli badò.
‘’Dormi lì e taci’’,
sbottò dalla cucina, scuotendo la testa. Il brigante non disse più nulla.
La ragazza iniziò a chiedersi se lui l’amava veramente, o se
era solo un momento di follia o uno scherzo. Solo ora iniziavano a saltarle
alla mente domande che aveva sempre cercato di nascondere dentro di sé.
Si chiese cosa facessero le coppie nei letti nuziali. Subito,
tornò ad accantonare quella domanda.
Una volta, quand’era più piccola e ingenua, aveva chiesto a
suo padre come facevano a nascere i bambini. Ovviamente, non aveva ottenuto
nessuna risposta adeguata. Da quel momento in poi, aveva capito che
quell’argomento era un vero e proprio tabù e che le ragazze per bene non
dovevano neppure pensare a tali cose.
L’unica risposta che aveva ricevuto era di lasciare libera la
sua mente da cose impure. Quindi, le venne da pensare che l’attrazione che
provava per Giovanni era impura. E, a rigor di logica, quei baci che lei gli
aveva dato erano atti impuri e vergognosi. Ebbe un sussulto, e per un attimo le
sorsero dei dubbi, che ricacciò indietro poco dopo, sorridendo da sola.
In quel momento non si trovava nella civiltà o in una chiesa,
era sperduta sui monti, tenuta come prigioniera ma innamorata del suo
carceriere. Tutto questo aveva dell’ironico.
Prima di annegare nei suoi pensieri, Teresa bevve un
bicchiere d’acqua gelida, che la riportò per un attimo alla realtà. Si accorse
di avere molto sonno, e di non poter reggere a lungo. Doveva trovare un posto
dove dormire.
Improvvisamente, si chiese cosa stesse facendo Giovanni. Non
aveva aperto bocca da un bel po’. La ragazza ebbe paura che stesse per farle un
altro scherzo.
Con fare circospetto, andò nella camera da letto. Il brigante
era a pancia in su, e dormiva profondamente. Teresa sorrise, e decise di
provare a distendersi un po’ nel lato libero del letto. Per fortuna, il letto
era piuttosto ampio.
Si promise di distendersi solo, di non dormire e neppure di
avvicinarsi troppo al corpo dell’uomo. Lentamente, si appoggiò sul letto e si
sistemò al meglio, stando attenta a non svegliare il brigante e a non
sfiorarlo. Poi, spense la candela.
Giovanni non si mosse, e Teresa poteva udire il suo respiro
lento e regolare.
Guardandolo nel buio, la ragazza ben presto perse la
cognizione del tempo e finì per addormentarsi.
Era quasi l’alba.
Giovanni si svegliò, e pian piano si tirò su dal letto,
cercando di non fare rumore o movimenti bruschi. Più il tempo passava e più
riposava, meno la ferita alla spalla faceva male. Quella al polpaccio si era
già cicatrizzata da sé, e probabilmente presto sarebbe guarita.
A suo fianco, Teresa dormiva con un sorriso stampato sul
volto. Gli fece tenerezza.
Il brigante, dopo essersi messo al meglio il suo mantello, si
abbassò con delicatezza su di lei, e le diede un bacio sulla fronte, stando
attento a non svegliarla.
Poi, a passi felpati, abbandonò la casa, risistemando un po’
la porta e gettando via il pezzo di legno che la ragazza gli aveva tirato
contro la notte prima. Nessuno doveva scoprire che lui quella notte era stato
lì.
Poi, una volta risistemato tutto, sbarrò la porta d’ingresso
e andò velocemente verso la sua cascina, ignorando i suoi dolori fisici, mentre
il terreno ghiacciato scricchiolava sotto la suola dei suoi stivali.
‘’Buongiorno!’’.
Una voce femminile interruppe il suo sonno tranquillo, e
Teresa si ritrovò a svegliarsi immersa nel panico.
Imbarazzata, per un attimo cadde preda di un terrore cieco,
e, con gli occhi ancora appannati dal sonno, cercò subito la sagoma di Giovanni
a suo fianco. Lina, sulla porta, la stava fissando con curiosità.
Teresa, intanto, notò che il letto era vuoto, e tirò un sospiro
di sollievo. Il brigante doveva essersene andato all’alba.
‘’Teresa, cosa stai cercando?’’, le chiese Lina, incuriosita
dal suo strano comportamento.
‘’Delle risposte!’’, disse Teresa, senza neppure pensare. Disse
la prima cosa che le venne in mente. D’altronde, non poteva dirle che cercava
il brigante.
Lina rise forte.
‘’Cosa? Delle risposte? Sei impazzita per caso?’’, le disse
la donna, che poi tornò nella cucina continuando a ridere.
Teresa si tirò su dal letto, e si rese conto che veramente
cercava delle risposte. Quelle domande che si era fatta durante la notte
martellavano nella sua mente, e sapeva che l’unica persona in grado di
risponderle correttamente e senza fare scandalo era proprio Lina. Lei doveva
conoscere sicuramente le risposte a quegli interrogativi.
Indossò velocemente il
suo mantello, e si diresse il cucina, dove Lina la stava aspettando per andare
a casa sua, con un sorriso stampato sul volto, ed uscirono insieme.
‘’Cerchi ancora delle risposte?’’, chiese Lina con toni
ironici, tornando ad affrontare l’argomento di poco prima. Teresa prese la
palla al balzo.
‘’Certo che le cerco ancora. Anche perché tu sei l’unica a
questo mondo in grado di fornirmele’’, le rispose, con imbarazzo. Lina la
guardò con aria interessata, smettendo di sorridere.
‘’Non ho proprio idea di dove tu voglia arrivare. Sono una
povera donna ignorante, quali risposte vuoi che ti sappia dare? Non sono mai
andata a scuola, non so neppure come si scriva il mio nome. Non credo di
poterti dire molto’’, le disse, riprendendo a sorridere.
‘’Riguardo a certe cose che sai… dicono che sono impure, e
che non vanno neanche pensate… ecco, cose che tu dovresti già aver visto o
fatto…’’, continuò Teresa, balbettando e diventando lievemente rossa in viso.
Era spaventata all’idea che l’amica pensasse male di lei ora, oppure che la
sgridasse.
E invece, la donna riprese a ridere.
‘’Ah, ho capito dove vuoi arrivare! Beh, se proprio insisti,
quelle risposte posso fornirtele. Però, prima voglio sapere una cosa. Non ne
sai proprio nulla a riguardo?’’, chiese Lina, preparandosi ad aprire la porta
d’ingresso della sua casa in legno.
‘’No’’, ammise Teresa, scrollando le spalle.
‘’Allora ti dirò tutto a riguardo, se lo vorrai. Però, prima,
sarà meglio che ti occupi del tuo volatile ferito’’, le disse la donna,
sorridendo ed indicandole il capanno degli animali. La ragazza pensò che la
donna cercasse di sviare il discorso.
Teresa, infatti, andò subito a prendersi cura dell’animale,
che ormai stava iniziando a guarire, ma non gli prestò molta attenzione. Era
attratta dalle risposte di Lina.
Poco dopo, si recò subito in cucina, e mentre facevano
colazione, Lina le spiegò quelle cose, sempre su sua richiesta. Teresa,
imbarazzata, le nascose nel fondo della sua mente, promettendosi di non
pensarle mai più.
Eppure, a conversazione finita, si sentiva stranamente
soddisfatta.
NOTA DELL’AUTORE
Ciao a tutti, e grazie per aver letto anche questo capitolo J
Giovanni e Teresa stanno cambiando, pian piano. Il burbero
brigante si sta raddolcendo, mentre la ragazza sta maturando sempre di più, e
cerca di lasciare dietro di sé tutti quegli insegnamenti che le hanno passato
fino a quel momento, arrivando a porsi interrogativi non proprio adatti alla
sua classe nobiliare. Tutto questo sarà un danno per entrambi? Oppure sarà un
processo positivo? Lo scopriremo presto J
Grazie a tutti J a lunedì prossimo J