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Autore: JennySoul    23/03/2015    0 recensioni
Lei si ritrova ad affrontare una nuova vita, con un passato segnato dal dolore per una grande perdita, un padre assente ed un ragazzo che si è preso gioco dei suoi sentimenti.
Lui ha una vita piena d'opportunità davanti a sè, ha tutto ciò che si può desiderare, ma qualcosa forse manca, gli manca quel pizzico di felicità in più.
Cosa succede se queste due persone si incontrano? Cosa succede se il destino però non è a loro favore? Cosa succede se uno dei due viene strappato all'altro troppo presto?... Entrate e lo scoprirete..
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 8

Eccomi qui, un quartiere che non vedevo da tanto di quel tempo che quasi avevo dimenticato esistesse. Mi avvicino alla porta, ci sono ancora i sigilli della polizia che vietano l’ingresso, la serratura è rimasta invariata e riesco ad entrare senza troppi problemi. In un attimo un fiume di ricordi inonda la mia mente, vedo mia madre cucinare canticchiando allegra, mentre una piccola me fa i compiti seduta al tavolo della cucina, vedo mia madre pulire, sempre con il sorriso, vedo le nostre chiacchiere fatte in salotto, le nostre tazze di thè sul tavolo mentre io prendo lo zucchero e lei i biscotti che mi piacevano tanto.
Salgo al primo piano, mi sembra ancora di sentire il profumo del ciambellone appena sfornato o del minestrone che le piaceva tanto fare nei mesi invernali. Entro nella sua camera, è spoglia, non c’è rimasto quasi niente, ma ancora la vedo lì, nel letto con me accanto, mentre lui era fuori per lavoro. Mi sposto nel bagno e la sento che canta le canzoni dei miei cartoni preferiti mentre mi fa la doccia prima di andare a letto. La vedo in ogni parte di questa casa, ogni cosa, ogni profumo vive nei miei ricordi, LEI vive nei miei ricordi e devo far luce su questa faccenda per far si che non se ne sia andata in vano. Entro nella mia camera, le lacrime ormai scendono libere sulle mie guance, rigandomi il volto. Ogni giorno mi ripassa davanti agli occhi, diciotto anni dentro quella casa, pianti, influenze, brutti voti, fidanzamenti finiti male e lei era sempre lì, un sorriso ed un abbraccio. Mi siedo sul mio letto e ricordo tutte le volte che ci siamo chiuse in camera mia per non sentire quel mostro urlare ed imprecare mentre girava per casa, le volte che ci siamo messe nel mio letto per guardare qualche dvd perché ‘’dai da te si vedono meglio’’, questo diceva sempre, ma io sapevo che lo facevi per non stare nel letto con lui. E poi eccolo lì, il nostro ultimo abbraccio, l’ultima notte insieme, quando tra i pianti si è sdraiata lì con me sussurrandomi ‘’tu non meriti questo, sono una madre pessima’’ ed il massimo che sono riuscita a fare è stato abbracciarla, stringerla a me e rassicurarla ‘’nessuna di noi merita questo, ma tu sei la madre migliore che si potesse desiderare’’ e lo dissi perché ci credevo e ci credo ancora. Sulla mia vecchia scrivania c’è ancora la nostra foto insieme, quella fatta il giorno del mio compleanno a Bracciano, ‘’io e te contro il mondo ‘’ quello mi disse mentre il signore con quegli enormi baffi scattava la foto. La prendo e la metto nella borsa, poi decido di tornare giù, dove è successo tutto, deve pur esserci qualcosa.
Frugo tra i cassetti, nelle scatole dove teneva le cose del cucito, trovo anche il suo porta oggetti di legno. Lo apro ma non c’è nulla di che, qualche orecchino, dei bracciali e la sua fede.

Perché la tua fede era lì mamma? Perché non la portavi più? Sento dei rumori provenire dall’ingresso, metto il porta oggetti nella borsa e facendo meno rumore possibile cerco di guardare chi c’è. Un uomo mai visto, grosso, con la barba e dei muscoli pompati sotto ad un lungo giaccone nero si aggira per la sala cercando non so cosa, si ferma davanti al camino prende un foglio, lo mette in tasca e se ne va. Esco dalla cucina e gli corro dietro, quello che cerco deve essere scritto lì, sicuramente è stato il mostro a mandarlo. Corro in strada cercandolo con lo sguardo, dove è finito?
Mentre passo al setaccio tutta la strada imprecando tra me e me, sento qualcuno venirmi dietro, mi sento seguita, sono sicura sia lui. Accelero il passo, cercando di seminarlo e raggiungere un posto più affollato, sono quasi all’incrocio con la via principale quando vengo afferrata e sollevata da terra per essere portata in un vicolo desolato ‘’lasciami’’ è l’unica cosa che riesco ad urlare. Cerco di mettere a fuoco la persona davanti a me e scopro, senza molta sorpresa, che è lo stesso uomo che si trovava in casa, mi guarda in cagnesco e avvicinandosi al mio viso dice quasi sibilando ‘’ragazzina, stai fuori da questa storia o finirà male ’’ ed in questo momento ogni mio dubbio svanisce, deve aver preso qualcosa di davvero importante.
Mi lascia andare con uno strattone e mi da le spalle per andarsene, vedo un angolo bianco spuntargli dalla tasca ed è un attimo, mi lancio verso di lui ed afferro il foglio di carta, iniziando poi a correre verso la strada principale, cercando un taxi o un autobus o qualsiasi cosa possa portarmi via da qui.
Corro tra la gente che cammina tranquilla, prendendomi qualche parolaccia dalle persone a cui vado a sbattere, mi volto e lo vedo che mi sta correndo dietro, devo andarmene da qui il prima possibile. Una fila di taxi ferma ai bordi della strada, senza pensarci un attimo mi catapulto dentro al primo veicolo libero dandogli subito l’indirizzo dell’università, ho bisogno di un posto sicuro ma non voglio di certo condurlo a casa mia.
Arrivo in facoltà, mi dirigo verso i bagni per poter rimanere sola e leggere quel dannato foglio, saluto velocemente le persone del mio corso che mi fermano per parlare, ho fretta levatevi tutti dannazione. Finalmente riesco a chiudermi nel primo bagno libero che trovo, mi siedo sulla tazza e tiro fuori il foglio, prendo un bel respiro ed inizio a leggere.
‘’Cara Federica, è tanto che cerco le parole giuste per dirti quello che sto per dire, ma ho capito che non ci saranno mai le parole giuste per spiegare tutto questo.’’
Sento bussare alla porta e sobbalzo per la paura ‘’occupato’’ dico infastidita, devo continuare a leggere e capire cosa c’è dietro, andate via. Riabbasso gli occhi sul foglio quando un altro colpo, più forte, arriva alla porta, in quel momento inizio a preoccuparmi ‘’ho detto occupato’’ ‘’ho sentito, ora esci ed evitiamo sceneggiate’’. Salto in piedi, è ancora lui, se esco ora è la fine, non troverò mai la verità. Piego il foglio e lo metto nella tasca anteriore dei jeans, mi guardo intorno e vedo una finestra posizionata poco sopra la tazza, come cavolo ci arrivo ora? Mi arrampico sulla tazza mentre sento lui armeggiare con la porta, arrivo alla finestra, ci sono quasi, dannata me e il mio metro e 50, se fossi stata più alta ci sarei arrivata senza problemi. Riesco ad aprirla ed infilarci il busto, quando lui irrompe nel bagno lanciandosi verso di me, riuscendo ad afferrarmi la caviglia, strattono la gamba e riesco a liberarla, mi butto letteralmente dalla finestra, senza sapere dove sarei finita. Apro gli occhi, che avevo chiuso durante il tuffo, e mi ritrovo per mia fortuna nel cassonetto della spazzatura, cerco di uscire da lì dentro per liberarmi da quella puzza, controllando prima se la lettera fosse al posto suo. Mi pulisco alla meglio i jeans e vado verso l’edificio delle aule, per cercare qualsiasi lezione in cui infilarmi. Senza pensarci troppo mi infilo nell’aula B13 evitando di rimanere vicino alla porta a vetri, mi siedo sulle scale per aspettare che passi un po’ di tempo, prendo il telefono e mando un messaggio ad Alessio -‘’dove sei?’’  sperando in una sua risposta più che celere.
Dopo quindici minuti sono in macchina con Alessio che corriamo verso casa ‘’allora mi dici cosa è successo?’’ sospiro, credo sia arrivato il momento di raccontare tutta la lunga storia che mi pesa ogni giorno sul cuore.







 
Credo che ormai non sia rimasto
più nessuno a leggere la storia...
Ma ho comunque deciso di aggiornare
ugualemente anche se è passato tanto di quel tempo..
Comunque, ci tengo molto a questa storia e
spero che sia rimasto qualcuno a leggere...

Besos.
  
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