Nick
sul forum: _Kora
Nick su EFP: Malwie
Titolo
Storia: Heart of courage
Nome Scelto: Mercedes
Situazione
Scelta: è un tiratore scelto che ascolta sempre musica quando spara.
Durante una missione non si accorge di qualcuno alle sue
spalle.
Bonus: (è albina), non ha mai conosciuto suo padre, ha un
cane
Genere: azione, guerra, introspettivo
Rating:
Arancione
Tipo di Coppia: nessuna (nominata
FemSlash)
Note/Avvertimenti: Contenuti forti
Lunghezza (numero
di parole): 6105
Note: Volevo avvisare che, non
conoscendo lo spagnolo, alcune parole sono prese da internet. Il
titolo, inoltre, è ispirato alla bellissima musica dei Two Steps
From Hell che vi invito ad ascoltare, mentre i riferimenti a luoghi
ed eserciti restano volutamente sul vago e non descrivono alcuna
particolare guerra, anche se la storia è ambientata in un ipotetico
presente :)
CAPITOLO 1:
Il
vento torrido del deserto era insistente quella mattina, soffiava,
gonfiava le tende dell'accampamento e minacciava di farle volare via.
Gli uomini camminavano celeri, socchiudendo gli occhi per la sabbia
che si alzava vorticando in aria. Il conducente di un grosso camion
si era fermato all'accesso e mostrava ai soldati di guardia alcuni
documenti, rientrava nel veicolo e accostava accanto alla tenda più
grande.
Accarezzai
il piccolo bastardino che aveva appoggiato il muso sulle mia
ginocchia. Oliver era un cagnetto che avevo trovato tre anni prima in
un villaggio ai margini del deserto. Si era rotto una zampa e da
quella volta camminava zoppicando vistosamente, ma mi fece così
tenerezza che lo presi con me e ne feci il mio compagno di tenda,
senza separarmene mai.
I
miei occhi si spostarono di nuovo sul camion e poi guardarono oltre.
L'accampamento era situato in una piccola valle tra le montagne
orientali, nascosto a chiunque non sorvolasse il territorio in
elicottero. La terra era brulla e rossiccia, tipica degli altipiani
asiatici e il sole bruciante aveva sterminato quasi tutte le piante,
fatta eccezione per qualche arbusto e una grossa acacia. Era tutto
così diverso dalla mia terra natia, eppure il caldo soffocante di
certe estati era sempre lo stesso...
Alhama
de Granada era una ridente cittadina del sud spagnolo, una di quelle
che all'alba del XXI secolo ancora viveva di agricoltura e non sapeva
cosa fosse un forno a microonde. La gente era alla mano, a tratti un
po' burbera ma lì tutto aveva l'odore di casa e io non avrei voluto
crescere in nessun altro posto al mondo.
La
terra era verde, florida, pullulava di vita. Gli oliveti si
spargevano a vista d'occhio tra le curve delle colline ed era
proprio in mezzo a quelle alture che passavo interi pomeriggi a
correre, giocare, nascondermi dopo aver commesso qualche bravata in
casa.
Proprio
in una di quelle occasioni me ne stavo seduta all'ombra di
un'imponente quercia, quando un fruscio alle mie spalle mi avvertì
che non ero sola. Due mani fresche mi coprirono gli occhi:
«Indovina
chi è?»
Risi
e spostai le sue mani, girandomi a guardarlo: «Sapevo che eri tu!»
Sorrise
anche lui e si distese accanto a me. «Come stai? Mamá
Camila mi ha detto che oggi sei intrattabile.»
«Le
ho chiesto di raccontarmi qualcosa di papà...»
«Ancora?»
«Si
è arrabbiata. Dice di non voler ricordare.» Sbuffo.
«È
normale, Des. Gli voleva molto bene, dev'essere dura per lei»
sospirò guardando il cielo azzurro «Sai, i miei genitori mi hanno
sempre detto che era la persona migliore che avessero conosciuto.
Tutti in paese hanno sofferto quando è partito.»
«Io
voglio diventare come lui, Julian. Voglio diventare un soldato e
combattere per qualcosa in cui credo, per aiutare chi sta male e ha
paura!»
Rise
e mi cacciò il suo cappello in testa, impedendomi la vista. «Sogna
mocciosa, sono certo che quando avrai vent'anni non aspetterai altro
che un buon marito e una vita tranquilla.»
Quanto
aveva sbagliato il mio amico nelle sue previsioni! Innanzitutto
perché l'unica scelta di cui non mi ero mai pentita nella mia vita è
l'essere entrata nell'esercito, poi perché... be',
avevo scoperto di preferire la compagnia femminile a quella di un
marito e dei figli.
Al
tempo avevo ventun'anni e la mia fidanzata italiana, Gilda, mi aveva
appena scaricato. Distrutta, avevo immediatamente lasciato un
noioso impiego nella caotica Milano e avevo fatto ritorno nel mio
paese natio, alla ricerca della tanto sospirata tranquillità.
«Sei
cresciuto, Jul.»
L'amico
d'infanzia si voltò di scatto, la chioma riccioluta che ondeggiò al
movimento.
«Mocciosa,
sei davvero tu?»
«Estúpido,
vieni qui e fatti abbracciare!»
«E
così hai fatto ritorno in patria?» Annuii. «Cosa pensi di fare?
Perché se intendi rimanere, so che Horacio ha aperto una ferramenta
vicino a casa mia e cerca un'impiegata per-»
«Voglio
arruolarmi.»
Il
silenzio seguì le mie parole, con un tiepido vento che vibrava tra
le piccole foglie dei faggi sopra di noi. «Mercedes... era un sogno
infantile, credevo non ci pensassi più seriamente.»
«Non
è uno scherzo: voglio seguire le orme di mio padre, voglio cambiare
vita e sento che quello è il mio posto.»
«Vengo
con te.»
Erano i primi anni del nuovo millennio, e le nostre avrebbe presto subito una svolta.