Fanfic su attori > Tom Hiddleston
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Autore: kikka_67    24/03/2015    1 recensioni
SERENDIPITY. La traduzione testuale di questa parola è irresistibilmente contorta, significa trovare una cosa quando se ne sta cercando un’altra, sarà capitato a tutti… a tanti…. di trovare una cosa creduta persa mentre si sta cercando altro. E’ un’emozione meravigliosa… un evento inaspettato, una sorpresa. Si dice che solo una volta nella vita capiti di incontrare la persona assolutamente perfetta, nell’universo le stelle sono allineate, il corpo e lo spirito in perfetto equilibrio. Ma accade qualche volta che le anime affini non si riconoscano, che si perdano nei meandri di quell’intreccio complicato di sbagli e coincidenze che gli antichi chiamavano… fato… o se volete destino…….. dalle mie parti….. si dice anche sfiga!
Genere: Commedia, Erotico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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Lo sguardo truce di quella che avevo sempre considerato una donnina dolce e comprensiva mi lasciò basito, mi aveva convocato in ufficio con un tono perentorio ed era   ormai  da qualche minuto che aspettavo che si decidesse a parlare. Con calma Trudy aveva intrecciato le dita della mani e senza invitarmi  a sedere  sulle comode poltrone  poste davanti alla scrivania, aveva assunto un’espressione talmente grave e severa che per un attimo pensai che dovesse comunicarmi una brutta notizia. Immediatamente un paio di occhi nocciola e dei riccioli rossi mi balenarono in mente.

- Trudy….. cosa succede? Qualcuno sta male..? – chiedo preoccupato.
- Purtroppo devo dirti….. – inizia con voce esitante.
- Vuoi parlare per l’amor di Dio?? E’ successo qualcosa ad Aislinn? – sbraito con veemenza mentre una dolorosa morsa di paura mi attanaglia il petto.
- AAHHH LO SAPEVO!! SEI INNAMORATO DI LEI!!! – grida all’improvviso battendo con una mano sul piano lucido della scrivania mentre un sorriso soddisfatto e felice le rischiara il viso.
- C-cosa?... Io non ho….. Tu sei…. Sei una…. – sbiascico rendendomi conto con rabbia  di essere stato ingannato.
- Io sono cosa? Ricordati che solo la moglie del tuo capo! Ma sono anche un’amica di Aislinn e per colpa tua  lei è in questo stato!! – mi accusa mostrandomi  l’immagine che illumina il  suo pc.

Aislinn mi fissa immobile dallo schermo,  è bellissima come sempre ma i suoi  lineamenti delicati sembrano tesi e quella luce sfrontata e ribelle che tanto amavo si era come spenta, le sue labbra erano stiracchiate in un debole sorriso triste. Ero uscito con altre donne, dopo la sua partenza,   più per dimostrare a me stesso che ero in grado di escluderla dalla mia vita,  che per un reale interesse ad iniziare una relazione.   Erano   tutte disponibili  ad accogliermi tra le loro braccia  e non solo, ma arrivato al dunque mi tiravo sempre indietro adducendo scuse assurde, finché ho smesso di  fingere di volere  una donna diversa  da  Aislinn, anche perché io volevo proprio lei e nessun’altra.
L’esasperazione che mi bruciava  dentro ha inasprito i miei modi  e più di una volta sono quasi arrivato a sedare,   con le mani, il risentimento che le mie parole brusche  provocavano  nei miei uomini. L’atmosfera nella squadra era così tesa che Esteban era stato costretto ad intervenire minacciando di buttarmi fuori dal ranch se non mi davo una calmata. Avevo dovuto ingoiare l’orgoglio e chiedere scusa, era una questione di principio, come capo non avrei permesso ad un solo individuo di alterare la resa della squadra durante il lavoro ed io non ero superiore a nessuno. Forse grazie al rispetto che mi sono guadagnato in tanti anni di collaborazione, i miei uomini compresero che avevo perso la testa per  quella donna speciale che capita solo una volta nella  vita, quella  che  ti  spoglia della tua volontà e  del tuo senno, per cui  decisero di perdonarmi.
 Non riuscivo a staccare gli occhi da quell’immagine, a cosa mi serviva il mio orgoglio quando tutti i giorni ero costretto a  sopportare  la nostalgia di  lei? Dovevo dirle che…. mi sono innamorato,  guardandola negli occhi, se mi avesse assicurato che  voleva  quell’attore accanto a sè, avrei ottenuto un motivo valido per rinunciare ad amarla. Velocemente alzo gli occhi e fisso Trudy,  sconvolto e indifeso,   come non mi era mai capitato di mostrarmi davanti a nessuno nella mia vita. La mia fatina buona sorridendomi serena mi tende un plico di fogli.

- Prepara il borsone, il tuo volo è tra due ore. Hai giusto il tempo di renderti presentabile e raggiungerla. Devi prendere quel volo a tutti i costi, sono previste delle forti nevicate e potrebbero cancellare dei voli. In bocca al lupo,  Damian.  – mormora emozionata.


§§

 

Il suo sorriso turbato e  riconoscente mi solleva un poco il morale, visto che sono nella consapevolezza che corro il   rischio  di essere pesantemente insultata da Aislinn,  appena verrà a conoscenza del mio piccolo inganno, soprattutto se l’effetto delle subdole azioni di cui sono l’artefice non risolve  il loro strano modo di amarsi.  
-  Sei veramente una donna  abietta e crudele, mia cara moglie! Aislinn lo sa che hai catturato e  modificato la sua immagine  con Photoshop?! – ridacchia sadicamente soddisfatto Esteban entrando nell’ufficio  dalla porta  da cui è uscito di fretta il  loro capo mandria.
-  No,  non lo sa. Ma in guerra e in amore tutto è concesso ed io  sono sicura che si amano.  E no, non mi sento perfida né abbietta, ma solo…. astuta e determinata.  Non è  anche per questo che mi hai sposata? – chiedo  con voce suadente abbracciando mio marito, mentre le ruote del SUV di Damian stridono furiose, che fretta!!
- Hai sconvolto il mio miglior dipendente, non si tratta così il cuore di un pover uomo! – sussurra con le labbra contro le mie.
- Amore, gli ho solo dato una spintarella nella direzione giusta, siete così ottusi in certi frangenti!  Se le cose non vanno come immagino, ho ancora un asso nella manica da giocare con Aislinn.  – rivelo soddisfatta.
- Ho quasi paura a chiedere ma… quale sarebbe? –
- Eri a conoscenza del fatto  che il nome completo del tuo capo mandria è Damian Thomas e che suo nonno era  di origine scozzese? –
- E… quindi? Cosa significa? -
-  Ma nulla tesoro, sarebbe comunque troppo lungo da spiegare e tu  non hai ancora compreso che vorrei essere baciata?!  – mi lamento dolcemente prendendo l’iniziativa stringendolo a me.
- Ne avevo giusto l’intenzione…. Mia cara signora…. -

  La più piccola dorme e i miei figli più grandi sono impegnati a fare i compiti, una mamma deve approfittare del tempo concessole dalla progenie per godere delle coccole del proprio uomo rifletto brevemente stringendomi a lui.

 

§§§

 

Avevo chiamato Trudy quella mattina e  intravvisto attraverso la telecamera del pc la mia bellissima figlioccia che dormiva tranquilla tra le braccia di sua madre,  circondata dai fratelli che la guardavano incantati. Non avevo mai avuto il coraggio di chiederle notizie di Damian, sarei stata costretta a  spiegarle delle cose che io stessa non riuscivo ancora ad accettare. Ma la mia stupenda amica sapeva quando necessitavo di tempo per elaborare  ciò che mi turbava e con grande tatto non mi aveva chiesto nulla, però  mi aveva inviato delle foto del ranch, dei pastori e delle ragazze della mensa e addirittura in una foto era riuscita a cogliere un attimo di immobilità del capo mandria, era in sella al suo cavallo con un espressione pensierosa in viso e lo sguardo perso in chissà quali riflessioni.  Concentrata  nella mia contemplazione,  avevo ingrandito l’immagine ansiosa di rivedere il bagliore verde dei suoi occhi e con un dito seguii  la linea del suo naso, del mento,  fino a raggiungere il punto in cui pulsava tranquillo il suo cuore. 


- Ciao . – mormora il mio ospite  appoggiato allo stipite della porta.
- Finalmente! Stavo cercando un modo di  strapparti dalle braccia di morfeo, come ti senti? – esclamo fintamente ilare abbassando lo schermo del pc.
- Meglio,  grazie. Ho davvero dormito per otto ore di fila? – chiede incredulo.
- Si, sei crollato subito dopo pranzo.  Immagino sia stata la fame a svegliarti. Dai andiamo a mangiare. – propongo magnanima.
- Grazie a Dio!! – esclama sollevato.

 

 

Dopo cena davanti ad un piatto di biscotti e un tea,  Tom  mi racconta  con tanto di particolari assurdi i suoi primi esordi sul palco e davanti alla macchina da presa. Non sono  mai stata tanto in sintonia con una persona,  non è  solo la sua verve a incantarmi, ho la strana impressione di avere davanti un amico di vecchia data.  Mentre parla i suoi occhi brillano di allegria,  gesticola spesso  con le mani, è chiaro che ama la sua vita e ciò che ha visto fin ora lo ha vissuto fino in fondo. La sua risata è trascinante, forse non se ne rende conto, ma infagottato nella tuta di Paul, con le lunghe gambe distese davanti a sé, si mostra molto più giovane e spensierato di quello che non appaia quando sorride seducente davanti ai fotografi sul red carpet.

- Pensa che una volta ho sostenuto un provino in cui il mio partner  era un cane. Era addestrato benissimo, molto mansueto e dopo aver concluso la scena vengo a sapere che il regista aveva scelto il cane ed io ero stato scartato! Un duro colpo per il mio amor proprio! – ammette  fintamente sconfortato.
- No! Non è possibile, allora forse, il detto: reciti come un cane, non  è un’offesa!! – ribatto ridendo fino alle lacrime.
- Grazie, molto gentile davvero. Forse era meglio non dirtelo, sento che ho ribassato paurosamente le mie quotazioni come attore! Tutta colpa del regista! Quell’arpia! – borbotta irritato.
- Ah… era una donna? – chiedo cauta.
- Già… le registe sono le più terribili! Non hanno nessun limite alla perfidia quando ti esaminano! Ti scrutano nel profondo, un regista uomo non sarebbe così sadico! –
- Certo, lupo non mangia lupo! – ribatto sardonica.
-  Può darsi, no…. dai scherzo. Tra un paio di settimane devo affrontare un provino molto importante per la mia carriera, la  regista fa parte di quella ristretta cerchia di geni che gira pochi ma superbi capolavori e lavorare con lei  sarebbe  un onore, se mi vuole. –
- Qual è l’argomento trattato? Spero che non ci siano colleghi a quattro zampe !! –
- Spiritosa! E’ una rielaborazione di  Cime Tempestose della Brönte, la protagonista è un’attrice già affermata e si mormora che sia intrattabile, pazienza, per rabbonirla userò tutto il mio  fascino alla James Bond! – afferma soffiandosi sulle due dita che usa a mo’ di pistola.
- Wow! Il mio idolo!   Se riesci a prendere la parte di 007 andrò sicuramente a vedere il film al cinema! - 

Era notte inoltrata  quando concludiamo un aspro dibattito su chi fosse la migliore delle eroine che aveva accompagnato il famoso agente segreto nelle sue avventure,  mentre   saliamo le scale per raggiungere le camere,  all’improvviso salta la luce.

- Ecco la goccia  che fa versare il vaso! Non è possibile! Ci manca solo che  esplodano le tubature e le ho viste tutte! – esclamo al culmine dell’irritazione.
- Non ce l’hai una torcia? Potremmo andare a vedere il quadro elettrico. –
- No,  andiamo domani, sono stanca. Il quadro si trova nel seminterrato dove ci sono tre gradi sotto zero,  il mio  frigo ha un’alimentazione indipendente, non corriamo il rischio di buttare via tutto. L’unico disagio è restare al buio, ma visto che stiamo andando  a dormire non ci peserà troppo, ti vado a prendere una  candela.. –

Oltre i vetri,   cade silenziosa e  morbida una neve sottile e la  piacevole penombra creata dal riflesso delle luci dei lampioni sull’immacolato manto che copre tutto il paese, illumina sufficientemente la  mia  stanza da permettermi di  osservare l’espressione leggermente accigliata di Aislinn. I suoi capelli formano morbide onde rilucenti  e le sue labbra sembrano dei teneri boccioli di rosa che aspettano solo di essere sfiorate. Senza rendermene conto stringo tra le dita un morbido  ricciolo rosso e  dalla sua improvvisa immobilità intuisco la sua sorpresa.  Cautamente si  gira verso di me. – Perché mi stai fissando? –

- E’ stato il colore dei tuoi capelli ad attirarmi. Scusami di solito non sono così invadente. – mormoro  un po’ imbarazzato liberando  riluttante la ciocca.   

 La lieve carezza sui miei capelli non mi ha imbarazzata,  a stupirmi è stata la forte  reazione  del mio corpo. L’effetto di  quel semplice sfioramento si è centuplicato nella mia mente e nonostante percepissi  indistintamente quanto fosse sbagliato  avvicinarmi a lui, seguii di nuovo il mio istinto che mi suggeriva  di lasciarmi andare. Senza riuscire a distogliere lo sguardo da  quelle trasparenze azzurre in cui leggevo  una confusione e un’inquietudine pari alla mia,  mi ritrovo tra le sue braccia intenta a rispondere alle sue labbra che sfiorano dolcemente le mie. Lo stringo a me più forte e il profumato calore della sua pelle  mi invade i sensi. I suoi capelli  scivolano morbidamente tra le mie dita, ma purtroppo baciarlo non mi stordisce come vorrei……anelo l’oblio, voglio perdermi nell’incoscienza… come se non avessi un altro uomo nel cuore. Con grande fatica riesco ad infilare una mano tra di noi  e esercitando una leggera pressione sul suo petto,  Tom  reagisce immediatamente interrompendo il bacio.


- Dimmi di fermarmi adesso e…. ti giuro che lo farò. Ma… lascia che…. – sussurra con voce roca  mentre segue il contorno della mia mandibola con tanti bacini umidi.
- Forse ci siamo lasciati prendere la mano …. E non sono sicura che questo sia il momento giusto per noi… - ansimo  determinata ad essere il più sincera possibile.
- Cosa vuoi dire ?  –
- Lasciami per favore…. Ti chiedo scusa ma… non posso…–

 

§§

 


Per un attimo un  silenzio immobile  invade la stanza, ho la mente colma di lei e l’istinto mi grida di prenderla tra le braccia di nuovo,  ma all’improvviso  una serie di colpi alla porta d’ingresso  spezza l’incanto. Qualcuno  sta bussando con una certa insistenza.  Scendiamo insieme le scale con la torcia in mano e cautamente apriamo la porta. L’uomo che si fa avanti nel cono  luminoso  proiettato dalla luce elettrica, ci guarda con uno sguardo penetrante,  che rapido  coglie  tutti i dettagli che forse gli danno una visione contorta di noi due, avvolti dalla penombra,   in un orario che solitamente non si dedica alle visite di cortesia   o forse sono le labbra leggermente tumide della donna che lo fissa sbigottita  a suggerirgli la natura dei nostri rapporti.   Con poche parole potrei spiegargli che ciò che ha presunto  non corrisponde alla realtà, ma la parte meno nobile e altruista di me mi spinge a difendere quella preziosa trepidazione appena saggiata, con un braccio cingo le spalle di Aislinn e nel contempo spalanco la porta.
          
                                      
- Damian?! Ciao… vieni… entra. Come hai fatto ad arrivare fino qui con tutta questa neve? -   chiedo con un falsissimo tono  di  cortese e incredula curiosità.

 

                                    -
  L’uomo non mi risponde tanto è assorto  a fissare Aislinn che impercettibilmente scuote la testa come se non riuscisse a credere a  ciò che ha davanti agli occhi. Con un gemito strozzato allunga una mano che Damian stringe tra le sue. Nel momento in cui si toccano  le cedono le gambe e in un attimo le braccia dell’uomo l’accolgono e la sostengono. Lei tremando si aggrappa alle sue spalle senza interrompere il contatto visivo. E’ impressionante l’effetto devastante che realizza  il sorriso turbato di un uomo innamorato, Aislinn lo trae verso di sé accarezzandogli il viso teneramente, sostituendo le parole con un bacio che un uomo può solo sperare di ricevere dalla sua donna. Il destino aveva seguito il suo corso, Aislinn non era destinata a me,  ma all’uomo di cui si era innamorata. E’ questo il segreto meraviglioso della leggenda, non sono i personaggi né i loro nomi, ma l’amore, quel sentimento potente   che sconfigge tutto,  persino la morte e il tempo,  che genera altro amore  e ci sostiene per tutta la  vita.

 

 Ovviamente mi rendo conto che  la parte più avvilente,  quella del terzo incomodo  tocca a me, che sospirando tollerante richiudo la porta a chiave, appoggio la torcia sul mobiletto vicino alle scale e dimostrando una dignità molto più risoluta di quella che sento, li lascio da soli,   salendo le scale rassegnato a dormire con la testa sotto il cuscino. Perché scoprirsi attratto da una donna che non ti  corrisponde è già di per sé deprimente ma la consapevolezza di essere costretto a  dormire sotto lo stesso tetto di due innamorati  che si sono appena felicemente ritrovati è assolutamente e inequivocabilmente desolante!!!  Se non mi fosse oltremodo chiaro che rischio di morire assiderato scappando da questa casa pur di non cogliere neanche un ansito dell’amore che unisce quei due  esseri insensibili,  che incuranti dei sentimenti altrui si ameranno per tutta la notte,  sarei già fuori di qui!
Ma ad ogni buon  conto,  nella mia camera solitaria, preferisco  perdermi per un attimo nella contemplazione dello straordinario spettacolo che il cielo mi offre in questa notte magica e lascio che  uno  strano istinto guidi la mia mano, colgo un fiore dal vaso posto sopra la cassettiera e dopo aver aperto la finestra, lo poso sul marmo del davanzale.


 
-  Ti prego conducila da me…. e ti giuro che sacrificherò qualsiasi cosa pur di ottenere il suo amore…..- mormoro ispirato sorridendo alle “mie” stelle.


La vibrazione del mio cellulare mi avverte dell’arrivo,  assolutamente tempestivo,  di un messaggio.  E’ con un certo timore che guardo la piccola icona  a forma di lettera che illumina il display. Non posso credere che a quest’ora di notte qualcuno  abbia deciso di inviarmi un messaggio, invece di riposare nel suo letto. Forse è solo una sorprendente coincidenza, magari inavvertitamente ha sfiorato il mio nome mentre intendeva utilizzarne un altro. Non mi resta che vedere chi l’ha mandato.

Kate.  -  Ciao Tom, come stai? –          01.29


Scoppio a ridere da solo come un’idiota,  felice ed  ottimista come non mi capitava di sentirmi  da tempo.  Mi butto sul letto rileggendo quelle poche parole. Bene… bene… ecco chi è la donna del mio destino!!  Grazie mie stelle!! Tutto sommato le leggende hanno un fondo di verità no?
Ma questa sarà un’altra storia. Mi  è chiaro   che non posso esimermi oltre  dal rivestire i panni di quel personaggio importantissimo che,  in ogni spettacolo,   pronuncia la sola parola che immancabilmente, da secoli,  chiude un   racconto…….FINE.

  Tom questa volta riveste i panni del narratore, che colma l’assenza dell’IO soggettivo dello scrittore, che in ogni rappresentazione, si accontenta di osservare il pubblico da dietro le quinte, quindi lascio volentieri alla voce modulata e suadente di Mr. Hiddleston l’ultima battuta e virtualmente mi pregio di abbassare il sipario. Ringrazio chi ha seguito il racconto fin qui e ancor di più chi ha speso due parole nelle recensioni. Spero che vi sia piaciuto. A presto. Kikka.
  
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