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Autore: Blue Eich    24/03/2015    3 recensioni
Siamo alla fine del Grand Festival di Johto. Drew chiede a Vera di accompagnarlo in un viaggio a Sinnoh: perciò i due eterni antagonisti si troveranno fianco a fianco in una regione a loro sconosciuta.
Riusciranno a cavarsela? Capiranno finalmente i sentimenti che provano l'uno per l'altra? In che modo si evolverà il loro complicato rapporto? E, – ultima domanda ma non meno importante – stavolta, chi diventerà Super Coordinatore, realizzando il suo grande sogno?
Inoltre verranno a galla rivelazioni sul nostro protagonista tanto misterioso, gelosie, indecisioni e verso la fine mille intrecci di shipping. Come se non bastasse aggiungiamo persone che ovunque vanno li scambiano per fidanzati, imprevisti di ogni tipo, vecchi amici ritrovati, starter viziati, rivali ficcanaso e scenette imbarazzanti…
[La storia è stata corretta e modificata dall'inizio: invito chiunque l'avesse letta in passato a ridarci un'occhiata, potreste rimanere sorpresi.]
Genere: Avventura, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Drew, Un po' tutti, Vera | Coppie: Drew/Vera
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Anime
Capitoli:
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♥ Desire to be together ♥

~ Capitolo 49: Si avvicina la finale ~

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Al pomeriggio sul palcoscenico c'era molta più tensione. Il motivo era semplice: se hai qualche tuo amico o conoscente che gareggia, prima o poi è inevitabile che finiate l'uno contro l'altro. Ma questa volta il database aveva scelto due persone di cui anche solo sentire i nomi vicini era… Strano.

Drew, da una parte, guardava fiero il suo Butterfree. Dall'altra, Lucinda era chinata a dire parole d'incoraggiamento alla sua Buneary: era così felice di poter scendere finalmente in campo che saltellava in continuazione e mandava baci al Pikachu di Ash, il quale, dalle tribune, ricambiava agitando la zampa con un sorriso quasi impaurito. La ragazza indossava un vestito di una semplicità disarmante, bianco come la neve, con ballerine coordinate; anche Buneary ne portava uno uguale, in miniatura ovviamente.

«Buona fortuna, Drew!»

«Anche a te!»

Gary sembrava calmo. Fin troppo. Quella calma che sembra calma, ma è una calma molto precaria, un po' come quelle emoction troppo sorridenti, che in realtà significano “ti ucciderò stanotte mentre dormi”.

Vera, accanto, si ammazzava di popcorn, senza sentirne nemmeno il sapore. Voleva solo annebbiarsi la mente da qualsiasi pensiero.

«Sbaglio o quei due sono un po' tesi?» borbottò Misty in confidenza all'orecchio di Ash.

«Valli a capire» rispose, scrollando le spalle. «Tu li capisci, Pikachu?» chiese poi al suo fedele amico. «Pikachu?»

«Lascialo stare, è innamorato» fece Misty, in tono sognante, mentre al roditore continuavano a salire i brividi lungo la schiena per le occhiate ammiccanti di Buneary.

«Che lo scontro abbia inizio!»

Entrambi i due sfidanti sfoderarono un'espressione combattiva.

Drew tese elegantemente i palmi. «Prima le fanciulle.»

«Oh, ti ringrazio.» Lei sorrise, prima che la sua espressione mutasse in seria. «Calciosalto, Buneary!»

«Non così in fretta: Raffica!»

«Free, free!» Butterfree ebbe la prontezza di sbattere le ali, velocissimo, causando un turbine di vento che andò addosso a Buneary mentre era a mezz'aria.

«Buuunn!» La coniglietta perse l'equilibrio, schiantandosi violentemente al suolo col ginocchio. «Bun…»

«Oh no, piccolina! Stai bene?» chiese Lucinda, preoccupata, mentre la coniglietta annuiva con le orecchie basse e si rialzava.

«Solo perché hai un Pokémon tenero non significa che gli avversari debbano essere teneri» commentò Drew, scostandosi la frangia.

«Ma quando la finisce…» Gary strinse nervosamente il suo bicchiere. «Di fare il damerino?!» Dalla rabbia mal tenuta lo strinse talmente da ridurlo ad una sottiletta, incurante della bibita che stava colando fuori.

«Gary, ma si può sapere che ti prend-» Ash, non appena aprì bocca, si ritrovò un pugno in testa dalla mano fuori controllo del suo rivale. «Ehi!»

«Smettetela di fare i bambini, voi due» intervenne Misty, accigliata. «Guardate sul palco piuttosto!»

I due non obiettarono e fecero come lei aveva detto, proprio in tempo per vedere un grazioso spettacolo: Buneary aveva reso di ghiaccio l'attacco Psicoraggio di Butterfree, creando un effetto di colori simile all'aurora boreale, e ora ci pattinava a suon di balzi e piroette.

«Siamo ancora così indifesi, adesso?» fece Lucinda, con aria combattiva.

Drew le regalò un sorriso furbo, prima di schioccare elegantemente le dita. Alche, gli occhioni di Buttefree s'illuminarono di un rosso fosforescente. In contemporanea, la lastra iniziò a creparsi, finché si ridusse ad un cumulo di macerie di ghiaccio, a terra. «Ops, la magia si è spezzata.»

Lucinda, inizialmente delusa per la sua pista di pattinaggio andata in frantumi, non si fece scoraggiare. «Vai, Stordipugno!»

«Bun bun!» Buneary scattò in alto, così in alto che sembrava stesse volando, cercando di raggiungere Butterfree. Drew a quel punto avrebbe dovuto ordinargli di usare Protezione, o di scansarsi, ma non lo fece: ecco ciò che Lucinda non si spiegava. Ma l'esperienza di lui sapeva gestire bene i tempi. Infatti non ci fu bisogno di alcuna protezione: Buneary si fermò a mezz'aria per il dolore represso alla caviglia, per poi ricadere rovinosamente a terra.

«Oh, no, Buneary!» Lucinda, ancora più preoccupata di prima, corse dalla sua coniglietta, ignorando che il tempo non fosse ancora ufficialmente scaduto. Era esausta. Nel frattempo che la vittoria di Drew veniva annunciata, Lucinda raccolse la sua piccolina e lanciò a lui uno sguardo solenne. «Avresti potuto attaccarla di nuovo, ma non lo hai fatto… Ti ringrazio.»

Drew sorrise, raggiungendo a metà campo il suo Butterfree svolazzante. «Mi sembra il minimo… Non abbatterti, in fondo sei la Reginetta di Sinnoh.»

Lucinda annuì, piacevolmente sorpresa che fosse stato così gentile da dirle quelle parole. «È stato un onore battermi con lei, Principe di Hoenn!» ridacchiò, lasciandolo confuso per quel soprannome, mentre fingeva una riverenza.

 

Vera, quando uscirono tutti insieme dalla struttura dei Contest, sospirò. Per tutta la durata della manche aveva continuamente girato il capo a destra e a sinistra, non sapendo per chi dei due fare il tifo. Come quella volta alla Palestra di Petalipoli in cui era indecisa tra suo padre ed Ash.

«Allora, come ti è sembrato il mio fratellino?» sentita quella frase e un dito delicato che le picchiettava la spalla, Vera si girò di scatto.

«Davvero bravo!» commentò, con un gran sorriso.

Al che, anche Drew si voltò di scatto. «Oh, ciao, Vì. Potevi farti vedere un po' prima, eh.»

Quella sfoggiò un sorrisetto degno del fratello minore. «È da quand'è iniziato l'incontro che tengo d'occhio quel ragazzo, non voglio perdermi lo spettacolo!»

«Quale spettacolo?» alla domanda ingenua di Vera, Violetta puntò l'indice poco più avanti. C'erano Gary impassibile e Lucinda intristita.

«Ma si può sapere che hai?» gli chiese lei, girandosi, imbronciata. «Da quando siamo usciti non mi rivolgi la parola…»

Lo sguardo che ricevette fu duro come la pietra. «Fatti consolare da Drew se proprio ci tieni, no?»

«Eh?» La ragazza alzò un sopracciglio, scettica. «Dai, non essere geloso.»

Gary le rivolse un'altra occhiataccia torva. «Non sono geloso!»

«Allora dimmi che hai!»

«Non ho niente, se ti senti così sola vai da qualcun altro, ne hai di pretendenti, no?!»

Lei, con le mani sui fianchi, gli s'impuntò davanti ed usò il tono più autoritario che le uscì: «Gary Oak, questa è una tipica scenata di gelosia!»

«Quando ti fissi su qualcosa sei davvero insopportabile!» sbottò lui, con rabbia. Poi gli cadde lo sguardo su di lei: due lacrime le facevano capolino accanto agli occhi, che però cercavano di mantenersi arrabbiati. Era così tenera con quelle guance gonfie e rosse, sembrava una bambina, ma come al solito cercava di fare l'adulta. «Okay, scusami piccola. Sei stata formidabile.»

Lucinda lo abbracciò di botto, lasciandosi cullare tra le sue braccia forti, mentre si lasciava andare ad un pianto liberatorio calmato dalle sue carezze e le sue sussurrate parole di conforto. Finiva sempre così, ad ogni loro litigio.

«Lo sapevo che avrebbero fatto pace!» commentò Violetta, schietta. «Perché non litigate anche voi due così?»

«Vì!» protestò Drew. «Vera non è il tipo da fare scenate, e poi non vedo che bisogno ci sarebbe.»

Violetta rivolse a Vera uno sguardo complice che sembrava dire: “Fatti valere, tesoro!”. Lei fece uno sguardo imbarazzato. «Beh… Ecco, non mi è piaciuta l'ultima frase che hai detto a Lucinda! Avresti anche potuto risparmiartela!» disse, prendendo il coraggio a due mani.

Drew alzò gli occhi al cielo. «Ash mi ha detto che Lucinda è una ragazza che crolla molto facilmente, non volevo abbatterla, tutto qua.»

«Seh, certo… E quelle occhiate, quei sorrisi?»

«Vera, lasciatelo dire, sei pessima a fingere di arrabbiarti.»

«… E qui ci sta il bacio. Dai, fratellino, baciala!» commentò la viola, in totale franchezza e con un bel sorriso innocente.

«Vì…» sbraitò tra i denti Drew.

 

 

Per festeggiare la recente vittoria di Vera, i suoi genitori pensavano di portarla da soli a mangiare al ristorante, una cena di famiglia insomma. Ma, sorpresa delle sorprese, incontrarono Violetta e Drew con la stessa idea e – con grande imbarazzo dei due spasimanti – unirono i due tavoli. Violetta e Caroline presero in mano il discorso, parlando di moda e di cosmetici, argomenti di cui ovviamente Vera s'interessava ma non era affatto pratica.

«Almeno te li sei scelti ricchi.»

«Max!» borbottò, dando un pugno alla testa del suo fratellino, come al solito con la lingua troppo lunga, ma cercando di non farsi vedere dagli altri.

 

Nel frattempo, fuori dal ristorante, all'ombra di un cespuglio c'erano tre poveri sventurati in cerchio, che si dividevano un misero e freddo hotdog, adagiato all'interno di un cartone di pizza macchiato d'olio.

«Dai, Jessie! Su col morale!» esclamò James, improvvisando un sorriso a trentadue denti, con quel suo tono da eterno bambinone.

La donna alzò mollemente un pugno. «Ye» fece, con l'espressione e l'entusiasmo pari ad un Espurr. Non aveva ancora accettato di essere stata espulsa così dal Grand Festival, ma ormai era troppo tardi per fare qualunque cosa, ed avrebbe dovuto continuare a vivere miseramente, accanto a quei due stolti. Però, pensandoci bene, ormai si era abituata a vivere miseramente accanto a quei due stolti, condividendo il poco che avevano, un fallimento dopo l'altro, ed il sogno impossibile di gloria. Finalmente un sorriso solcò le sue labbra tinte di rossetto.

«Questo è per consolarmi!» arraffò senza alcun preavviso l'hotdog, mettendoselo in bocca. «Mm, che delizia!»

«JESSIE!» Ciò causò un pianto disperato da parte di James, ed altrettanta disperazione da parte di Mewoth, mentre la donna si puliva tranquillamente la bocca con un tovagliolo. Nonostante tutti i “dispetti” che avesse potuto combinargli, quei due non l'avrebbero mai abbandonata.

 

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Angolo Autrice
Niente allarmi, tranquilli. Questo è il 49 XD ne manca ancora uno, l'ultimo, e penso che voi possiate intuire cosa succederà in esso!
Ringrazio come sempre chi non mi ha abbandonata. Madò, ho già nostalgia xD
Alla prossima!
-H.H.-
   
 
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