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Autore: Allison260193    17/12/2008    8 recensioni
Edward,un vampiro del 1889. a Parigi,una sola persona lo lega al famoso locale a luci rosse,Moulin Rouge. E questa persona,ha gli occhi castani,che,una sera,si fondono con l'oro degli occhi di Edward. " Chi era? "domandai,mentre mi spazzolavo i capelli. "Edward Cullen,un mio vecchio amico" mi rispose Charles[...] "Come puoi fare un lavoro del genere?" il ribrezzo nella sua voce era evidente. gli occhi ambrati si stavanos curendo,e i pugni che stringeva lungo i fianchi tremavano. "Hai mai pensato che la tua vita debba avere un senso? "
Genere: Romantico, Erotico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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Hola ragazze mie! Eccovi un altro cap… sperando sia migliore di quello di My heart…

Anyway ,non è un cap allegro,vi ho avvisate. Oddio,non è triste,ne allegro…diciamo,normale. Si capisce in particolare,l’amore che Edward prova per Bella,ma niente di più.

Lettrici avvisate,autrici sollevate (non so cosa c’entra,solo che oggi sono felice,e sparo cavolate ! XD)

Buona lettura angeli miei.


 

NON ESSERE SCIOCCA,AMORE MIO

<< Oh,come siete carini! >> esclamò Chris ,abbracciandomi. Io,seduta nel salottino,avevo in mano la busta di Edward,rossa come un peperone maturo. Tra dieci minuti,il mio angelo,sarebbe passato a prendermi,per fare un giro in paese,e quella stupida già pensava a quando lo avrei salutato.

<< Vi bacerete? >> mi chiese,su di giri.

<< Ehm… credo di sì. Ma,ti prego,non metterti a urlare,per favore ! >>la implorai.

Lei annuì,poco convinta e scattò in piedi. 

<< Che c’è? >> le chiesi,allarmata. Lei mi rivolse un sorriso caloroso .

<< Penso sia arrivato Edward. Ho sentito la voce di Clarissa che lo faceva entrare >>

sbiancai << Ma io non sono pronta! Non posso uscire con questo vestito! >> 

Indossavo un vestito rosso,pesante,dato che il paesaggio fuori  era completamente innevato,e la temperatura troppo bassa.

<< Stai benissimo,invece. Dai,muoviti! >> mi incitò Chris,mentre mi alzavo in piedi. In quel momento,entrò Clarissa,seguita da lui. Alto,vestito di nero,con i capelli ramati spettinati. Il mio angelo personale. Il mio sole . Edward.

Arrossì immediatamente,non appena i nostri occhi si incontrarono. Mi rivolse un sorriso,venendomi incontro,e prendendo la mia mano.

La sua era gelida,come sempre. Ma non potei dire lo stesso dello sguardo,caloroso e , terribilmente perfetto.

<< Buongiorno,amore >> mi salutò,accarezzandomi la guancia.

Avevo il cuore che stava bruciando. Oh,ma come facevo ad amarlo così tanto?

<< ciao … >> mormorai,perdendo il filo del discorso. Le sue labbra si erano già impossessate delle mie,dolcemente.

Sentì Chris trattenere il respiro,e Clarissa sorridere. No,vi prego,non fatemi fare figure!

<< Andiamo? >> mi chiese,porgendomi il braccio. Io annuì,ancora rimbambita dal suo bacio.

Uscimmo dal Moulin Rouge,raggiungendo un carrozza,che ci portò a Parigi.

Andammo alla nostra libreria,perché doveva prendere un libro,e poi,facemmo un giro per il paese,così affollato.

<< Bella,stai bene con questo vestito! Perché ti fai di questi problemi? >> mi disse,per la centesima volta che mi lamentavo. Odiavo quel vestito,non c’era niente da fare!

<< Non mi piace come mi sta. Mi fa sembrare una balena in soprappeso >> ribattei,facendolo ridere.

<< Una balena in soprappeso terribilmente bella >> disse lui,ridendo.

<< Ridi,ridi >> lo scimmiottai,mettendo il broncio,e facendolo ridere ancora di più.

Passammo davanti ad un gruppo di ragazze,sicuramente in età da marito, e,accortami degli guardi che lanciavano a Edward,decisi di aumentare il passo,infastidita. Lui rallentò,apposta.

<< Perché corri? >> mi chiese,sempre dolce.

<< Non te lo dico. Mi prenderesti per scema. >>

<< Non lo direi mai. >>

<< Quelle lì >> indicai le ragazze,con un cenno  del capo. Lui le guardò,e loro distolsero lo sguardo,ridendo come oche.

Lui scoppiò a ridere e,prendendomi alla sprovvista,mi afferrò il viso delicatamente,baciandomi . le ragazze,ora,mi lanciavano sguardi carichi d’odio. Oh,così si ragiona!

<< Ho soddisfatto la tua sete di vendetta? >> mi chiese,mentre riprendevamo a camminare. Io annuì,contenta.

Chiacchierammo per un bel po’, finché no raggiungemmo,come al solito,il nostro luogo. Il nostro piccolo paradiso.

Si sdraiò sull’erba,ma io rimasi in piedi,a guardare il luogo.

Lui rimase spiazzato,non vedendo la mia figura sedersi vicino al suo corpo << Non ti siedi? >>

Io negai con la testa,osservando meglio il posto. E poi,non mi sarei mai seduta sulla neve.

Lui sbuffò,alzandosi,e prendendomi per mano << Cosa ti frulla nella testa? >>

Sorrisi. A quanto pare,anche se ci frequentavamo da poco,mi conosceva bene.

<< Ci vorrebbe una casetta per noi,qui >> dissi,indicando lo spazio vicino al lago << Così possiamo venire qui anche con brutto tempo >>

<< Non è una brutta idea. Ci penserò,va bene? >>

<< Va bene >> acconsentì,osservando il lago ghiacciato. Lui mi porse una borsa nascosta dietro al cespuglio.

Lo guardai,interdetta << Cos’è? >>

<< Aprila >>

la aprì. Dentro c’erano due paia di pattini per il ghiaccio,bianchi,con i ricami argentei.

<< Pattiniamo? Davvero? >> gli chiesi,contenta come una bambina. Lui annuì,e io gli saltai praticamente addosso,buttandogli le braccia la collo.

<< Graziegraziegraziegrazie! >> esclamai,mentre rideva melodiosamente. 

Mi aiutò a mettere i pattini,e mi accompagnò vicino al laghetto.

<< Ma è sicuro? >> chiesi,mentre si lanciava nel pattinaggio. Lo osservai: pattinava aggraziato ,si sentiva solo il suono delle lame che sfregavano sul ghiaccio. Lo raggiunsi,prendendolo per mano.

Ridemmo per la maggior parte del tempo,a causa delle mie cadute,causate dalla sua visione celestiale.

Ormai,non riuscivo più a pensare,a quando la mia vita era senza la sua presenza. Era come se ci conoscessimo da una vita intera.

Pensare a lui,in un futuro,lontano da me,mi faceva star male. Lo amavo troppo. 

Amavo il suo modo di fare.la sua risata,la sua dolcezza. Inoltre,mi sentivo completa,come se la mia vita avesse sempre aspettato lui,per continuare felicemente.

<< Stanca? >> mi chiese,interrompendo le mie riflessioni. Io lo abbracciai,e lui ricambiò la mia stretta. 

<< Grazie >> mormorai,contro il suo petto.

<< Per cosa? >>

<< per tutto. Grazie d’esistere >> non lo avevo mai detto ad anima viva,e arrossì violentemente.

<< Grazie a te d’esistere,mia piccola rosa blu . sei la creatura più sensibile,dolce e stupenda che io abbia mai conosciuto. >> disse,baciandomi la testa. Il mio cuore stava scoppiando dalla gioia.

<< Edward…hai mai detto “ti amo “ a qualcuno? >> 

<< No. Tu? >>

<< no. >> ammisi,mentre mi alzava il viso.

Mi baciò le labbra,con la solita dolcezza. Sembrava che il tempo si fosse fermato per noi. Era una sensazione bellissima.

<< Andiamo,o Charles mi bandirà dal Moulin Rouge,se ti faccio fare tardi >> mi disse,mentre io sussultai.

<< Che ore sono? >>

<< le sei >>

<< oh,santo cielo! Sono in ritardo! >> ci avviammo,ed arrivammo in paese abbastanza prima,rispetto al tempo che avevo calcolato.

<< tranquilla,non farai tardi >> mi sussurrò,mentre ci dirigevamo alla carrozza.

Mi guardai attorno: molte persone ci guardavano,scettiche e con aria di disapprovazione.

Sentì alcuni mormorii ,che non mi piacquero per niente.

<< … Ma come fa,un gentiluomo come Cullen,a stare insieme a una come Swan? >> oppure << Ho sentito dire che lei è una puttana,ma non credevo che riuscisse ad incantare anche un uomo bello come Edward Cullen ! >>

sentì una fitta al cuore: avevano ragione,in fin dai conti.

Non ero giusta per lui. Non ero nella sua stessa classe sociale,non meritavo neanche di guardarlo.

Sentì Edward sibilare,mentre mi faceva accomodare nella carrozza.

Per tutto il tragitto,non proferimmo parola. Sapevo che lui attendeva che dicessi qualcosa,ma me ne rimasi zitta,nel mio dolore.

Davanti al Moulin Rouge,decise di accompagnarmi fino in camera e ,una volta dentro,chiuse la porta alle sue spalle. Io mi sedetti sul letto,e lui mi raggiunse.

<< Bella,cosa c’è che non va? Fino ad una oretta fa stavi bene,e ora hai l’aria afflitta. >> mi fece notare.

Respirai profondamente << Non li hai sentiti? >>

<< Cosa ? >>

<< I mormorii delle persone,al paese. Sai anche tu che hanno ragione. >>l’ultima frase la dissi singhiozzante. Avevo cominciato a piangere.

Lui mi prese per le spalle,con forza << Ascoltami,Bella hanno torto,lo sai bene. Fregatene di quello che dicono. >>

Io negai con la testa,e lui si spazientì << isabella Marie Swan,smettila.>>

Lo guardai,mentre mi alzava il viso. La sua espressione quasi adirata,mi fece tremare.

<< Quindi… a … te non importa? >> singhiozzai. Lui incatenò i suoi occhi ai miei.

<< A me importa soltanto di te,amore mio. Mi basta sapere che mi ami,per farmi star bene. >>mi disse,lasciandomi senza parole.

Lo baciai. Ma non teneramente. Con foga,con un amore che andava oltre a tutto.

Lui ricambiò. 

Tracciò il mio labbro inferiore con la sua lingua,mentre mi teneva stretta a sé,con una presa ferrea.

Quello,era per noi,il nostro primo vero bacio.

Si staccò da me,a mio parere troppo presto,appoggiando la sua fronte alla mia.

<< Grazie di amarmi,Bella >>

20 Novembre 1889
vestito invernale
  
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