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Autore: sixi    17/12/2008    1 recensioni
un mangiamorte che tenta di scappare dal suo destino e un ragazzo che l'aiuta a conoscere le meraviglie del mondo esterno, una vita basata su un'eterna fuga, cosa succederà? (se vi ho incuriosito leggete la loro storia)
Genere: Romantico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo XV

Capitolo XV

Stralci di memoria

 

Potrebbe essere presuntuoso da parte mia, credere che Miriam mi stia pensando? Sperare in questo, può essere presuntuoso? Forse, ma è l’unica cosa che mi rimane.

Dal diario di Aliack Black

20 Luglio

 

- Dove lo devo mettere questo? - chiese ai gemelli portando in mano un grosso scatolone.

- Nel magazzino. Senti, dopo potresti portarmi il pacco rosso che hanno inviato ieri?

- Va bene.

Era bello lavorare in quel negozio, si rilassava facilmente e tutti quegli scherzi e giochini lo facevano divertire un mondo e poi… aveva accumulato molte informazioni sul castello dei Malfoy; doveva solo incontrare Nerix e Zecks per informarli e presto avrebbe potuto provare a salvare Miriam.

 

Aliack, mi manchi, mi manca il tuo sorriso, mi mancano i tuoi modi gentili, la tua simpatia, mi manca tutto di te, i tuoi capelli neri come la notte, i tuoi occhi splendenti come zaffiri… perchè mi hai fatta soffrire?

Dai pensieri di Miriam

Data imprecisata

 

- Hai cambiato idea? - iniziava ad odiare quella voce, ogni giorno le chiedeva se avesse cambiato idea, ma lei non l’avrebbe mai fatto.

- Rimango della mia idea. - Voleva apparire forte, però quella frase che ripeteva tutti i giorni la sfiancava, non riusciva più a parlare… riusciva solo a pensare e ne approfittava per pensare ad Aliack, aveva abbastanza energie per usare l’Occlumanzia, quindi non correva il rischio che Voldemort entrasse nella sua mente.

Vide dei Dissennatori avvicinarsi: l’asso nella manica di Voldemort. Si avvicinavano a lei, in modo che la felicità l’abbandonasse, ma non riceveva il loro bacio, il loro padrone non voleva rischiare che la sua psiche danneggiata potesse interferire con i suoi eccezionali poteri…

 

Miriam, perdonami per ciò che ti ho fatto, perdonami per tutto il dolore che ti ho recato, è egoista da parte mia sperare che tu accetti le mie scuse, ma è l’unico modo che ho per andare avanti, ti prego, se riesci a sentire i miei pensieri, aiutami, perdonami!

Dal diario di Aliack Black

21 Luglio

 

- Posso andare in pausa? - chiese dopo aver spostato l’ennesima scatola.

- Sì, vai pure… però hai un quarto d’ora.

- Tiranni. - Sbuffò appena fu sul retro del locale.

Si appoggiò ad una cassa e prese il ciondolo che aveva fabbricato qualche settimana prima. Era d’argento e nel mezzo c’era un’ametista. Schiacciò un minuscolo bottone e quello si aprì rivelando la foto di Miriam. La guardò per tutti quei quindici minuti, non ci credeva ancora, non riusciva a credere al fatto di averla persa, riusciva solo a pensare a lei. Il negozio lo svagava, certo, però ogni volta che rimaneva da solo pensava a lei. Non piangeva più, aveva superato quella fase, rimaneva solo in silenzio ad osservare quella foto e quand’era a casa guardava gli album fotografici. Ogni tanto gli arrivava una lettera di Zecks, la domanda era sempre quella, anche se l’amico riusciva a mascherarla con giri di parole lunghi due pagine: come stai? E lui dava sempre la stessa risposta, anche lui faceva lunghi discorsi inutili, ma sapeva che l’amico avrebbe comunque inteso: mi manca.

 

Pretendo troppo nel voler ricominciare con te? Posso sperare in un’altra chance? Se mi senti, Aliack, ti prego, rispondimi… ho bisogno di te…

Dai pensieri di Miriam

Data sconosciuta

 

Quanti giorni sono passati da quando è rinchiusa lì? Una settimana, due settimane, un mese? Ormai aveva perso il conto, faceva dei segni per terra, ma quelli venivano coperti dal sangue che continuava a perdere. Tutti quelli che avevano il permesso di entrare nella cella le portavano da mangiare, ma nessuno si preoccupava di controllare se fosse ancora viva… nessuno controllava se stesse perdendo troppo sangue, si limitavano a lasciare quel vassoio e nessuno si preoccupava del fatto che non mangiava. A che serviva tenerla in quella condizione? Prima o poi anche i suoi poteri ne avrebbero risentito e quello non era forse un problema? Non la tenevano lì solo per i suoi poteri?

 

Sirius è morto, anche lui se n’è andato… pensavo di poter ricostruire una famiglia con lui, invece… devo vendicarlo, devo trovare Voldemort e ucciderlo, devo farlo per lui.

Da una lettera di Harry Potter

Data imprecisata

 

Era nella casa dei suoi zii, non ce la faceva più, perché nessuno veniva a prenderlo? Perchè era costretto a restare in quel luogo? Guardò Edvige e la trovò addormentata, gli dispiaceva svegliarla per portare quella lettera a Ron, ma non aveva nessun altro modo per farlo e aveva anche urgenza di una risposta. Si avvicinò alla gabbia e picchiettò contro le sbarre per far svegliare il suo gufo. Edvige si svegliò rivelando la testa coperta da un’ala e rimase immobile a fissare il suo padrone tentando di capire il motivo di quell’inaspettato risveglio.

- Porta questa a Ron.

Aprì la gabbia e il suo gufo uscì dalla stanza per addentrarsi nel buio cielo di Londra.

 

Ciao Aliack,

è da tanto che non ci sentiamo… la tua ultima lettera mi è arrivata solo ieri, scusa se non ti ho risposto prima. Hai parlato dei gemelli e da quel che ho capito li hai descritti come tiranni, ce li vedo sotto quelle vesti… Nerix ed io abbiamo deciso di continuare a studiare ad Hogwarts anche il settimo anno per ottenere il diploma di MAGO, è strano pensare che avremo un diploma in più rispetto a te; ti ricordi la crisi di nervi che ho avuto poco dopo aver scoperto di te e Nerix, del giorno in cui sei venuto a parlarmi? Ti ricordi di quando ho detto che mi eri superiore in tutto? Per una volta potrò vantarmi di avere un diploma in più rispetto a te. Comunque, siamo andati ad Hogsmeade e abbiamo avuto delle informazioni in merito ai nuovi mangiamorte e abbiamo anche scoperto che Voldemort ha reclutato quel lupo mannaro… quello cattivo… cavoli, non mi ricordo il nome, vabbè però lui non è un mangiamorte, ha solo il mantello, ma non ha ancora il loro simbolo. Senti ora devo andare, ci sentiamo presto… stammi bene

Zecks

 

Da una lettera di Zecks

Data imprecisata

 

Chiuse la lettera e la diede alla sua aquila reale. Si alzò dalla sedia e vide Nerix addormentata sul divano. Erano andati in una locanda ad Hogsmeade per passare le vacanze e trovare informazioni nello stesso tempo; non era il massimo del comfort: aveva un letto matrimoniale, un divano, un armadio, una scrivania e due sedie; di fianco c’erano il bagno e la cucina, poveri di mobili anche loro. Aprì l’armadio di fianco al letto, prese una coperta di lana e la utilizzò per coprire Nerix. Le scostò i capelli dal volto e si accomodò sulla sedia davanti alla finestra… lo faceva tutte le sere, ormai era diventata un’abitudine: si sedeva e rimaneva per ore a fissare il cielo. Ecco la prima lacrima, quel cielo così buio gli ricordava Voldemort e quella faccia lo riconduceva a Miriam, alla sua “sorellina”, gli mancava da impazzire, non riusciva a rimanere fermo ad aspettare il momento propizio per aiutarla, se non fosse stato per Nerix lui sarebbe già andato nel castello dei Malfoy a cercarla, ma si bloccava ogni volta che il suo sguardo si posava su di lei: il pensiero di farla soffrire lo uccideva, quindi non faceva niente, aspettava e si teneva in contatto con Aliack per essere sicuro che non decidesse di andare al castello… già Aliack, sapeva perfettamente del suo dolore anche se lui non lo scriveva, riusciva a intuirlo anche solo vedendo il colore della cera che utilizzava per sigillare le lettere: viola. Sapeva anche che aveva superato la fase del pianto, l’aveva capito dallo stile di scrittura, rispetto alle prime lettere era più chiaro e poi… non si vedevano delle piccole sbavature dovute alle lacrime. Era entrato nella fase dei ricordi e questo l’aveva capito quando gli aveva parlato di un ciondolo che aveva fabbricato con incastonata al centro un’ametista. Non aveva detto nient’altro, ma lui sapeva che c’era la foto di Miriam lì dentro e sapeva anche che tutti i giorni fissava quella foto per non dimenticare il suo volto.

Sentì dei rumori dietro di sè e si affrettò ad asciugare le lacrime. Si voltò e vide Nerix alzarsi dal divano.

- Tutto bene?

- Sì, come mai ti sei svegliata?

- Quel divano è scomodo. Vado a letto…notte.

- ‘Notte.

Si rigirò e si disse che era fortunato ad avere Nerix, ma un’altra volta il suo pensiero tornò ad Aliack: che stava provando lui senza Miriam? Non aveva la minima idea del dolore che lui potesse provare, non poteva immaginarlo, poteva solo tentare di capirlo… si alzò dalla poltrona e fissò il letto, dopo quel pensiero non poteva certo dormire con Nerix come se niente fosse. Guardò il divano e si disse che per una notte poteva anche sopportare la scomodità.

 

 

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