"E' come...tensione...quando parliamo"
Stiles Stilinski
Sweather Weather
"'Cause it's to cold for you here"
Sweather Weather - The Neighbourhood
Sweather Weather
Vaghe e indistinte voci di notte. Grano che stormisce nel vento. Gazze sparute. Cicale.
E il freddo. La voce del freddo era la più orribile di tutte.
Silenziosa, serpeggiante. Ovviamente, gelida.
- Stiles.
Non una domanda, nè una lamentela. Semplicemente, un'amara constatazione. I suoi piedi sulla veranda di legno facevano troppo rumore. Lo sentì fermarsi, facendo scricchiolare le assi con la suola delle scarpe.
- Fa troppo freddo, qui fuori.
Come se questo fosse bastato a risolvere la questione. Stiles era in piedi, dietro di lui, leggermente più in alto di lui, e il suo fermarsi e rimanere immobile non erano stati nè bruschi nè sorpresi. Stiles si era fermato con tutta calma, perchè era esattamente ciò che voleva fare. Solo un lieve tremolio del labbro - impercettibile per i sensi umani - rivelava la sua agitazione.
- Troppo freddo...- ripetè, più a se stesso che a lui.
- E allora perchè tu ci stai? - Misurato, tranquillo, paziente.Certo... Incurante del delirio insito nella ripetizione.
Uno sbuffo.
- Sono un lupo mannaro, Stilinski. Non mi ammalo.
Le sentì, quella notte. Le corde dell'anima del più piccolo che vibravano, impazzite, a dispetto del contegno.
- Ma potresti comunque venire dentro, al caldo.
Il suo tono si era incrinato.
Non voleva che accadesse, doveva essersene pentito. Il suo cuore batteva a mille.
Non fare così.
Non rendere tutto più difficile.
Il proprio capo si muoveva in cenno di diniego.
- Non fa per me.
Un singulto mozzato.
Derek si voltò.
- Entra, Stiles. Fa troppo freddo qui fuori, per te.
Ancora.
Quei grandi occhi nocciola fissi nei suoi. Gli occhi del lupo colsero perfino spettri di lacrime non ancora sbocciate dalle ciglia.
- Ma potresti...tu potresti...
- No, Stiles.
Si sforzava, Derek. Di guardarlo, o di non guardarlo. Di sentire il suo cuore, o di non fare arrivare quel suono alle sue orecchie.
Quel suo dolore. Faceva male.
Ma lui gliene avrebbe fatto molto di più.
Stiles si artigliò le labbra con i denti, lo fissò, ancora, speranzoso. Gli sembrava quasi di sentire i suoi pensieri. Di sentirlo parlare, anche se le sue labbra erano serrate.
Vieni. Vieni da me.
Derek Hale chiuse gli occhi, e le voci della notte scomparvero.L'incanto si ruppe.
Si voltò e spiccò un balzo che lo portò dalla superficie erbosa e incolta del giardino a quella rustica e pulita della veranda.
Sfiorò una spalla del ragazzo. La sua voce, di solito così rabbiosa, fu quasi un mormorio.
- Fa troppo freddo qui fuori, per te.
E il freddo. La voce del freddo era la più orribile di tutte.
Silenziosa, serpeggiante. Ovviamente, gelida.
- Stiles.
Non una domanda, nè una lamentela. Semplicemente, un'amara constatazione. I suoi piedi sulla veranda di legno facevano troppo rumore. Lo sentì fermarsi, facendo scricchiolare le assi con la suola delle scarpe.
- Fa troppo freddo, qui fuori.
Come se questo fosse bastato a risolvere la questione. Stiles era in piedi, dietro di lui, leggermente più in alto di lui, e il suo fermarsi e rimanere immobile non erano stati nè bruschi nè sorpresi. Stiles si era fermato con tutta calma, perchè era esattamente ciò che voleva fare. Solo un lieve tremolio del labbro - impercettibile per i sensi umani - rivelava la sua agitazione.
- Troppo freddo...- ripetè, più a se stesso che a lui.
- E allora perchè tu ci stai? - Misurato, tranquillo, paziente.Certo... Incurante del delirio insito nella ripetizione.
Uno sbuffo.
- Sono un lupo mannaro, Stilinski. Non mi ammalo.
Le sentì, quella notte. Le corde dell'anima del più piccolo che vibravano, impazzite, a dispetto del contegno.
- Ma potresti comunque venire dentro, al caldo.
Il suo tono si era incrinato.
Non voleva che accadesse, doveva essersene pentito. Il suo cuore batteva a mille.
Non fare così.
Non rendere tutto più difficile.
Il proprio capo si muoveva in cenno di diniego.
- Non fa per me.
Un singulto mozzato.
Derek si voltò.
- Entra, Stiles. Fa troppo freddo qui fuori, per te.
Ancora.
Quei grandi occhi nocciola fissi nei suoi. Gli occhi del lupo colsero perfino spettri di lacrime non ancora sbocciate dalle ciglia.
- Ma potresti...tu potresti...
- No, Stiles.
Si sforzava, Derek. Di guardarlo, o di non guardarlo. Di sentire il suo cuore, o di non fare arrivare quel suono alle sue orecchie.
Quel suo dolore. Faceva male.
Ma lui gliene avrebbe fatto molto di più.
Stiles si artigliò le labbra con i denti, lo fissò, ancora, speranzoso. Gli sembrava quasi di sentire i suoi pensieri. Di sentirlo parlare, anche se le sue labbra erano serrate.
Vieni. Vieni da me.
Derek Hale chiuse gli occhi, e le voci della notte scomparvero.L'incanto si ruppe.
Si voltò e spiccò un balzo che lo portò dalla superficie erbosa e incolta del giardino a quella rustica e pulita della veranda.
Sfiorò una spalla del ragazzo. La sua voce, di solito così rabbiosa, fu quasi un mormorio.
- Fa troppo freddo qui fuori, per te.
"'Cause it's to cold for you here"
Sweather Weather - The Neighbourhood