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Autore: HaleyCardison    25/03/2015    0 recensioni
Quando tutto sembra perduto, quando il mondo sembra andato, una speranza brilla nel buio che nutre la guerra. E questa ha un solo nome: "Haley".
||E penso alla brezza che mi ha accompagnato da quando sono piccola. E per poco, solo per poco, posso dimenticare ciò che mi circonda, posso dimenticare tutto. Posso finalmente sentirmi bene. Accompagnata da tutto quello che ho sempre chiamato casa. Accompagnata da tutto quello che mi ricorda casa. E sorrido. Finalmente sorrido. Qui,vivendo in un'illusione, sorrido veramente. E mi piace. Sí, mi piace.
Sentirmi finalmente in pace con me stessa. E adesso, più che in qualsiasi altro momento, capisco quanto mi sia mancato. Quanto mi sia mancato sentirmi felice.
Dimentica tutto, Haley. Dimentica tutto.||
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Sono distesa sul letto. Dopo un po' che se ne sono stati zitti me ne sono andata in camera, prima di arrabbiarmi seriamente. Odio litigare con gli zii. Li ho sentiti discutere a bassa voce. Ho colto solo alcune parole. "Pericolo...meglio....forse....non lo so... Betor..." Ho sentito solo questo. Betor. Chissà cosa vuol dire. Eppure mi sembra famigliare. Provo a pensarci su ma non mi viene nulla. Come un blocco nella mia mente, un cassetto arruginito impossibile da riaprire del quale ne sai solo l'esistenza. Sai che esiste, sai che è nella tua testa, ma non sei più in grado di riaprirlo. Ti serve una chiave, più dettagli, più informazioni, più indizi. Cosa che nessuno ha ancora il coraggio di darmi. Codardi, disonesti, ingiusti. E cosa posso fare se non starmene qui, tradita, delusa. Non risesco a comprendere il motivo di tutto questo. Non riescono ancora a fidarsi a fondo di me? Mio papà è il fratello di mia zia, come potrei tradirli? Sono tutto quello che rimane della mia famiglia. E se invece stanno cercando di proteggermi? Tenermi lontana da qualcosa, da qualcuno. Cosa potrebbe comportarmi saperne di più? Qualcuno bussa alla porta. Non rispondo. Bussa ancora. Non voglio parlare con nessuno. Tira giù la maniglia ed entra. -Se avevi intenzione di entrare senza il mio consenso potevi anche fare a meno di bussare- borbotto. -Ciao Haley-. Riesco a percepire l'arroganza nelle sue parole. È mio fratello Dylan. Mi giro verso di lui. Devo dire che è un bel ragazzo con quei suoi occhi scuri e il ciuffo tirato all'insù. Non mi sorprende se la maggior parte delle ragazze gli corre dietro. Questo spiega il suo stupido sorriso arrogante che non l'abbandona mai. Riesce sempre a essere così ottimista. Sforzo un sorriso. -Dormi a quest'ora?! Devo dire che mi hai davvero deluso, ti ricordavo più attiva- dice ronicamente. -Non fare lo stupido. Lo so che gli zii ti hanno mandato qui per farmi la romanzina. -Beh a dire la verità sono venuto a dirti che era pronto da mangiare, ma comunque c'eri vicino.- confessa facendo l'occhiolino. Sorrido. -Allora..perchè l'hai fatto.. Suona più come un "non me lo aspettavo da te". Sbuffo. -No seriamente. Perchè?- il suo sorriso è all'improvviso svanito. È così grave quello che ho fatto? "Si". Sento dire a una voce nella mia testa. Non le do retta. -Lo sai benissimo il perchè - dico con voce tremante. Non voglio ricordare. Non adesso. -Dai Haley... è successo quasi dieci anni fa, non hai intenzione di voltare pagina? Le persone nascono e muoiono. Tutti moriranno, c'è chi prima e chi dopo, nessuno é immortale. Stolto, lui non può capire, nessuno può. Come ha potuto soltanto immaginare una cosa del genere? Mandy poteva morire in altri mille modi, ma di sicuro quello è stato quello peggiore. Così rudemente, così velocemente, senza che lei riesca a capire cosa stesse veramente accadendo. Con quei suoi occhi mi guardava, forse stupita, forse impaurita, e la sua mano teneva la mia in cerca di un'ultimo appiglio. E sento gli occhi gonfiarsi di lacrime per quel ricordo, e la rabbia in subbuglio dentro lo stomaco, come una grande tempesta che risucchia ogni cosa. E allora respiro pesantemente e dico a Dylan di andarsene con voce acida, perchè solo quella mi è uscita, ma lui se ne sta davanti alla porta, immobile. E vedo la prima lacrime provare a uscire tenendo per catena le altre -Haley, non volevo- inizia lui ma lo interrompo urlando di andarsene. E urlo, piango, mi agito e forse sono pazza. E più urlo, più piango e più trattengo le lacrime, più loro cercano di uscire. Non mi piace piangere davanti a mio fratello, ma ormai il danno è fatto. E allora mi giro dall'altra parte e metto la faccia sul cuscino, tentando di frenare questo tormento, ma il tutto si trasforma in un pianto annegato, che inumidisce le mie guancie. Tutto, ogni cosa, ogni preoccupazione, ogni disagio, ogni paura, ogni ricordo sembrano scivolarmi lungo il viso lasciando dietro di sé una scia bruciante indelebile. Non possono capire cosa provo, non possono se non lo vivono di persona, e se dicono di saperlo mentono. Mentono a loro stessi e a tutti, perchè il dolore lo capisce chi lo ha vissuto. Una mano sento scivolarmi sulla schiena. Una mano calda. La mano di Dylan. Mi tira su e mi abbraccia forte, stretta, pesantemente. E io sono ridicola, squallida, pacchiana eppure non mi importa, perchè tra le sue braccia sono protetta, lontana dai ricordi, lontana da questo mondo sbagliato. Forse era questo quello di cui avevo bisogno, dopo tanti anni, bastava un abbraccio per compensare quel vuoto? Compensare quella pazzia, quella insicurezza che la colpa fosse solo mia.
   
 
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