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Autore: DarkYuna    26/03/2015    1 recensioni
Nel terrificante silenzio della notte, dove l’unico rumore proveniva dal battere terrorizzato del mio cuore, capii che quel giorno tanto temuto era infine giunto: l’esilio del Principe Nuada, lancia d’argento, figlio di Re Balor, era terminato e adesso la sua rivalsa si sarebbe compiuta.
Genere: Azione, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Principe Nuada, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 3. 





 
Ferrovia East Side.
Mezzanotte in punto.
Il terzo starnuto decretò l’arrivo di un’imprevista influenza rovinosa, che non potevo assolutamente permettermi. Costrinsi me stessa a non ammalarmi in un momento davvero pessimo e cruciale, in cui sarei dovuta essere al massimo delle forze e non con un piede nella fossa, a causa della mia dannata natura mortale.
 
 
Mr. Wink tentava di ripararmi dalla pioggia scrosciante, usando l’imponente braccio metallico come ombrello improvvisato, nonostante lo sforzo, il vento colpiva la pelle, come una frusta e mi faceva rabbrividire visibilmente. Strinsi le mani attorno alle braccia e mostrai tenacia, anziché debolezza.
 
 
Il Principe Nuada sostava collerico dinanzi un grande manifesto pubblicitario azzurro, che riportava l’apertura di un centro commerciale la prossima estate. Stagione in cui, molto probabilmente, nessuno umano sarebbe vissuto abbastanza per completare la costruzione e divertirsi a fare spese.
Ruotò su se stesso, una mano già sulla spada, indotto alla lotta. Guardò prima me, dopo Mr. Wink e con un cenno del mento, ci esortò a seguirlo, fin dentro il vecchio fabbricato abbandonato, dalle grandi finestre rotte e una fioca luce arancione, che si disperdeva nella notte.   
 
 
Verificare quanto caduta in basso fosse la sua razza, lo mandava in bestia e quei lineamenti spigolosi, conditi da un silenzio spettrale, ne erano la prova.
 
 
All’interno, la costruzione era in pessime condizione, usata come discarica naturale, colma di spazzatura e oggetti in disuso, perlopiù arrugginiti dall’umidità. L’edera incolta era cresciuta tra le fenditure, trasformando quell’edificio in una foresta selvaggia.  
 
 
Un soffio di vento fece cigolare la scala a chiocciola fatiscente e Nuada mi spinse dietro la sua schiena, per ripararmi con il corpo, ed evitarmi incidenti pericolosi.
<< Fa’ attenzione. >>, ammonì, angustiato che mi facessi male. Non avrebbe voluto che lo seguissi e sul volto aleggiava il disappunto. Tra i tre, ero l’unica che correva un serio rischio.  
 
 
<< Scusa. >>, mormorai, rimanendo lì dove il Principe voleva che stessi: tra lui e Mr. Wink.
Ero alquanto scettica e incredula, che una popolazione antica e nobile come gli elfi, si fosse stabilita in un luogo del genere, che gettava disonore su una casata così remota e preziosa.   
 
 
<< Altezza reale! >>, strepitò d’un tratto una buffa voce gentile, proveniente dallo stanzone alla nostra sinistra.
 
 
La camerata era asettica e fredda, se non fosse stata per dei grossi tubi deteriorati che ancora reggevano, anche se non per molto. Sotto ad uno di essi, dalla forma di una Y rovesciata, vi era una bizzarra creatura, dall’aspetto divertente e abbigliata da lunghi drappeggi puliti e raffinati.
L’avrei trovato quasi dilettevole, se non fosse stato affiancato da ambo i lati da altre otto esseri, divisi in due squadre da quattro. Avevano una spaventosa testa da corvo nera e uno spadone enorme tra le mani, che studiai con orrore: guardie a protezione del luogo.
 
 
Nuada scese i gradini che lo portavano proprio al centro del frangente, così esposto e in repentaglio, sentii che fosse assolutamente sbagliato lasciarlo andare allo scoperto, in quella maniera così barbara. Ma quando feci per seguirlo, Mr. Wink bloccò il mio braccio, per obbligarmi a restare accanto a sé.  
Fui sul punto di protestare, nonostante ciò, abbandonai in fretta l’idea, per non creare inutili distrazioni.  
 
 
La creatura buffa parlò di nuovo, utilizzando la lingua degli elfi, che non conoscevo. L’unica parola che carpii, fu il nome del Principe.
A dispetto del corpo, la creatura buffa, disponeva di braccia lunghe e magrissime, così come le mani, composte da dita sottili, che muoveva costantemente come una normale funzione degli arti.
 
 
Si inchinò, per poi proseguire in inglese.
<< Prima di entrare nella camera del consiglio… dovete consegnare la vostra arma. >>, chiese gentilmente, indugiando sulle ultime parole.
 
 
<< Non lo farò. >>, fu la risposta secca e sgarbata di Nuada, ghermendo l’impugnatura della spada, minacciato da tale richiesta.
 
 
E, come se avessero avuto un ordine invisibile e insonoro, gli otto guardiani brandirono lo spadone a due mani, per uccidere il Principe al prossimo passo falso.
 
 
Sussultai agghiacciata per quella reazione fulminea,  afferrai il pugnale all’interno del giaccone, in una reazione naturale, al precipitare degli eventi. Non sarei stata molto utile e prevedevo di morire nell’arco di due secondi, ma almeno avrei avuto una fine onorevole, accanto all’uomo che amavo.
 
 
Il ruggito acuto di Mr. Wink, mi costrinse a rinunciare in fretta e furia all’idea, per tapparmi le orecchie.
Imploravo che potesse esserci un epilogo diverso e che tutti e tre, saremmo potuti tornare sani e salvi al rifugio.
 
 
<< Questo è il protocollo sire. Vale sia per i contadini, che per i principi. >>, affermò la creatura buffa, agitando le mani da E.T.
 
 
Lo stavo ancora studiando e solo all’ultimo, mi accorsi che Nuada aveva estratto, con una velocità impensabile, la spada d’argento e dopo due volteggi su se stesso, aveva poggiato la fredda lama sul collo inesistente della buffa creatura, parlando nella sua lingua, in quella che risuonò come una minaccia.
Gli otto guerrieri si avvicinarono a lui, come risultato spontaneo di quel grave gesto e l’atmosfera divenne così tesa, da poter essere tagliata con un coltello.  
 
 
Trattenni il fiato e Mr. Wink faticò a farmi restare ferma. La mano impugnava l’elsa del pugnale e, mentalmente, organizzai un piano, per permettere al Principe di guadagnare secondi preziosi e darsi alla fuga, anche a costo della mia vita.
Avrei fatto qualsiasi cosa, anche offrirmi come vittima sacrificale, purché non gli torcessero un capello.
 
 
Di nuovo la lingua elfica, ma i vocaboli indecifrabili, furono pronunciati da qualcuno che non avrei mai previsto.
 
 
Il Principe si irrigidì e la lama della sua spada scivolò via dalla creatura buffa, oramai fuori pericolo. Si voltò piano, nell’istante stesso in cui, dall’ombra dietro di noi, un elfo donna molto simile a Nuada, faceva il suo ingresso all’interno della camerata: sua sorella gemella, la Principessa Nuala.
Era avvolta in una frusciate veste lunga, con il rosso e il nero che si alternavano nell’abito sofisticato. Una grande cinta d’orata circondava la vita sottile, fin sotto il seno, rendendo così l’aggraziato fisico longilineo, ancor più elegante. Al centro di essa vi era un emblema che non avevo mai scorto e non era il sigillo reale.
Il viso aristocratico era reso bellissimo, per via di quella mestizia ricamata nei tratti perfetti e femminili.
Il suo arrivo mise fine alla disastro che stava per compiersi, sotto i miei occhi sgomenti.
 
 
Il Principe Nuada convertì la condotta spietata e assetata di sangue, fermando il proposito di uccidere la creatura buffa e porgendo la spada alla sorella, in segno di deferenza e sottomissione.
<< Per te, sorella… qualsiasi cosa. >>. Chinò il capo e fui stupita, che eseguisse gli ordini di qualcuno, che non fosse se stesso.
 
 
Il sollievo per la scampata fine atroce, venne obliato da quel legame potente e radicato, inconfutabilmente palese, tra Nuada e Nuala. Così palpabile e inconsueto, da procurarmi un feroce morso allo stomaco, a cui non seppi collegare una parola precisa, per spiegare l’affilato e nocivo fastidio, che causava.
Invidiai suddetta congiunzione così intensa tra di loro, poiché, mai nulla di simile, mi avrebbe legata a lui, nell’identica maniera totalitaria. Le erano bastati pochi vocaboli, per farsi ubbidire. Era solo sua sorella, ma con un potere che non potevo comprendere.
In fin dei conti, ero pur sempre un’umana, che seguitava a dimenticare la sua natura mortale.
 
 
 
La creatura buffa ci fece strada all’interno dell’edificio, con un’andatura bislacca, come se volasse, piuttosto che camminare.
 
 
Procedevo a testa curva, tra Nuada e Mr. Wink, che costituivano una protezione invisibile e taciturna, anche se nessuno parve accorgersi effettivamente della mia presenza.
La Principessa Nuala, accanto al fratello, camminava con un portamento nobile e leggiadro, quasi sembrasse una danza fatata e mentre scrutavo i bellissimi e lunghi capelli platino, le iridi grandi, gialle e curiose, caddero su di me, cogliendomi sul fatto. A poco servì distogliere immantinente l’attenzione, dato che aveva notato l’occhiata indiscreta e sfacciata.
La quiete che aleggiava sull’insolito gruppo, costituito da creature di razze completamente diverse, era un urlo raccapricciante su quanto precario fosse l’equilibrio del filo sopra cui procedevamo.  
 
 
<< Sire, vi prego. >>. La creatura buffa, si tirò da un lato, agitando le mani lunghe e con un inchino regale, si fermò, per fare spazio a noi.
 
 
Svoltammo nell’ultima sala del vecchio edificio in rovina e la visuale d’insieme, mi lasciò senza fiato.
Le tubature creavano come una fortezza attorno al popolo antico, nonostante ciò la decadenza era un particolare triste, che aleggiava tra le mura scheggiate.  
Non potei fare a meno di attardarmi a scrutare l’incantesimo delle foglie dorate che piovevano pigre e delicate sul suolo polveroso.
Elfi, erano disposti in file appena dopo l’entrata e le guardie-corvo sorvegliavano al cospetto di Re Balor, seduto su un trono al confine della camera.
L’anziano padre ieratico, non era come lo avevo inventato nella mente, molto dissimile dai suoi figli e sul capo, come accrescimento spontaneo della testa, aveva una corona irta di rami. Ricordava un vecchio druido della mitologia Irlandese.
 
 
Un lieve brusio si alzò, mentre il Principe faceva ufficialmente ritorno dall’esilio e sfilava sicuro tra la sua razza.
 
 
Mr. Wink ed io sostammo sull’uscio, lontani dall’accozzaglia, fedeli al piano di restare ai margini del coacervo. La Principessa Nuala mi era di fianco e di tanto in tanto incrociava i miei occhi, come se volesse chiedermi l’assurda motivazione che portava un essere umano ad affiancare un individuo che voleva decimarci tutti. I sentimenti di animosità verso di lei nacquero istintivamente e non mi assillai ad arrestarli.   
 
 
Nuada s’inchinò, in una riverenza ossequiosa al Re e disse una parola in elfico, in segno di rispetto per le origini, che tanto amava.
Re Balor rispose nello stesso idioma, ma il suo tono era contrariato, arrabbiato e angustiato, sicuramente deluso dall’atteggiamento riprovevole del figlio, a proposito degli umani.
 
 
Nuada tornò in piedi e l’urlo afflitto di suo padre, rimbombò all’interno dell’edificio.  
 
 
<< Per liberarci. >>, fu la sola replica del Principe, pronunciata come parere delle sue chiarissime intenzioni. << Tutti noi padre. >>.
 
 
Fu un susseguirsi di discorsi in elfico, da parte di Re Balor, ed opinioni in inglese di Nuada.
Per ogni diatriba sollevata dal padre, il figlio spiegava nella mia lingua, come se volesse mettere al corrente anche me, del nocciolo della questione.
 
 
<< Tregua basata sull’onta, padre. >>, perseverò, sconcertato che nessuno capisse le nobili intenzioni di voler ripulire questo mondo, da coloro che lo avevano deturpato.
 
 
E in quel momento fui sbalordita, dall’inquietante rivelazione che lui avesse ragione e che io condividevo il ragionamento appieno.  
 
 
<< Gli umani… gli umani hanno dimenticato gli Dei, distrutto la terra e per cosa? >>, incominciò, per poi rivolgersi alla sua adorata stirpe, che lo ascoltava in una rigorosa quiete. << Parcheggi, centri commerciali, l’avidità ha scavato un buco profondo nei loro cuori, che non verrà mai colmato abbastanza. >>. Poggiò una mano sul petto e si voltò nuovamente al Re.
 
 
Suo padre mormorò e gli occhi spenti si poggiarono su di me, ora al centro delle attenzioni di tutti. Desiderai nascondermi dietro la mole robusta di Mr. Wink, così da sottrarmi dalle domande e curiosità, ma restai immobile e rigida nella posizione, fiera di essere dalla parte del Principe, benché non fossi un elfo.
 
 
<< Lei non è umana. >>, fu l’esegesi del Principe. << È qualcosa che non ha annotazione o appartenenza ad alcuna razza conosciuta su questa terra. >>.
 
 
Fui estasiata e profondamente colpita che mi avesse presentata in quel modo, alla sua gente, a suo padre e alla sorella.
 
 
Nuada era bellissimo e potente come non mai, certo delle sue congetture, accalorato dalla disquisizione, soggetto all’ira di come ogni cosa fosse andata in malora attorno a sé, mentre era rilegato in esilio.
 
 
<< Onorare?!? >>, ripeté, con amaro scherno. << Guarda questo posto! Dove vedi l’onore? Padre, tu un tempo eri un superbo guerriero, da quanto sei diventato un loro burattino? >>.
 
 
Re Balor non aggiunse nulla a quella obiettività. Puntellò il gomito sul bracciolo del trono e lo sguardo si perse nel vuoto.
 
 
Il Principe si orientò di nuovo a coloro che aveva dietro di sé, per dare un annuncio ufficiale.
<< Sono tornato dall’esilio, per dichiarare guerra e reclamare la nostra terra per diritto di nascita. E per questo, chiederò l’aiuto di tutto il mio popolo, ed essi mi risponderanno. >>. Da sotto la lorica prese un gioiello d’oro a me estraneo. << I buoni… i cattivi… e i peggiori. >>, dichiarò, ora a suo padre, mostrando il monile.
 
 
Increspai le sopracciglia confusa, sforzandomi di capire cosa fosse, però non riuscii a seguire l’intera faccenda, a causa del mio handicap nel linguaggio.  
 
 
Come se avesse appena udito un’ignobile bestemmia, Re Balor coprì il sigillo d’oro sulla cintura di cuoio, nemmeno lo volesse proteggere dal figlio e sproloquiò veloce e scandalizzato.   
 
 
<< Forse lo sono, padre. >>, ammise Nuada e poi la tristezza svigorì la voce grintosa. << Forse mi ci hanno fatto diventare. >>.
 
 
La Principessa Nuala si frappose nel discorso, aumentando l’ostilità che alimentavo nei suoi confronti, poiché pareva essere contraria ai sogni del fratello.  
 
 
Lui increspò la fronte, incredulo a quel che aveva appena udito.
<< Questo no, non avverrà >>.
 
 
Il padre proseguì e una brutta sensazione si fece largo nello stomaco, agguantato da mille aghi affilati, che si infilzarono contemporaneamente.  
 
 
<< È questa… mi dispiace padre. >>.
 
 
Re Balor sospirò addolorato e dopo aver concluso il colloquio, le guardie-corvo scattarono in una formazione da combattimento, incrociando le spadone dinanzi al sovrano, per ucciderne il figlio.
 
 
Atterrita, ansimai sopraffatta, più che sicura che quello fosse l’ultimo giorno di vita di noi tre. Sguainai il misero pugnale, avanzando sicura e lo spintone di Mr. Wink mi catapultò violentemente sul terreno, ferendo la pelle, i palmi e i gomiti. Il contraccolpo svuotò i polmoni dall’ossigeno in maniera dolorosa e l’arma rotolò lontana da me.      
 
 
<< E tu sorella… >>, proseguì Nuada affranto, <<… sei favorevole al verdetto del Re? >>.
 
 
Conoscevo bene il destino che li offriva legati da una sorte di scherno, dove i gemelli di questa razza, erano uniti da un intreccio trascendente. Se il Principe periva, la Principessa aveva in serbo l’identica fine.
 
 
<< Lo sono, fratello. Lo sono. >>, confermò lei, finalmente in inglese, impavida dinanzi alla morte.   
 
 
Nuada socchiuse le palpebre, ferito profondamente dal tradimento del popolo a cui era legato. 
 
 
<< Sei impazzita! >>, eruppi scombussolata, destando l’interesse dei presenti e quando feci per alzarmi, una fitta alla schiena mi bloccò al suolo.
 
 
Nuala mi osservò rammaricata e la sofferenza per quella decisione non sua, le incupiva il viso femminile. Era obbligata dal volere del padre e dal raziocino della ragione.
Ciò che era giusto, andava preservato, cosa che non condividevo affatto.  
<< L’armata d’oro, non va svegliata. >>, farfugliò come per scusarsi, ma di qualsiasi cosa stesse blaterando, non valeva quanto la vita del fratello, disposta a sacrificare.
 
 
<< Vaffanculo tu e la tua armata del piffero! >>.
 
 
Lei non si sarebbe opposta.
Io sì.
E fino a quando avrei avuto fiato, avrei combattuto.
Rotolai d’istinto su un fianco, riuscendo a recuperare lo stiletto. Strisciai, non badando al dolore e a fatica tornai in piedi, sorreggendomi al muro.  
 
 
 
<< Molto bene, allora. >>, concluse il Principe, scrutando impavido il destino crudele a cui stava andando in contro, a volto scoperto. Era pronto a soccombere. << Morte sia. >>.
 
 
Scossi la testa, neppure fossi sotto shock, sussurrando dei “no” attoniti, mentre mi spingevo nella sua direzione, incline ad uccidere chiunque avrebbe provato a fargli del male.
 
 
Una guardia-corvo si avventò su Nuada, dando il via all’inevitabile spargimento di sangue. Lui riuscì a schivare l’affilato spadone a due mani, facendo poi quello per cui era nato: uccidere.
Un cenno del Principe e Mr. Wink entrò in scena, trucidando gli esseri in nero alle spalle dell’elfo.
La battaglia riprese.
Nuada era da solo contro le altre guardie-corvo e il mio ennesimo sforzo di entrare nello scontro fu demolito da Mr. Wink che mi arginò completamente tra le braccia ponderose.
Sua sorella mi squadrava incredula e turbata da tanto attaccamento verso Nuada. Tra le due, quella che ci teneva maggiormente, ero io.
 
 
<< Lasciami! >>, strillai furente a Mr. Wink, dibattendomi come un’ossessa, con scarsi risultati di successo. << Lasciami andare, maledizione! >>.
Ero solo un’umana. Una debole, patetica e fragile umana. Mai, come in questa situazione, l’inferiorità era manifesta.
Mi odiai ferocemente.
E non ci fu altro che morte, assordante fragore di spade, sangue dorato che schizzava e corpi privi di vita che stramazzavano al suolo. Il Principe era inesorabile contro tutti e vederlo all’opera per la prima volta, fu anche meglio che assistere agli allenamenti.
La bravura che sfoggiava, non poteva essere uguagliata da nessuno dei presenti e dopo tanto tribolare, una fiamma di speranza si accese dentro di me: poteva farcela.     
 
 
Il legame tra i due gemelli, fu rimarcato dopo che, il Principe fu colpito in viso da una guardia-corvo e un rivolo di plasma scivolò giù dal naso. Stessa sorte si ripeté sulla sorella traditrice.
 
 
Solo due custodi erano sopravvissuti a protezione del Re e il traumatizzante presentimento che Nuada arrivasse a sacrificare il padre, per vedere realizzata l’ambizione di esigere la terra, spense le mie proteste violente, per correre ad aiutarlo.
Si sarebbe spinto a tanto? Immolare colui che gli aveva dato la vita, per comandare un mondo, che non lo avrebbe mai ringraziato per tale perdita? Cos’altro era disposto ad immolare, per suddetto scopo?
Non riuscivo neppure a raffigurare la scena nella mente scossa e non vi fu nemmeno bisogno che lo facessi, poiché si palesò davanti ai miei occhi un’istante dopo.
 
 
Re Balor si alzò dal trono e le guardie si gettarono su Nuada, che le eluse abile, scivolando al suolo e trapassandole con delle spade, recuperate nel bel mezzo dello scontro.
A poco era servito consegnare l’arma, per entrare senza difesa nella camera del consiglio. Un guerriero poteva essere letale, anche con una pietra a disposizione.
Volteggiò su se stesso e con un balzo fluido trafisse il Re, che ricadde sul trono. Lo sguardo vitreo, decretò il trapasso.
 
 
Un silenzio sinistro calò repentino sulla sala, mentre Nuada scrutava la mano usata per uccidere il padre e con la stessa, accarezzava il volto del cadavere, trasformatosi in una statua di marmo.
Sussurrò poche parole incomprensibili, che non riuscii a sentire e con uno scatto, strappò via il gioiello, che la scultura -ora scheggiata- aveva in vita.
Accostò il monile recuperato a quello in suo possesso e come se fossero costituiti da vita propria, si unirono magicamente, realizzando la base per una corona.
 
 
<< E ora… ora il pezzo finale, sorella. >>, disse il Principe, voltandosi verso di noi.  
 
 
Il sorriso spontaneo che ammorbidì la mia bocca, dato il concludersi positivo della vicenda raccapricciante, si smorzò di fronte alla smorfia contrariata di Nuada.
Mr. Wink mi liberò finalmente, nel secondo stesso, in cui ci accorgemmo che la Principessa era fuggita, con l’ultimo pezzo della corona che serviva al fratello.
 
 
<< Dov’è Wink? >>, apostrofò rudemente quest’ultimo, marciando furioso. << Dov’è? Va’ a cercarla, presto! Trovala subito! >>.
 
 
Mr. Wink ruggì così forte, che il mio cuore tremò nella gabbia toracica; e si gettò a capofitto all’inseguimento di Nuala.
 
 
<< Stai bene? >>, domandai apprensiva, una volta rimasta sola con l’elfo.
 
 
Camminava a passo svelto, per uscire da quel fabbricato traboccante di dolore e indimenticabili ricordi.
Faticavo a stargli dietro.
Fui sul punto di chiederglielo di nuovo, ma fui avvolta dalle braccia forti dell’elfo, in una taciturna stretta, come se stesse traendo coraggio ed energia dalla sottoscritta.
Dopo un’eternità, mi disarmò dal pugnale e riuscì a sorridermi, nonostante i tremendi eventi che lo avevano segnato quella notte.
 
 
<< Piccola guerriera, senza paura. >>, commentò dolce. << Cosa credevi di fare, eh? Non ti sei resa conto, che avevo tutto sotto controllo? Deve ancora giungere a questo mondo, colui che può sconfiggermi. >>.  Le mani presero salde le mie e studiò i graffi sui palmi.
 
 
<< Non è niente. >>, minimizzai. Da piccola, avevo sempre qualche ferita simile, per via della mia natura curiosa.
 
 
<< Sarà meglio curarle e… ho bisogno di riposare… con te. Ho bisogno di te, stanotte. Ho bisogno della mia luce. >>. Le iridi gialle, maestre nell’inganno, non poterono imbrogliare me, che avevo trascorso quasi tutta la vita insieme a lui, per questo non aggiunsi altro alla richiesta implicita d’amore, di cui voleva saziarsi.  









Note:
E' passato tantissimo tempo dall'ultimo aggiornamento: chiedo umilmente venia! 

Prometto che non trascorrerà più così tanto tempo da un aggiornamento e l'altro, ma sono stata un po' impegnata e non ho avuto
un momento di respiro per aggiornare. 

Beh che dire, per chi ha visto il film, questa scena è ripresa da lì, con la sola aggiunta di Sonia, che tenta di proteggere colui che ama
a tutti i costi, ma che, in fin dei conti, è più forte di quanto crede. Spero di essere riuscita a replicare l'atmosfera del film e la scena davvero magnifica, che ho riguardato tipo 490 volte. In generale ho perso il conto della visione di Hellboy 2, che amo! 

 
Ringrazio tutte le persone che mi hanno commentata e ai fantasmini che hanno solo letto in silenzio!

La storia può presentare errori ortografici.

Un abbraccio.
DarkYuna.  
  
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