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Autore: RozenQueen    26/03/2015    2 recensioni
Draco Malfoy è innamorato della nostra Hermione, ma la gelosia si sa, provoca brutti scherzi.
Hermione Granger saprà vedere al di là del suo pregiudizio nei confronti di Draco o cederà alle lusinghe di un nuovo e inaspettato ragazzo? [MODIFICATO CAPITOLO 4]
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Draco Malfoy, Hermione Granger, Nuovo personaggio | Coppie: Draco/Hermione
Note: Lemon | Avvertimenti: Triangolo | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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~~Quella sera Draco ebbe non pochi problemi a districarsi dall’abbraccio di Hermione, sia perché la ragazza lo teneva stretto, sia perché non aveva alcuna voglia di separarsi da lei. Con un peso sul cuore, fu costretto ad addormentarla con un incantesimo per potersi allontanare e lanciando uno sguardo triste verso la figura dormiente, uscì dalla torre.
I suoi due migliori amici attendevano nel salone, insieme ai due grifoni, e quando il biondo arrivò si alzarono dalle loro poltrone per dirigersi verso la porta d’ingresso.
Tutto era silenzioso.
Coloro che abitavano la villa erano tutti a letto e si sentivano solo i passi leggeri dei cinque ragazzi.
Fuori dalla casa li accolse il buio e il freddo pre-invernale con l’odore pungente della neve in arrivo.
Ron si strinse più forte nel suo cappotto, mentre guardava con la coda dell’occhio la casa. Non sapeva se fosse una buona idea seguire Malfoy, ma poi gli venne in mente la sua migliore amica e si impose di pensare esclusivamente al bene di quella che per pochissimo tempo era stata la sua ragazza.
A dispetto di quello che tutti credevano, lui Hermione l’aveva amata davvero e per un po’ era convinto che avrebbero costruito qualcosa insieme. Fin da quando era stata vittima del Basilisco al secondo anno, aveva sempre avuto una predilezione per quella piccola bambina con i capelli ricci e castani. Ricordava tutte le sere passate con lei ed Harry a chiacchierare davanti al camino della Sala Comune o le innumerevoli litigate tra di loro, terminate poi con un abbraccio e una risata.
La sua intelligenza sempre vivida e il suo buon cuore era ciò che molti vedevano, ma non andavano mai oltre. La realtà era che Hermione era stata il pilastro a cui lui ed Harry si erano sempre appoggiati per conforto e sicurezza. Quante volte lei aveva prestato la sua spalla al Bambino Sopravvissuto quando la mancanza di una famiglia, un porto sicuro in cui rifugiarsi lo avevano abbattuto? Quante volte era stata lei a dargli speranza e a ricordargli che non sarebbe mai più stato solo? E per quanto riguardava Ron stesso la situazione era la stessa. Era stata lei che gli aveva fatto capire che Ron Weasley non era secondo a nessuno. Era stata sempre lei a stargli vicino quando il rosso si sentiva messo in disparte o in ombra dalla notorietà del suo migliore amico. Ricordava che al quarto anno gli aveva fatto una lunga paternale sul suo distacco da Harry durante il Torneo Tre Maghi.
Era stato facile innamorarsi di lei.
Non c’era bisogno di fingersi più capace, più intelligente o più simpatico. Lei sapeva già tutto di lui e lo accettava così com’era, con i suoi enormi difetti e la sua testa dura.
Sorrise al pensiero del loro periodo come coppia.
Non erano male insieme. Erano riusciti a formare un solido legame tra di loro e l’intesa era forte.
Ma con il passare del tempo si erano accorti che ciò che volevano dal loro rapporto non era più una relazione sentimentale.
Non avrebbe mai potuto dimenticarla probabilmente, ma vedendola con Malfoy si rese conto che era avevano fatto la scelta giusta a lasciarsi. Era così felice con il biondo Slytherin!
Parlando con Harry, si accorse che anche l’amico non si opponeva più così strenuamente alla relazione tra Hermione e Draco. Era stata una sorpresa per entrambi, dato che per i loro gusti erano troppo diversi tra loro per poter andare veramente d’accordo. Avevano notato però l’impegno che il ragazzo metteva nel salvare la loro amica e, dopotutto, loro stessi stavano cominciando ad affezionarsi a delle serpi.
Harry era molto in sintonia con Pansy, che prima sembrava tanto antipatica e odiosa, e Ron stava cominciando a provare qualcosa per la piccola Greengrass. Dopo la sua rottura con Lavanda, Astoria si era avvicinata molto al rosso e adesso spesso li si poteva trovare a chiacchierare nel giardino di casa Beauregard.
Lui non si era accorto del modo in cui la Slytherin lo osservava, ma si sentiva bene in sua compagnia e finalmente aveva l’occasione di staccarsi dalla sorella minore che, per gioia di Blaise, passava sempre più tempo con il suo ragazzo.
Nella villa i legami che erano partiti come deboli e fiacchi, si erano rafforzati tantissimo. Le ragazze non si separavano mai e facevano fronte comune contro i loro ragazzi. Daphne aveva trovato in Ginny una sostenitrice formidabile ogni qualvolta che litigava con Theo. La bionda non si era fatta scrupoli a lanciargli una fattura con i fiocchi, prendendo spunto dall’ampio arsenale di incantesimi della rossa. La piccola Weasley infatti, nonostante sembrasse dolce e innocente, quando si scatenava diventava una furia. Ne sapevano qualcosa i suoi fratelli…
I ragazzi erano più freddi nei rapporti tra di loro, ma questo non impediva loro di sparlare alle spalle di un certo ragazzo presente alla villa che, non solo stava sempre sulle sue, ma era anche antipatico con tutti loro.
Killian Jones aveva perso numerosi punti con il gruppo di studenti e sembrava che ce la mettesse tutta a farsi malvolere da loro. Lanciava sempre frecciatine avvelenate all’indirizzo di Draco e commenti sprezzanti sulla sua inconcepibile condotta durante la Guerra.
Il biondo non ci faceva più caso, convinto che tutta quella cattiveria nei suoi confronti fosse dovuta alla totale inutilità di Jones in quel periodo.

“Ragazzi, dobbiamo smaterializzarci”disse Theo, interrompendo i pensieri di Ron.
“Non mi piacciono le smaterializzazioni” borbottò lui in risposta.
“Fattele piacere. Non abbiamo tutta la sera sai?” li interruppe Draco.
La serpe bionda fece cenno a Blaise di concentrarsi, dato che era l’unico ad essere mai stato a casa Montague.
I ragazzi si smaterializzarono sotto gli occhi furiosi di Daphne Greengrass, che pensò di andare ad avvisare chi di dovere della sparizione delle cinque canaglie.
Corse su per le scale e irruppe nella stanza da letto, svegliando il suo occupante. Spiegata la situazione, andarono a vestirsi e si prepararono per fare una bella sorpresa ai fuggitivi.

 

Arrivati a destinazione i ragazzi si apprestarono a compiere la seconda parte del piano.
“Come facciamo ad oltrepassare le difese anti-mago? Ho sentito dire che le mura sono intrise di magia oscura da secoli” disse Blaise.
“Non possiamo usare incantesimi di nessun genere. Direi che rimane solo un modo per entrare”disse Draco.
Harry lo guardò confuso. Quale poteva essere?
“Draco, mi devi un enorme favore. Lo faccio solo perché lei è la tua ragazza”sbottò Zabini, issandosi a fatica sul bordo del muro di cinta.
“Taci e dai una occhiata dall’altro lato. Cosa vedi?”
“Niente. Tutte le luci sono spente e nessuno è in giro per il giardino”
“Bene, Weasley tu sei il prossimo”
“Perché io?”
“La smetti di fare domande stupide? Se non ci sbrighiamo divento un cubetto di ghiaccio” gli ringhiò contro Theo.
Dopo tante imprecazioni e altrettante minacce di morte prematura, i cinque ragazzi riuscirono a mettere piede sul terra ghiacciata del giardino.
“Potevate fare prima con le scope sapete?”fece una voce, chiaramente irritata, poco lontano da loro.
Daphne e Ginny spuntarono fuori dal nulla, con gemelle espressioni di disappunto sul volto e un cipiglio degno della McGranitt.
“Tesoro! Cosa ci fate qui?”disse Blaise, avvicinandosi alla rossa a braccia aperte.
“Ti conviene stare lontano Zabini. Ti potrei lanciare qualcosa in questo preciso momento”
“Oh andiamo! Stavamo solo…” cominciò lui.
“Daphne! Si può sapere cosa ci fate qui?”sbottò Theo, coprendo la protesta dell’amico con la sua voce profonda.
“Non sono affari tuoi, ma visto che siete così idioti e prevedibili da fare esattamente ciò che ci aspettavamo, siamo venute a darvi una mano”
“Non c’è bisogno. Tornate al Manor”disse Draco con tono gelido.
Stavano perdendo tempo prezioso e lui cominciava a sentire la mancanza della Beauregard.
“Taci tu! Con te faremo i conti più tardi”gli rispose lei, suscitando una espressione indignata da parte dell’interessato e una risatina da parte di Ron.
“Fratellino, non credere di scamparla”. Ginny Weasley come al solito metteva a tacere tutti.
“Possiamo rimandare a più tardi i battibecchi e darci da fare? Sapete, il tempo passa”si intromise Harry.
“Fate come volete, ma Potter ha stranamente ragione. Siamo venuti qui per un motivo, non abbiamo tempo da sprecare con inutili discorsi”.
Draco fece segno a tutti di muoversi e in silenzio, chi più chi meno, arrivarono alla casa.


Nessuno di loro aveva la più pallida idea di dove andare. All’ingresso, oltre alle scale che portavano al piano superiore, sia a destra che a sinistra si aprivano due ambienti diversi. A sinistra si trovava il salotto principale in cui venivano ricevuti gli ospiti e poco più in là la sala da pranzo. A destra c’era la biblioteca e lo studio di Montague senior.
Draco decise che avrebbero risparmiato del tempo prezioso chiedendo a qualcuno, per ciò si diresse a sinistra, cercando le cucine. Se aveva ragione, qualche elfo sarebbe stato ancora in piedi a pulire.
Harry e Ron si guardarono perplessi, dato che per loro quella scelta non aveva senso, e fecero per farlo notare a Theo.
Lui fece segno di tacere e di proseguire. Si indicò le orecchie e le puntò verso le scale.
Harry lo interpretò come ‘Qualcuno potrebbe scendere dalle scale a causa dei rumori’, mentre Ron perse qualche minuto a osservare se qualcuno potesse essere in ascolto.
Gli incantesimi Muffliato che avevano messo al loro ingresso sarebbero potuti non risultare sufficienti, quindi si preoccuparono di fare meno rumore possibile.

Con le bacchette levate e puntate davanti a loro, i giovani maghi attraversarono la sala da pranzo e si diressero verso la stretta e buia cucina, dove gli elfi stavano pulendo.
I ragazzi, senza farsi vedere, osservarono un po’ di tempo le piccole creature per stabilire quale di esse potesse rivelarsi la più facile da convincere.
Daphne ne indicò una che era seduta in un angolino, terrorizzata e ridotta male, probabilmente a causa di qualche punizione infertale dai padroni.
Draco annuì e pensò ad un metodo per attirarla dritta dritta nella rete. Non aveva idea di quale potesse essere un buon modo per farla avvicinare, ma a quanto pare fu preceduto da Harry che si sfilò un guanto e lo appese a un punto buio sul muro. Se avesse alzato la testa, l’elfo lo avrebbe avuto subito davanti agli occhi.
Blaise fece cadere qualche pezzetto d’intonaco scrostato dalla parete, così da far muovere il loro prescelto.
Inaspettatamente, dato che Theo aveva seri dubbi sulla riuscita di quello stratagemma,  l’elfo si alzò e si diresse verso il guanto. Era talmente tanto concentrato sull’indumento che avrebbe garantito la sua libertà che non si accorse dei maghi.

Ginny e Ron lo acchiapparono subito e gli impedirono di fare qualche suono, ritirandosi con il loro ostaggio e il resto del gruppetto.
La rossa non vedeva di buon occhio questo rapimento, e pensava che, se mai Hermione fosse venuta a saperlo, li avrebbe sgridati a dovere.

Blaise e Theo aprirono la porta dell’ingresso e uscirono tutti nuovamente nel giardino per parlare indisturbati.


L’elfo si girava e rigirava tra le braccia del portiere Gryffindor e non riuscì nemmeno a liberare le mani per potersi smaterializzare.
“Se prometti di non gridare e di non scappare ti daremo il guanto e tu sarai libero, ma devi prima darci qualche informazione” disse Harry, cercando di risultare calmo e ragionevole.
Dopo molte proteste e morsi alle mani, fece come gli era stato chiesto. Sapeva chi era il ragazzo con i capelli neri e la cicatrice sulla fronte e aveva sentito dire che era buono e gentile con gli elfi domestici.
“Si, signor Potter. Cosa vuole signor Potter da Wally?”
“Puoi dirci dove si trovano i cimeli di famiglia dei Montague?”chiese Ron.
“Volete rubare a miei padroni? No no rubare è brutto”fece lui.
“Non vogliamo rubare. Ci serve qualcosa che possa aiutare la mia amica, sta molto male e vorremmo aiutarla. Per favore, puoi dirmelo?”
“Se signor Potter aiuta sua amica non c’è niente di male, vero?”
“No, non è niente di male. Te lo prometto. Possiamo portarti lontano e magari in una famiglia che ti rispetti” propose Harry.
“Si signor Potter! Come è buono signor Potter!” e l’elfo cominciò a inginocchiarsi e a tirarsi le orecchie per la gioia.
L’elfo fece anche di più. Dopo aver ricevuto il guanto, non era più tenuto a mantenere i segreti della ex famiglia di padroni e li portò con la smaterializzazione in una grande sala.

Assurdo quanta roba la famiglia aveva conservato.
Era pieno di gioielli, vasi antichi e strani oggetti.
“Ricordatevi quello che vi ho raccontato sulla storia di Marcus. Tutto quello che può essere riconducibile a quell’epoca va analizzato” disse Draco.
I ragazzi si misero all’opera e scavarono tra le cose più improbabili custodite in quel luogo.
“Mi sembra di stare in un negozio di antiquariato!”disse Harry, buttandosi alle spalle un pesante cuscino ricamato con motivi cinesi.
“Bah, non sapevo che avessero dei gusti così pessimi”borbottò Daphne poco più in là, guardando uno specchio pacchiano e orribilmente deformato.
Draco soppesò una collana che poteva essere ricondotta a quell’epoca, ma vedendo che non aveva tracce di magia all’interno la mise da parte.
Dopo un’ora di ricerche nessuno aveva idea di cosa stessero cercando.
“Insomma, aiuterebbe sapere almeno che cos’è!” sbottò Blaise.


Daphne gettò un urletto quando, ripassando davanti allo specchio che aveva visto in precedenza, aveva visto qualcosa muoversi all’interno.
“Cosa c’è? Cosa hai visto?” le disse Theo, abbracciandola e spostandola dalla parete.
“Lo specchio! Qualcosa si è mosso là dentro!”
“Hai visto di preciso cosa?” le chiese Draco, alzando la bacchetta.
Da lì provenivano forti scariche di magia che si materializzarono intorno alla sua superficie.
“Deve essere questo. Muoviamoci ad uscire da qui e portiamolo a Beauregard Manor”disse Ron, aiutando Harry a staccarlo dal muro.
Proprio in quel momento sentirono un tramestio dall’altra parte della porta.
L’urlo di Daphne doveva aver svegliato qualcuno, il quale ora stava cercando di aprire la porta.
“Colloportus!”gridò Theo.
“APRITE SUBITO QUESTA PORTA!” sentirono gridare da fuori.
“Sbrighiamoci! Wally, portaci fuori di qui! Presto!”lo incitò l’elfo.
“Si signor Potter!”fece lui tranquillo e prendendolo per mano, trascinò l’intero gruppo via con sé.
Proprio mentre loro sparivano la porta saltava in aria e un mago entrò a bacchetta spianata.
Non riuscì a vedere i volti dei ladri a causa del fumo che il Bombarda aveva provocato, ma vide chiaramente che lo specchio di famiglia, quello che si diceva fosse maledetto, era scomparso.
Un brivido di freddo percorse la schiena di Montague senior al ricordo di ciò che suo padre gli aveva raccontato.
Dentro a quello specchio c’era qualcosa di così orribile e ripugnante che nessun sano di mente avrebbe mai potuto liberare volontariamente.

 

  
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