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Autore: Draco394    26/03/2015    2 recensioni
Ultimo anno per Fred Weasley, uno dei ragazzi più conosciuti della Scuola insieme al suo gemello.
Ultimo anno anche per Caty Roxel, Grifondoro piena di vita.
L'Esercito di Silente sarà fondamentale durante il settimo anno dei due protagonisti che impareranno a combattere e conoscere sé stessi.
Genere: Avventura, Introspettivo, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro personaggio, Angelina Johnson, Fred Weasley, George Weasley, Il trio protagonista
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7, Da V libro alternativo
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Il pomeriggio trascorse lento, come se il tempo si fosse fermato con un Aresto Momento.
«Vorrei dirti tante cose ma rischierei di essere banale, e sai che non sono bravo con le parole.» disse Fred, quando, ormai rivestiti e ordinati, decisero di tornare a casa.
Caty si limitò ad scompigliargli i capelli e stampargli un bacio sul viso.
Nemmeno lei aveva tante parole da spendere, e non perché ci fosse qualcosa che non andasse. Ma era la prima volta per lei, e anche per lui. E nessuno dei due sapeva quali fossero le giuste parole per etichettare quello che era successo poco prima.
Ma entrambi pensarono che tra loro le parole non servivano. I loro sguardi, le loro menti erano perfettamente in sintonia, perfettamente unite, come le loro mani in quel momento prima di smaterializzarsi.
Solo quando furono fuori Grimmauld Place, Caty ricordò che erano a mani vuote per la cena e corse al supermercato più vicino, poco prima che chiudesse.
Lì, con sua grande sorpresa, trovò Remus.
«Vi aspettano a casa.» le disse, sorridendo.
«Cosa ci fa qui?»
«Quante volte ti avrò detto che devi smetterla di darmi del “lei”?» ridacchiò lui, mentre prendeva carne rossa dal banco del reparto. «Provviste.. Il primo dell’anno c’è la luna piena.»
Non avevano mai parlato direttamente di quello che Remus era costretto ancora a patire, ma lui sapeva che lei, come tutti gli studenti di Hogwarts, era a conoscenza di tutto.
«Oh, non sarai con noi quindi?» disse Caty, sinceramente dispiaciuta.
Lo sguardo rassegnato e stanco di lui, fu la risposta.
Caty stimava molto il professor Lupin. Non sapeva con esattezza come e quando Remus aveva cominciato ad essere un lupo mannaro ma Fred le aveva raccontato quanto fosse pericoloso, soprattutto per chi gli fosse stato intorno. Eppure, nonostante tutto, lo sguardo di quell’uomo non avrebbe fatto mai paura a nessuno. Era questo quello che pensava lei.
Immersa nei suoi pensieri, prese della pasta, della pancetta e delle uova, promettendo a Remus la migliore “pasta alla carbonara del mondo”.
 
La cena fu squisita. Tutti si complimentarono con Caty e il suo rossore sulle guance rappresentò la miglior gratitudine.
D’un tratto, durante il dolce, il professor Piton arrivò in cucina.
«Oh Severus, caro. Unisciti a noi per il dolce.» esclamò mamma Weasley.
“Severus” e “caro” erano due parole che Caty non avrebbe mai e poi mai avvicinato. Molly era così gentile, che fece finta di non rendersi conto del silenzio che piombò nella stanza.
Piton si guardò intorno e notò Caty che, educatamente, lo salut: «Buona sera professore!»
«E’ una riunione di famiglia o una riunione speciale dell’Ordine?» chiese, serio e infastidito notando il numero di ospiti. Tutti fulminarono il nuovo arrivato: Fred, George e i ragazzi per come si era rivolto a Caty, Harry per il semplice fatto che lui fosse Piton e Molly perché non voleva che i ragazzi sapessero di una riunione speciale.
«Noi restiamo, comunque.» dissero in coro Fred e George.
«Non vorrete riaprire di nuovo la questione, ragazzi.» disse pacatamente Lupin. Solo quando lui ebbe pronunciato quelle parole, i ragazzi abbassarono la cresta e si fiondarono sul dolce.
Piton non prese posto, ma rimase in piedi, attendendo la fine della cena. I ragazzi, nel frattempo, cominciarono a fare supposizioni, che rimanevano chiuse nelle loro menti, prima di trovare sfogo una volta in camera di Ron.
 
***
 
Arrivò anche il giorno della partenza. Tutti furono accompagnati da Tonks e Remus (il che non fece altro che aumentare i sospetti dei ragazzi su quanto stesse accadendo intorno a loro).
Le giornate precedenti nella sede dell’Ordine trascorsero tranquille, interrotte solo dalla vivacità della notte di Capodanno che portò allegria in casa, grazie ad un vecchio mangiadischi che Caty aveva a casa e che, per l’occasione e grazie ad un po’ di magia, si trasformò in un ottimo “spargi musica” come si divertì a chiamarlo Arthur. La notte fu ricca di balli, Burobirra e risate. Caty insegnò a tutti qualche gioco con le carte e chi non ballava, si riposava giocando. Caty ballò con Fred, George e Sirius che colse l’occasione per ringraziarla della ventata di dolcezza e novità portate in quella vecchia casa. Caty, a sua volta, disse a Siuris cosa pensava di lui, quanto lo ammirasse e quanto fosse importante per tutti.
Solo quando arrivarono ad Hogwarts, dopo uno scombussolante viaggio nel Nottetempo, i ragazzi pensarono a quanto la realtà della scuola fosse ben diversa rispetto a quella a casa Black: la maggior parte di loro avrebbe dovuto gli esami e questo implicava studio, molto studio; in particolare, Harry era molto teso. Intanto era stato escluso dalla squadra di Quidditch (insieme ai gemelli), la Umbridge non avrebbe perso occasione per rompergli le scatole, doveva preparare le lezioni per l’ES e, anche se lo sapevano solo Ron ed Hermione, doveva andare di nascosto a prendere lezioni di Occlumanzia da Piton.
 
***
 
Dopo un mese, in quella che sembrava una normalissima mattinata di febbraio, Caty si recava a colazione con Angelina, quando notò l’espressione di Hermione con in mano “La Gazzetta del Profeta”.
I suoi amici erano tutti lì: c’era Fred con il suo gemello, il trio, Neville, Luna e gli altri dell’Ordine.
Hermione guardò tutti negli occhi prima di leggere :
«EVASIONE DI MASSA DA AZKABAN. IL MINISTERO TEME CHE BLACK SIA IL “PUNTO DI RIFERIMENTO” PER GLI EX MANGIAMORTE. »
Nessuno ebbe il coraggio di dire nulla.
Solo Harry aprì bocca per dire : «Stasera, alle 22.»
 
Era a quell’ora che si videro, l’Esercito di Silente era tutto lì. Mancava solo Marietta, un’amica di Cho Chang.
Tutti discussero dell’articolo, che Hermione lesse velocemente a voce alta.
I ragazzi sapevano che non stava a loro organizzare piani, a quello ci avrebbe pensato l’Ordine della Fenice.
Fu George a dire: «Stiamo perdendo tempo. Cosa si fa oggi, Harry?»
Era questo che contraddistingueva l’Esercito di Silente: non avrebbero fatto ipotesi, disegnato piani o organizzato rivolte. Erano tutti molto giovani e inesperti per farlo e non toccava ancora a loro, questo lo sapevano. Sarebbe stato molto meglio prima imparare a combattere e poi a farlo davvero.
«Oggi proviamo l’Incanto Patronum. Non ho un Molliccio con cui esercitarci, ma voglio spiegarvi cos’è un Patronus.»
La spiegazione affascinò tutti: ogni ragazzo voleva scoprire che forma avesse il proprio protettore, anche se, Harry sottolineò, era difficile che ci riuscissero tutti subito.
Infatti, le bacchette che venivano alzate provocavano lievi bagliori, qualche animale cominciò a formarsi per poi svanire del tutto. Solo Hermione Granger riuscì a dare una forma più definita alla sua lontra saltellante che raggiunse un essere entrato nella Sala, di cui nessuno si era accorto.
«Harry Potte deve scappare, Harry Potter è stato scoperto.» urlò la voce di Dobby, cercando il suo padrone.
«Dobby, ma di che stai parlando?»
«Lei, lei lo ha scoperto.»
E dopo pochi secondi di silenzio, tutti si dispersero cominciando a correre verso l’uscita.
Solo il trio, i Weasley, Caty, Angelina, Luna e Neville rimasero insieme. Una volta che furono tutti fuori, videro un ragazzo biondo, che urlava a più non posso il nome dell’Inquisitore Supremo, entrare nella Stanza delle Necessità che, ormai, aveva assunto la forma di una prigione angusta.
Quando arrivò, il suo ghigno da rospo era più maligno che mai. 
  
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