Giochi di Ruolo > D&D - Forgotten Realms
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Autore: Sophos_    26/03/2015    1 recensioni
Ho iniziato una campagna D&D e ho deciso di giocare il Bardo.
Per passare del tempo, ho buttato giù un testo che riassume il concetto del bardo, il cantastorie.
Tra un boccale e un altro i clienti della taverna si apprestano ad ascoltare delle storie, per passare la serata ad ubriacarsi e a divertirsi.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Lontano, ad Est, superate le alte montagne, guadato il fiume Ashir, l'orizzonte è coperto dalla foresta di Kestlan-dhar.
Oh, gli uomini la conoscono come "Il Buio Verde". UNA BIRRA!
Tanti segreti si celano dietro quelle cortecce d'ebano. Dicono che la linfa che scorra in quegli alberi appartenga ad un Elfo della prima era. Nessun uomo è mai tornato vivo.  Se non lui, il magnanimo e valoroso Kirtash. Oh, arciere dalle mille risorse. Leggende narrano che sua madre fosse un elfo e suo padre fosse uno stregone. Il frutto di una magia arcana e di un elfo corrotto dalla carne! Solo lui riuscì ad interpretare le rune del Cancello Silvano, l'unico ingresso che garantisse una possibilità di salvezza.
Mezzelfo coraggioso, il giovane Kirtash, ho avuto la fortuna di vederlo prima del suo viaggio...

-Sto partendo per un viaggio, e non sono sicuro di riuscire a tornare.- Mi disse.
-Cosa ti spinge ad andare ad Est? La gloria? La fortuna? Nelle Dodecapoli a sud i dracotauri stanno cercando ottimi arcieri per sedare una rivolta, pagano bene!- Ribattei.
-La conoscenza mi spinge ad andare lì.-
-Non mentirmi, ho visto e ho conosciuto tante cose a questo mondo. Stai cercando "L'ARCO DI KUR".

Calò il silenzio. Avevo capito le sue intenzioni. Oh, se avesse desistito. 
Chi ha da offrirmi dell'erba pipa?
-Se è ciò che vuoi, Kirtash, allora va'. Ma bada bene, il Buio Verde non accetta gli stranieri. Elfi color ebano si mimetizzano tra quei rami. Non riuscirai a fare tre passi senza che ti si conficchi una freccia nel collo.
- Sai benissimo che non sono uno straniero.
-Allora va'. Non vedo l'ora di ascoltare del tuo viaggio, quando sarà. A presto, amico mio.

Ah, se avessi desistito. Egli partì, e non senza timore. Lo leggevo nei suoi occhi, lo percepivo nel suo andare titubante. 

-E' tornato Kirtash!- sentii dire.
-Ho saputo, poveraccio. Chi avrebbe mai pensato che potesse perdere il senno.-

Non riuscii a crederci, chiesi informazioni su di lui. Era in paese. Vagabondava lungo le rive del Calmo Fiume. Canticchiava una trista melodia. Non era lingua nera, su questo non c'erano dubbi, ma l'erba che calpestava, era ricoperta di sangue.

-Giovane amico, cosa ti è successo?
-Morqua Sereg, Kelva Haim vinya, Kur Beleg vinya,im maka.
Al capire quelle parole il sangue mi gelò in corpo. La traduzione, miei ascoltatori, dall'elfico al comune è la seguente:
-Sangue nero, l'anima è perduta, Kur possente, uccidimi.

Mi ero deciso. Dovevo raggiungere Kestlan-dhar, ma prima, dovevo raggiungere uno stregone.Necessitavo di consultarmi con Dokan.
  
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