Libri > Harry Potter
Ricorda la storia  |      
Autore: ranyare    18/12/2008    14 recensioni
Shot nata semplicemente da un’immagine, un lato inusuale, bramoso fino all’ossessione di verità e conoscenza, del carattere di Hermione, il calore insospettato di quello di Draco. Un minuscolo accenno alla splendida Blaise/Ginny. Un Lago a dicembre, la Luna piena che, silenziosa, osserva due anime opposte incontrarsi e non abbandonarsi mai più.
Genere: Romantico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Hermione Granger | Coppie: Draco/Hermione
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Tutte le volte

Questa one-shot è dedicata a tre persone fantastiche, inimitabili, semplicemente uniche.

Kiki.

Iaia.

Glo.

Spero con queste parole di essere riuscita a dimostrarvi tutto l’affetto che provo per voi.

 

Shot nata semplicemente da un’immagine, un lato inusuale, bramoso fino all’ossessione di verità e conoscenza, del carattere di Hermione, il calore insospettato di quello di Draco. Un minuscolo accenno alla splendida Blaise/Ginny. Un Lago a dicembre, la Luna piena che, silenziosa, osserva due anime opposte incontrarsi e non abbandonarsi mai più.

 

 

La malia del Lago

Nuova pagina 1

 

 

 

 

 

 

[n.B. ambientata in un ipotetico settimo anno]

 

Tutte le volte.

Tutte le notti di luna piena mi accoccolo qui, su un ramo di uno degli alberi più bassi della Foresta Proibita, sfuggendo a tutte le parole inutili dentro al castello, a tutte le meschinità, alle falsità che riescono a dire, mi arrampico fin quassù, sebbene io non sia propriamente una ginnasta, mi ritrovo avvolta dalla completa, scura solitudine della notte, e lo guardo.

È sempre lì.

Sempre nello stesso punto.

Steso sulla riva del Lago Nero, tutte queste notti l’ho sempre visto da solo, è immobile e guarda il cielo trapunto da centinaia di migliaia di stelle, alcune più lontane, altre più vicine, alcune ardenti e vivaci, altre sperdute nell’infinità del cosmo. Fa sentire piccoli, questo cielo immenso intorno a noi.

Non sa che ci sono. Non se n’è mai accorto, non ha mai notato i miei sguardi, dapprima seccati per essere stata disturbata nei miei momenti rubati al chiasso del castello, poi curiosa, curiosa di scoprire come mai un ragazzo come lui fugga da tutto il resto, fugga dal mondo, esattamente come faccio io.

Io, Hermione Jean Granger, sto parlando di Draco Lucius Malfoy.

Sembrerà assurdo. Sembrerà stranissimo, patetico, illogico, che ogni volta che mi ritrovo qui il mio sguardo venga irresistibilmente attratto dalla pallida, alta figura del biondo Slytherin, un magnete, una calamita per i miei occhi color miele.

Ha lo sguardo perso nel vuoto dell’universo. I suoi occhi d’argento liquido sembrano spuma del mare in tempesta, sono allungati, perfetti, contornati da ciglia scure, sono occhi capaci di fendere qualsiasi cosa…me compresa.

Non riesco a negarmelo. Non riesco a capire perché quegli occhi mi provochino un fremito generale in tutto il corpo, perché facciano arrossare le mie gote, perché mi costringano a giocherellare con qualche ricciolo fuggiasco, in imbarazzo.

Ginny sospira, ogni volta che torno dalle mie notti in solitario e le racconto le centinaia di emozioni che la semplice vista di Malfoy mi provoca. Lei sa cosa vuol dire sentirsi confusi, da quando frequenta Blaise Zabini (e sembra pure una storia seria). Alza lo sguardo al cielo e non dice nulla, perché sa che non accetterei l’assurda, improbabile, impossibile ipotesi che io mi sia innamorata di lui.

Non lo sono.

Assolutamente no.

Però…

È seccante, questa storia. Io sono abituata ad avere il controllo su tutto, la conoscenza di ogni comportamento umano, di ogni reazione possibile immaginabile che una persona può avere…sapere è potere, mi ripeto, ogni volta che tardo in biblioteca su volumi sempre più complicati. E, per proteggere chi amo, ho bisogno di tutto il potere possibile. Per Harry, Ginny, e Ron.

Per questo la presenza di Malfoy mi secca e mi attrae allo stesso tempo. Perché non riesco a comprendere cosa la sua altezzosa, inafferrabile, eterea immagine mi provochi.

Ed ogni notte, come tutte le volte che la luna candida e piena sorge in cielo oscurando intorno a sé le stelle sue umili ancelle, io mi incanto a guardarlo anche per delle ore intere, finché il Sonno non sopraggiunge.

Mi affascinano i suoi movimenti studiati, eleganti, indifferenti a tutto ciò che ha intorno. Il modo in cui il suo torace ampio, modellato da continui e pressanti allenamenti di Quidditch, si alza e si abbassa lentamente al ritmo del suo respiro, calmo e tranquillo come l’acqua del Lago che lambisce i suoi piedi scalzi. Mi ammalia il suo viso, perfetto da ogni angolazione possibile, modellato da Madre Natura per rappresentare fedelmente ciò che gli scultori greci avevano in mente quando immaginavano la perfezione dell’uomo. La sua pelle alabastrina, le sue labbra sottili, i suoi serici capelli, fili d’oro bianco, tutto questo di lui mi incanta. Mi attrae, e mi repelle allo stesso tempo.

Scosto una ciocca di capelli castano scuro dal viso, sospirando. Lui è Draco Malfoy…ed è praticamente impossibile, anche se decisamente probabile, che io provi qualcosa di più che semplice disprezzo per quel montato figlio di papà disprezzatore di Mezzosangue.

Ma la verità è che mi fa male, il suo comportamento…mi ferisce ogni volta il suo “Sporca Mezzosangue”, in quel tono venefico che usa solo e solamente per me, proprio perché è lui, l’incomprensibile dilemma di Hermione Granger, a sputare quel veleno che arde come fuoco sulla mia pelle.

Sono fiera di essere ciò che sono…ma allo stesso tempo vorrei non esserlo, per potermi avvicinare a lui, per poter finalmente comprenderlo, capirlo, etichettare anche lui come tutto ciò che ho intorno.

Persa come sono nei miei pensieri, non mi accorgo subito che è scomparso.

-La vista è piacevole, Granger?-

Sobbalzo di botto, scivolando giù dal ramo dove me ne stavo precariamente accoccolata, mi sfugge un’imprecazione mentre le mie mani perdono la presa e il mio corpo si affaccia al vuoto.

Una mano calda, stranamente calda, si stringe intorno al mio avambraccio, impedendomi di cadere nel buio.

-Malfoy, tirami subito su!- sbotto, irata, spaventata, imbarazzata per essere stata scoperta così palesemente immobile a guardarlo.

Vedo due occhi cerulei scintillare, divertiti, dall’alto, mentre senza alcuno sforzo mi solleva e mi trae a sé, riportandomi al sicuro sul ramo. Una mano sale a sfiorarmi la schiena, mi preme delicatamente contro al suo torace velato dalla camicia bianca della divisa, sento un brivido attraversarmi quando mi rendo conto di essere così vicina, così inaspettatamente vicina al mio inesplicabile, affascinante mistero.

-Stai bene, Granger?- mi chiede, e per un istante non mi riesco a capacitare della situazione. Sono qui, appollaiata su un albero, addosso a Draco Malfoy.

Tutto questo ha dell’assurdo.

Ma è decisamente piacevole sentire il mio corpo, infreddolito dalla notte dicembrina, premuto su quello possente e caldo di lui…

-S-sì.- balbetto, avvertendo le mie guance andare a fuoco, dimenticandomi persino di aggiungere un insulto alla mia risposta imbarazzata.

Il suo viso, vicinissimo al mio, è imperscrutabile. Non riesco a comprendere ciò che voglia…quello che ha in mente di fare…e mi attira, irresistibilmente, ancora di più.

-Scendiamo di qui.- si limita a sussurrarmi sulle labbra, con la sua voce tagliente, sensuale, che mi stordisce solo per un istante.

-Non dirmi quello che devo fare, Malfoy.- replico, indispettita, ma lascio che le sue braccia forti si stringano intorno ai miei fianchi per un istante, colpendomi per la sua inaspettata gentilezza. Mi si avvicina, sfiora il mio naso con le sue labbra, senza scomporsi.

-Non era un ordine, Mezzosangue.- mormora, prima di lasciarmi bruscamente andare, tanto che per poco non cado di nuovo. Si allontana da me con un ghigno divertito, scende dall’albero con un’agilità che io mi sogno, la sua pelle chiara quasi risplende nel buio. Imprecando fra me e me, lo seguo, chiedendomi cosa succederà ora che sono stata scoperta. Conoscendolo, potrebbe tranquillamente andarsene e sfottermi di brutto, senza alcun problema.

Quando arrivo a terra, con molta meno grazia di lui, mi permetto di osservarlo per qualche istante, prima di abbassare lo sguardo, imbarazzata. È bellissimo, non posso non ammetterlo.

Mi sta guardando, mi sta soppesando, mi sta lentamente studiando, senza la cattiveria che gli ho sempre visto negli occhi. Sembra un bambino curioso, in questo momento. Curioso davanti a qualcosa di nuovo e sconosciuto.

Non mi comprende? Per Draco Malfoy sono altrettanto impenetrabile quanto lui per me?

Non so cosa dire. Non so cosa dire davanti a quegli occhi grigi come le nubi.

-Da quanto…- comincio, ma m’interrompe quasi subito, un sorriso soddisfatto, altezzoso, che si dipinge sul suo volto.

-Granger, speravo che avessi un po’ più di coraggio.- sul momento non capisco a cosa allude Malferrett. Io possiedo il coraggio, stupido biondastro. L’unica occasione in cui viene maledettamente a mancare è quando si tratta di fare i conti con i sentimenti…

-Coraggio per cosa, Malfoy?- replico, sulla difensiva. So di non potermi fidare di lui, sebbene non vi sia alcuna traccia di cattiveria, né bonaria né crudele, in quelle iridi da cui non riesco, mio malgrado, a separarmi.

Mi si avvicina lentamente, raccogliendo ogni particella d’orgoglio tento di rimanere immobile, ma le mie gambe fremono, vorrei fuggire, fuggire da lui e da ciò che mi provoca, fuggire lontano e abbandonare la vista della luna che si specchia sui suoi capelli d’oro fino…

Il suo volto è a pochi millimetri, a poco più di un attimo, dal mio, il suo respiro caldo mi accarezza le labbra, sensuale, ammaliante…ed estremamente erotico, devo ammetterlo.

-Coraggio per farti avanti, Caposcuola Granger.- mi sussurra, avverto il suo corpo trasmettermi ancora una volta una scossa, un lampo d’energia, d’elettricità che nulla ha a che fare con ciò che abbiamo intorno.

Avverto le sue dita sfiorare i miei fianchi, la linea morbida dell’anca, scivolare con esasperante lentezza lungo il mio bacino, fermarsi sulla mia schiena, sulla spina dorsale.

-Sai…- mormora, pianissimo, spostando lo sguardo sui miei capelli. Una sua mano risale lentamente, sfiorandomi appena con quelle dita lunghe e sottili, calde e dannate, come l’inferno, e affonda fra i miei riccioli scomposti, scivolati via dalla mia acconciatura.

Sono immobile. Una statua, una pietra, un cammeo, non posso muovermi, sono paralizzata e sorpresa. I brividi che i suoi tocchi appena accennati mi danno sono dettati da tutto fuorché dal freddo, avverto la mia pelle ardere dove lui mi sfiora, la camicetta che vela la mia carne dall’essere toccata da lui.

Avvicina lentamente il volto al mio orecchio sinistro, avverto i miei capelli sfiorare le sue labbra.

-Sai, Granger…- mormora, assorto, mentre io sono ancora incapace di muovermi o pronunciare alcunché. Lo sconosciuto che mi provoca e irresistibile. Irresistibile. -…ho aspettato che facessi qualcosa…sono mesi che ti nascondi su quel ramo, che sento i tuoi occhi studiarmi…sono così interessante da meritare tante attenzioni?- mi chiede, abbassando lievemente il volto e raggiungendo lentamente i miei occhi, risalendo sul viso, indugiando sulle mie labbra.

-Sì…- rispondo, senza quasi pensarci, sostenendo senza paura il suo sguardo. -…lo sei.-

-Sai perché vengo qui, Gryffindor?- nego, scuotendo la testa. Lui sospira, qualcosa incupisce il suo sguardo ceruleo. È più distante, ora. Si rinchiude di nuovo in se stesso, dietro l’arrogante maschera di Slytherin Prince, si allontana da me. Avverto un vuoto, quando mi abbandona. -È un posto solitario. Ho bisogno di pace e quiete, da un po’ di tempo a questa parte. Ho dei problemi…- esita. Conosco i suoi drammi, ma sono sempre stata convinta che li avesse nascosti fin troppo bene.

Sua madre è stata uccisa dai pochi Mangiamorte rimasti vivi dopo la battaglia. Narcissa Malfoy, modello d’eleganza e freddezza, perfetta maschera di sprezzante indifferenza, cuore tumultuoso sotto la scorza che il marito la costringeva ad indossare, ha sacrificato la propria vita perché aveva messo dinanzi alla propria la salvezza di suo figlio.

Mi colpisce che ne parli con me. Proprio con me, la sua acerrima rivale praticamente da sempre.

-Tua madre?- gli chiedo, senza traccia di compassione nella voce. Lui è uno Slytherin, gelido per antonomasia, la pietà lo farebbe rinchiudere ancora di più dietro la sua maschera.

-Sì.- non aggiunge altro, non voglio sapere altro. Non oso immaginare cosa farei se perdessi mia madre, o mio padre, o uno qualsiasi dei miei amici. La perdita sarebbe devastante, e non riuscirei a nascondere il dolore come fa magnificamente lui. -Ma non solo.- la sua voce repentinamente cambia, i suoi occhi di piombo tornano a fissarsi nei miei, mi sento arrossire, sotto quello sguardo perforante.

-Non…non solo?- balbetto, cercando di nascondere tutto il mio disagio dinanzi a colui che non riesco a studiare. Lui annuisce, pensieroso, senza staccare le iridi dalle mie, senza nemmeno battere le palpebre.

-Ultimamente, Granger, ho un pensiero fisso a tormentarmi.- mormora, senza l’ombra d’imbarazzo. -È un chiodo fisso, non riesco a sbarazzarmene. Desidero qualcosa, desidero una cosa che non ho mai voluto, e quel qualcosa lo possiedi tu, Mezzosangue.-

Mi fissa, mentre sento i battiti del mio cuore accelerare bruscamente, mentre mi chiedo cosa potrebbe volere da me Draco Malfoy, l’irraggiungibile, menefreghista, altezzoso figlio di un Mangiamorte spietato.

-Cosa?- gli chiedo, tremante. Lui non risponde, per un lungo istante mi guarda, prima di spostare gli occhi sul Lago Nero.

-Hai il coraggio di entrare in acqua, Granger?- mi chiede, dopo un istante durato secoli.

-Sei pazzo! È dicembre, sarà congelata!-

-Allora abbiamo proprio la coda di paglia, signorina.- non ci credo. Mi sta veramente prendendo in giro, o è soltanto una mia impressione?

-Coda di paglia l’avrai tu, Malfoy.- replico, prima di allontanarmi, grata, da lui. Mi sfilo il maglioncino, rimango con addosso soltanto una soffice, leggera canotta di cotone rosato, e sotto la gonna della divisa, scalcio via le scarpe e mi dirigo verso il Lago, ignorando lo stupore di Malfoy.

Brr. È veramente congelata, l’acqua, mi sorprende che non si sia formato il ghiaccio.

Ma, spinta dal mio inesauribile orgoglio, faccio un paio di passi e lascio che l’acqua gelida mi avvolga, risalendo le mie gambe fino a raggiungermi la vita.

Merlino, che freddo.

Sono già mezza assiderata, sento i polpacci intorpiditi, le dita dei piedi hanno perso sensibilità. Quando la pianterò di lasciarmi guidare da quest’istinto così terribilmente Gryffindor?

Mi guardo intorno, tentando di ignorare il freddo, e rimango senza fiato.

La Luna, morbida osservatrice di mille storie mute, si specchia sull’acqua immobile del Lago in ogni suo misterioso dettaglio, ritratta meticolosamente fino al più piccolo cratere, sfera trasudante incantesimi mai pronunciati da voce umana. Le stelle, così numerose, trovano le loro gemelle nell’acqua nera come l’inchiostro, lucida, perfetta, rendendo la superficie quasi un prolungamento naturale del cielo, un universo parallelo fatto al contrario.

Un brivido violento scuote il mio corpo e mi riporta alla realtà. Finirò assiderata, se non esco subito da qui. Ma sono restia ad abbandonare questo bellissimo rifugio vicino alla riva, fra le canne che crescono nell’acqua anche quando fa così freddo. È il luogo più magico di tutta Hogwarts, lo stupore supera persino la sgradevole sensazione delle mie gambe ormai insensibili.

-Freddo, Grifoncina?- la voce di Malfoy, ancora una volta, mi fa sobbalzare. Avverto due braccia forti avvolgersi intorno ai miei fianchi asciutti, le mani intrecciarsi sul bacino, sul ventre piatto e morbido, il suo torace così ampio, rispetto al mio esile corpo, premere sulla schiena. Con un sussulto, mi rendo conto che indossa soltanto i jeans, che sento sfregare sulle mie cosce denudate dalle correnti, invisibili sull’immota superficie.

Il suo corpo è, incredibilmente, caldo. Mi trasmette una sensazione di pace, di serenità, di calore, mentre sento il suo volto affondare con delicatezza fra i miei capelli oramai sciolti, il suo respiro sulla gola, che solletica il mio orecchio. Inconsciamente, la mia mano lentamente si alza, sfiora quei fili di seta bionda, sono capelli morbidi, sottili, sembrano fatti apposta per giocherellarvi fra le dita, una sua mano si perde altrettanto fra i miei. Le luci di Luna e stelle tremolano quando lo specchio immobile dell’acqua s’infrange sotto i nostri movimenti lievi, appena accennati.

Posa le labbra per un istante sulla mia gola, sospiro bruscamente, sorpresa.

-Sai cos’è che desidero da te, Granger…più o meno da due anni?- mi sussurra, piano.

-No.- sussurro, la mia voce sembra il soffio carezzevole del vento. Mi stringe appena un po’ di più a sé, prima di rispondermi, la voce calda e suadente che mi da alla testa.

Malfoy, mistero incomprensibile ed affascinante, cosa mi stai facendo?

-Il tuo cuore.-

Bum.

È la pulsazione quasi dolorosa del mio cuore quando mi rendo conto di ciò che ha appena pronunciato. Alzo di scatto lo sguardo, so di avere gli occhi sgranati, lucidi, sorpresi.

-Il mio…il mio cuore?- balbetto, incapace d’articolare discorsi intelleggibili.

Perché ciò che ha appena detto lui è semplicemente la cosa più bella che qualcuno mi abbia mai sussurrato all’orecchio, dolcemente, immersi nell’acqua ghiacciata del Lago a dicembre.

I suoi occhi cerulei non contengono la minima traccia di menzogna, di malizia, sono puri e sinceri come le stelle che brillano tremolanti sull’acqua vibrante.

Annuisce.

-È da un po’ che me ne sono reso conto…ho cercato di respingere questo desiderio, ho tentato in tutti i modi che conosco, ripetendomi che eri soltanto una sporca Mezzosangue, indegna di un Purosangue come me…e ho finito con il rassegnarmi all’idea che fossi tu, a meritare di meglio che un codardo come me.- mormora, senza abbandonare mai i miei occhi, senza allentare minimamente la stretta intorno al mio corpo, trattenendomi, come a non volermi lasciar fuggire lontano da lui.

È il discorso più lungo, più sincero, più semplicemente splendido, che gli abbia mai sentito pronunciare.

-Io a…?- Io? Io che non meriterei uno come lui, quando è semplicemente la figura onnipresente, quasi ossessionante, nei miei pensieri? Quando ho cominciato a studiare ogni suo movimento, ogni suo dettaglio, anche il più insignificante, per cercare di comprendere quel misterioso uomo dai capelli color platino?

Ho sempre pensato di non essere degna per Draco Malfoy…e ho sempre pensato troppo…ho sempre pensato male.

-Malfoy, io…- comincio, cercando un modo di spiegargli cos’è che sento, cos’è che provo da tanto tempo, ormai, sebbene io stessa abbia allontanato e negato quei pensieri, quelle sensazioni, perché sapevo – credevo di sapere – che mi avrebbero soltanto ferita.

Va ben di là dell’odio, ciò che provo verso di lui.

-Draco. È il mio nome, Granger.- mi corregge, bruscamente.

-E il mio è Hermione, Draco.- replico. Rimane un attimo in silenzio, sorpreso, prima di parlare ancora.

-Scusa…- esita. -…Hermione.-

Draco. Malfoy. Mi. Ha. Chiesto. Scusa.

Questo dev’essere un sogno. Poco ma sicuro, dev’essere un sogno che mi mostra finalmente ciò che non ho voluto vedere, che ho respinto con tutte le mie forze, per semplice timore, per amara rassegnazione.

Lo desidero.

So che è così. So che è questo il significato che questo sogno sta cercando di trasmettermi.

Io voglio Draco Malfoy, lo desidero ardentemente, più di qualsiasi altra cosa al mondo. Non fisicamente, non è brama dei sensi ciò che sento, ciò che provo.

Io voglio lui, voglio ognuna delle sue cellule, ogni battito del suo cuore, ogni molecola del suo respiro. Voglio quegli occhi, voglio rinunciare a comprenderli, riesco a capire, finalmente, perché non posso etichettarli, ridurli ad una provetta in laboratorio, con un nome chiaro e preciso scritto in grafia elegante.

Il mio mistero è il mio unico, vero, reale desiderio.

-Sto sognando, vero?- gli chiedo, chiudendo gli occhi, abbandonando la testa sulla sua spalla. Se è così, non svegliatemi, vi prego.

-Perché dovresti?- mi domanda, per tutta risposta, avverto un lieve sorriso disegnarsi sulle sue labbra posate nuovamente sulla sua gola. Sento la sua bocca scivolare con trepidante cautela lungo la linea gentile del mio collo, del mento, posarsi per un istante sulla mia guancia, all’angolo della bocca. -Sono io quello che sta sognando, Hermione. Sei tu, il mio sogno.-

-E tu sei il mio rompicapo, Draco.- mi viene facile pronunciare il suo nome, è bello, scivola naturalmente dalle mie labbra. -Non riesco a comprenderti. Non riesco a catalogarti.- mormoro.

-Non si può catalogare l’amore, Hermione.- sembra che voglia ripetere all’infinito il mio nome, che non voglia smettere, ora che ha cominciato. Mi concentro su questo, per non pensare alla parola che ha appena pronunciato.

Amore.

Amore.

È così? È questa la mia soluzione?

Lo amo?

La sua mano, finalmente infreddolita (allora umano lo è anche lui!), scivola lungo i miei capelli umidi, sul mio viso, m’inclina lievemente la testa e le sue labbra catturano le mie.

Sento qualcosa dentro di me nascere improvvisamente, una sensazione di calore e di benessere, che dal ventre dove sono posate le mani di lui s’irradia in tutto il corpo, fino a raggiungere le mie labbra posate sulle sue, lievemente, come tocco di seta sulla pelle. Hanno una forma perfetta, le sue, sembrano create apposta per combaciare sulle mie.

Schiudo la porta della mia anima, quando la sua lingua mi sfiora appena, esitante, timoroso di vedermi risvegliarmi da questo sogno meraviglioso. La sua sfiora la mia, è uno scoprirsi reciproco, quando c’incontriamo per la prima volta, senza veli, senza pudore, senza l’odio dettato dalla diversità dei nostri ideali ora così insignificante, inutile, futile.

Forse sarà soltanto una notte.

Forse sarà soltanto la Luna piena di stasera a vedere quest’amore sbocciare.

Forse.

Oppure, ciò che ho sempre cercato di comprendere ha una spiegazione assolutamente irrazionale. Una spiegazione che non dà risposte, ma dona qualcosa di molto più grande, di mille volte più importante, qualcosa che ho aspettato da tanto, un mistero che, per la prima volta, non voglio e non vorrò mai risolvere.

L’amore.

 

 

 

 

 

 

 

 

Buon Natale, mi chicas.

   
 
Leggi le 14 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: ranyare