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Autore: Nami93_Calypso    26/03/2015    6 recensioni
Law e Robin, due persone dal carattere e dal passato molto simile.
La storia della loro amicizia che dura per tutta una vita, analizzata in ogni fase di essa, dall'infanzia all'età adulta
(Law e Robin protagonisti accompagnati da molti altri personaggi secondari)
.
"Sette colori per un fandom [Anime e Manga] Challenge indetta da DoctorChi sul forum di EFP"
Genere: Commedia, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nico Robin, Trafalgar Law, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Stelle

Nami si sedette comodamente e scompostamente, per quanto le circostanze glielo permettessero, sulla prima sedia che trovò.
Allungò le gambe indolenzite sotto l’ampia gonna bianca e reclinò il capo all’indietro chiudendo gli occhi e inspirando a fondo l’aria della sera.
Intorno a lei percepiva le risate, la musica, gli schiamazzi.
Una volta che i muscoli si fossero rilassati riaprì gli occhi e si trovò a fissare le stelle che ricambiavano il suo sguardo dall’alto del cielo.
Non potè impedirsi di trovare strana quella situazione. Non capitava tutti i giorni di festeggiare un matrimonio in piena notte e all’aperto.
Ma, conoscendo la passione di Law per il buio e la notte, aveva deciso di sposarsi la sera andando così contro le tradizioni, sperando che il clima fosse dalla loro parte. E così era stato, fortunatamente: era una calda sera di fine maggio e tutto era andato per il verso giusto.
Da ore stavano festeggiando con tutti i loro amici tra prelibatezze, danze, e canti. I suoi piedi intrappolati nelle scarpe col tacco domandavano pietà.
Ancora in quella posizione sentì la musica intorno a sé cambiare: da una canzone movimentata ad una ballata lenta. Chiuse gli occhi pregando che nessuno andasse a reclamarla per un ballo, anche se sapeva che non poteva sfuggire al proprio destino.
-Nami-ya-
Quando sentì la sua voce sollevò il capo ed aprì gli occhi.
Trovò Law che la fissava con un ghigno compiaciuto in volto e con una mano tesa verso di lei.
-Dobbiamo proprio?- bofonchiò, gonfiando le guance come una bambina capricciosa.
-È il primo ballo lento, dobbiamo adempiere ai nostri doveri di neosposi- fece lui divertito nel vederla così in difficoltà, lei che aveva sempre tutto sotto controllo e si mostrava sicura in ogni situazione. E poi sapeva che, da qualche parte, Genzo lo teneva d’occhio per accertarsi che si comportasse come di dovere.
Riluttante, la rossa, allungò una mano per afferrare la sua e si fece aiutare a rimettersi in piedi.
Mano nella mano si portarono al centro della pista tra gli applausi degli invitati.
Law si voltò, continuando a tenerle la mano e portando l’altra sul suo fianco per stringerla a sé.
Lei sollevò il capo per guardarlo negli occhi e sorrise radiosa.
Nonostante indossasse i tacchi era comunque più alto di lei.
Si avvicinò a lui e facendo pressione sulle punte si portò all’altezza del suo viso e poggiò le proprie labbra sulle sue in un bacio dolce e lento, un bacio che racchiudeva tutto il suo amore e la sua contentezza per quel giorno, tutta la gioia che nemmeno durante la cerimonia era riuscita a reprimere, ridendo mentre diceva “lo voglio”.
Si separò dalla sua bocca e appoggiò il viso sulla sua spalla, chiudendo gli occhi rilassata come mai era stata prima d’allora.
Lui porto i suoi occhi sul cielo stellato.
Nami era straordinaria. Senza che glielo avesse chiesto aveva acconsentito al suo unico desiderio per quel giorno: sposarsi la sera, sotto il cielo stellato.
-Grazie, signora Trafalgar- mormorò appoggiando il mento sul suo capo.
-Non c’è di che- rispose lei. Non c’era bisogno che specificasse nulla.
Riaprì gli occhi e li portò sugli invitati che stavano loro intorno mentre volteggiavano lentamente su loro stessi.
Vide tutti quei visi sorridenti e si commosse per il semplice fatto che fossero lì a condividere e festeggiare la loro felicità.
Il suo sguardo si soffermò su una ragazza mora, alta, che indossava un elegante abito viola lungo. Era Robin, testimone di Law nonché sua migliore amica dai tempi dell’asilo e anche molto amica di Nami.
Le due si conoscevano dalle medie ed erano sempre state ottime amiche.
Conosceva il rapporto che legava i due. Erano molto uniti, inseparabili, da quando si erano conosciuti erano sempre rimasti insieme pur avendo frequentato scuole diverse ed essere stati lontani per alcuni periodi.
Se fosse stata gelosa del loro rapporto, se avesse temuto la competizione con Robin, sarebbe stato più che comprensibile. Molte ragazze l’avevano messa in guardia e avvertita di tenere gli occhi aperti perché un legame così intimo tra uomo e donna non era affatto normale, avrebbe dovuto aspettarsi un tradimento da un momento all’altro.
Ma la rossa non aveva mai creduto e dato credito a quelle accuse.
Riponeva una fiducia totale nel suo uomo nonché in Robin che era anche sua amica e sapeva quale donna leale e disponibile fosse. Non le avrebbe mai fatto un torto simile.
E poi, trascorsi gli anni, anche lei aveva conosciuto e sposato la sua anima gemella: Zoro.
Vedendola che li osservava con quella sua tipica espressione materna prese una decisione.
Sollevò il capo per guardare Law negli occhi.
-Cosa ne dici se questa la balli con Robin?- domandò dolcemente.
Lui corrugò le sopracciglia. Era tradizione che il primo ballo fosse eseguito dai neo sposi.
-Ci tengo- aggiunse con uno sguardo carico di significato –E io lo ballerò con quel baka del mio testimone- aggiunse indicando con il pollice Rufy alle sue spalle intento ad ingozzarsi con la torta nuziale.
Si staccò da lui e, prima di dirigersi verso il proprio migliore amico, lo prese per mano e lo trascinò in direzione di Robin che vedendoli avanzare li guardò incuriosita.
-Ci tengo che balliate insieme- spiegò a Robin una volta che la ebbe raggiunta, consapevole che lei, in quanto donna, l’avrebbe compresa più di Law.
La mora contraccambiò il suo sorriso mentre la sposa si allontanava alla ricerca di Rufy.
Fissò il suo migliore amico negli occhi e si spostò sulla pista da ballo con lui che la seguiva.
Portò le mani sulle sue spalle mentre lui appoggiava le sue sui suoi fianchi.
Non si sentivano affatto in imbarazzo per quel contatto e non temevano il giudizio altrui.
Si fissarono negli occhi, in silenzio, per qualche attimo; grigio nell’azzurro, nuvoloni carichi di pioggia nel cielo, tempesta nel mare. Si completavano e comprendevano a vicenda come sempre era stato.
-Sono molto contenta per voi, Law- disse la donna sorridendo eterea.
-Grazie- mormorò lui –Anche io per te e Zoro- aggiunse lanciando un’occhiata all’uomo con i capelli verdi.
Rimasero ancora in silenzio, volteggiando sulla pista da ballo, finchè una voce proveniente dal basso catturò la loro attenzione.
-Zio Law- l’uomo portò lo sguardo sulla bambina con i capelli neri che lo chiamava dalla sua modesta altezza strattonandogli i pantaloni. Era la figlia di tre anni di Robin: le somigliava molto.
-Cosa c’è, Mocha?- le domandò, portandosi alla sua altezza piegandosi sulle ginocchia.
-Apri il nostro regalo?- chiese, mostrandogli un pacchetto azzurro che teneva tra le mani con un luccichio speranzoso negli occhi.
-Mocha, non essere impertinente- la riprese la madre ma senza la minima traccia di durezza nella voce.
-E va bene, signorinella- rispose Law afferrando il regalo e tornando in posizione eretta mentre la donna si chinava a prendere la figlia in braccio.
Scartò l’involucro e si trovò a fissare un oggetto che aveva un non so che di familiare ma gli ci volle un po’ per recuperare dalla mente il ricordo risalente a circa quindici anni prima. Era il quaderno che lui stesso aveva regalato a Robin per i suoi diciassette anni, nero con decorazioni argentate. Nella parte alta della copertina era stata applicata un’etichetta che portava la calligrafia raffinata della sua migliore amica e recitava “La Bambina Demoniaca e il Mostro Bianco”.
-Parla di noi- la voce di Robin lo riscosse e gli rifece portare l’attenzione su di lei e sulla bambina –è la nostra storia- aggiunse.
-Ma non mi hai mai fatto leggere nulla di tuo- puntualizzò lui.
-C’è sempre una prima volta- fece lei, sorridendo.
-Parla di due bambini che sono molto amici e da grandi diventano pirati e viaggiano per mare! La mamma me la legge sempre prima di andare a dormire- fece Mocha appoggiando una manina sulla guancia della donna e guardandola sorridendo.
Law tornò a concentrarsi sul titolo. “Mostro Bianco” e “Bambina Demoniaca”: chissà perché avesse scelto proprio quelle denominazioni. Non vedeva l’ora di scoprirlo.
 




Angolo dell’autrice:
Eccoci giunti all’ultimo capitolo di questa sottospecie di long.
Spero abbiate apprezzato tutti i riferimenti a quelli precedenti. Ed ecco anche svelato il significato del titolo.
Bè, cosa posso dire? Non posso far altro che ringraziare immensamente tutti voi che avete letto/recensito/inserito in qualche categoria la storia. Vi sono davvero grata per questo feedback ultrapositivo che onestamente non credevo minimamente di meritare. Grazie :)
Un ringraziamento super speciale va a quelle lettrice/recensitrici(?) che mi hanno seguito con tanta attenzione, affetto, passione, fiducia. Davvero, non si trovano spesso recensori così attenti e quando si trovano sono davvero dei tesori :D perciò un immenso grazie va alle carissime Akiko, Cola, Luna, Place (per te: perdonami per tutti questi pairing a te indigesti!! Ahahah giuro solennemente che mi farò perdonare con una ZoNami xD)
Ancora grazie a tutti voi che leggete!
Alla prossima <3

   
 
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