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Autore: Blu_Polaris    26/03/2015    0 recensioni
Aaron è un investigatore dell' occulto, insieme al fratello Max viene chiamato da una famiglia nobile, alla ricerca di una misteriosa dama fantasma che vive nel lago
Genere: Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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~~~~4 - Marcus

Max aveva corso per mezza tenuta fino a quando non aveva trovato il bambino nascosto nelle scuderie a spazzolare il meraviglioso cavallo nero di Sara.
Il giovane fratello Smith lo aveva trascinato a forza fino davanti all'atrio.
<<  Perché sei tutto bagnato, Aaron?  >> chiese Maximus osservando tutto il pavimento bagnato e le gocce d'acqua che cadevano dai vestiti zuppi del fratello.
<<  Non chiedere ...  >> lo supplicò Aaron.
Poi osservò il bambino e scese all'altezza del piccolo.
<<  TI chiami Marcus, vero?  >> chiese, Max l'osservò con uno sguardo enigmatico.
Il bambino fece si con il capo e, quasi titubante chiese: <<  Come lo sai?  >>.
Aaron lo ignorò. <<  I tuoi nonni sono Willbur e Miss Popper  >>.
<<  Cosa?  >> sbraitò Max <<  Ma cosa stai dicendo!  >>.
<<  Marcus  >> Aaron stava per dirgli qualcosa di veramente importante <<  Sai chi sono i tuoi genitori?  >> da quella risposta valeva il risultato di tutte le sue indagini.
Se Marcus avesse detto di ...
<<  No  >>.
Ad Aaron cadde tutto addosso. Si arrabbiò quasi.
<<  TI prometto, Marcus, che alla fine di questa storia tu saprai tutto  >> disse e poi, con un passo quasi felpato, girò su se stesso e si diresse verso le cucine.
Se Marcus non sapeva dargli risposte c'era quell'orribile ometto di Willbur e Miss Popper.
Marcus era stato portato via perché figlio di qualcuno di non aristocratico. Quel povero bambino, in sintesi, non conosceva nulla della sua famiglia per via di chi stava nascondendo il segreto di Angie.
Appena sentì l'odore di pesce arrosto, Aaron aprì le porte.
Davanti a se c'era Willbur, con il suo solito nasone all'insù.
<<  Cosa sta cercando, con tutto questa enfasi?  >> chiese con voce nasale che, a quel punto, fece arrabbiare Aaron più di quanto già non fosse.
Afferrò l'uomo per le spalle e con forza lo sbatté contro il muro.
<<  MALEDETTO! MALEDETTO!  >> strillò Aaron con tutta la sua forza <<  Lei sa! Lei sa, non è vero?  >>.
<<  Fermati Aaron!  >> e in quel momento Max separò Willbur dal fratello <<  Non serve la violenza, almeno non ora!  >>.
Maximus, tra i due fratelli, era sempre stato quello più irruento e testardo. Numerosissime volte Aaron ne aveva dovuto prendere le difese per i guai troppo grandi che combinava, ma adesso era il contrario.
Gli occhi di ghiaccio di Max trapassarono come frecce quelli nerissimi di Aaron che, dopo aver fatto un lungo respiro, mollò di colpo Willbur.
<<  Adesso che è tutto apposto ...  >> disse Max, ma non finì la frase che aveva già tirato un sonoro pugno a Willbur dritto sul naso, talmente forte che il cocchiere cadde a terra.
<<  Max!  >> lo canzonò il fratello maggiore.
<<  Era un sacco di tempo che volevo farlo ...  >> e Max si baciò la mano sinistra <<  Adesso, vecchio nasone, rispondi a mio fratello o il prossimo pugno sarà da un'altra parte!  >>.
Willbur, con il naso rotto, si sedette sul marmo freddo e, con occhi spaesati l'osservò.
<<  Sapere cosa?  >> disse l'uomo con la sua solita voce nasale.
<<  TI dice niente il nome Marcus?  >>.
L'uomo ebbe un sussulto, sgranò gli occhi e poi iniziò a parlare ....
<<  Marcus? È mio nipote, niente di più  >>
<<  È il figlio di Angie  >> disse Aaron e Max rimase a bocca aperta, lo stesso successe a Willbur.
A quel punto l'uomo raccontò la storia.
Lui e sua moglie Miss Meredith Popper, iniziarono a lavorare per la famiglia Norrington molti anni addietro.
Willbur aveva da sempre una forte passione per i cavalli di razza e in breve divenne un ottimo cocchiere, la passione di Miss Popper era la cucina e subito ne aveva preso il monopolio tra la servitù.
Tutto andava bene, tutto tranne Jason.
I due servi avevano ben sei figli, quattro maschi e due femmine, uno più bello dell'altro.
Alexander, Sofia, Kevin, Jason e Dominique e Sam erano, all'interno della tenuta, sempre preparati e pronti al lavoro. I primi tre figli erano diventati ottimi servitori mentre gli ultimi due se n'erano già bella che svignata a trovar fortuna, ma Jason era diverso.
Miss Popper aveva riverso nel figlio tutta la sua conoscenza culinaria e ben presto divenne un cuoco quasi migliore della madre. Purtroppo per la famiglia, Jason aveva un'altra dote oltre alla cucina: le donne. Era sempre stato passionale e spesso si cacciava nei guai per via delle belle femmine che circuiva al mercato o quando andava in città.
Ma Jason non aveva ancora incontrato Angie. Lei lo aveva conquistato, la sua gentilezza, i modi regali, la simpatia e il mistero che l'avvolgeva e in brevissimo tempo erano diventati intimi.
Fino a quando non arrivò un aristocratico russo e saccente, un certo Dimitri Soski, era un ometto odioso secondo Jason e il promesso sposo di Angie.
Willbur e Miss Popper ce la misero tutta per allontanare il loro amato figliolo dai guai ma senza successo. Anche Angie odiava quel nobile da quattro soldi e ben presto si diede anima e corpo al suo vero amato: Jason.
Non ci volle molto che l'amore arrivasse e sbocciasse e in un niente si ritrovarono al letto insieme ed Angie rimase incinta.
Jason era così felice, così contento di essere padre, tanto che decise di chiamare suo figlio Marcus se fosse stato maschio o Elie se fosse stata femmina.
Willbur e Miss Popper ebbero il terrore, se il signor Norrington avesse saputo ....
Ovviamente, Jason, accecato dalla rabbia iniziò a lottare contro Dimitri.
Aaron, sentendo il racconto, rimase fermo immobile nel vedere lo guardo vacuo del cocchiere mentre raccontava.
Comunque Jason morì per mano di Dimitri e il dolore massacrò Angie talmente tanto da diventare triste e cagionevole. Quando finalmente arrivò il giorno delle nozze, la giovane Norrington stava dando alla luce suo figlio. Willbur e Miss Popper avevano parlato con Angie che, per non mettere al repentaglio la vita del figlio, decise di darlo in affido ai nonni paterni. I suoi genitori, per come la credeva lei, non avrebbero mai capito che Dimitri avrebbe fatto del male a loro nipote, così aveva taciuto tutto. Ovviamente era stato Dimitri ad uccidere la madre del loro amato Marcus ma, dopotutto, non era mai stato provato.
Max osservò intensamente il fratello, poi aiutò Willbur ad alzarsi.
<<  Penso che tu sappia che devi dire tutto al signor Norrington, Will  >> disse il più giovane dei fratelli Smith, il cocchiere annuì e non protestò per come l'aveva chiamato Max.
Sembrò un eternità il tragitto che dovettero fare prima di arrivare nello studiolo di Mortimer Norrington. Willbur chiamò a se la moglie che a sua volta teneva per mano Marcus.
Il bambino, dagl'occhi verdi e i capelli rossi, lasciò la mano della donna e si diresse verso i due fratelli Smith.
<<  Marcus, credo che anche tu debba andare ...  >> disse Max ma Aaron lo fermò con un no del capo.
<<  Ma se vuoi puoi rimanere con noi ...  >> sorrise.
Aaron aveva visto Angie nella sua forma umana e di certo era sicuro che il figlio le somigliasse molto.
Avevano lo stesso naso e gli stessi zigomi alti ma la cosa che colpiva di più erano gli occhi grandi e verdi, simili a fanali, che brillavano.
I capelli rossi, però, erano dello stesso colore di quelli dell'uomo del ballo e lasciarono in Aaron una visione di un giovanissimo Jason.
Nel tempo che seguì Max giocò con Marcus mentre Aaron spiegava al piccolo la sua vera storia.
Alla fine della conversazione i grandi occhi del bambino ebbero un guizzo.
Aaron e Max si guardarono con il dubbio di averlo gravemente confuso e messo in difficoltà ma avevano torto; Marcus disse:
<<  Quindi la mia mamma era la signorina Norrington?  >>.
Max annuì con dolcezza.
<<  Quindi io ... io non sono un orfano?  >>
<<  No, lo sei ma ... hai ancora la famiglia  >>.
In quel momento la porta dello studio di Mortimer Norrington si aprì cigolando e apparve.
Mortimer aveva gli occhi gonfi ma non faceva scendere una lacrima dal suo viso, fece qualche passo verso Marcus e si inginocchiò.
 I loro occhi, entrambi verdi, si osservarono; poi Marcus sorrise.
<<  Ha il sorriso di Angie...  >> disse, in quel momento il grande e forte Mortimer Norrington iniziò a piangere copiosamente.
  
Non ci volle molto che il bambino conoscesse tutta la famiglia.
Sebastian, Andrea e Leonard gli strinsero a mala pena la mano, era ancora troppo strano che un semplice servo si rivelasse il figlio della loro cara sorella.
Annie, sua nonna, fu tutto tranne che composta. Lo strinse a se e piagnucolò frasi sconnesse.
Sara, dal suo conto, osservò il piccolo e gli poggiò una mano sulla testa, i capelli rossicci la incuriosivano.
<<  Sai cavalcare?  >> chiese gentile lei.
<<  Certo!  >> esclamò lui. Le loro mani si intrecciarono e entrambi uscirono fuori, diretti alle stalle.
<<  Non so come ringraziarvi, signori Smith  >>
<<  Non è il momento signor Norrington ...  >> disse Aaron.
<<  Credo che ci sia qualche cosa ancora di strano...  >> continuò Max.
<<  Mia figlia, voglio che vada in pace  >> spiegò Annie e finalmente Max e Aaron avevano la possibilità di continuare le loro indagini. Un solo sguardo. Il lago.

 

Passarono i giorni, passarono le settimane e Aaron restava giorno e notte sulla sponda del lago attendendo la dama. Max si era arreso dopo il terzo giorno di attesa, aveva nevicato copiosamente e dopo aver dormito come un animale nella neve, aveva salutato il fratello e si era defilato a fare il cascamorto con Sara.
Spesso, mentre Aaron aspettava, vedeva tre cavalli galoppare nella neve e riconosceva Sara, Marcus e Max (era migliorato molto ma sembrava ancora molto goffo).
Willbur e Miss Popper avevano preso l'abitudine di mangiare a tavola con i padroni che, a quanto sembrava, erano molto felici della loro compagnia.
Annie e Mortimer, i nonni materni, restavano a bocca aperta quando vedevano il loro amato nipotino alzarsi e sparecchiare.
Un giorno addirittura si erano alzati e avevano dato una mano a sparecchiare anche loro, sotto gli occhi dei loro figlioli.
Leonard, il più piccolo, aveva preso Marcus a simpatia e spesso se ne andavano entrambi a zonzo per le stanze alla ricerca di "tesori".
Aaron, invece, rimaneva lì ad osservare l'acqua del laghetto che, placida, a stento si increspava.
Quando ormai il giovane Smith si era arreso (<<  Credo che sia andata in pace  >>) i signori Norrington avevano organizzato un grande ballo in onore del loro caro nipote. Aaron fu costretto ad accettare, sopratutto perché Max si era fissato sul voler fare un ballo con la sua amata Sara.
Ed eccolo, elegante nel suo aspetto trasandato, davanti alla porta di suo fratello.
Indossava uno smoking nero, senza cravatta e nient'altro, le scarpe erano tutte sporche e rovinate e il suo sguardo stanco.
Max uscì dalla porta, anche lui indossava uno smoking, con cravatta, scarpe eleganti e una rosa nel taschino; era stato talmente previdente da prendere con se un cilindro nero.
Aaron si chiese, per un attimo, dove avesse preso tutto ciò ma lasciò stare.
La festa si sarebbe svolta nella sala da ballo che aveva la tenuta, così grande e spaziosa che Aaron si perse nel vederla così ghermita di persone. Tra nobili, camerieri, invitati minori, invitati con famiglie e bambini c'erano almeno trecento persone. Willbur stava sistemando il papillon al nipote.
<<  EI Aaron!  >> urlò Marcus con tanto di ciao con il braccio, subito il nonno lo ammonì.
<<  Ciao, Marcus!  >> disse Max, non passò molto tempo che tutti gli occhi delle ragazze e delle donne si fermassero sui fratelli Smith. Max, con il suo fascino sofisticato e lo sguardo da predatore ammaliava le più giovani, mentre Aaron colpiva lo sguardo delle donne più mature.
Con tanto d'occhi il più giovane dei due fratelli osservò nel bel mezzo della sala, Aaron fece lo stesso.
Due occhi verdi, come quelli di una gatta, osservavano Max che sembrava volare nel paese delle nuvole.
Sara indossava un abito a balze di un meraviglioso verde pastello, il corsetto e gli strati più alti della gonna, erano ricamati con diamanti e perle; lo scollo era cuore e le maniche sofisticate, ad Aaron sembrò di vedere Angie.
<<  Beh, fratello ...  >> disse Max <<  Io vado a ballare!  >> e si diresse verso la sua cara dama.
Mentre quei due, con le mani intrecciate, ballavano e volteggiavano insieme a tutte le altre coppiette Aaron scrutava gli invitati.
Un grosso uomo dal vestito sfarzoso beveva champagne a piccoli sorsi e parlottava vivacemente con un ragazzetto alto la metà di lui. Un altro invitato gesticolava, intento a spiegare qualcosa di complesso, rivolto a una decina di persone intorno a lui. La stessa scena si ripeteva dall'altra parte della stanza ma stavolta al centro c'era un ragazzino poco più grande di Leonard che raccontava idiozie.
Qualche coppia di dame ciarlava irrefrenabilmente, intente a spettegolare. Lo sguardo di Aaron si fermò verso una bella damigella dal viso fanciullesco e l'abito blu notte che brindava a con un ometto con i capelli tirati all'indietro.
Il giovane Smith non capì immediatamente chi fosse quell'ometto così pomposo fino a quando non vide Leonard, il minore dei Norrington, sgattaiolare verso di se.
<<  Signor Aaron Smith!  >> farfugliò, cercando di non farsi vedere in faccia da quell'uomo così poco simpatico. Aaron disse:  <<  SI? Cosa c'è signorino Leonard?  >>.
<<  Non vorrei allarmarla ma quell'uomo laggiù, quello che fa il cascamorto è Dimitri Soski ... il promesso sposo di Angie  >> spiegò lui. Anche se giovane Aaron poteva vedere l'odio di Leonard verso quell'uomo.
 <<  Che ci fa qui?  >>
<<  Non lo so ...  >>.
E tutta la sera Aaron restò fermo ad osservare quella sottospecie di nobile che, come un avvoltoio, si avvicinava alle damigelle più giovani e gli offriva da bere, era un piccolo ometto biondo e, da lontano, Aaron riusciva a sentire le conversazioni.
A una ragazza dell'età di Sara aveva detto di essere un uomo di classe, con tante di quelle meravigliose ville da poter vivere per sempre ma in realtà era sull'orlo della crisi economica.
Ad un'altra, ancora più minuta della precedente, aveva ciarlato e descritto con fare altolocato la sua bravura (se così la si poteva chiamare) nel gioco d'azzardo.
Mentre il giovane cercava di capire com'era fatto quel maledetto assassino, sentì una mano poggiarsi sulla sua spalla, si girò e vide Angie.
Aaron ebbe un sussulto, era rischioso che un fantasma si facesse vedere in pubblico a quel modo, ma poi si rese conto che si era mostrata visibile solo a lui.
Angie, con la mano bianca e la manica svolazzante, indicò Dimitri.
<<  Lo so, Angie, ma non posso sbatterlo in galera senza prove ...  >> spiegò Aaron, sperando che non lo prendessero per matto.
Angie annuì, aveva capito la difficoltà, allungò la mano e la poggiò sulla guancia del giovane Smith.
Il ragazzo sentì i piedi staccarsi dal terreno e un brivido sulla schiena, Angie gli mostrò nuovamente una scena del suo passato.
Dimitri l'aveva costretta ad alzarsi e l'aveva legata. In quel momento la sua mano aveva schiaffeggiato pesantemente la faccia di Angie.
<<  Usurpatrice! Maledetta! Come osi!  >> e le diede un altro calcio, l'uomo l'afferrò e la spinse con una pedata. Angie in quel momento cadde pesantemente a terra ma non prima di staccare al suo assalitore un bracciale d'oro.
Aaron seguì l'oggetto e lo vide scomparire nell'acqua nera del lago, dopo pochi secondi anche Angie finì lì giù.
Aaron tornò alla festa, Angie l'osservò <<  Sei stata molto eloquente  >> disse lui e la dama gli sorrise con garbo.


 L'acqua, così nera e fredda. La neve, così bianca e gelida. Messe a confronto erano molto simili e molto diverse. Aaron però amava essere diverso, lo era sempre stato.
E adesso, che osservava il lago e la sua superficie, sapeva che il puzzle impossibile di Angie stava per essere risolto.
La dama lo aspettava eretta sulla superficie del lago, quasi come un pattinatore in attesa del partner prima di uno spettacolo. Ma lì non c'era niente oltre che una bellissima anima bianca, l'anima di una dama del lago, saggia e protettrice.
<<   È sul fondo, vero?  >> chiese, era una domanda stupida in effetti.  La dama annuì e, pian piano, divenne di nuovo una meravigliosa carpa bianco perla. Con un tuffo leggiadro il pesce sparì.
Aaron avrebbe dovuto farci l'abitudine ma vedere le carpe saltare era davvero meraviglioso.
Le dieci carpe, dopo il loro spettacolo, saltarono tutte insieme e, sotto gli occhi del giovane Smith, l'acqua divenne di un blu acceso, quasi luminoso.
Il ragazzo allungò un piede e, come se fosse un magnete di polo opposto, vide l'acqua avvolgerlo ma non bagnarlo. Non era una vera e propria bolla ma una specie di campo anti acqua.
La carpa bianco perla gli nuotava al fianco, come un cane fedele, fino a quando non si fermò verso quello che sembrava uno scoglio concavo.
Al centro, quasi poggiato lì apposta, c'era il bracciale d'oro. A grandi lettere c'era scritto DIMITRI.
Aaron allungò la mano e lo raccolse, l'acqua a quel punto lo avvolse completamente e le carpe gli danzarono d'avanti, in un batter d'occhio Aaron era già fuori dall'acqua e Angie davanti a lui.
<<  Ce l'abbiamo fatta ...  >> disse Aaron, felice, bagnato e infreddolito.
Non ci volle molto che finalmente le forze dell'ordine, dopo aver indagato per bene, arrivassero a Dimitri. Fu un vero sollievo per Aaron e Max, forse più per Aaron.
Il maggiore dei fratelli però non riusciva a capire perché la dama del lago non se ne fosse ancora andata. Il suo assassino era stato arrestato, suo figlio era stato trovato e la sua storia completamente svelata eppure la dama rimaneva lì; sottoforma di carpa bianca.
I Norrington non sembravano per niente turbati da tutto ciò ma comunque era ovvio che i morti potessero riposare in pace.
Max, con sorpresa di Aaron disse una cosa sensata: <<  Forse vuole vedere suo figlio  >>.
E così era stato. Aaron, Max, I Norrington al completo e Willbur , moglie e figli e Marcus erano stati sulla riva del lago per ore e ore ma niente, la dama era bella che nascosta.
Aaron non si perse però d'animo.
L'inverno, ormai alla fine, rese le temperature più gradevoli e la neve si sciolse gradualmente.
Le carpe che fino a quel momento non si facevano ne vedere ne sentire adesso saltavano e si presentavano gentilmente.
Una notte, mentre Aaron preparava il proprio letto, vide dalla finestra una figura minuta.
Marcus era sulla sponda con un retino, intento a cacciare la carpa più bella che c'era.
Lo Smith non disse niente, uscì fuori dalla terrazza e osservò la scena.
Marcus era immerso fino alle ginocchia, al contrario di prima, le carpe nuotavano lontano da lui con movimenti fluidi ma eleganti.
Il bambino osservava la superficie, Aaron si chiese perché aveva aspettato la notte per pescare, poi con un colpo di retino le carpe saltarono tutte insieme come delfini ammaestrati.
Aaron rimase a bocca aperta, la carpa più grande, color bianco perla, saltò nella rete.
Marcus, entusiasta, saltò e urlò. Non ci volle molto che mise la mano per afferrare il pesce.
Una luce abbagliante, come un faro, si diffuse e fluttuò verso Marcus.
Angie, la dama del lago, gli comparve davanti ma, sebbene impaurito, non si mosse.
Lei era come sempre silenziosa e muta.
<<  Mamma?  >> chiese Marcus, impaurito e la luce esplose di nuovo. In quel momento Angie fece di sì con il capo e poi indicò il lago.
L'acqua si agitò dal nulla, le carpe saltarono e la dama del lago abbracciò il figlio.
Per la prima volta lei parlò: <<  Marcus ...  >> una voce dolce ed eterea. La luce pian piano diminuì e lei divenne sempre più chiara. Scomparve dagl'occhi di Marcus ma non da quelli di Aaron.
Angie adesso fissava un punto grande e bianco, come lei e un uomo dai capelli rossi allungava una mano verso di lei: Jason.
Appena le loro dita si toccarono la luce implose. Angie, la dama del lago, era finalmente in pace.
Il bambino osservò per qualche attimo il lago, tra le grosse carpe bianche ne era comparsa una piccola e minuta.

 


Max e Aaron erano d'avanti alla porta di casa, la loro casa, o meglio quella di Aaron. Si guardarono un attimo.
<< Sei proprio un cascamorto, Max!  >> disse Aaron, il fratello era riuscito a strappare un bacio a Sara ma niente di più e la sua risposta era stata"non era il mio tipo".
<<  Lo so!  >>.
Aprirono la porta, ma invece di trovare il solito pestilenziale odore di chiuso, sentirono il caldo profumo di torta fatta in casa.
I due fratelli si guardarono negl’ occhi.
« questa cosa non mi piace  » sussurrò Aaron.
<<  Mamma?  >> urlò Max facendo qualche passo indietro.
Ma lei sorrise con uno di quei sguardi che Aaron conosceva benissimo.
<<  Ti ha lasciato, non è vero?  >> disse il maggiore degli Smith.
<<  Per un'indiana  >>.
<> chiese Max.
<<  Oh tesoro, ti riporto a casa!  >> disse.
Il maggiore dei due fratelli Smith uscì fuori dalla casa e osservò la buca delle lettere. Aaron in quell'istante si rese conto di quante ce n’ erano. Ne estrasse una che, a suo parere, sembrava molto sospetta.
Adesso che il signor Norrington l'aveva bello che pagato, Aaron si sentiva pronto a tutto e quella lettera sembrava una vera e propria sfida.
Il ragazzo bussò alla spalla del fratello minore, che stava già per iniziare una cruenta lotta verbale con la madre, e gli mostrò la lettera.


Caro signor Aaron Smith.
Le offro un cospicuo compenso per liberare la mia modesta dimora da un'entità rumorosa e malsana. Domenica 8 ottobre pomeriggio la prego di venire presso il palazzo di Westmister, in attesa della mia persona.
Distinti saluti
Duchessa S. s. Moor.

<<  Duchessa?  >> chiese Max.
<<  Già!  >>. Osservarono la madre che gli sorrideva con fare furbetto e poi si osservarono negl’ occhi. Si capirono all’ istante. Entrambi riafferrarono i bagagli, fecero marcia indietro.
<<  Dove andate voi due?  >> chiese la madre ma nessuno dei due gli rispose.
Entrambi stavano già correndo sotto una pioggia fine, pronti ad una nuova, stramba avventura.

   
 
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