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Autore: the spirit eater    26/03/2015    3 recensioni
E prima di servire Ciel Phantomhive Sebastian avesse servito una persona molto strana? E se avesse incontrato un Ciel ancora bambino?
Una storia dal sapore di Zenzero e Miele: la storia di Charles Clock e la storia di Sebastian.
Warnings: Basato sulla versione manga, possibile shonen-ai
Genere: Drammatico, Mistero, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Ciel Phantomhive, Nuovo personaggio, Sebastian Michaelis, Undertaker, Vincent Phantomhive
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Quel momento sarebbe stato più poetico se la luna avesse risplenduto nel cielo.

Quel momento sarebbe decisamente stato più romantico se sotto il cielo stellato quei due uomini stessero camminando fianco a fianco solo per il piacere di farlo.

Ma purtroppo non era così: il cielo londinese gravido di nuvoli temporalesche avvolgeva silenziosamente la città inglobando le polveri sottili che presto avrebbe rigettato sotto forma di pioggia grigiastra e acida.

Charles Clock si fermò d'improvviso: erano arrivati. Nel suo cappotto pesante e con quel grande cilindro pareva ancora più minuto di quanto già non fosse.

Casa Phantomhive non sembrava così diversa dal normale: una banale magione di città da nobile altolocato inglese.

Il biondo guardò il proprio “amico”

“Sebastian: temo che entrare dalla porta principale sia fuori discussione.”

Il demone sorrise suadentemente

“Temo che lei abbia ragione”

Clock rivolse uno sguardo scocciato a Sebastian.

“Entriamo da una finestra: non fare rumore, non romperla”

“Yes my Master”

Il famiglio prese in braccio velocemente il proprio contraente spiccando poi un leggiadro salto: la finestra si spalancò senza la necessità di aiuti.

I vibranti occhi di Sebastian emisero un provocante scintillio di fiamma. Charles pareva quasi imbronciato: nel suo essere così infantile avrebbe voluto anche lui avere poteri magici.

Appena messo piede nella stanza i due compresero immediatamente il terribile errore commesso: si trovavano in una camera da letto!

L'ambiente era scuro e privo di luci, l'aria era quasi dolciastra.

Clock provò a fare un passo, ma inciampò in un giocattolo: rischiava di cadere a terra facendosi notare dal padrone di casa (che lo avrebbe scambiato per un rapitore): il piano sarebbe andato in fumo.

Sebastian recuperò l'altro prima che il danno fosse irreparabile. Buffamente i due si ritrovarono in una posa equivoca: Sebastian stringeva da dietro il proprio padrone con forza serrandogli la bocca con la mano per non fargli emettere nessun gemito di sforzo o sorpresa.

Il demone comprese subito la situazione: si mosse nel buio con sicurezza aprendo la porta e invitando il suo padrone ad uscire con l'aiuto della flebile luce emanata dall'uscio.

Chiudendo la porta Seb si girò per guardare chi stava dormendo in quella stanza: i suoi occhi nocciola incontrarono due iridi blu come la notte.

Un bambino sui quattro anni stava fissando Sebastian intimorito: aveva capelli ed occhi blu e un'espressione terrorizzata.

Un brivido percorse la schiena del demonio: un presagio di innumerevoli fatiche future si sarebbe detto col senno di poi.

Sebastian si voltò mentre chiudeva l'uscio: si mise l'indice davanti alla bocca sussurrando quel sibilo che voleva intendere “zitto, è tutto un sogno”.

La porta si chiuse, i due erano momentaneamente in salvo: dovevano assolutamente trovare lo studio del padrone di casa: avevano ormai pochi minuti.

In quell'attimo un grosso orologio nell'atrio scoccò la mezzanotte

“Ti rimangono sei giorni di vita, Charles”

Il londinese parve non curarsi della frase provocatoria del suo accompagnatore e continuò deciso puntando una massiccia porta in mogano.

 

Clock bussò docilmente.

“Celine non ho bisogno di nulla”

“Temo, di non essere Celine”

L'uomo di latte e zenzero deglutì aprendo lentamente la porta.

“Non ci spari per favore, siamo qui nei suoi interessi!”

Era visibilmente in ansia.

I due si trovarono davanti un uomo sulla trentina dal volto bellissimo: occhi e capelli azzurri come il bambino nella camera, un viso longilineo e lineamenti dolci e quasi femminei. Con sguardo serioso da dietro una lussuosa scrivania ricolma di carte e penne fissava i suoi “ospiti”, si reggeva il volto con una mano, quasi con fare annoiato. Ad uno sguardo più attento si sarebbe capito che quella mano che spariva sotto la scrivania stava impugnando una pistola.

“Affari?”

Charles si tolse il cilindro, sospirò

“Affari”

I due entrarono nello studio: Vincent pareva comunque a suo agio: doveva essere abituato ad un certo tipo di intrusioni e doveva comunque sentirsi tranquillo.

“Sedetevi pure” il conte Phantomhive indicò due sedie dal lato opposto della scrivania in cui era seduto

Charles declinò, voleva tagliare corto

“La questione è semplice: vorremmo stringere un'alleanza”

Vincent spalancò gli occhi.

“Voi vorreste...allearvi coi Phantomhive?”

scandì ogni sillaba completamente stupefatto: esplose subito in una fragorosa risata.

“Due sconosciuti vorrebbero allearsi con il più alto esponente dell'aristocrazia del male? Credete sia così facile ottenere il nostro appoggio?”

Charles non si fece smuovere

“Temo che lei abbia frainteso..”

sorrise, adorava ribaltare la situazione

“...Quella che le propongo è una breve alleanza che va ad interesse “vitale” di entrambi”

Lo sguardo di Vincent divenne immediatamente più serio: dietro a quell'azzurro limpido come il cielo sembrava celarsi un'immensa oscurità.

“Parla”

“Delle fonti attendibili dicono che i membri della banda di Sherwood vogliano attaccare casa Phantomhive...”

Sebastian guardò interessato il proprio master: allora era quella l'informazione che Charles aveva ottenuto da Undertaker?

Vincent tornò a ridere

“Spero tu stia scherzando: pensi davvero che una banda di ladruncoli che rubano ai poveri possa attaccare un pezzo grosso come me...ahahah”

Le labbra di Clock si mossero velocemente, l'ultima parola del discorso fu come una stilettata

“...stanotte”

Il conte smise nuovamente di ridere, la sua espressione pacata tradì una vena di rabbia

“Nessuno, può mentire ai Phantomhive lo sai?! Osa dire il falso e te ne pentirai amaramente!”

Charles non perse nemmeno per un istante la propria compostezza, quando superava le proprie paure ci sapeva fare.

“Non stiamo mentendo: questa notte noi la salveremo, in cambio lei ci aiuterà a trovare e sgominare i capi di Sherwood”

“Stia tranquillo: chiunque provi ad attentare alla mia famiglia vedrà le più profonde pene dell'inferno”

Charles comprese la situazione, era vagamente intimorito da quell'uomo.

Nel momento in cui uscirono dallo studio una freccia infranse uno dei vetri dell'abitazione.

“Frecce?! Ma stiamo scherzando? Siamo nel medioevo?”

Vincent pensava di avere più tempo utile per prepararsi.

Charles reagì velocemente

“Sebastian riesci a capire quanti sono?”

Sebastian acuì il proprio udito. Il suo master aveva bisogno di lui, provò un sadico piacere.

“Mi dispiace: sono ancora per strada. Posso solo dire che sono sicuramente più di cinque e meno di quindici.”

Clock incrociò lo sguardo di Vincent

“Al piano superiore ci sono le camere da letto e le stanze della servitù: occupatevi di proteggere Ciel”

“Il bimbo?”

Sebastian si tradì volontariamente, Vincent lo fulminò con lo sguardo

“Sì”

Charles prese irato per la giacca Sebastian e lo portò nella camera.

Entrati nella stanza assistettero agli ultimi momenti di tranquillità che avrebbero potuto vedere durante quella notte.

Un rampino infranse la finestra svegliando di soprassalto il bimbo giusto pochi secondi dopo che la porta era stata chiusa

“Presto vieni di qua, Ciel!”

Charles prese in braccio quella tenera creatura che premette la faccia contro il suo petto.

“Sebastian occupati di quelli che entrano in quella stanza.”

Uscito dalla camera da letto Clock affinò i propri sensi: dal piano inferiore provenivano delle voci

“Caro, aiuto!”

“Tanaka pensa tu a lei, Celine io e te ci occupiamo del portone”

“Yes, my lord”

“Yes, my lord”

Dal piano superiore il grosso dei rumori proveniva dalla camera dalla quale era appena scappato: Charles entrò nella camera di un qualche maggiordomo e lo ripose nell'armadio

“Piccolo, qui sarai al sicuro! Non uscire per nessun motivo!”

“S...Sì”

Ciel era stordito, aveva semplicemente obbedito alla prima persona che gli avesse offerto il suo aiuto: non aveva visto ne il suo viso ne altro. Era piccolo e fragile, Charles lo guardò, gli ricordava una persona molto importante.

Clock richiuse l'armadio che aveva uno stupendo odore di te verde.

Tornò velocemente sui suoi passi estraendo una piccola pistola dalla giacca

I suoi occhi si erano fatti freddi e calcolatori.

Si avvicinò alla porta, sussurò poche parole

“Sebastian fammi rapporto”

Dall'uscio si fiondò fuori il diavolo che stava impugnando un set di posate tra le mani. Il balzo che aveva compiuto dalla stanza lo portò esattamente al fianco del suo padrone.

“ne rimangono pochi, sono solo due”

“Quanti ne hai uccisi?”

“Quattro”

“Quindi nel peggiore dei casi ne rimangono ancora nove. Sebastian vai a proteggere Ciel: qui ci penso io”

“Yes, my Master”

 

Charles entrò lentamente nella stanza: era tutto azzurro: dalle pareti alle tende, al letto. Qualche oggetto dorato spuntava qui e là.

Il giovane puntò la pistola verso uno dei due ormai impauriti ladri gli sparò senza pietà: il colpo centrò con ampia precisione il cranio del malcapitato che cadde a terra mentre una fresca pozza di sangue si espandeva sul pavimento. Non pareva più il solito ragazzo dolce e spensierato: un interruttore era scattato, qualche reazione chimica aveva tirato fuori una parte di lui celata ai molti. Altri quattro cadaveri, orribilmente mutilati, giacevano a terra.

Charles spostò aggraziatamente la mira sulla gamba dell'ultimo sopravvissuto sparando: un fiotto di sangue schizzo sulla parete .

L'uomo dal viso anonimo e dal corpo pieno di muscoli si mise a piangere

“Patetico”

Charles gli si avvicinò abbassando l'arma

“Vediamodi mettere le cose in chiaro”

“La prego non mi uccida!”

Le lacrime uscivano lente dagli occhi piccoli dell'uomo la cui gamba grondava di quel liquido rosso e caldo.
“Se parlerai ti lascerò in vita”

“Ma...ma non posso! Anche il capo...anche lui usa uno di quei mostri io...”

Charles parlava con calma, con una pacatezza che era più spaventosa di ogni ira o furia.

“Qual è l'obbiettivo di Sherwood?”

“Io...Io...”

“5”

“N...Non posso...”

“4”

“No, amico...”

“3”

“Aspetta”

Alzò la pistola all'altezza della tempia dell'altro

“2”

Il viso del borghese era alquanto infastidito.

“Vuoi dei soldi?”

“1”

“ne h...”

Clock mise la pistola n bocca alla vittima, senza lasciargli il tempo di finire la frase.

Il colpo parti secco insozzando nuovamente la parete della stanza

“Questi ladruncoli sono proprio privi di carisma”

Il giovane tornò dove aveva nascosto Ciel.

Tutto si era calmato: nella casa regnava ora il silenzio.

Vincent salì le scale tranquillamente, aveva una macchia di sangue sul viso.

Guardò il nuovo alleato.

“Ce ne sono altri?”

“no”

tirò un sospiro di sollievo.

“Perdonatemi, per stasera vi devo chiedere di andarvene, se mia moglie vedesse altri sconosciuti potrebbe dare di matto, a Ciel ci penso io. Grazie di tutto”

“Quando ci rivedremo?”

Il biondo era evidentemente spazientito.

“Tra due giorni se non vi è di disturbo”

Sebastian guardò contento il suo padrone, altro tempo prezioso sarebbe andato perso se lui non avesse fatto nulla

“va bene, allora a dopodomani alle 17”

“Certo rinuncerò ad ogni altro impegno, vi sono debitore”

Charles iniziò a scendere le scale dalle quali Vincent era appena arrivato

“state attenti, loro hanno un uomo pericoloso come noi due”

Il conte in quel momento aveva appena visto la scena nella camera del figlio.

Deglutì.

“Capisco”

Un arzillo vecchietto scortò i due fuori da casa phantomhive

 

I due si rigettarono tra le strade di Londra: era passato poco tempo da quando erano entrati: una pioggerellina flebile, lacrimosa, iniziò a cadere sul lastricato

“Sebast...”

Charles cedette, stava per cadere a terra quando Sebastian lo prese.

Aveva perso i sensi, forse quanto era successo quella notte era troppo per quel misterioso uomo di latte e miele.

Lo prese in spalla, sentiva l'odore dell'honey ginger chiaro e forte, corse.

In poco erano arrivati alla villa, mise il suo padrone a dormire, uscì, andò a rubare lo zenzero.

 

Sorse il giorno seguente.

Mancavano sei giorni

Seguì il classico Honey Ginger, la vestizione. Quel giorno non dovevano fare nulla, pioveva.

Charles lesse e chiacchierò con Sebastian.

Tutto parevo normale e tranquillo, ma una flebile tensione appesantiva l'aria.

Venne l'ora di adagiarsi.

“Sebastian”

Charles, affondato nelle coperte del suo grande e soffice materasso, pareva inquieto..

“Dimmi”

“Potresti cantarmi una canzone?”

Aveva gli occhi lucidi.

Il demone guardò il suo master perplesso

“Sì una canzone di quelle dolci, per riuscire a dormire, ho tanti brutti pensieri, ho paura.”

Sebastian sorrise, cantò un coro clericale con una voce profonda e sensuale.

“Stupido”

Sebastian si interruppe

“Eh?”

“Non si fa così! Vieni qui vicino, nel letto e canta sottovoce diretto nel mio orecchio”

Sebastian eseguì gli ordini: vestito si mise sotto le coperte e cantò una ninna nanna al suo padrone.

Charles si addormentò aggrappato alla camicia di Sebastian, durante il sonno pianse mille lacrime.

Salve a tutti! Eccomi tornato!
Se ho dimenticato di dirlo in precedenza allora lo dico ora: la storia sarà aggiornata ogni 20-30 giorni anche se il progetto è che gli ultimi due capitoli escano molto ravvicinati :)
Scrivere brani che contengono azione è davvero molto difficile xD devo riprenderci la mano!
Detto questo accolgo con grande gioia recensioni e commenti ^^
 
“Ginger and Honey, this is the magic. Put them into milk, and of your wish think"

P.S.
Dubbi o perplessità? lasciateli nei commenti e risponderò!
        
P.P.S.  ( arrendetevi che questa pseudo pubblicità ci sarà sempre xD)
Sono uno dei due membri del duo RedCircus: un account per più persone che vogliono scrivere fan fiction a 4 o più mani.
Se cercate nuovi autori con cui confrontarvi o con cui scrivere storie potete fare una richiesta al sottoscritto ^^


 
  
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