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Autore: SkyEventide    27/03/2015    7 recensioni
I quattro fondatori cercano un motto per la scuola e il loro stemma. Naturalmente, cercarlo, trovarlo e mettersi d'accordo in proposito sono tre questioni molto diverse. O anche: dare una risposta metà comica e metà seria sul perché mai abbiano deciso di passare ai posteri con il motto che dice di non fare il solletico a un drago dormiente.
Genere: Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Godric, I, fondatori, Priscilla, Corvonero, Salazar, Serpeverde, Tosca, Tassorosso
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dai Fondatori alla I guerra
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I nomi dei fondatori sono tenuti come in originale. Tosca ritorna Helga e Priscilla ritorna Rowena.

 
Mai solleticare il drago che dorme

Godric picchiettò il dito sulla pergamena un paio di volte con una certa insistenza. « Quella è esperienza di vita. Posso testimoniarlo. Non fatelo, semplicemente non fatelo. »
Rowena lasciò correre la penna d’oca su un’altra pergamena, come se rileggere le opzioni ancora e ancora potesse improvvisamente metterli tutti d’accordo sulla soluzione. « Sì, ti credo. Ma mi stai dicendo che tu davvero, davvero credi che la migliore lezione che potremmo mai dare alle generazioni future è di non fare il solletico a un drago che dorme? »
Il mago sgranò gli occhi, con un’espressione piuttosto offesa. « Quella è decisamente una lezione che tutti dovrebbero tenere a mente! » Si spostò dal tavolo e iniziò a camminare intorno.
Salazar sospirò. « Io sostengo la mia precedente proposta. »
Helga roteò gli occhi. « Oh, mi rifiuto. Non ho intenzione di avere sul nostro stemma quell’inno alla grandezza della stirpe. »
« Perché no? È perché tu non ne hai una o...? »
Helga lo fissò e poi si sporse. Molto lentamente. « Perché la maggior parte dei nostri studenti non ne avranno una, Salazar. »
« Il che mi riporta a-- »
« Oh, per favore. » Rowena si mise le mani nei capelli.
Godric tirò la sua pergamena tra di loro; il pezzo di carta atterrò pacificamente sul pavimento. « Dovremmo usare “Cor audaciam nunc et usque in aeternum”. »
Salazar spostò la sua attenzione dalle due donne a lui. « Sarà una scuola di magia, non un posto per tenere tornei di giostra. »
« Beh, potrebbe esserlo. »
Rowena tirò con calma una riga su alcune delle idee che avevano buttato giù. « Sono costretta ad essere d’accordo con lui, Godric. »
Godric strinse le labbra e riprese la pergamena dal pavimento, rileggendo alcune delle opzioni.
Helga si rilassò sulla sedia. « Potremmo tenere a mente il fatto che avremo a che fare con bambini e cercare di rendere il motto un po’ più accogliente. Qualcosa che riguardi una casa. »
« Mi limiterò a ripetere il mio primo punto. » Salazar incrociò le braccia sul petto. « Sarà una scuola di magia, non un asilo. E, onestamente, “cibo caldo”? »
« Preferirei avere un asilo che il club esclusivo degli arazzi genealogici! »
« Opinioni, Helga. »
Rowena alzò un sopracciglio, sbuffando aria dal naso. « Com’è che oggi litighi più con Helga che Godric? Dovrei preoccuparmi? »
Godric lanciò una breve occhiata verso di loro dal lato della stanza e poi fissò di nuovo la lista che aveva in mano. « C’è bisogno che io dica qualcosa e riporti ogni cosa al suo stato normale? »
Helga sospirò. « No, Godric, grazie per l’offerta. »
« Prego. »
« Che ne dite dell’indovinello, comunque? » Rowena spostò lo sguardo fra gli altri tre. « Ha senso, se ci pensate. Quelli che non lo capiscono subito impareranno la risposta e quelli che ci riescono... insegnerò loro personalmente, penso. Potremmo persino incantare lo stemma così che l’indovinello cambierà ogni anno. »
Salazar arcuò le sopracciglia, con un’espressione piuttosto lapidaria. « Eravamo d’accordo di scartare l’opzione già un’ora fa. »
« Tu eri d’accordo. »
Helga tossicchiò. « Anche noi lo eravamo, cara. Ma puoi tenere l’idea per qualcos’altro. »
Godric rise sullo sfondo. « Onestamente non riesco a decidere quale è peggio, se il tuo indovinello o la proposta di Salazar. »
Sia Rowena che Salazar si voltarono verso di lui. « Scusa? » In coro.
Godric corrugò appena le sopracciglia e scoccò un’occhiata a entrambi, prima l’una e poi l’altro. « È un motto, Rowena! Si suppone che venga tenuto a mente, per ricordare a tutti della scuola, non per confondere le persone. E francamente è un test inutile, non abbiamo bisogno di controllare quanto siano informati i nostri studenti prima di insegnare loro qualcosa. E Salazar... ho sprecato abbastanza fiato riguardo al tuo punto. »
Salazar assottigliò gli occhi e si sporse in avanti, ma Rowena si alzò con le labbra strette prima che lui potesse dire qualunque cosa, ancora stringendo la penna d’oca. « Beh, di certo non abbiamo neppure bisogno di assicurarci che siano coraggiosi e capaci di brandire una spada prima di insegnare loro qualcosa. Al contrario di capire quello che effettivamente sanno già fare. »
Godric piantò le mani in vita. « Non ho mai detto niente del genere! »
Helga sospirò, poggiò i gomiti sul tavolo e iniziò a massaggiarsi lentamente le tempie.
Salazar accennò una risata ironica. « Entrambi continuate a mancare di considerare che i bambini mezzosangue molto probabilmente non frequenteranno a prescindere. Specialmente quelli che sono l’unico mago o strega della loro famiglia, perché la loro famiglia, a meno che non siano proprietari terrieri, ne avrà bisogno per lavorare. Per lavorare. Non avranno tempo per la scuola. »
« Ho detto di aver sprecato abbastanza fiato per-- »
« Va bene, va bene! » Helga si alzò all’improvviso e ottenne silenzio. Non per il suo movimento, principalmente perché aveva urlato. Inspirò lentamente. « Usiamo... usiamo quello del drago e facciamola finita. »
Gli altri tre la fissarono.
Rowena lanciò uno sguardo alla pergamena. « Sul serio? »
Helga scrollò le spalle e si sedette di nuovo; Godric, al contrario, sorrise e gli si illuminò il viso. « Vi avevo detto che aveva senso », disse. « E vi garantisco personalmente che è un consiglio che tutti dovrebbero ascoltare. »
Rowena aveva quell’espressione neutra che faceva sempre ogni volta che stava considerando qualcosa, fissando il vuoto. « Beh, potrebbe... Potremmo fingere di avere un drago come difesa o quantomeno suggerirlo attraverso il motto. »
Salazar alzò una mano col palmo all’insù. « Non ce l’abbiamo neppure un drago e dubito che lo avremo mai. Cambia la frase con “basilisco”, quantomeno quello ce lo avremo. »
Godric poggiò di nuovo la sua pergamena sul tavolo. « Chi sarebbe così stupido da fare il solletico a un basilisco, Salazar? »
« Chi sarebbe così stupido da fare il solletico a un drago, Godric? »
« ...Mi stai chiamando stupido? »
Helga buttò indietro la testa dall’esasperazione. « Per favore! »
« Devo dire, Salazar », aggiunse Rowena, in un tono di voce molto più calmo e ponderante, « che non sarebbe saggio rivelare che abbiamo effettivamente un basilisco proprio nel nostro motto. »
Salazar aprì la bocca, corrugò la fronte e la chiuse di nuovo. Picchiettò le dita sulla propria coscia. « ...Ragionevole. »
Seguì un momento di silenzio, in cui si guardarono tutti tra di loro. Infine, Rowena parlò di nuovo. « Quindi. » Li interrogò in silenzio con un’occhiata. « Stiamo infine decidendo per “Draco dormiens nunquam titillandus”? »
Helga annuì. « Confermo. »
Salazar appena cambiò espressione. « Apparentemente. »
Godric sogghignò.
« Molto bene. » Rowena lo scrisse sulla pergamena, sotto al suo schizzo dello stemma della scuola.



 
Grazie per la lettura di questa cosina breve, spero vi abbia divertito tanto quanto è divertito a me scriverla. Per inciso: chiaramente non si sa se gli altri fondatori sapessero del basilisco e quale sarebbe la vera ragione per infilarlo nella scuola, ma ho le mie teorie a riguardo.
Immagino di non essere in realtà la prima a proporre questa teoria sul perché del motto, ma hey. La trovavo divertente.
 
   
 
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