UNO SGUARDO AL FUTURO
- I Ricordi di Mirai Trunks e Mirai Bulma-
“Bulma…”
“Vegeta…”
Entrambi rimasero a contemplarsi per diversi minuti, neanche
Trunks volle disturbare quel particolare momento così
“intimo” tra i due.
In quel lasso di tempo Vegeta non si fece scappare nessun dettaglio
della donna che aveva di fronte.
Osservandola il saiyan poté constatare soltanto quanto fosse
identica, in un certo qual modo, alla Bulma della sua epoca…
Aveva gli stessi capelli azzurri, solamente più lunghi,
raccolti in una coda che arrivavano fin sulla schiena.
Indossava un semplice pantalone di jeans abbinato ad una maglietta
bianca, per finire poi con un giubbetto nero e semplici scarpe da
tennis.
Nonostante non avesse indosso indumenti particolarmente attillati o
eleganti, per lui era semplicemente…bellissima.
Dal viso si poteva notare non solo la sua età certamente
più avanzata della sua, che doveva aggirarsi sui
cinquant’anni, ma una sorta di stanchezza e malinconia che il
saiyan non poteva non percepire.
Doveva aver sofferto moltissimo e di questo lui ne era ben
consapevole…
In quell’istante gli venne in mente la sua Bulma e
gli sovvenne spontaneo fare un paragone tra lei e la donna che
si trovava di fronte.
In fondo colei era sempre Bulma, ma non riusciva ad accostarla alla sua
compagna…
Notava delle forti differenze non solo per quanto riguardava
l’abbigliamento molto sportivo o l’assenza di
trucco, ma probabilmente anche per il suo sguardo così
maturo e segnato dagli eventi che non aveva mai scorto nella sua donna.
Nel frattempo anche Mirai Bulma non riusciva a capacitarsi
della presenza dell’uomo, troppe emozioni stava covando il
suo cuore da non riuscire a domarle.
Felicità, stupore, euforia per averlo
“ritrovato” che si contrapponevano con la paura e
il timore che potesse svanire all’improvviso.
Aveva intuito che si trattava del Vegeta della dimensione passata visto
il suo aspetto più giovanile, ma in quel preciso frangente
tale caratteristica non era più rilevante...lui
era lì davanti a lei e il resto non aveva importanza.
Come poteva dimenticare quel cipiglio fiero ed orgoglioso del suo viso
che l’aveva fatta innamorare e che le mancava da
impazzire…impossibile dimenticarsi del Principe
dei Saiyan.
Quel lungo silenzio stava mettendo letteralmente a disagio Trunks, così decise di intervenire:
“Sentite che ne dite di entrare in
casa…è quasi ora di pranzo, che ne pensi
mamma?”
Bulma, ridestandosi dai suoi pensieri, rispose:
“Hai ragione tesoro, non mi ero accorta che fosse
già ora di pranzo…”
“Io è meglio che vada” disse fermamente
Vegeta.
“No, rimani…non c’è nessun
problema. Tanto ormai sei qui” aggiunse la donna sperando
vivamente che lui accettasse.
“La mamma ha ragione, non c’è motivo che
tu te ne vada proprio ora e poi devo presentarti una persona”
disse sorridendo il giovane.
Il saiyan, dopo un primo momento di esitazione, accettò
l’invito incuriosito anche dalla proposta del ragazzo.
Una volta entrati in casa si avviarono nel salotto e mentre
Vegeta diede uno sguardo intorno, sentì dei passi veloci
provenire dalle scale.
Non fece in tempo a pensare chi potesse essere, che una ragazza
sbucò all’improvviso correndo verso Trunks,
abbracciandolo.
Rimase per un secondo ad osservarli, poi il giovane prese la parola:
“Bree quante volte ti ho detto di non correre per le
scale, potevi scivolare e nelle tue condizioni non mi sembra il
caso” disse seriamente il ragazzo.
“Hai ragione tesoro, ma non vedevo l’ora di
rivederti”
“Ma se ci siamo visti un’ora fa” disse
lui sorridendo.
“Lo so, però mi sei mancato lo stesso”
rispose lei con uno sguardo troppo tenero perché Trunks
potesse resisterle.
“E va bene non importa, ma cerca di stare attenta”
disse lui posandole un bacio sulla fronte.
“Andiamo Trunks è solo incinta, non è
mica malata” rispose allegramente la madre.
“Lo so mamma, però è rimasto poco per
il parto e dovrebbe riposare invece di stancarsi”.
Vegeta guardò stupito la scenetta, non si
aspettò di vedere una situazione del genere.
La giovane donna doveva avere qualche anno in meno di Trunks, aveva
corti capelli neri e occhi del medesimo colore, statura media e un
caratterino molto vivace da quello che intuiva.
La ragazza, dopo il dialogo con Trunks, si era accorta della sua
presenza proprio allora e con un po’ di imbarazzo, disse:
“Mi dispiace, devo sembrare davvero una
maleducata…non mi sono presentata al vostro ospite, che
figura…
Io sono Bree, piacere di conoscerla” aggiunse la ragazza
porgendo la mano al saiyan.
Vegeta esitò per un istante poi però cedette e
porse la mano dicendole seriamente:
“Io mi chiamo Vegeta e…sono il padre di
Trunks”.
“Davvero? Non può essere, sei così
giovane e poi Trunks mi aveva detto che suo padre era morto molti anni
fa, non è vero tesoro?”
Il giovane e sua madre non poterono credere ai loro occhi, non
si aspettarono da Vegeta un’affermazione simile, ammettere di
essere il “padre” di Trunks anche se non faceva
parte di quella dimensione.
Era stato bello sentire dal saiyan, ciò che Trunks si
aspettava quando si trovava nell’altra
epoca…essere riconosciuto dal padre.
Ripresosi da quella ammissione il ragazzo vide la sua compagna un
po’ confusa così decise di intervenire:
“Bree, è vero. Mio padre è
venuto a mancare moltissimi anni fa, ma se ricordi bene ti ho parlato
del viaggio che ho compiuto per arrivare in un ‘altra epoca
per scongiurare un’altra apocalisse ed evitare che mio padre
morisse anche in quella dimensione”.
“Si, ora ricordo. Non avevo pensato a quel particolare.
Devo ammettere che vi somigliate moltissimo, ora che vi
guardo”
“Concordo con te, Bree” aggiunse Mirai Bulma
sorridendo.
Una volta terminato il pranzo la scienziata si apprestò a
rassettare la cucina, mentre Bree si recò in camera sua,
costretta da Trunks, a riposarsi per via della gravidanza ormai
arrivata agli sgoccioli.
Nel frattempo Vegeta ed il giovane rimasero soli nel salotto ed il
saiyan approfittò di quel momento per chiedere al figlio:
“Sapevo che saresti riuscito a sconfiggere i
Cyborg”
“Già. Inizialmente avevo qualche dubbio, ma grazie
all’allenamento nella stanza delle spirito e del tempo e alla
battaglia affrontata contro Cell, ho potuto batterli”.
“Ti sbagli Trunks.
Quelle esperienze ti hanno sicuramente forgiato di nuova forza e fatto
acquisire più sicurezza, ma hai vinto contro i Cyborg
perché hai avuto fiducia in te stesso, nelle tue
capacità e soprattutto non hai avuto
paura…”disse il padre avvicinandosi alla finestra
a braccia conserte.
“Probabilmente hai ragione papà, ma ho vinto
perché in quegli istanti non ero da solo a combattere.
Anche se non eri presente, io sentivo comunque la tua
vicinanza…può sembrare sciocco, ma è
così…”
Vegeta, a quelle parole, non poté trattenere un ghigno, poi si voltò verso il figlio seduto sul divano e cambiando discorso gli chiese divertito:
“A proposito, tuttavia vedo che hai avuto modo di
divertirti anche un po’…”
“Che vuoi dire” chiese il ragazzo, anche se
intuì a cosa si riferisse.
“Andiamo Trunks, mi hai capito…la
ragazzina…vedo che non hai perso tempo”.
“Papà cosa dici!” rispose il giovane
imbarazzato.
“Come l’hai conosciuta”
domandò serio il principe.
“Ecco, in realtà l’ho incontrata poco
dopo aver sconfitto i Cyborg. Io e mia madre perlustravamo ogni giorno
la città per riuscire ad aiutare i sopravvissuti sfuggiti
alla catastrofe.
Fortunatamente alcuni erano riusciti a sopravvivere, così ci
siamo tutti aiutati reciprocamente a rimetterci in sesto e a
risollevare la città.
È stato proprio in quei giorni che ho incontrato
Bree…
Mentre perlustravo la zona ho sentito dei singhiozzi provenire dietro
ai resti di una casa, così incuriosito mi sono avvicinato ed
è stato lì che l’ho
vista…seduta a terra, rannicchiata con il viso nascosto tra
le ginocchia.
Quando ho incrociato il suo sguardo colmo di lacrime non ho potuto fare
altro che provare dolore, ho percepito tutta la sua sofferenza.
Così mi sono avvicinato, l’ho presa tra le braccia
e l’ho portata a casa…da quel momento non ci siamo
più separati.
Da allora sono passati quattro anni, ma credo che lei non sia mai
riuscita a superare del tutto quel brutto periodo anche
perché a causa dei Cyborg ha perso i suoi
genitori…maledetti” disse Trunks stringendo i
pugni.
“Mi
dispiace…figliolo…”mormorò
tristemente Vegeta che poi aggiunse:
“Tuttavia, qualcosa di piacevole è accaduto mi
sembra”.
“Ti riferisci alla gravidanza di Bree, vero?”
“Esattamente” disse Vegeta.
“E’ la cosa più bella che mi sia mai
capitata papà, davvero.
Bree è stata la mia ventata fresca, la mia rinascita dopo
tanti anni di sofferenze e non poteva donarmi un regalo più
bello” rispose commosso il giovane.
Vegeta rimase per un attimo a contemplare il viso radioso di
Trunks e provò dentro di sé un’infinita
gioia nel vederlo così felice dopo tutti i dispiaceri
sopportati insieme a sua madre durante il corso degli anni.
Proprio in quell’istante entrò lei e vedendo il
figlio un po’ provato gli chiese:
“Tesoro, tutto ok?”
“Si mamma, non preoccuparti. Ho spiegato a papà
tutto quello che è successo negli ultimi quattro
anni…tutto qui”
Ora vado a dare un’occhiata a Bree” disse il
ragazzo alzandosi, ma prima di uscire dalla stanza chiese al padre:
“Papà, rimarrai per qualche giorno vero? Abbiamo
tante di quelle stanze…anche se questo lo sai
già”.
“Non credo di potermi fermare qui” rispose
fermamente il saiyan.
“Vegeta, non farai mica i complimenti…non
è proprio da te” concluse sorridendo la donna che
aggiunse:
“Dai seguimi, ti mostro la tua stanza”.
A quel punto il principe non poté più
rifiutare e decise di seguirla percorrendo le scale per poi arrivare ad
un lunghissimo corridoio costituito da immense vetrate.
In quel momento si sentì davvero a casa perché
tutto era così simile alla sua vera abitazione e ne ebbe la
conferma quando arrivò nella camera che lo avrebbe ospitato.
Ebbe come una sorta di dejà vu…appena
entrò vide un letto accanto alla parete, al suo fianco una
scrivania ed una sedia, di fronte era posto un grande armadio e davanti
a lui un terrazzo.
Infine accanto all’armadio individuò una porta
dove all’interno era situato il bagno.
La scienziata vedendolo assorto nei suoi pensieri gli disse:
“Ora ti lascio un po’ da solo, magari hai
voglia di riposare un po’ o farti una doccia. Se ti servono
vestiti basta che me lo fai sapere e…”
“Non preoccuparti, ho con me tutto quello che mi serve. Ho
portato delle capsule e lì dentro c’è
tutto ciò che mi occorre” la interruppe il saiyan.
“Ok. Se ti serve qualsiasi cosa, fammelo sapere comunque.
Ci vediamo dopo” proferì la donna andandosene.
“Aspetta donna”.
Udendo quella parola Bulma si bloccò…era
da così tanto che non sentì pronunciare quel nome
dall’uomo, un tempo per lei odioso, che avvertì
una scossa lungo tutto il corpo.
Provò una forte emozione che le fece scendere una lacrima,
non riuscì a controllarla, ma subito si avvide ad asciugarla
per non farla notare a lui...poi schiarendosi la voce disse:
“Dimmi pure, Vegeta”.
“Questa camera, un tempo, era stata la sua,
non è vero” disse il saiyan seriamente.
Bulma intuì che si stava riferendo al suo Vegeta quando
erano ancora agli inizi della loro storia e sorridendogli gli rispose:
“Si, questa è stata la sua stanza per un
po’.
Ti ho portato qui perché pensavo ti sentissi più
a tuo agio, ti crea problemi?” chiese lei gentilmente.
“Nessun problema”.
“Perfetto, allora ci vediamo dopo”.
Detto ciò la donna uscì e
lasciò Vegeta immerso nei suoi pensieri.
Intano il saiyan approfittò delle comodità
offerte per farsi una bella doccia e riposarsi un po’.
Quando si ridestò dal suo sonno, si accorse che il sole
stava tramontando così decise di vestirsi e raggiungere gli
altri anche perché avvertì un certo languorino.
Giunto in cucina vide la tavola già apparecchiata e con
l’arrivo di Bree e Trunks poterono cominciare tutti a
consumare la loro cena che trascorse in maniera tranquilla.
Alla fine dei pasti i due giovani si sedettero sul divano per guardare
un po’ di televisione e Trunks approfittò, del
momento intimo con la giovane, per posarle una mano sul ventre ormai
enorme e aggiunse:
“Non vedo l’ora che nasca, sono troppo
curioso di vederlo”.
“Anche io, spero soltanto di essere una buona
madre…ho paura di fallire o che qualcuno possa portarmelo
via come è successo ai miei genitori. Non potrei sopportare
di perdere anche lui”.
“Bree, non accadrà mai una cosa del genere
perché con me voi sarete sempre al sicuro.
Ti prometto che nessuno vi farà mai del
male…fidati di me”.
“Oh Trunks io mi fido…credo sia colpa degli ormoni
e di questi sbalzi di umore, tuttavia non potrei mai dubitare di
te”.
Mentre i due si coccolarono sul divano, Vegeta intravide la
scena e pensò divertito:
“Che rammollito”.
Nel frattempo pensò di scambiare due parole con Bulma e
così la raggiunse fuori in giardino.
Intanto la scienziata, seduta vicino all’albero del suo
ciliegio, ripensò a quanto accaduto sinora e
all’emozione provata quanto vide Vegeta.
Non poté credere di aver avuto l’occasione di
poterlo “rivedere”, così identico al suo
saiyan…
Era talmente assorta nei suoi pensieri che si accorse
dell’arrivo di Vegeta, soltanto quando lui le pose sulle
spalle la sua felpa per ripararla dal fresco della sera.
L’uomo si sedette accanto a lei e le disse sarcasticamente:
“In qualsiasi epoca, sei sempre la solita
incosciente”.
“Vegeta, scusami non ti ho sentita arrivare e grazie per la
felpa, ma non dovevi preoccuparti”.
“Non ti smentisci mai”.
Dopo alcuni minuti di silenzio, il saiyan, seriamente, le chiese:
“Immagino sarai felice per Trunks ora che ha trovato la
serenità che cercava”.
“Non potrei essere più contenta. Ha sofferto molto
da quando è nato...
Dall’arrivo dei Cyborg sono morti tutti i nostri amici,
persino tu e Gohan, colui che è stato come un
fratello…
Abbiamo perso ogni tipo di affetto e ora lui si merita tutta la
felicità del mondo…io sono in debito con Bree
perché ha saputo farlo sorridere di nuovo rendendolo
addirittura padre.
Non potrei desiderare altro” disse commossa la donna.
“E tu donna, sei davvero
felice…” le chiese guardandola intensamente negli
occhi”.
La scienziata provò un brivido lungo la schiena
quando incrociò gli occhi del saiyan, quel brivido che non
avvertiva più ormai da vent’anni. Senza rendersene
conto la donna appoggiò il capo sulla spalla
dell’uomo e gli rispose:
“Vuoi sapere se mi manca?” gli disse la donna
sapendo che avrebbe intuito il riferimento al suo
Vegeta…
“Ogni singolo giorno sento la sua mancanza, quel vuoto che
nessuno potrebbe mai colmare.
Mi mancano le nostre litigate, i suoi rimproveri, i suoi sguardi che
sapevano conquistarmi in ogni istante.
Per non parlare delle sue carezze che mi rivolgeva durante la notte,
immaginando che stessi dormendo… mi manca il suo corpo e il
suo profumo che tu mi stai facendo ricordare.
Fisicamente lui non c’è, ma in qualsiasi posto mi
trovo sento la sua presenza mentre preparo il pranzo, faccio la spesa,
lavoro nel mio laboratorio, durante la doccia oppure quando mi ritrovo
la sera nel mio letto.
Lui non mi abbandona mai…è sempre qui con
me” sussurrò la donna alzando il viso fissando
Vegeta e appoggiando la mano sul suo cuore.
Con quel discorso il saiyan aveva compreso che la Bulma di
quell’epoca aveva imparato a vivere e ad essere felice giorno
dopo giorno, senza mai dimenticare i momenti passati insieme
all’uomo che tanto gli somigliava.
Aveva impresso quei ricordi nel suo cuore in modo da non sentirsi mai
veramente sola e lui ammirava il coraggio di questa donna
così forte e determinata da non farsi sovrastare dalla
disperazione.
Vegeta preso, per un istante, dalla situazione le
posò delicatamente una mano sul viso e le mormorò:
“Sei veramente forte, donna” per poi lasciarle un leggero bacio in fronte.
Presi dalla circostanza e dal quel particolare momento intimo, non si accorsero della presenza di un giovane dai capelli lilla che aveva visto e sentito ogni cosa…
Arrivò il giorno successivo dove tutti si
ritrovarono per la colazione.
Vista la splendida giornata Vegeta decise di fare una proposta al
giovane seduto di fronte:
“Ehi Trunks, ho voglia di sgranchirmi un
po’ i muscoli…ti va di sfidare tuo padre?”
gli disse divertito.
“Aspettavo soltanto che me lo chiedessi,
papà”.
Le donne di casa non fecero in tempo a pronunciarsi che i due saiyan
fuggirono, volando, dalla porta finestra della cucina e Bulma
sospirò compiaciuta sapendo che non li avrebbe rivisti sino
all’ora di cena:
“Tale padre, tale figlio”.
Nel frattempo i due saiyan raggiunsero la meta predestinata
all’allenamento ed ingaggiarono una sfida senza eguali dove
Vegeta poté constatare l’effettivo miglioramento
del figlio, rimanendone davvero soddisfatto.
Si concessero una pausa per riprendere le forze e mangiare qualcosa che
Vegeta si era portato con sé, prima di volare verso quel
posto.
Il giovane guardò per un momento suo padre e solo allora si
rese conto della gioia che covò dentro, avendo avuto di
nuovo la possibilità di confrontarsi con lui.
Tuttavia c’era una cosa che voleva chiedergli in riferimento
a quello che aveva visto la sera prima, ma fu preceduto da Vegeta:
“Trunks, so già cosa vuoi
dirmi…ti si legge in faccia.
Ieri sera so che hai visto me e tua madre in giardino, se volevi
spiarci lo hai fatto nel modo sbagliato…hai dimenticato di
azzerare la tua aura” disse lui sarcasticamente.
“Papà, non volevo spiarvi, mi dispiace davvero.
Sono capitato lì per caso e non ho potuto fare a meno di
ascoltare” rispose il ragazzo imbarazzato.
“Non so cosa tu stia pensando Trunks, ma non voglio illudere
tua madre, in nessun modo. Mi sono avvicinato a lei soltanto
perché ho compreso la sua sofferenza…tutto qui,
non c’è altro.
E poi non devi preoccuparti per lei, è più forte
di quello che credi” concluse seriamente il saiyan.
“Lo so papà che non faresti niente per ferirla,
anche se non vuoi ammetterlo… Il punto è che
rivederti, per lei, è stata un’emozione fortissima
e non vorrei che si attaccasse troppo a te, visto che poi te ne andrai.
“Non preoccuparti, non avrà il tempo di
affezionarsi a me, visto che domani partirò”.
“Già…mi dispiace che non potrai veder
nascere mio figlio” disse dispiaciuto il giovane.
Vegeta lesse il dispiacere negli occhi del giovane, così decise di provocarlo un po’:
“Avanti riprendiamo a combattere, oppure devo
constatare che sei già stanco, ragazzino” disse
Vegeta con un ghigno divertito.
“Ti piacerebbe non è vero,
papà?” rispose il giovane compiaciuto.
Così ripresero a sfidarsi finché il sole non
decretò che fosse arrivato il momento di tramontare tra le
montagne.
Arrivarono a casa stanchi, ma soddisfatti della loro
prestazione.
Entrarono nelle loro stanze per rifocillarsi sotto ad una rigenerante
doccia ed in seguito raggiunsero la cucina per consumare la cena
insieme alle due donne.
Terminato l’abbondante pasto Vegeta chiese alla scienziata:
“Donna, domani mattina parto e
vorrei che dessi un’occhiata alla macchina per vedere che
fosse tutto a posto”
Bulma rispose con un velo di dispiacere per la sua partenza:
“Va bene, dammi pure la capsula che la contiene
così posso darle uno sguardo ora”.
Vegeta le diede quanto richiesto e lei si recò nel
suo laboratorio per verificare le condizioni del mezzo.
Passarono circa un paio d’ore e la donna si rese conto che
tutto funzionò alla perfezione.
Dovette complimentarsi con l’altra se stessa per la buona
riuscita del lavoro.
Sapeva che questo prototipo era una sua creazione, ma il resto era
stato curato nei minimi dettagli dall’altra Bulma in maniera
davvero ottima.
Tuttavia le dispiacque non poco che Vegeta se ne andasse
così presto.
Le sarebbe piaciuto trascorrere con lui alcuni giorni in più
e mentre pensò questo le venne in mente un’idea,
forse un po’ egoista da parte sua, ma non poté
fare a meno di metterla in atto.
Si avvicinò al computer di bordo e scollegò un
filo danneggiandolo, che lo fece spegnere completamente.
In quel frangente entrò Trunks nel laboratorio per sapere se
la madre avesse bisogno di aiuto e quando la trovò
all’interno del mezzo le disse:
“Mamma, tutto ok? Hai bisogno di una mano?”
“No, tesoro non preoccuparti ho finito ormai” gli
disse la madre cercando di non far capire al figlio il suo vero intento.
“Ti vedo preoccupata, c’è qualche
problema con la macchina…”
“In realtà credo proprio di si. Il computer di
bordo non si accende e senza quello Vegeta non può inserire
le coordinate.
Non so, forse è andato in corto circuito
qualcosa…” aggiunse la donna cercando di
convincere il giovane.
“Beh, magari è solo qualche cavo che non funziona
bene…se sei stanca posso continuare io, sarà un
gioco da ragazzi”
“No Trunks. Ho già controllato e non è
un problema di cavi, penso sia un guasto interno. Comunque ci penso io
non preoccuparti” disse lei allarmata del fatto che il figlio
potesse scoprire la verità.
Il ragazzo non fu molto convinto della risposta della madre,
anche perché la vide piuttosto nervosa, ma decise di non
insistere.
Nel frattempo arrivò persino Vegeta che vedendoli parlare
disse:
“Qualche problema con la macchina?”
“In realtà si, deve esserci qualche guasto interno
al computer perché il monitor non si accende.
Cercherò di riparartelo il prima possibile. È un
problema per te rimandare la partenza di qualche
giorno…” chiese la donna titubante.
Vegeta sembrò, per un istante, rifletterci.
Prima di partire per questo viaggio riferì alla
sua Bulma che sarebbe tornato entro tre giorni, ma
probabilmente avrebbe tardato un po’.
Tuttavia decise di non pensarci al momento e rispose in modo piuttosto
serio:
“Nessun problema, basta che non vada per le lunghe”.
“No, hai la mia parola che farò il prima
possibile” aggiunse la scienziata.
“Bene” disse il saiyan uscendo.
Nel frattempo anche Trunks se ne andò, anche se non
propriamente convinto dell’atteggiamento di sua madre.
Intanto la donna rimase ancora un po’ nel suo laboratorio a
riflettere sulla mossa messa appena in atto.
Riconobbe quanto fosse sleale ed irrispettoso nei confronti
dell’altra Bulma, non era da lei agire in quel modo.
In fondo, però, si sarebbe trattato soltanto di un paio di
giorni in più. Tuttavia non poteva mai immaginare che con la
sua idea avrebbe mandato ancora più in crisi, proprio
l’altra se stessa.
Da quella sera trascorsero un paio di giorni e Vegeta divenne
sempre più nervoso e irritabile per via dello slittamento
della sua partenza.
Aveva fatto una promessa alla sua Bulma e aveva
tutta l’intenzione di mantenerla, ma a quanto pare il destino
aveva voluto giocargli un brutto tiro.
Trunks si accorse del cambiamento del padre così, la notte
stessa, decise di dare un’occhiata di persona alla macchina
per capire il vero difetto senza farsi scoprire dalla madre.
Il giovane comprese che ci fosse sotto qualcosa, ma prima volle esserne
certo.
Durante la notte, mentre tutti dormirono, il ragazzo
s’intrufolò all’interno del laboratorio
e diede uno sguardo al mezzo.
Quando visionò il computer di bordo, controllò
con cura tutti i cavi per vedere che fossero al loro posto, ma qualcosa
catturò la sua attenzione.
Trovò un cavo scollegato e per di più danneggiato
in maniera piuttosto significativa.
Sembrò che qualcuno lo avesse quasi rovinato di proposito e
mentre formulò questa idea, soltanto una persona le venne in
mente…
Nel frattempo nell’altra dimensione una donna, affacciata
al balcone della sua camera da letto, aspettava il ritorno
del suo uomo che, anche quella sera, non era avvenuto.
Erano passati cinque giorni dalla partenza di Vegeta e del suo saiyan
neanche l’ombra.
Lui gli aveva promesso che sarebbe stato via massimo tre giorni e
invece era in netto ritardo.
Per un momento aveva pensato che fosse per colpa di qualche guasto
tecnico, ma aveva controllato tutto in maniera impeccabile.
In realtà il suo pensiero centrale era un altro…
Aveva il timore che Vegeta avesse cambiato idea, è vero che
le aveva lasciato quel foglietto con su scritto che sarebbe ritornato,
ma la sua assenza alimentava le sue ansie.
I suoi pensieri le fecero rigare il viso di lacrime che
premurò di asciugarsi non appena sentì
avvicinarsi il piccolo Trunks:
“Mamma che cosa fai qui fuori, è freddo
ti prenderai la febbre” aggiunse il piccolo preoccupato.
“Tesoro, non preoccuparti adesso rientro subito”
“Mamma perché stai piangendo? Se è per
papà non preoccuparti perché lui
tornerà, lo ha promesso.
Se vuoi, finché non torna, ti farò compagnia io
di notte così non avrai paura” disse il figlio
ingenuamente.
Bulma, ascoltando quelle parole, si inginocchiò
all’altezza del piccolo e lo abbracciò commossa,
sussurrandogli:
“Grazie tesoro mio, accetto volentieri.
Sai ora cosa facciamo? Ci prepariamo una bella cioccolata calda e
guardiamo la televisione insieme coccolandoci un po’.
Cosa ne dici?” propose la donna.
“Dico che hai avuto proprio una bella idea mamma, basta che
non lo dici a papà che mi fai le coccole, altrimenti mi
prende in giro…”
“Tranquillo, sarà il nostro piccolo
segreto”.
Nel frattempo che sistemo la camera tu vai pure a scegliere la tua
cassetta preferita da vedere, io ti raggiungo in un attimo”.
“Va bene mamma”.
Non appena il piccolo uscì dalla stanza, la scienziata si adoperò a chiudere la porta finestra, visto l’imminente arrivo di un temporale e senza accorgersene sussurrò:
“Ti prego, torna a casa amore mio…non
puoi immaginare quanto ci manchi.
Abbiamo bisogno di te, non abbandonarci di nuovo…”
ANGOLO DELL’AUTRICE
Ciaooo a tutti, scusate il ritardo, ma questa settimana sono
stata parecchio impegnata e non ho avuto il tempo di aggiornare.
La scorsa volta ho detto che questa storia sarebbe stata composta
soltanto da due capitoli, ma siccome ho avuto altre idee sono stata
costretta a dividere questo capitolo in due parti per non farlo
risultare troppo lungo.
In sintesi il prossimo sarà il capitolo finale.
Fatemi sapere cosa pensate su ciò che ho elaborato, mi
farebbe davvero piacere conoscere la vostra opinione.
Grazie a tutti!!!!!!
Un bacioneee
Galvanix