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Autore: galvanix    27/03/2015    3 recensioni
Vegeta decide di intraprendere un viaggio attraverso il tempo per dare un piccolo sguardo al futuro, nonostante qualche timore da parte della sua Bulma...
"Mentre padre e figlio parlarono, non si accorsero della presenza di una persona che si stava avvicinando all’abitazione perché presi dall’euforia di essersi rivisti dopo tanto tempo.
Vegeta salutò il figlio e fece per andarsene, ma quando si voltò, si trovò davanti proprio la persona che non avrebbe voluto vedere…
Avrebbe riconosciuto ovunque quegli occhi che lo perseguitavano ovunque andasse, in qualsiasi posto o epoca non poteva sfuggire a quello sguardo…
Dopo un lungo silenzio si udirono solo due parole:
“Bulma…”
“Vegeta…”
Genere: Introspettivo, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bulma, Mirai!Bulma, Mirai!Trunks, Trunks, Vegeta | Coppie: Bulma/Vegeta
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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                                     UNO SGUARDO AL FUTURO 

                             - I Ricordi di Mirai Trunks e Mirai Bulma-

                     


Bulma…”
Vegeta…”

Entrambi rimasero a contemplarsi per diversi minuti, neanche Trunks volle disturbare quel particolare momento così “intimo” tra i due.
In quel lasso di tempo Vegeta non si fece scappare nessun dettaglio della donna che aveva di fronte.
Osservandola il saiyan poté constatare soltanto quanto fosse identica, in un certo qual modo, alla Bulma della sua epoca…
Aveva gli stessi capelli azzurri, solamente più lunghi, raccolti in una coda che arrivavano fin sulla schiena.
Indossava un semplice pantalone di jeans abbinato ad una maglietta bianca, per finire poi con un giubbetto nero e semplici scarpe da tennis.
Nonostante non avesse indosso indumenti particolarmente attillati o eleganti, per lui era semplicemente…bellissima.
Dal viso si poteva notare non solo la sua età certamente più avanzata della sua, che doveva aggirarsi sui cinquant’anni, ma una sorta di stanchezza e malinconia che il saiyan non poteva non percepire.
Doveva aver sofferto moltissimo e di questo lui ne era ben consapevole…
In quell’istante gli venne in mente la sua Bulma e gli sovvenne spontaneo fare un paragone tra lei e la donna che si trovava di fronte.
In fondo colei era sempre Bulma, ma non riusciva ad accostarla alla sua compagna…
Notava delle forti differenze non solo per quanto riguardava l’abbigliamento molto sportivo o l’assenza di trucco, ma probabilmente anche per il suo sguardo così maturo e segnato dagli eventi che non aveva mai scorto nella sua donna.

Nel frattempo anche Mirai Bulma non riusciva a capacitarsi della presenza dell’uomo, troppe emozioni stava covando il suo cuore da non riuscire a domarle.
Felicità, stupore, euforia per averlo “ritrovato” che si contrapponevano con la paura e il timore che potesse svanire all’improvviso.
Aveva intuito che si trattava del Vegeta della dimensione passata visto il suo aspetto più giovanile, ma in quel preciso frangente tale caratteristica non era più rilevante...lui era lì davanti a lei e il resto non aveva importanza.
Come poteva dimenticare quel cipiglio fiero ed orgoglioso del suo viso che l’aveva fatta innamorare e che le mancava da impazzire…impossibile dimenticarsi del Principe dei Saiyan.

Quel lungo silenzio stava mettendo letteralmente a disagio Trunks, così decise di intervenire:

“Sentite che ne dite di entrare in casa…è quasi ora di pranzo, che ne pensi mamma?”
Bulma, ridestandosi dai suoi pensieri, rispose:
“Hai ragione tesoro, non mi ero accorta che fosse già ora di pranzo…”
“Io è meglio che vada” disse fermamente Vegeta.
“No, rimani…non c’è nessun problema. Tanto ormai sei qui” aggiunse la donna sperando vivamente che lui accettasse.
“La mamma ha ragione, non c’è motivo che tu te ne vada proprio ora e poi devo presentarti una persona” disse sorridendo il giovane.
Il saiyan, dopo un primo momento di esitazione, accettò l’invito incuriosito anche dalla proposta del ragazzo.

Una volta entrati in casa si avviarono nel salotto e mentre Vegeta diede uno sguardo intorno, sentì dei passi veloci provenire dalle scale.
Non fece in tempo a pensare chi potesse essere, che una ragazza sbucò all’improvviso correndo verso Trunks, abbracciandolo.
Rimase per un secondo ad osservarli, poi il giovane prese la parola:

“Bree quante volte ti ho detto di non correre per le scale, potevi scivolare e nelle tue condizioni non mi sembra il caso” disse seriamente il ragazzo.
“Hai ragione tesoro, ma non vedevo l’ora di rivederti”
“Ma se ci siamo visti un’ora fa” disse lui sorridendo.
“Lo so, però mi sei mancato lo stesso” rispose lei con uno sguardo troppo tenero perché Trunks potesse resisterle.
“E va bene non importa, ma cerca di stare attenta” disse lui posandole un bacio sulla fronte.
“Andiamo Trunks è solo incinta, non è mica malata” rispose allegramente la madre.
“Lo so mamma, però è rimasto poco per il parto e dovrebbe riposare invece di stancarsi”.

Vegeta guardò stupito la scenetta, non si aspettò di vedere una situazione del genere.
La giovane donna doveva avere qualche anno in meno di Trunks, aveva corti capelli neri e occhi del medesimo colore, statura media e un caratterino molto vivace da quello che intuiva.
La ragazza, dopo il dialogo con Trunks, si era accorta della sua presenza proprio allora e con un po’ di imbarazzo, disse:

“Mi dispiace, devo sembrare davvero una maleducata…non mi sono presentata al vostro ospite, che figura…
Io sono Bree, piacere di conoscerla” aggiunse la ragazza porgendo la mano al saiyan.
Vegeta esitò per un istante poi però cedette e porse la mano dicendole seriamente:
“Io mi chiamo Vegeta e…sono il padre di Trunks”.
“Davvero? Non può essere, sei così giovane e poi Trunks mi aveva detto che suo padre era morto molti anni fa, non è vero tesoro?”

Il giovane e sua madre non poterono credere ai loro occhi, non si aspettarono da Vegeta un’affermazione simile, ammettere di essere il “padre” di Trunks anche se non faceva parte di quella dimensione.
Era stato bello sentire dal saiyan, ciò che Trunks si aspettava quando si trovava nell’altra epoca…essere riconosciuto dal padre.
Ripresosi da quella ammissione il ragazzo vide la sua compagna un po’ confusa così decise di intervenire:

“Bree, è vero. Mio padre è venuto a mancare moltissimi anni fa, ma se ricordi bene ti ho parlato del viaggio che ho compiuto per arrivare in un ‘altra epoca per scongiurare un’altra apocalisse ed evitare che mio padre morisse anche in quella dimensione”.
“Si, ora ricordo. Non avevo pensato a quel particolare.
Devo ammettere che vi somigliate moltissimo, ora che vi guardo”
“Concordo con te, Bree” aggiunse Mirai Bulma sorridendo.


Una volta terminato il pranzo la scienziata si apprestò a rassettare la cucina, mentre Bree si recò in camera sua, costretta da Trunks, a riposarsi per via della gravidanza ormai arrivata agli sgoccioli.
Nel frattempo Vegeta ed il giovane rimasero soli nel salotto ed il saiyan approfittò di quel momento per chiedere al figlio:

“Sapevo che saresti riuscito a sconfiggere i Cyborg”
“Già. Inizialmente avevo qualche dubbio, ma grazie all’allenamento nella stanza delle spirito e del tempo e alla battaglia affrontata contro Cell, ho potuto batterli”.
“Ti sbagli Trunks.
Quelle esperienze ti hanno sicuramente forgiato di nuova forza e fatto acquisire più sicurezza, ma hai vinto contro i Cyborg perché hai avuto fiducia in te stesso, nelle tue capacità e soprattutto non hai avuto paura…”disse il padre avvicinandosi alla finestra a braccia conserte.
“Probabilmente hai ragione papà, ma ho vinto perché in quegli istanti non ero da solo a combattere.
Anche se non eri presente, io sentivo comunque la tua vicinanza…può sembrare sciocco, ma è così…”

Vegeta, a quelle parole, non poté trattenere un ghigno, poi si voltò verso il figlio seduto sul divano e cambiando discorso gli chiese divertito:

“A proposito, tuttavia vedo che hai avuto modo di divertirti anche un po’…”
“Che vuoi dire” chiese il ragazzo, anche se intuì a cosa si riferisse.
“Andiamo Trunks, mi hai capito…la ragazzina…vedo che non hai perso tempo”.
“Papà cosa dici!” rispose il giovane imbarazzato.
“Come l’hai conosciuta” domandò serio il principe.
“Ecco, in realtà l’ho incontrata poco dopo aver sconfitto i Cyborg. Io e mia madre perlustravamo ogni giorno la città per riuscire ad aiutare i sopravvissuti sfuggiti alla catastrofe.
Fortunatamente alcuni erano riusciti a sopravvivere, così ci siamo tutti aiutati reciprocamente a rimetterci in sesto e a risollevare la città.
È stato proprio in quei giorni che ho incontrato Bree…
Mentre perlustravo la zona ho sentito dei singhiozzi provenire dietro ai resti di una casa, così incuriosito mi sono avvicinato ed è stato lì che l’ho vista…seduta a terra, rannicchiata con il viso nascosto tra le ginocchia.
Quando ho incrociato il suo sguardo colmo di lacrime non ho potuto fare altro che provare dolore, ho percepito tutta la sua sofferenza. Così mi sono avvicinato, l’ho presa tra le braccia e l’ho portata a casa…da quel momento non ci siamo più separati.
Da allora sono passati quattro anni, ma credo che lei non sia mai riuscita a superare del tutto quel brutto periodo anche perché a causa dei Cyborg ha perso i suoi genitori…maledetti” disse Trunks stringendo i pugni.
“Mi dispiace…figliolo…”mormorò tristemente Vegeta che poi aggiunse:
“Tuttavia, qualcosa di piacevole è accaduto mi sembra”.
“Ti riferisci alla gravidanza di Bree, vero?”
“Esattamente” disse Vegeta.
“E’ la cosa più bella che mi sia mai capitata papà, davvero.
Bree è stata la mia ventata fresca, la mia rinascita dopo tanti anni di sofferenze e non poteva donarmi un regalo più bello” rispose commosso il giovane.

Vegeta rimase per un attimo a contemplare il viso radioso di Trunks e provò dentro di sé un’infinita gioia nel vederlo così felice dopo tutti i dispiaceri sopportati insieme a sua madre durante il corso degli anni.
Proprio in quell’istante entrò lei e vedendo il figlio un po’ provato gli chiese:

“Tesoro, tutto ok?”
“Si mamma, non preoccuparti. Ho spiegato a papà tutto quello che è successo negli ultimi quattro anni…tutto qui”
Ora vado a dare un’occhiata a Bree” disse il ragazzo alzandosi, ma prima di uscire dalla stanza chiese al padre:
“Papà, rimarrai per qualche giorno vero? Abbiamo tante di quelle stanze…anche se questo lo sai già”.
“Non credo di potermi fermare qui” rispose fermamente il saiyan.
“Vegeta, non farai mica i complimenti…non è proprio da te” concluse sorridendo la donna che aggiunse:
“Dai seguimi, ti mostro la tua stanza”.

A quel punto il principe non poté più rifiutare e decise di seguirla percorrendo le scale per poi arrivare ad un lunghissimo corridoio costituito da immense vetrate.
In quel momento si sentì davvero a casa perché tutto era così simile alla sua vera abitazione e ne ebbe la conferma quando arrivò nella camera che lo avrebbe ospitato.
Ebbe come una sorta di dejà vu…appena entrò vide un letto accanto alla parete, al suo fianco una scrivania ed una sedia, di fronte era posto un grande armadio e davanti a lui un terrazzo.
Infine accanto all’armadio individuò una porta dove all’interno era situato il bagno.
La scienziata vedendolo assorto nei suoi pensieri gli disse:

“Ora ti lascio un po’ da solo, magari hai voglia di riposare un po’ o farti una doccia. Se ti servono vestiti basta che me lo fai sapere e…”
“Non preoccuparti, ho con me tutto quello che mi serve. Ho portato delle capsule e lì dentro c’è tutto ciò che mi occorre” la interruppe il saiyan.
“Ok. Se ti serve qualsiasi cosa, fammelo sapere comunque.
Ci vediamo dopo” proferì la donna andandosene.
“Aspetta donna”.

Udendo quella parola Bulma si bloccò…era da così tanto che non sentì pronunciare quel nome dall’uomo, un tempo per lei odioso, che avvertì una scossa lungo tutto il corpo.
Provò una forte emozione che le fece scendere una lacrima, non riuscì a controllarla, ma subito si avvide ad asciugarla per non farla notare a lui...poi schiarendosi la voce disse:

“Dimmi pure, Vegeta”.
“Questa camera, un tempo, era stata la sua, non è vero” disse il saiyan seriamente.
Bulma intuì che si stava riferendo al suo Vegeta quando erano ancora agli inizi della loro storia e sorridendogli gli rispose:
“Si, questa è stata la sua stanza per un po’.
Ti ho portato qui perché pensavo ti sentissi più a tuo agio, ti crea problemi?” chiese lei gentilmente.
“Nessun problema”.
“Perfetto, allora ci vediamo dopo”.

Detto ciò la donna uscì e lasciò Vegeta immerso nei suoi pensieri.
Intano il saiyan approfittò delle comodità offerte per farsi una bella doccia e riposarsi un po’.
Quando si ridestò dal suo sonno, si accorse che il sole stava tramontando così decise di vestirsi e raggiungere gli altri anche perché avvertì un certo languorino.
Giunto in cucina vide la tavola già apparecchiata e con l’arrivo di Bree e Trunks poterono cominciare tutti a consumare la loro cena che trascorse in maniera tranquilla.
Alla fine dei pasti i due giovani si sedettero sul divano per guardare un po’ di televisione e Trunks approfittò, del momento intimo con la giovane, per posarle una mano sul ventre ormai enorme e aggiunse:

“Non vedo l’ora che nasca, sono troppo curioso di vederlo”.
“Anche io, spero soltanto di essere una buona madre…ho paura di fallire o che qualcuno possa portarmelo via come è successo ai miei genitori. Non potrei sopportare di perdere anche lui”.
“Bree, non accadrà mai una cosa del genere perché con me voi sarete sempre al sicuro.
Ti prometto che nessuno vi farà mai del male…fidati di me”.
“Oh Trunks io mi fido…credo sia colpa degli ormoni e di questi sbalzi di umore, tuttavia non potrei mai dubitare di te”.

Mentre i due si coccolarono sul divano, Vegeta intravide la scena e pensò divertito:
“Che rammollito”.
Nel frattempo pensò di scambiare due parole con Bulma e così la raggiunse fuori in giardino.
Intanto la scienziata, seduta vicino all’albero del suo ciliegio, ripensò a quanto accaduto sinora e all’emozione provata quanto vide Vegeta.
Non poté credere di aver avuto l’occasione di poterlo “rivedere”, così identico al suo saiyan…
Era talmente assorta nei suoi pensieri che si accorse dell’arrivo di Vegeta, soltanto quando lui le pose sulle spalle la sua felpa per ripararla dal fresco della sera.
L’uomo si sedette accanto a lei e le disse sarcasticamente:

“In qualsiasi epoca, sei sempre la solita incosciente”.
“Vegeta, scusami non ti ho sentita arrivare e grazie per la felpa, ma non dovevi preoccuparti”.
“Non ti smentisci mai”.
Dopo alcuni minuti di silenzio, il saiyan, seriamente, le chiese:
“Immagino sarai felice per Trunks ora che ha trovato la serenità che cercava”.
“Non potrei essere più contenta. Ha sofferto molto da quando è nato...
Dall’arrivo dei Cyborg sono morti tutti i nostri amici, persino tu e Gohan, colui che è stato come un fratello…
Abbiamo perso ogni tipo di affetto e ora lui si merita tutta la felicità del mondo…io sono in debito con Bree perché ha saputo farlo sorridere di nuovo rendendolo addirittura padre.
Non potrei desiderare altro” disse commossa la donna.
“E tu donna, sei davvero felice…” le chiese guardandola intensamente negli occhi”.

La scienziata provò un brivido lungo la schiena quando incrociò gli occhi del saiyan, quel brivido che non avvertiva più ormai da vent’anni. Senza rendersene conto la donna appoggiò il capo sulla spalla dell’uomo e gli rispose:
“Vuoi sapere se mi manca?” gli disse la donna sapendo che  avrebbe intuito il riferimento al suo Vegeta…
“Ogni singolo giorno sento la sua mancanza, quel vuoto che nessuno potrebbe mai colmare.
Mi mancano le nostre litigate, i suoi rimproveri, i suoi sguardi che sapevano conquistarmi in ogni istante.
Per non parlare delle sue carezze che mi rivolgeva durante la notte, immaginando che stessi dormendo… mi manca il suo corpo e il suo profumo che tu mi stai facendo ricordare.
Fisicamente lui non c’è, ma in qualsiasi posto mi trovo sento la sua presenza mentre preparo il pranzo, faccio la spesa, lavoro nel mio laboratorio, durante la doccia oppure quando mi ritrovo la sera nel mio letto.
Lui non mi abbandona mai…è sempre qui con me” sussurrò la donna alzando il viso fissando Vegeta e appoggiando la mano sul suo cuore.

Con quel discorso il saiyan aveva compreso che la Bulma di quell’epoca aveva imparato a vivere e ad essere felice giorno dopo giorno, senza mai dimenticare i momenti passati insieme all’uomo che tanto gli somigliava.
Aveva impresso quei ricordi nel suo cuore in modo da non sentirsi mai veramente sola e lui ammirava il coraggio di questa donna così forte e determinata da non farsi sovrastare dalla disperazione.
Vegeta preso, per un istante, dalla situazione le posò delicatamente una mano sul viso e le mormorò:

“Sei veramente forte, donna” per poi lasciarle un leggero bacio in fronte.

Presi dalla circostanza e dal quel particolare momento intimo, non si accorsero della presenza di un giovane dai capelli lilla che  aveva visto e sentito ogni cosa…

                                                                                  

Arrivò il giorno successivo dove tutti si ritrovarono per la colazione.
Vista la splendida giornata Vegeta decise di fare una proposta al giovane seduto di fronte:

“Ehi Trunks, ho voglia di sgranchirmi un po’ i muscoli…ti va di sfidare tuo padre?” gli disse divertito.
“Aspettavo soltanto che me lo chiedessi, papà”.
Le donne di casa non fecero in tempo a pronunciarsi che i due saiyan fuggirono, volando, dalla porta finestra della cucina e Bulma sospirò compiaciuta sapendo che non li avrebbe rivisti sino all’ora di cena:
“Tale padre, tale figlio”.
 
Nel frattempo i due saiyan raggiunsero la meta predestinata all’allenamento ed ingaggiarono una sfida senza eguali dove Vegeta poté constatare l’effettivo miglioramento del figlio, rimanendone davvero soddisfatto.
Si concessero una pausa per riprendere le forze e mangiare qualcosa che Vegeta si era portato con sé, prima di volare verso quel posto.
Il giovane guardò per un momento suo padre e solo allora si rese conto della gioia che covò dentro, avendo avuto di nuovo la possibilità di confrontarsi con lui.
Tuttavia c’era una cosa che voleva chiedergli in riferimento a quello che aveva visto la sera prima, ma fu preceduto da Vegeta:

“Trunks, so già cosa vuoi dirmi…ti si legge in faccia.
Ieri sera so che hai visto me e tua madre in giardino, se volevi spiarci lo hai fatto nel modo sbagliato…hai dimenticato di azzerare la tua aura” disse lui sarcasticamente.
“Papà, non volevo spiarvi, mi dispiace davvero.
Sono capitato lì per caso e non ho potuto fare a meno di ascoltare” rispose il ragazzo imbarazzato.
“Non so cosa tu stia pensando Trunks, ma non voglio illudere tua madre, in nessun modo. Mi sono avvicinato a lei soltanto perché ho compreso la sua sofferenza…tutto qui, non c’è altro.
E poi non devi preoccuparti per lei, è più forte di quello che credi” concluse seriamente il saiyan.
“Lo so papà che non faresti niente per ferirla, anche se non vuoi ammetterlo… Il punto è che rivederti, per lei, è stata un’emozione fortissima e non vorrei che si attaccasse troppo a te, visto che poi te ne andrai.
“Non preoccuparti, non avrà il tempo di affezionarsi a me, visto che domani partirò”.
“Già…mi dispiace che non potrai veder nascere mio figlio” disse dispiaciuto il giovane.

Vegeta lesse il dispiacere negli occhi del giovane, così decise di provocarlo un po’:

“Avanti riprendiamo a combattere, oppure devo constatare che sei già stanco, ragazzino” disse Vegeta con un ghigno divertito.
“Ti piacerebbe non è vero, papà?” rispose il giovane compiaciuto.
Così ripresero a sfidarsi finché il sole non decretò che fosse arrivato il momento di tramontare tra le montagne.

Arrivarono a casa stanchi, ma soddisfatti della loro prestazione.
Entrarono nelle loro stanze per rifocillarsi sotto ad una rigenerante doccia ed in seguito raggiunsero la cucina per consumare la cena insieme alle due donne.
Terminato l’abbondante pasto Vegeta chiese alla scienziata:

Donna, domani mattina parto e vorrei che dessi un’occhiata alla macchina per vedere che fosse tutto a posto”
Bulma rispose con un velo di dispiacere per la sua partenza:
“Va bene, dammi pure la capsula che la contiene così posso darle uno sguardo ora”.

Vegeta le diede quanto richiesto e lei si recò nel suo laboratorio per verificare le condizioni del mezzo.
Passarono circa un paio d’ore e la donna si rese conto che tutto funzionò alla perfezione.
Dovette complimentarsi con l’altra se stessa per la buona riuscita del lavoro.
Sapeva che questo prototipo era una sua creazione, ma il resto era stato curato nei minimi dettagli dall’altra Bulma in maniera davvero ottima.
Tuttavia le dispiacque non poco che Vegeta se ne andasse così presto.
Le sarebbe piaciuto trascorrere con lui alcuni giorni in più e mentre pensò questo le venne in mente un’idea, forse un po’ egoista da parte sua, ma non poté fare a meno di metterla in atto.
Si avvicinò al computer di bordo e scollegò un filo danneggiandolo, che lo fece spegnere completamente.
In quel frangente entrò Trunks nel laboratorio per sapere se la madre avesse bisogno di aiuto e quando la trovò all’interno del mezzo le disse:

“Mamma, tutto ok? Hai bisogno di una mano?”
“No, tesoro non preoccuparti ho finito ormai” gli disse la madre cercando di non far capire al figlio il suo vero intento.
“Ti vedo preoccupata, c’è qualche problema con la macchina…”
“In realtà credo proprio di si. Il computer di bordo non si accende e senza quello Vegeta non può inserire le coordinate.
Non so, forse è andato in corto circuito qualcosa…” aggiunse la donna cercando di convincere il giovane.
“Beh, magari è solo qualche cavo che non funziona bene…se sei stanca posso continuare io, sarà un gioco da ragazzi”
“No Trunks. Ho già controllato e non è un problema di cavi, penso sia un guasto interno. Comunque ci penso io non preoccuparti” disse lei allarmata del fatto che il figlio potesse scoprire la verità.

Il ragazzo non fu molto convinto della risposta della madre, anche perché la vide piuttosto nervosa, ma decise di non insistere.
Nel frattempo arrivò persino Vegeta che vedendoli parlare disse:

“Qualche problema con la macchina?”
“In realtà si, deve esserci qualche guasto interno al computer perché il monitor non si accende.
Cercherò di riparartelo il prima possibile. È un problema per te rimandare la partenza di qualche giorno…” chiese la donna titubante.

Vegeta sembrò, per un istante, rifletterci.
Prima di partire per questo viaggio riferì alla sua Bulma che sarebbe tornato entro tre giorni, ma probabilmente avrebbe tardato un po’.
Tuttavia decise di non pensarci al momento e rispose in modo piuttosto serio:
“Nessun problema, basta che non vada per le lunghe”.
“No, hai la mia parola che farò il prima possibile” aggiunse la scienziata.
“Bene” disse il saiyan uscendo.

Nel frattempo anche Trunks se ne andò, anche se non propriamente convinto dell’atteggiamento di sua madre.
Intanto la donna rimase ancora un po’ nel suo laboratorio a riflettere sulla mossa messa appena in atto.
Riconobbe quanto fosse sleale ed irrispettoso nei confronti dell’altra Bulma, non era da lei agire in quel modo.
In fondo, però, si sarebbe trattato soltanto di un paio di giorni in più. Tuttavia non poteva mai immaginare che con la sua idea avrebbe mandato ancora più in crisi, proprio l’altra se stessa.

Da quella sera trascorsero un paio di giorni e Vegeta divenne sempre più nervoso e irritabile per via dello slittamento della sua partenza.
Aveva fatto una promessa alla sua Bulma e aveva tutta l’intenzione di mantenerla, ma a quanto pare il destino aveva voluto giocargli un brutto tiro.
Trunks si accorse del cambiamento del padre così, la notte stessa, decise di dare un’occhiata di persona alla macchina per capire il vero difetto senza farsi scoprire dalla madre.
Il giovane comprese che ci fosse sotto qualcosa, ma prima volle esserne certo.
Durante la notte, mentre tutti dormirono, il ragazzo s’intrufolò all’interno del laboratorio e diede uno sguardo al mezzo.
Quando visionò il computer di bordo, controllò con cura tutti i cavi per vedere che fossero al loro posto, ma qualcosa catturò la sua attenzione.
Trovò un cavo scollegato e per di più danneggiato in maniera piuttosto significativa.
Sembrò che qualcuno lo avesse quasi rovinato di proposito e mentre formulò questa idea, soltanto una persona le venne in mente…

                       
                                                                                                


Nel frattempo nell’altra dimensione una donna, affacciata al  balcone della sua camera da letto, aspettava il ritorno del suo uomo che, anche quella sera, non era avvenuto.
Erano passati cinque giorni dalla partenza di Vegeta e del suo saiyan neanche l’ombra.
Lui gli aveva promesso che sarebbe stato via massimo tre giorni e invece era in netto ritardo.
Per un momento aveva pensato che fosse per colpa di qualche guasto tecnico, ma aveva controllato tutto in maniera impeccabile.
In realtà il suo pensiero centrale era un altro…
Aveva il timore che Vegeta avesse cambiato idea, è vero che le aveva lasciato quel foglietto con su scritto che sarebbe ritornato, ma la sua assenza alimentava le sue ansie.
I suoi pensieri le fecero rigare il viso di lacrime che premurò di asciugarsi non appena sentì avvicinarsi il piccolo Trunks:

“Mamma che cosa fai qui fuori, è freddo ti prenderai la febbre” aggiunse il piccolo preoccupato.
“Tesoro, non preoccuparti adesso rientro subito”
“Mamma perché stai piangendo? Se è per papà non preoccuparti perché lui tornerà, lo ha promesso.
Se vuoi, finché non torna, ti farò compagnia io di notte così non avrai paura” disse il figlio ingenuamente.
Bulma, ascoltando quelle parole, si inginocchiò all’altezza del piccolo e lo abbracciò commossa, sussurrandogli:
“Grazie tesoro mio, accetto volentieri.
Sai ora cosa facciamo? Ci prepariamo una bella cioccolata calda e guardiamo la televisione insieme coccolandoci un po’.
Cosa ne dici?” propose la donna.
“Dico che hai avuto proprio una bella idea mamma, basta che non lo dici a papà che mi fai le coccole, altrimenti mi prende in giro…”
“Tranquillo, sarà il nostro piccolo segreto”.
Nel frattempo che sistemo la camera tu vai pure a scegliere la tua cassetta preferita da vedere, io ti raggiungo in un attimo”.
“Va bene mamma”.

Non appena il piccolo uscì dalla stanza, la scienziata si adoperò a chiudere la porta finestra, visto l’imminente arrivo di un temporale e senza accorgersene sussurrò:

“Ti prego, torna a casa amore mio…non puoi immaginare quanto ci manchi.
Abbiamo bisogno di te, non abbandonarci di nuovo…”


                                                                                                                                                                         


 

                                                                                                                                                                                         CONTINUA…

 


ANGOLO DELL’AUTRICE

Ciaooo a tutti, scusate il ritardo, ma questa settimana sono stata parecchio impegnata e non ho avuto il tempo di aggiornare.
La scorsa volta ho detto che questa storia sarebbe stata composta soltanto da due capitoli, ma siccome ho avuto altre idee sono stata costretta a dividere questo capitolo in due parti per non farlo risultare troppo lungo.
In sintesi il prossimo sarà il capitolo finale.
Fatemi sapere cosa pensate su ciò che ho elaborato, mi farebbe davvero piacere conoscere la vostra opinione.
Grazie a tutti!!!!!!
Un bacioneee

Galvanix

  
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