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Autore: fra_eater    27/03/2015    6 recensioni
I Mugiwara sono studenti universitari, con la precisione coinquilini. Come faranno a destreggiarsi tra lezioni, esami, faccende di casa e amore?
Coppia principale : RufyXNami. Secondarie: FrankyXRobin, ZoroXTashigi. Accenni SanjiX Violet, SaboX Koala e UsoppXKaya
Genere: Comico, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Mugiwara, Un po' tutti | Coppie: Franky/Nico Robin, Rufy/Nami
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Dopo pochi squilli il cellulare di Nami risultava spento. Rufy si innervosì tantissimo. Voleva andare da lei, ma non sapeva dove fosse, e il fatto che non gli rispondesse lo mandava sempre di più in bestia.
Dal salotto sentì delle grida. Gli parvero le voci di Perona e Zoro. Possibile che stessero ancora litigando?
Lanciò il telefono sul letto. Doveva distrarsi e non pensare a Nami, altrimenti si sarebbe logorato con i sensi di colpa.
Zoro e Perona si guardavano in cagnesco, mentre Sanji, Brook e Usopp scrutavano la scena con estrema attenzione seduti sul divano.
“Ho detto di no!” urlava Zoro, cercando di allontanarsi da lei.
“E io ho detto di sì!”piagnucolò lei.
“Che succede?” sussurrò Rufy a Brook.
L’uomo si abbassò per poter raggiungere il suo orecchio e sussurrargli “Lei vuole andare a una festa universitaria, ma Zoro non ne vuole sapere” spiegò.
All’ennesimo no, Perona gonfiò le guance e cominciò a singhiozzare.
Sanji e Brook guardarono male il ragazzo “L’hai fatta piangere!” lo rimproverarono.
Zoro si irrigidì. Quelli sguardi di disapprovazione non gli piacevano e farla piangere non era certo sua intenzione .
“Vado solo se uno di voi viene con me!” esclamò il ragazzo, ormai sull’orlo di una crisi di nervi.
Perona saltellò sul posto, euforica. Come compromesso le andava bene, bastava poter esibire Zoro come suo ragazzo in pubblico.
“Io stasera devo lavorare” disse Sanji, guardando la ragazza dispiaciuto.
“Te non ti volevo” commentò Zoro, guadagnandosi un’occhiata omicida.
“Io devo andare per le prove” disse Brook “Sono già in ritardo. Potreste provare a chiamare Franky, ma aveva detto che andava a trovare il suo amico”
“Io devo andare ad accompagnare Chopper per il turno di notte e riaccompagno Kaya a casa” aggiunse Usopp.
“E Robin?” chiese Rufy, sperando che non toccasse a lui. Non aveva molta voglia di uscire.
“Ha detto che lavorava” rispose Sanji.
Perona si girò con occhi sognanti e indagatori verso Rufy “Perché non vieni tu?”. Lo guardava con estrema attenzione, come a voler leggere la menzogna non appena apriva bocca.
“Sì, Rufy, perché non vai?” lo incoraggiò Usopp, dandoli possenti pacche sulla spalla “Almeno ti distrai. Ultimamente sei un po’ giù”
Rufy lanciò un’occhiata a Zoro. Il ragazzo non lasciava trapelare alcuna emozione dallo sguardo, ma sapeva benissimo che non voleva andare da solo con lei, non l’aveva ancora perdonata per aver cancellato il numero di Tashigi dal telefono e gli aveva detto che era certo che Perona le avesse parlato, anche se non aveva idea di cosa potesse averle detto.
“Va bene” acconsentì con un sospiro “Vengo!”

Robin si sentiva inquieta sulla sedia della piccola scrivania nello studio accanto a quello del professor Clover. Attendeva che da un minuto all’altro Crocodile entrasse sbattendo la porta e cominciasse a urlarle contro per qualcosa che riguardava Franky.
Sentì del movimento nel corridoio e lasciò a metà la trascrizione di alcuni passi in greco per andare a controllare.
Il vecchio professor Clover, impeccabile nel suo gilet damascato, camminava su e giù per il corridoio, scuotendo di tanto in tanto il capo dall’enorme acconciatura.
“Professore?” lo chiamò la ragazza. Il vecchio sobbalzò, era talmente immerso nei suoi pensieri che non si era accorto della sua presenza.
“Oh, Robin” esclamò “Non mi ero accorto che eri lì”
La ragazza sorrise “Va tutto bene, professore?” chiese educatamente “Mi sembra preoccupato”
L’uomo annuì con il capo, aggrottando la fronte rugosa “Eh si, Robin cara” rispose “Ci sono dei problemi con la spedizione di Asia”
Robin si stupì. Com’era possibile? Aveva fatto tutto quello che le era possibile per assecondare Crocodile. Che aveva combinato Franky?
“E come mai?” tentò di fare la vaga, come se non avesse alcun sospetto.
“I fondi” rispose l’anziano.
“Ma Crocodile…” esclamò lei, spalancando gli occhi blu.
Il vecchio la bloccò con un cenno delle mani “No, no, Crocodile non c’entra. Il tuo ragazzo vuole ancora darci i fondi” si affrettò a dire. Robin trattenne una smorfia di disgusto alle parole 'tuo ragazzo'.
“Non capisco” disse solamente.
“Ci è stato proibito l’utilizzo di quei fondi” spiegò l’uomo “Non so come dirtelo. Ma quel denaro che Crocodile vorrebbe darci è denaro sporco!” la guardò come un padre amorevole che spiegava alla figlia che il gattino tanto amato non c’era più “ Capisco che per te sia uno shock. Di certo sarà uno sbaglio, ma finchè gli inquirenti non vanno a fondo con le indagini non possiamo andare da nessuna parte”
Robin non sapeva cosa dire. Denaro sporco. In effetti le era sempre parso strano che quell’uomo possedesse tanti fondi monetari. È vero che aveva un casinò e che era anche molto famoso, ma tutte le sue fortune non potevano di certo venire solo da lì.
Il professor Clover la afferrò per le spalle “Robin, va’ da lui” le consigliò “In questo momento ha davvero bisogno di te!”. Robin sorrise. Non aveva alcuna intenzione di andare da lui, ma ringraziò il vecchietto per il consiglio e gli disse che l’avrebbe fatto.
Tornò in studio, per prendere la giacca e si diresse di corsa verso l’uscita.
Non sarebbe andata da Crocodile subito, prima sarebbe andata alla ricerca di Franky.

Zoro era un tipo da feste, non che ci partecipasse attivamente, ma ci andava volentieri. Gli piaceva soprattutto tracannare birra senza dover sentire addosso lo sguardo della gente che gli dava dell’alcolista, infatti lì era piano di ubriaconi.
Quel che non sopportava, invece, era dover tenere aggrappata come una scimmia Perona al suo braccio. La ragazza, con un bizzarro vestito da Gothic Lolita, salutava esuberante le amiche dell’accademia sorprese di vederla così presto e al braccio di Zoro.
Zoro le sentì commentare il suo aspetto trasandato da sexy scaricatore di porto e non poté non voltarsi verso Rufy come a voler chiedere aiuto.
Non sopportava le oche. Odiava da morire tutte quelle ragazzine che si fingevano adulte e poi stavano a commentare i vestiti delle altre partecipanti e i rispettivi accompagnatori.
Rufy, invece che sulle ragazze, cercava di concentrarsi sul locale. Era già stato allo Spider cafè. Era il bar gestito dalla compagna del signor Rayleigh, Shakky. 
La donna con il corto carrè di capelli neri, sorrideva mentre versava le birre agli studenti già brilli che erano lì per portarsi a casa facili conquiste o per poter dimenticare un esame andato male o qualche delusione. Vedendo Zoro e Rufy li salutò con la mano. I due si avvicinarono, lasciando Perona con le amiche, e la donna mise davanti a loro due boccali di birra schiumante.
“A che devo la vostra presenza?” chiese, stirando le grandi labbra in un sorriso amabile.
“Ci ha trascinato la ragazza di Zoro” rispose Rufy, bevendo lunghi sorsi e strizzando gli occhi mentre Zoro gli urlava contro “Non è la mia ragazza!”
Shakky versò un cicchetto di rum ad una ragazza con i capelli verdi, poi si rivolse di nuovo ai due. Parlava ad alta voce per sovrastare il baccano della folla e della musica “Vuoi dire la ragazza carina con gli occhiali che è uscita l’atra sera da casa vostra? Ero da Silver quella sera”
“Oh no” rispose Rufy prima dell’amico “Quella è l’altra ragazza di Zoro” disse sghignazzando seguito subito dopo dalla donna.
Zoro non fece in tempo a rispondere perché Perona li aveva raggiunti e si era nuovamente appiccicata al suo braccio “Andiamo a ballare!” esclamò e guardò talmente male il ragazzo come a farli capire che non aveva alcuna intenzione di accettare un no come risposta.
Guardò rassegnato l’amico e si lasciò trascinare a peso morto sulla pista da ballo. Lo faceva solo perché non sarebbe riuscito a non affettare Perona se si fosse nuovamente lamentata per qualcosa.
Rufy ridacchiò. Poggiò il boccale vuoto d’avanti a Shakky “Me ne daresti un’altra, per favore?” chiese educatamente. La donna sorrise e riempì nuovamente il bicchiere, ma per metà.
“L’alcool non è la soluzione ai problemi” rispose al suo sguardo interrogativo “E credo che tu ne abbia tanti a giudicare dallo sguardo”.
Rufy abbassò lo sguardo sul liquido biondo. Shakky aveva ragione, quella sera voleva bere per dimenticare quel che aveva fatto, ma una pinta di birra non era abbastanza.

Nami era sul divano, leggeva avidamente il libro che le aveva prestato Tashigi mentre quest’ultima era alle prese con lo studio di anatomia e Hancock guardava distrattamente la televisione.
Improvvisamente il cellulare di Hancock squillò, facendo sobbalzare le altre due.
La ragazza rispose dopo aver visto di chi era il numero“Che vuoi?”. La sua espressione mutò velocemente dall’apatico al sorpreso fino ad essere uno sguardo di pura eccitazione.
“Dici sul serio?” balzò in piedi e si diresse veloce verso la propria stanza per continuare la conversazione lontano da orecchie indiscrete.
Fu questione di pochi minuti prima che la ragazza uscisse dalla stanza con una corta gonna di pelle nera, una camicetta bianca e dei lunghi stivali neri.
Nami e Tashigi si scambiarono un’occhiata enigmatica mentre Hancock metteva gli orecchini davanti allo specchio nell’ingresso e sistemava velocemente i lunghi capelli. Un velo di rossetto rosso e una passata veloce di mascara sulle già lunghe ciglia ed era pronta a mettere il cappotto.
“Sto andando ad una festa” annunciò prima di varcare la porta senza neanche salutare le altre due.
Nami strabuzzò gli occhi “Fa sempre così?”
Tashigi sollevò le spalle “Non siamo degne di sapere dove va” disse con evidente sarcasmo, poi prese il cellulare “Ti va se ordiniamo cinese?”

Shakky non aveva intenzione di versare altra birra a Rufy, ma la giovane barista che l’aiutava non prestava molta attenzione a quanti bicchieri di rum le venivano ordinati e da chi. Lei aveva solo l’ordine di non versare altra birra a Rufy, nessuno le aveva proibito di servire liquore.
Rufy sghignazzava allegramente. Il forte alcool stava già facendo effetto sul suo corpo. Sentiva la testa battergli forte, come se si trovasse tra l’incudine e il martello e la cosa gli piaceva da morire.
Assaporava avidamente il liquido caldo e ambrato che gli scendeva in gola, all’inizio bruciando e poi facendogli provare un immenso piacere man mano che scendeva lungo l’esofago.
Ogni tanto si voltava alla ricerca di Zoro, ma di lui nessuna traccia. Perona doveva averlo rapito e portato da qualche parte.
Stava bevendo l’ennesimo sorso quando sentì qualcuno toccarli la spalla. Si voltò e vide due grandii e ammalianti occhi blu.
Rufy scosse il capo, incerto se la figura d’avanti a lui fosse autentica o meno.
Fissò il volto affilato, gli zigomi alti, la pelle chiara e le labbra rosse come una mela succosa. I capelli color dell’ebano, lunghi e liscissimi, erano adagiati sulla spalla destra della fanciulla che gli sorrideva radiosa e con le guance lievemente imporporate “Rufy!” lo chiamò. 
Lui impiegò un po’ per capire chi fosse, anche se quel volto gli era famigliare “Ci conosciamo?” si limitò a dire.
Lei parve rattristarsi. Intorno a loro luci e ballerini facevano da sottofondo a quell’incontro strano.
“Non ti ricordi di me?” disse triste “Sono Hancock. Alle superiore mi lanciasti una pallonata in faccia!”
Rufy si illuminò come se fosse una lampadina “Hancock!” ripetè allegro “Come stai?” disse abbracciandola. Nel contatto spalancò gli occhi. La lunga chioma di lei possedeva un vago odore di agrumi, lo stesso di Nami.
Allontanandosi da lei, la vide completamente rossa che tremava alla ricerca di parole. “V-va tutto bene” balbettò, ancora emozionata per il contatto fisico. Scrollò il capo, doveva riprendere il controllo di sé.
“Rufy, ascoltami” disse “Ti dispiacerebbe fingerti il mio ragazzo?” , lui la guardò interrogativo.
“Lo vedi quel ragazzo laggiù?” disse indicando un uomo alto e robusto, con i capelli corti e biondi e il viso da invasato che lanciava occhiate nervose a destra e a manca “è da quando sono arrivata che mi guarda fisso. Ora ha distolto lo sguardo perché mi sono avvicinata a te, ma credo che, se mi allontanassi da qui, mi importunerebbe. Ti va di accompagnarmi fuori ?”
Rufy annuì e la seguì fuori dal locale.
L’aria gelida della sera gli sferzò il viso e gli attanagliò le ossa. Dovevano essere le undici passate e di Zoro non ne aveva neppure traccia.
Aveva una fame pazzesca per colpa di tutto quello che aveva bevuto.
Seguì Hancock che lo trascinava per mano lontano dal locale, vicino ai parcheggi. Lui la ringraziò mentalmente. Tutta quella musica non giovava per niente al suo mal di testa da sbornia.
“Grazie per avermi accompagnata” disse lei, sorridendo dolcemente e con le guancie arrossate sia per il freddo che per l’emozione.
Rufy tolse un po’ di neve da una panchina per potervi sedere sopra “Di niente” rispose con un sorriso per niente forzato. 
Lei si inumidì le labbra, sentendo il sapore del rossetto. Quella era la sua occasione. Se non l’avesse conquistato in quel momento, non l’avrebbe fatto mai più.
“Tu come stai, Rufy?” chiese sedendosi accanto e tremando leggermente.
Rufy ci pensò su “Non lo so” rispose. Si sentiva uno schifo, sia emotivamente che fisicamente.
“Come mai?” chiese lei, gli occhi spalancati e preoccupati.
“Ho litigato con un’amica” rispose lui. Non si ricordava bene di Hancock, ma sentiva che poteva parlare tranquillamente.
“La tua ragazza?” chiese lei, guardinga.
Il ragazzo fece subito di no con il capo “Abbiamo litigato e lei non mi vuole vedere”
“Che razza di amica!” sbottò la ragazza, facendo roteare la chioma, nervosa.
Rufy la guardò interrogativo e con il volto sempre più in fiamme per l’effetto del’alcool.
“Qualsiasi cosa tu le abbia fatto non mi pare una scusa per non parlarti più.” Esclamò, infervorata “Se è davvero tua amica dovrebbe sapere che non hai fatto con cattive intenzioni, perché tu sei una persona dolce, amabile. Praticamente il ragazzo perfetto”
Rufy non poté far a meno di pensare che lei avesse ragione. Era la prima volta che si comportava in quel modo e Nami lo sapeva perfettamente. E allora, per quale motivo era andata via e non si era più fatta viva, facendolo sentire uno straccio?
Rufy non si era accorto che Hancock stava continuando a parlare e che si era pericolosamente avvicinata a lui finché non sentì le sue calde labbra posarsi sulla guancia.
Si voltò a guardarla, lei sorrideva anche se era visibilmente in preda all’imbarazzo “Non dovresti stare male per una che non ti merita” disse con ancora più rossore e nascondendo subito dopo il volto tra le mani.
Rufy non avrebbe saputo dire se ciò che lo guidò in quel momento fu l’effetto dell’alcool oppure il voler dimenticare Nami, fatto sta che tolse bruscamente le mani dal volto di Hancock e che la baciò disperatamente mentre la neve ricominciava a scendere lieve.




angolo dell'autrice:
NON AMMAZZATEMI! vi giuro che sistemo tutto, promesso! ma ormai avrete capito che mi piacciono i casini e sappiamo tutti che i migliori casini li posso combinare solo con Hancock XD
State tranquilli, Franky non è sparito nel nulla, sta lavorando nell'ombra :)
il povero Zoro ormai è completamente vittima di Perona, chissà come si libererà di lei ? XD
Alla prossima
Fra
  
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