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Autore: Beta Chan    28/03/2015    1 recensioni
[Fic tratta/ispirata al film & libro"Un Ponte Per Terabithia"][Diciamo la stessa storia cambiando alcuni fatti, ma con protagonisti i nostri Inazumiani][RanMasa][HiroMido, MasaHika, MinaKura con accenni]
"Salve a tutti, sono Kariya Masaki, un ragazzino strafottente che ha una passione nascosta per il disegno e gli scherzi.
Un giorno mi capitò di incontrare per la mia strada un ragazzo insolito, strano, con capelli bizzarri di un color rosa fotonico raccolti in due piccoli codini ai lati della testa.
Più lo guardavo... e più sentivo che il misterioso ragazzo era diverso dagli altri.
Si differenziava dalla massa e aveva in qualche modo qualcosa di più particolare e affascinante al tempo stesso.
Quel ragazzo era la mia rovina, mi avrebbe cambiato e totalmente stravolto la vita...
Me lo sentivo già dal primo giorno.
Ed infatti non mi sbagliavo per nulla.
Era tutto vero."
Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Altri, Hikaru Kageyama, Kariya Masaki, Kirino Ranmaru
Note: Cross-over, Movieverse, OOC | Avvertimenti: Spoiler!
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-Capitolo 6

 

Terabithia esiste!

 

...Terabithia, eh?
Questo nome a dire la verità non mi dice praticamente nulla, non capisco proprio cosa possa significare!
Chissà magari se lo è inventato al momento per prendermi in giro! Umh, sarebbe abbastanza probabile tutto sommato. Proviamo a saperne di più.
«Ma insomma, mi vuoi dire cos'è questa storia?!» domando infine a Ranmaru, guardandolo dritto in fondo agli occhi. Lo sento sorridere e sospirare, per poi osservarmi misterioso.
«Beh, allora?» lo incito ancora, visto che a quanto pare si è imbambolato a fissarmi.
«Kariya, per te esiste la fantasia?» mi risponde infine, in modo semplice, sedendosi al bordo della tavola e muovendo sconnessamente i piedi avanti e indietro nel vuoto. 
«C-Cosa vuoi dire? Se per fantasia intendi l'esistenza di unicorni, fate e draghi allora ti dico di no, poco ma sicuro. Tutte queste cose non esistono, sono solo baggianate!» dico tutto d'un fiato, trovando finalmente il coraggio di rispondere all'evidenziatore.
Vedo quest'ultimo assumere un'espressione quasi ferita alle mie parole, la quale varia presto dalla sorpresa e termina alla delusione.
Lo guardo ancora, ma proprio non lo capisco: cosa cavolo vuole farmi capire con tutti questi giochi di parole?!
«Allora beh, se tu la pensi così... temo che tu non abbia capito proprio un bel niente della vita!» la sua voce è calma, tranquilla, quasi neutra, fa persino paura. E' un tono che lascia intendere qualcosa di più, come se ciò che ha appena detto fosse l'affermazione più ovvia al mondo.
A tali parole mi irrigidisco infastidito, quasi offeso, e faccio per controbattere nuovamente, ma sento Ranmaru precedermi e incominciare a parlarmi in modo spigliato.
«Ma forse possiamo ancora salvarla quella piccola parte di fantasia che hai dentro la testa.. »
«Eh?» Lo interrompo confuso, guardandolo di traverso.
A dire il vero, non sto capendo praticamente un'acca di quello che mi sta dicendo questo confetto rosa, e credo che anche lui deve averlo capito, perchè lo vedo sospirare.
«Kariya... tutto ciò che devi fare è sognare ad occhi aperti!» mi dice interrompendosi, per poi alzarsi in piedi ed entrare dentro la casetta malandata, puntando lo sguardo su una sorte di finestra alla sua destra. «Non lo vorresti anche tu un mondo dove tu e basta sei il padrone?! Dov'è concesso fare tutto ciò che vuoi...?»
"Dov'è concesso fare tutto ciò che vuoi..." mmh... suona bene però, meglio ascoltarlo, magari non ha tutti i torti.
«Io sì, lo vorrei. E so anche come fare... basta chiudere gli occhi ed aprire la fantasia. Sai, sento davvero che questo posto potrebbe diventare il nostro nascondiglio. Che ne dici?» mi domanda ancora, lasciandomi totalmente basito.
Devo ammettere che Kirino Ranmaru ha una grandissima padronanza del linguaggio, così tanta, che mi ha quasi convinto a questa sua folle idea, anche se a dirla tutta non so neanche di cosa si tratti.
Mmh... mi metto una mano sul mento e rifletto.
«Scusa, e perchè proprio io? Cioè, perchè hai scelto me per ciò che vuoi fare?» gli domando velocemente, vedendo se è il caso di fidarsi o no di quel confetto rosa, il quale ora mi sorride in modo buffo. Arrossisco. -Diamine! Perchè arrossisco?!-.
«Oh beh, sei l'unico amico che mi son fatto qui dentro, semplice... E poi hai un carattere particolare, secondo me in quello sguardo aspro c'è ancora un pò d'immaginazione. E di gioia, oh si... dobbiamo solo tirarla fuori!» mi dice con quel tono snervante da sapientino che odio a dismisura.
«Ma che è una seduta psichiatrica?! Kirino Ranmaru, tu sei il mio psicologo?!» sbotto infasidito, non facendomi andare molto a genio l'idea di essere 'analizzato' da quel drogato dai capelli rosati... Umhp, ma manco per sogno!
«Kariya vieni qua.» mi richiama lo 'scemo', facendomi segno di mettermi vicino a lui.
Per qualche strana ragione ignota pure a me,  accetto l'ordine e mi posiziono accanto a lui, guardando fuori dalla vecchia finestra.
«Kirino, mi dici che vu-» faccio per parlare, ma il rosato interrompe ogni mio desiderio di continuare il mio discorso.
Sbuffo scocciato: ODIO essere interrotto mentre parlo, è una cosa che proprio non sopporto!
«Zitto e ascoltami.» dicendo questo, sento un calore innato crescere da dietro la mia schiena, e appena mi volto, sento il mio cuore perdere un battito quando realizzo che quel sotuttoio di Ranmaru si è posizionato niente meno che dietro di me, facendo combaciare i nostri corpi.
Cerco di guardare altrove per non arrossire, ma cavolo, è inutile! Quando parla, sento ogni movimento, ogni muscolo del suo corpo spingere sul mio, il suo fiato soffiare sulla mia pelle, ed è impossibile restare impassibili. Quel confetto ci sa fare, lo devo ammettere...
«Guarda, uno spirito della foresta!» l'evidenziatore se ne esce tutto ad un tratto con questa frase, indicandomi in lontananza una piccola farfalla azzurra, la quale svolazza leggiadra fra la fitta vegetazione del bosco.
«Ma è solo una farfalla!» controbatto sciettico ed infastidito dal comportamento infantile e per niente coerente del mio compagno di viaggio.
Insomma, non è possibile avere tredici anni e pensare a questa roba da poppanti! Neanche mio fratello Hikaru lo fa più ormai! (per la cronaca: ha smesso di vedere orchi, fate e unicorni due anni fa).
Sento Kirino sobbalzare leggermente, e poi posizionarmi le mani sui miei occhi giallini, in modo che non veda niente. Subito faccio per ribellarmi a quel contatto così diretto, ma Ranmaru mi zittisce subito aumentando la pressione sui nostri corpi. Deglutisco.
«Non è vero, non è solo una farfalla... quella è una fata dei boschi e- Oh, senti è venuto anche una sentinella dal reame a farci compagnia!» l'evidenziatore ridacchia facendomi una vocina sognante, cosa che mi fa irritare parecchio.
E poi che sta dicendo!? Una farfalla alias fata dei boschi?! Bah.
Smetto di pensare e cerco di concentrarmi solo sul suono della "sentinella del reame", la quale scopro essere un normalissimo uccello.
Faccio per aprire bocca e controbattere, ma quei codini rosa precedono le mie intenzioni.
«Smettila di guardare le cose con la realtà, prova ad immaginartele ogni tanto. Pensa a qualcosa di felice... che ne so, magari ad una vita senza quei rompiscatole di Kurama, Minamisawa e Tsurugi. Pensa che tutto ciò che disegni diventi reale.» mi risponde con voce sorpresa, speranzosa, che capisca il suo folle modo di pensare.
E in qualche modo che non so neanche io, così faccio.
Provo a sognare... dopotutto non mi costa niente. Beh, almeno credo.
Mi immagino di trovarmi solo, in una terra ignota tutt'intorno.
Davanti a me c'è un bosco come questo, solo più fertile e con ancora più fiori e arbusti, cespugli e frutti in ogni direzione. Appena arrivati all'ingresso di questa mia terra, vi è un elegante archetto in ferro battuto, dove appena entro, ad accogliermi c'è una stradicciola di ciottoli color perla che mi porta fino a questa sorte di casa.
Solo che non la vedo proprio così... tutto sembra essersi ravvivato, le vecchie e consumate tegole di quell'abitazione, ora sono di un azzurro intenso e penetrante. Il tetto è invece blu, scuro come la notte. E la casa dentro è meravigliosa... mi scappa addirittura un "wow!" difronte a tutta quella fantasia!
E' grande, spaziosa, elegante, con pareti luminose di un turchese intenso come i miei capelli. In una parte della stanza vi sono tutti i miei disegni... addirittura c'è un cavalletto, con vicino posizionati tantissimi colori! Tempere, pennarelli, cere, matite... sembra essercene all'infinito! E poi adesso noto anche tantissime tele bianche che aspettano solo d'esser colorate.
Mi guardo intorno, e osservo ancora il paesaggio che prima guardavo dalla finestra, e non mi sorprendo ormai a vedere che è diverso!
E' un panorama mozzafiato... è tutto così vivo, acceso... persino le nuvole sembrano più bianche.
Poi alzo ancora lo sguardo, curioso come non mai, e finalmente vedo questo 'reame' di cui Ranmaru prima mi parlava: al centro del bosco si erge maestoso un magnifico castello bianco, su cui vedo scritto -in un modo che neanche io so- "Terabithia", il nome che anche prima Ranmaru mi stava dicendo.
Faccio per riaprire gli occhi e interrogare il confetto rosa su tutto ciò che vedo, ma vengo preceduto ancora da quel suono di quell'uccello che avevo sentito precedentemente.
Ora che lo osservo, non ha più il suo manto opaco e bruno che aveva un tempo, adesso sembra veramente qualcosa di magico, speciale... ha un piumaggio particolare, d'un viola vivace con qualche penna azzurra e argentea che svolazza intorno. Ed il suono che emette... Dio, è qualcosa di meraviglioso!  Sono più che sicuro che quell'essere canta ancora meglio di un usignolo! Forse perfino di un cantante esperto!
Mi perdo ad ascoltarlo, fino a che la sua voce riecheggia nel bosco intorno e si disperde, con un battito veloce d'ali. Guardo la farfalla, e non è più un piccolo insetto, ma ha bensì degli arti minuscoli che ricordano un pò quelli degli esseri umani e due ali semi-trasparenti di un bel verde smeraldo quasi irreale.
Sembra un folletto... o come ha detto Ranmaru, una fata dei boschi! Un  esserino minuscolo e grazioso, che ci trotterella vicino alla casa e ride con quella sua voce stridula.
E' bellissimo... davvero. Non pensavo che con l'immaginazione si potessero fare certe 'magie'.
Forse ciò che disegno si può veramente riprodurre in natura.
...E' una cosa così fantastica magi-Ehi! Aspettate un momento!
Un pensiero mi riporta alla realtà: Come diavolo fa quell'evidenziatore rosa fotonico a sapere che disegno?!
«Insomma, come ti è sembrato? Adesso mi credi?» mi domanda tutto ad un tratto Ranmaru, togliendomi le dita dagli occhi e facendomi girare nella sua direzione, così da trovarmi bellamente schiacciato dal suo corpo.
Odio questa situazione d'impotenza più d'ogni altra cosa al mondo, però al tempo stesso mi imbarazza vistosamente, ed infatti come da copione le mie guancie non tardano a diventare bordeaux.
«B-Beh, si... mi è piaciuto un sacco, non posso di certo negarlo. Non pensavo proprio che si potessero fare certe cose. Certo che l'immaginazione governa il mondo, neh confetto rosa?» gli rispondo di rimando, dicendogli la verità ma con il chiaro intento di sfotterlo, per non mostrarmi troppo agli occhi altrui.
Infine metto le braccia dietro al collo, chiudo gli occhi e mi giro in direzione opposta alla sua, cercando in tutti i modi di irritarlo, cosa che ottengo gloriosamente quando lo sento sospirare.
«La smetti di chiamarmi con questi sopra-» la barbie fa per controbattere, ma io, più furbo, lo precedo e gli domando un fatto curioso, il quale mi ha lasciato leggermente perplesso.
«Come mai sapevi che a me piace disegnare?» eccola, la mia fatidica domanda.
Lo vedo per un attimo aggirare il mio sguardo indagatorio, per poi aprire la bocca e rispondere.
«Me l'ha detto tuo fratello, prima quando tornavamo a casa insieme.» mi dice sorridente, avvicinandosi a me.
"Quella peste me la paga. Ora quando torno a casa gliene dico quattro...!" penso furioso dentro la mia testa, imprecando in mille lingue possibile contro quella peste viola che ho come fratello.
Insomma, non mi piace decisamente espormi così alle persone.
Non voglio che sappiano tutto di me, certe cose vorrei conservarle solo all'interno delle quattro mura della mia casa, ma a quanto pare è impossibile vista la incredibile capacità di Hikaru di essere pettegolo e impiccione. Manco fosse una ragazzina, cavolo!
«Oh... b-beh, capisco. Però non dirlo a nessuno! Okay?» lo supplico infine, pregando che mantenga quel piccolo mio segreto che nessuno sa appertenermi.
Magari per molti è una stupidaggine, ma non per me... sono sempre stato un tipo schivo, silenzioso, anche scontroso, e non voglio che la gente sappia certi particolari sul mio carattere. E' una cosa che proprio non sopporto.
«V-Va bene, tengo la bocca chiusa... però ad una condizione...» mi risponde Kirino guardandomi divertito.
Alzo un sopracciglio: cosa diamine avrà in mente?!
«Cioè?» gli dico, cercando di temporeggiare e riflettere della situazione in cui mi trovo.
«Non dovrai rivelare a nessuno l'esistenza di questo nostro posto, intesi?» mi risponde infine, assumendo un'espressione abbastanza seria.
Lo guardo dritto in fondo a quelle cavolo d'iridi azzurrine come il mare, e veloce muovo la testa, facendo un cenno d'assenso.
La condizione di quella barbie è veramente questa?! Tutto qua?!
Ghigno fra me e me. Pensavo peggio a dirla tutta.
«Ah, un'altra cosa...» l'evidenziatore rosa mi richiama all'attenzione.
«Cosa?» lo fisso interrogativo, in attesa che concluda la frase.
«Dovrai farmi vedere i tuoi disegni...» mi dice sorridendo appena.
Quando lo sento, strabuzzo di colpo gli occhi e lo guardo stranito.
A dirla tutta, non ho mai fatto vedere i miei "scarabocchi" a nessuno prima d'ora... beh, se non ad Hikaru, ma con lui è avvenuto per puro caso, visto che quella peste impicciona di mio fratello non fa altro che prendermi di nascosto il quadernino in cui disegno, per farlo ovviamente anche lui.
«O-Okay...» gli rispondo infine, con una voce fin troppo incerta che non sapevo per nulla appartenermi.
Però, subito dopo aver finito di parlare, mi pento di ciò che ho appena fatto: dovevo immaginarmelo che ci stava la fregatura... Era ovvio che volesse sapere qualcosa di più su di me! Diamine, l'ho letto pure in quel cavolo di suo diario per femminucce! Ma che mi passa per la testa?! Non posso mica far vedere i miei disegni al primo che passa...
Forse sembrerò esagerato, eccessivo a dire così, ma che ci crediate o no tengo molto a quei miei 'scarabocchi'.
Sono una cosa fin troppo personale, forse troppo da mostrarla agli altri.
Però boh,  non so... quel ragazzo ha un qualcosa di particolare, che non mi permette di ragionare lucidamente.
Mmh... che confusione che ho in testa, spero almeno di aver fatto la scelta giusta.
«Ehi!» la voce del confetto mi riporta alla realtà, lontano da quel mondo immaginario che sono i pensieri.
Guardo interrogativo Ranmaru, e quando lo vedo battere a terra una palla sferica bianca e nera, mi incuriosisco ancora di più.
«Che cosa vuoi farci con quel pallone?» gli domando cauto, guardandolo con occhi accusatori.
vedo Kirino sorridermi, e poi smettere di far rimbalzare a terra il pallone, raccogliendolo fra le mani.
«Secondo te?» e dicendo ciò, mi lancia la sferra bianca e nera dritta fra le braccia.
«N-Non sono molto bravo a giocare a calcio...» gli dico in tutta risposta, abbassando di poco lo sguardo e maledicendomi con tutto me stesso per non essere voluto andare a lezioni di calcio quando Midorikawa e Hiroto me lo avevano promesso. "Che demente..."
«E chi se ne importa se non sai giocare! L'importante è divertirsi, forza scendiamo giu!» mi risponde lui, sorridendomi e facendomi l'occhiolino, così da farmi sembrare ancora più 'tonto' di quanto già non sia.
Deglutisco in modo abbastanza rumoroso, e annuisco a fatica in sua direzione.
Faccio per parlare nuovamente, ma Ranmaru, tutto ad un tratto, incomincia a calciare forte il pallone, con il chiaro intento di tirarlo fuori dalla casetta, ma invano, visto che esso rimbalza in una tavoletta più sporgente del portone e rimbalza dentro casa, facendo staccare e 'schiantare' al suolo una grossa tegola di legno.
La casetta scricchiola e traballa terribilmente, e per un secondo penso veramente che precipiteremo e moriremo come quel pezzo di legna in basso, ma per fortuna -e che fortuna!- mi sbaglio, e non ci succede nulla di grave.
«Non credo sia molto sicuro stare qui...» dico alla barbie tutto ad un tratto, con voce leggermente tremolante dallo strano spavento appena preso.
Vedo Ranmaru scuotere la testa e fissarmi.
«...Prima il divertimento, e poi il lavoro, chiaro?» e dicendo ciò, mi sorride ancora, andandomi più incontro.
«Che vuoi dire?» gli domando spiazzato dal suo superficialismo e della sua irresponsabilità.
Insomma, stavamo per morire diamine! Potremmo almeno andare a divertirci altrove! E poi beh... chi l'ha detto che a me faccia piacere la compagnia di una barbie sbrilluccicosa!? Proprio nessuno!
«Voglio dire, che devi smetterla di pensare alla realtà, alla vita di tutti i giorni... dovresti rilassarti Masaki. La prima regola qua a Terabithia sai qual'è?» mi domanda, ed io scuoto la testa in segno di negazione.
«Divertirsi.» mi risponde infine, passandomi la palla fra i piedi.
«Sognare e divertirsi.» si interrompe e continua a parlarmi, sorridendo in modo deciso e tendendomi una mano.
"Sognare e divertirsi"...
Non so bene il perchè, ma queste parole mi si incollano dritte nella mente, e non fanno altro che scorrermi per il cervello.
"Sognare e divertirsi"... era da tanto che non lo facevo. Magari potrei provarci, ancora una volta.
«...Andiamo giu a fare una partitina a calcio?» mi dice infine, sempre con la mano tesa a mezz'aria, in attesa che un qualcuno la stringa.
Sospiro leggermente, e decido, dopo un lungo periodo, di provarci... di provare a vedere il mondo come fa Ranmaru, ossia con gli occhi della fantasia.
Non credo mi faccia male sperimentare questa sua tecnica, e poi chissà... magari potrebbe piacermi! Se sto con le mani in mano qui a pensare, non combinerò un bel niente, poco ma sicuro.
«Va bene, ci sto Kirino.» gli dico infine, stringendo finalmente la sua mano, la quale si intreccia fortemente alla mia. Una scossa intensa parte da quel contatto e si accende, come una fiamma in tutto il mio corpo.
Che sensazione strana, magica... c-che cosa mi sta succedendo?
«Amici?» mi domanda tutto d'un tranno lui... a quanto pare, il Re, insieme a me, di Terabithia.
Deglutisco leggermente, e mi libero dei miei pensieri, i quali mi stavano tormentando fin troppo.
Infine mi specchio in quegli occhi azzurro oceano, e tutto sembra perdersi e placarsi.
«Amici.» gli rispondo io, sorridendo involontariamente e sentendomi, per la prima volta, dopo molto tempo... realmente felice.



 

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-Angolino dell'arcobalenO

'Buondì arcobaleni! C: (?) 
Eccomi di nuovo qua, per la vostra fortuna sfortuna a pubblicare il sesto capitolo di questa fic!
Beh, che dire... come ogni volta, spero che vi piaccia questo 'obrobrio' qua sopra! x'3
 ...In questo capitolo poi Masaki ha finalmente aperto gli occhi alla fantasia, grazie all'aiuto del nostro bellissimo confetto rosO di Kirino! ^^ (?)
E nientO... oggi ho da dire poco, e credo pure di aver 'sfornato' su un capitolo abbastanza lunghino, quindi senza annoiarvi ulteriormente concludo l'angolino! x3
Vi chiedo solo di farmi sapere cosa ne pensate di questa fic, se avete notato o no errori o plagi vari, se vi è piaciuta, tramite una piccolissima e microscopica recensione qua sotto che apprezzerò molto! Rendetemi felice, daaai x'D
Alla prossima! :3

-Beta-Chan

   
 
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