Storie originali > Fantasy
Segui la storia  |       
Autore: Homu    28/03/2015    4 recensioni
Siamo negli Inferi, dove ognuno pensa al suo profitto, senza farsi alcun genere di scrupolo per ottenere più potere. I demoni, e le altre creature, di alto rango pensano solo a difendere le loro vite, quando vanno a cercare nelle varie Arene schiavi che diverranno le loro guardie del corpo.
Anche Yami lo pensa, ma in piccola parte. Perché vuole avere quella persona tutta per sé, per toglierle quello sguardo vuoto.
Genere: Avventura, Fantasy, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shoujo-ai, Yuri, FemSlash
Note: Lime | Avvertimenti: Contenuti forti, Triangolo
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Capitolo 3

Capitolo 3- La famiglia Akuma

 

Era finalmente uscita dall’Arena in cui era stata rinchiusa per anni ed ora si trovava all’ingresso di un campo di battaglia probabilmente ancora più pericoloso, la villa degli Akuma. Davanti all’enorme cancello c’erano due guardie con armature scintillanti con l’emblema della Casata che servivano in rilievo sul petto.
Ice aveva indagato sul quella Demon Lord che le aveva offerto lavoro come sua guardia del corpo. Quello che aveva scoperto incrementava in modo esponenziale i dubbi che aveva su di lei
; si diceva in Arena che la famiglia Akuma fosse una delle più forti, se non quella con maggior potere tra i clan dell'oscurità, grazie a delle capacità donate direttamente dalla divinità dell'oscurità denominata "Oscura Signora".
Le guardie all’entrata la guardarono con aria schifata, rigonfi del loro orgoglio di purosangue, ma la lasciarono entrare, bisbigliando qualcosa che somigliava ad “Adesso si fa difendere dagli schiavi pur di disobbedire al padre”.
Scuotendo la testa e stringendo l’elsa della spada, la stessa che le aveva lasciato sul tavolo la demone, bussò al portone d’ingresso della reggia.

 Non si sentiva molto rumore provenire dall’interno della casa. Le due governanti che le aprirono la porta la scortarono in una stanza in cima alle scale, raccomandandosi di presentarsi alla signorina ed al signor Akuma dopo essersi ripulita accuratamente e aver indossato la veste che le era stata regalata dalla signorina Yami. Ice, nonostante tutti i servitori che abitavano in quella reggia, era l'unica di sangue misto e anche quella con meno poteri. Dopo un bagno abbastanza lungo per cancellare l’odore di sangue, sudore e di polvere, indossò quella tunica azzurro ghiaccio e si mise la spada dietro la schiena, dirigendosi verso il salone delle udienze, da dove proveniva tutto il poco rumore della casa. Quando la presentarono, tutti i nobili presenti nella stanza si girarono, coprendo le loro risate con un ventaglio davanti alle labbra o con lisciatine di baffi. Ice si avvicinò ai due troni, dove i proprietari di casa erano seduti, e si inchinò sussurrando il suo nome e quello che avrebbe fatto se ne fosse stata in grado, ovvero proteggere la demone.
Yami le sorrise, rassicurante, mentre il padre la guardò con odio. La mezzosangue aveva capito che le creature come lei non gli piacevano, era uno di quei Demon Lord che odiava tutti i  non puri.
“Non sarà una vita facile” si disse osservando di soppiatto l’altra demone, quando si alzò dal suo posto.

-Perdonatemi padre, accompagno la mezzosangue a visitare il castello, dopodiché mi riposerò nelle mie stanze, sono leggermente affaticata. Con il vostro permesso- disse inchinandosi al demone, che le fece segno di andarsene, per poi piegarsi nuovamente verso gli invitati- signori e signore.- Gli altri nobili si inchinarono al passaggio delle due continuando a bisbigliare sulla nuova arrivata.
Yami camminava decisa davanti ad Ice, nel più totale silenzio. L’ex gladiatrice notò le corna della signorina, cosa che prima non aveva fatto, forse anche a causa dell’oscurità delle celle.
-Le avevo nascoste con un incantesimo. Sempre meglio non mostrare quanto potere si ha, in luoghi del genere.- le disse, senza smettere di camminare, prima di girarsi verso di lei.
-Sì, se c’è silenzio e mi concentro riesco a leggere nella mente delle creature.- continuò sorridendole.
La guerriera arrossì, abbassando lo sguardo. Così la sua nuova padrona poteva giocare con le menti altrui, uno dei poteri più pericolosi dei demoni dell’oscurità.
Fissò nuovamente quelle corna nere dalla forma inusuale, si alzavano di un poco, per poi allungarsi dietro la testa, scendendo seguendo i capelli.
-Non ne ho mai viste di questa forma, se posso permettermi di dirlo- rispose abbassando il capo, maledicendosi per aver parlato.
-Siamo solo noi due, non essere rigida. Andiamo nelle mie stanza, lì potremo parlare con maggiore libertà rispetto ad un semplice corridoio.- commentò girandosi e continuando a camminare, guidando la sua guardia del corpo attraverso corridoi, non mancando di descriverle le stanze in cui passavano.

Appena entrata nei suoi alloggi la proprietaria di casa si stese sul letto in posizione prona, invitando l’altra ad avvicinarsi e sedersi sul letto matrimoniale.
-Parlavamo delle corna, giusto? In effetti soltanto la nostra famiglia le ha di questa forma, e neanche tutti i membri; io ad esempio le ho ricevute da mio nonno, che a sua volta le ha ricevute dal suo, da quel poco che so indica la differenza di potere.- le disse guardandola con la coda dell’occhio e spiegando le ali.
-Effettivamente ce le ha lunghe e grosse quanto suo padre.- notò Ice, sapendo che in base a questi particolari si riconosceva il potere di un demone.
L’altra mugolò in assenso, muovendo lentamente le ali, prima di sussurrare alla mezzodemone di massaggiarle, sorridendo. Dopo secondi di sbigottimento ubbidì, leggermente imbarazzata: le ali di Yami erano morbide e sembravano quasi angeliche. Iniziò a toccarle la membrana bianca, quella nella parte superiore, cercando di non stringere troppo forte, perché sapeva di avere delle mani ruvide e callose, per via della sua vita da guerriera.
Dopo un po’ di gemiti, la demone mosse le ali, pregando Ice di fare con un po’ più di delicatezza se le fosse possibile; la guerriera si scusò arrossendo, e riprovò a massaggiarla. Questa volta la padrona non si lamentò anzi, con un sorriso sul viso, cominciò a rilassarsi con gli occhi chiusi.
-Raccontami di te. Come vivevi prima di finire in Arena?-
-Se posso permettermi, perché le interessa saperlo? Non sono nessuno di cui valga la pena sapere.-
-Mi interessa perché sei la mia guardia del corpo. Devo conoscerti per poter fare affidamento su di te, specialmente dato che sono perennemente a rischio di vita.- disse senza smettere di sorridere -ora puoi lisciarmi le piume?-
L’ex gladiatrice ubbidì, andando ad accarezzarle singolarmente ogni piuma, notando la loro consistenza, erano più dure di quello che sembravano, avrebbero potuto trapassare una cotta di maglia se le avesse scagliate ad una velocità abbastanza elevata.
-Mia madre è, o era, la signora di un castello in una provincia delle Lande Ghiacciate. Un demone purosangue di classe media. Mio padre invece era lo stalliere di palazzo. Ovviamente la relazione non era ufficiale e quando mia madre mi diede alla luce, cacciò mio padre da palazzo e mi scaricò ai membri della servitù.
La mia vita continuò pressoché normalmente e quando raggiunsi l’età per impugnare una spada, rimasi con il maestro d’armi per allenarmi; quando ricevetti la sua approvazione mi arruolai nell’esercito e mia madre mi mise a capo di una piccola guarnigione. Un giorno eravamo in ricognizione vicino ad un nostro villaggio e cademmo in un imboscata, i miei compagni furono uccisi davanti ai miei occhi e io fui trasportata in questa città e venduta all’Arena, in quanto sapevano chi fossi, forse grazie a delle spie nel palazzo. Ho vissuto metà della mia vita a combattere per sopravvivere e tutti i lord che mi presero con loro abusarono del mio corpo, per poi riportarmi in Arena, dato ero restia a dar loro piacere. Questa è la mia storia.- raccontò senza smettere di lisciarle le piume, smise soltanto quando Yami mosse le ali, prima di ritrarle.

La corvina era rimasta ad ascoltare in silenzio la storia della sua guardia del corpo e quando ebbe finito le rimase addosso una strana sensazione, un dolore al petto. Non le era mai capitato, forse era quella cosa che chiamavano “compassione”. Il soffrire insieme ad un’altra creatura era una cosa nuova per lei.
-Per quanto valga, mi dispiace per ciò che è successo. In un certo senso abbiamo una storia simile.-
Ice stava per replicare, ma la demone non glielo concesse, mettendole un dito davanti sulla bocca, prima di stendersi supina per guardarla meglio.
-Mio padre mi odia. Secondo un’antica credenza della mia famiglia ogni due generazioni il primogenito deve essere un maschio, non ha ritenuto opportuno dirmi il motivo. Quando sono nata ha ucciso mia madre, incolpandola del mio sesso. Mia nonna me lo rivelò in punto di morte, quando avevo dieci anni e da quel giorno ho iniziato ad odiarlo di rimando. Quell’uomo mi ha sempre tenuta rinchiusa, facendomi fare commissioni soltanto per suo tornaconto personale, ma un giorno mi sono resa conto di avere nel mio corpo più potere di lui e da allora gli tengo testa, conscia che se avesse tentato di ammazzarmi avrei potuto difendermi. Ultimamente ha insistito tanto nel trovarmi una guardia del corpo che mi ha fatto pensare che volesse uccidermi proprio con una di quelle, anche per questo ho deciso di andare sugli spalti in arena e cercare un essere che non avrebbe mai potuto corrompere. La mia scelta è ricaduta su di te, data la tua bravura con la spada e il tuo status di mezzodemone. In un certo senso ti ho usato e di questo mi dispiace leggermente, ma non rimpiango la scelta che ho fatto, prendendoti al mio servizio.
Mio padre probabilmente cercherà di cacciarti da palazzo, ma finché non vorrai andartene di tua iniziativa, per una ragione valida, cercherò di ostacolarlo il più possibile. Posso affidare la mia vita nelle tue mani, Ice Darkaga?-

La demone la fissò dritta negli occhi mentre pronunciava le ultime frasi ed Ice ebbe l’impressione che la stesse guardando dentro, cercando suoi dubbi o resistenze e questo la spaventò, però non distolse lo sguardo dalla sua signora anzi lo ricambiò perdendosi in quell’oscuro viola.
-Sono grata dell’onore che mi state offrendo, mia signora. Morirei pur di salvarvi la vita- le rispose inchinandosi
-Non essere così formale quando siamo solo noi due- le disse sorridendo, appoggiando una mano sulla sua guancia – ti ringrazio per quello che farai da ora in avanti.- la guerriera arrossì e la padrona continuò, ridendo – nonostante la tua maturità diventi rossa ad una velocità inaudita!-
L’altra rimase affascinata dalla risata della più giovane, ritrovandosi a pensare che forse, il suo alloggio in quella villa sarebbe stato più piacevole del previsto.
Dopo qualche minuto in silenzio la corvina si alzò, spiegando nuovamente le ali e portò la sua guardia del corpo con sé, facendole terminare il giro della reggia.
Le mostrò le cucine, la biblioteca, dove Yami passava la maggior parte del tempo, gli alloggi delle guardie, le sale da pranzo e le mura di cinta. Ice rimase affascinata dalle differenze che c’erano tra il castello nelle sue terre e quello della famiglia Akuma. Nonostante la bellezza dei cristalli di ghiaccio che ricoprivano quello nelle Lande, gli affreschi di battaglie passate, i rilievi sul tempio e i ritratti di ogni componente del nucleo familiare curati nei minimi dettagli erano spettacolari, nel posto in cui avrebbe servito da quel giorno fino alla morte. Tornarono dentro il palazzo, dopo aver visto il campo di allenamento che le avrebbe tenute occupate l’indomani.
Quella sera, a cena, il padre della demone rimase scandalizzato e infastidito dalla presenza al loro stesso tavolo della mezzodemone, con grande gioia della figlia.

  
Leggi le 4 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Fantasy / Vai alla pagina dell'autore: Homu