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Autore: Mirella__    28/03/2015    1 recensioni
Matt, Near e Misa si ritrovano in una circostanza abbastanza singolare.
Light è ammanettato a chi non si sarebbe mai aspettato.
Soichiro diventa improvvisamente concorde con Misa sulla vera natura di maniaco di L.
Ovviamente Mello, Beyond Birthday, Matsuda e Aizawa non c'entrano nulla in tutto ciò, o forse sì?
Raccolta/Long di massimo cinque capitoli.
Genere: Comico, Commedia, Demenziale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Un po' tutti
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Quando le corrispondenze

non corrispondono

 

Se L non c'era, lui sarebbe stato libero.

 

Per Light questo corrispondeva un po' a: se fosse stato libero allora avrebbe potuto avere una tregua da quell'inferno.

 

Per L questo corrispondeva un po' a: se fosse stato libero, Light avrebbe potuto riprendere la sua arma di distruzione di massa, ucciderlo, conquistare il mondo e diventarne il padrone indiscusso.

 

Per Watari questo corrispondeva un po' a ritrovarsi con un diciottenne ammanettato a lui. Certo, avrebbe potuto corrispondere anche a una sequela di riflessioni nel quale il geniale inventore si chiedeva il perché a una certa e veneranda età non: si era sposato, era andato in pensione, si trovava in un cassa.

 

“Watari,” disse L infilandosi un giaccone pesante e un cappello nero. “Ricordati che gli ospiti arriveranno a momenti”. E senza aggiungere altro lasciò la stanza.

 

Light a quel punto era in stato catatonico.

 

Beyond Birthday è di nuovo libero

 

La guardia tremava. Tremava così forte che le vibrazioni si trasferirono sulle chiavi e le chiavi a loro volta tremavano così forti che, mentre giravano nella toppa, facevano tremare la maniglia e così facendo la guardia che tremava faceva tremare le chiavi, che facevano tremare la maniglia, che faceva tremare la porta.

“E basta, per l'amor di L!” Urlò Beyond Birthday che durante la stesura del suo diario aveva rischiato di scrivere “franca mente” invece di “francamente”. La perfezione era arte, la perfezione era il massimo, la perfezione stava in cima, la perfezione superava tutti, la perfezione era L, ma se Beyond Birthday fosse riuscito a fare qualcosa di perfetto allora lo avrebbe superato!

“Bwahahah!” La risata che proruppe dalle labbra del serial killer, però non lo convinse del tutto. “Muahahahah!” Sì, questa andava decisamente meglio, aggiungeva quel tocco di isteria che alla prima mancava, almeno secondo lui.

In tutto questo, la guardia non aveva detto nemmeno buongiorno, o forse lo aveva detto, ma Beyond non ci aveva fatto poi tanto caso.

“Q... questa... ti prego non uccidermi!” Il poveretto non ce la fece a dire altro, lanciò il pezzo di carta in faccia a Beyond, uscì di corsa sbattendosi la porta alle spalle e si diede alla fuga più sfrenata.

Gli occhi rossi del ragazzo si illuminarono a quelle novità.

A quanto pareva aveva da fare.

 

Le speranze spesso sono mal riposte

 

Promozione. Sì, quel messaggio con quell'indirizzo sapeva proprio di promozione! Insomma! Watari - il mitico messaggero di L - lo aveva contattato e gli chiedeva un incontro. Mello se lo sentiva, quello era il vero inizio di una collaborazione. Si era messo a fingere di dormire quel pomeriggio, non voleva far sapere niente a Matt dell'intera situazione: poveretto, si sarebbe preso d'invidia.

Adesso, mentre si lavava la faccia con l'acqua gelida e sorrideva allo specchio, gli si gonfiava il petto, tanto era fiero! Stava per incontrare il suo mito! E avrebbe fatto da assistente al suo messaggero! Quale onore. Quale onore! Avrebbe sbattuto in faccia la verità all'albino. Eccome se lo avrebbe fatto. Near sarebbe diventato più pallido di quel che già era!

Diede un'altra pettinata ai capelli biondi e uscì dalla sua abitazione quasi saltellando dalla gioia.

 

 

Due serial killer, un boss mafioso

e il vecchietto

 

Mihael era infuriato; non appena aveva visto l'albino seduto al parco, aveva lanciato quella palla di neve e si era allontanato senza nemmeno curarsi di essere notato. Nate non gli aveva fatto niente, ma il tedesco mal sopportava la sua figura e visto che per una volta aveva avuto l'occasione di fargli male senza avere particolari e negative conseguenze, aveva preso quel pezzo di poltiglia bianca e gliel'aveva lanciata contro con tutta la sua forza.

Passarono un paio di minuti, poi riprese a sorridere. In fondo non era andata tanto male; aveva un contatto con L. Quel giorno sembrava proprio procedere bene.

Arrivò finalmente all'indirizzo indicato sul biglietto e la porta si aprì non appena vi si avvicinò. Prese l'ascensore e salì fino al trentacinquesimo piano, dove lo accoglievano dei macchinari che facevano invidia a un sistema di sicurezza di un aeroporto.

“Non potevo aspettarmi niente di meno da L”. Disse tra sé e sé, posando su un tavolino: coltelli, pistole, bombe e qualche tavoletta di cioccolata, poi fu pronto per attraversare gli scanner.

La porta si aprì e finalmente poté entrare.

“Gradisce una tazza di tè, signorino?” Chiese Watari, ma la sua voce non arrivò ai timpani di Mello perché questo era impegnato a guardare il ragazzo sconosciuto ammanettato al vecchietto.

“Chi è questo tizio?” Chiese del tutto sconvolto, reggendosi a malapena sulle gambe.

Che in realtà quel vecchio avesse brutte intenzioni con lui? Che L non avesse alcun messaggero e che lui fosse caduto nella trappola di un maniaco? Fece per indietreggiare, ma andò a sbattere contro un altro ragazzo che gli era spuntato alle spalle. “E tu chi sei?” Si portò una mano al pantalone di pelle come a estrarre una pistola, ma solo a quel punto si ricordò d'aver lasciato le armi sul tavolo della saletta d'ingresso.

Beyond dal canto suo aveva già chiuso la porta e guardava con un cipiglio irritato la testa bionda che aveva davanti, chissà come sarebbe stato spaccarla con...

“Signori, vi prego di sedervi e ascoltare le mie spiegazioni”. Il vecchio gli impedì di finire il pensiero con la sua voce gracchiante, ma quello in cui Beyond sperava erano delucidazioni nel più breve tempo possibile, ragion per cui si sedette senza borbottare; non diede il minimo segno d'aver notato la catena che legava il maggiordomo a quel ragazzo dall'aspetto tanto singolare.

Diede un'occhiata alla sua data di morte, era relativamente vicina, ma quello dell'anziano ancor di più; poi spostò lo sguardo su Mello, anche la sua non era poi tanto lontana.

Mihael era esitante, ma visto come si stava mettendo la situazione era meglio stare al gioco di quel vecchio pervertito e sedersi accanto all'altro.

“L vi vuole per una collaborazione. Dovrete arrestare un fantomatico ladro che da giorni sta spargendo la voce su un suo nuovo furto. La polizia non riesce ad arrestarlo e quindi si è rivolta a L”.

“E L si è rivolto a voi perché per lui è un caso minore”. Disse Light disintegrando la rinnovata felicità di Mello: per il mafioso si era aperto un forellino di speranza, aveva iniziato a credere che quel vecchio non fosse un semplice maniaco sessuale e che quel ragazzo fosse ammanettato a lui per un motivo valido. Adesso veniva a sapere che non solo era stato attirato in quella che aveva tutta l'aria di essere una grande buffonata, ma anche che veniva utilizzato come un semplice riserva! Uno di quelli che riparano i danni altrui. Bella merda.

Beyond inarcò un sopracciglio, poi si appoggiò più comodamente allo schienale del divano e squadrò Light dalla testa ai piedi. “Anche tu sei stato chiamato qui per far fronte a un caso minore, non ti urta la cosa?”

Light si trattenne dall'assumere una qualsiasi espressione facciale e incrociò le braccia al petto. “Solitamente lavoro al fianco di L, ma questa notte lui è impegnato, perciò mi ritrovo costretto ad assistervi”.

L'altro rise in modo beffardo e scosse la testa. “Mi stai dicendo che la catena la porti legata al suo, di polso?”

E Light a quella frase si sentì avvampare, rendendosi all'improvviso conto di quanto la sua situazione con L potesse sembrare fraintendibile ad occhi esterni.

Che strano! Eppure lui non ci aveva mai visto nulla di così tanto anormale.

“Muoviamoci, prima cominciamo e prima finiamo”.

I tre si misero a lavoro, fuori la neve aveva ripreso ad attecchire al suolo, il fuoco nel camino scoppiettava e un piacevole tepore aveva pervaso la stanza.

Passarono le ore, il sonno iniziava a farsi sentire e non ci volle ancora molto affinché le teste del quartetto si ritrovassero penzolanti davanti agli schermi dei loro pc.

Mello fu il primo a cedere: si sistemò sulla tastiera e nel suo appisolarsi premette per bene la faccia contro una bella manciata di lettere che andarono a riempire il suo documento word.

Beyond aveva iniziato a ronfare, seduto sulla poltrona, con la bavetta che gli colava già lungo il mento, mentre il dignitoso Light si era addormentato con la testa appoggiata alla propria mano e una posizione dritta sulla sedia, che se l'avessero guardato da dietro, si sarebbe detto di lui che fosse ancora sveglio.

Watari non si era accorto della condizione in cui giacevano gli altri tre, ma in fondo era troppo vecchio per controllare degli adolescenti. Lui faceva il maggiordomo, non la balia.

 

  
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