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Autore: LauraPalmerBastille    29/03/2015    7 recensioni
[PERNICO]
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27 giorni prima.
[…] Nico si sta pulendo gli occhiali sulla maglia, quando l'oggetto dei suoi pensieri da due mesi a quella parte varca la soglia della porta, facendolo arrossire immediatamente.
Percy Jackson. Capo della squadra di nuoto agonistico, nonché ragazzo più popolare della scuola.
Ebbene si, questa è la grande verità. Nico Di Angelo- nonché nostro sventurato protagonista- è immancabilmente ed irrimediabilmente gay.
Gli butta un'ultima occhiata, per poi affondare il viso tra le mani.
Perchè?
Al mondo ci sono circa tre miliardi e seicento milioni di uomini, e tra questi tre miliardi e seicento milioni di uomini, Nico di quale poteva prendersi un'irrimediabile cotta?
Del più etero tra di loro.
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15 giorni prima.
[...] Quando Percy si piega sensualmente per raccogliere il suo libro, il più piccolo crede di svenire lì, sul momento.
“Io sono Percy” si presenta il più grande, allungando una mano. “Percy Jackson. Piacere di conoscerti. Tu sei?”
Il cuore di Nico, dal battito accelerato che aveva, si ferma completamente.
“Sono Nico, Nico Di Angelo” dice, senza però assecondare la presa.
“Sei un tipo difficile, eh?”
Il più piccolo fa spallucce. “Mamma mi ha sempre detto che sono speciale."
Genere: Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Nico di Angelo, Percy Jackson
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Quel giorno, cambiò la vita di entrambi.

14 giorni prima.

Nico entra nell'aula di lezione con lo sguardo puntato verso i suoi occhiali, intento a pulirli. Gli soffia sopra, per poi strofinarseli sulla maglia. È così impegnato in quell'azione, da non notare il fisico scolpito e scultoreo che gli sta venendo addosso.
L'impatto con quei muscoli perfetti è così destabilizzante, da farlo quasi cadere a terra. Fortunatamente però, due forti braccia lo afferrano per le spalle, impedendogli di schiantarsi a terra e perdere ancora di più, se possibile, la sua dignità.
Gli occhiali che aveva in mano, però, gli cadono rovinosamente a terra. Quando questi toccano il pavimento, il rumore che emettono non rassicura in nostro povero -e decisamente poco fortunato- protagonista.
“Nico?” lo chiama il ragazzo che, sicuramente, deve essere il proprietario di quelle meravigliose braccia.
Il più piccolo sente il cuore saltargli nel petto, e la salivazione aumentare nella sua bocca.
“P-Percy?” lo chiama, sfiorando la mano dell'altro ancora poggiata sulla sua spalla.
“Accidenti, ti sono caduti gli occhiali, amico” dice una voce maschile che non riconosce, avvicinandoglisi. Nico apre gli occhi, per poi strabuzzarli.
“Si, i miei occhiali” si lamenta, mentre quelle mani continuano a tenerlo stretto per le spalle facendogli battere il cuore decisamente troppo forte. “D-Dove sono i miei occhiali... non ci vedo.”
“Oh, cavolo...” esclama la voce di prima, con un tono poco rassicurante.
“Cosa succede Grover?” chiede Percy, stringendo la presa sulle spalle del più piccolo.
“Ecco... Ho una brutta notizia da darti, amico” continua, poggiando gli occhiali nella mano di Nico.
Quando questo li indossa, quasi non gli prende un colpo. Se li tasta con le dita, per poi emettere un verso strozzato che, in teoria, dovrebbe essere un urlo.
“Le lenti!” quasi urla, sgranando gli occhi. “Dove sono le mie lenti!”
Grover aggrotta le labbra, per poi passargli nell'altra mano dei piccoli frammenti di vetro. “Penso proprio abbiano fatto una brutta fine, amico.”
“Oh cavolo, Nico” sospira Percy, stringendo la presa sulle sue spalle. “Mi dispiace un casino, è tutta colpa mia!”
Ed il mix di emozioni che pervadono il corpo di Nico quasi lo fanno collassare. Sta per svenire per le mani di Percy sul suo corpo, nello stesso momento vorrebbe prenderlo a testate per avergli fatto cadere gli occhiali ed urlare frustrato per l'intera situazione.
L'unica cosa che fa, però, è quella di sospirare ed infilarsi una mano in mezzo ai capelli. “Dovrò ricomprarli...”
Percy scuote la testa energicamente. “No, te li ricompro io! E' stata colpa mia e—“
“Smettila di fare l'eroe” lo interrompe il più piccolo, guardandosi intorno disorientato. “Ci siamo scontrati, non c'è un colpevole. Ora devo solo riuscire ad arrivare fino alla mia stanza per prendere le lenti a contatto.”
Percy fa scivolare la mano dalla sua spalla fino al suo braccio, stringendolo. “Ti accompagno io!” propone, sorridendo. “Cioè, è il minimo che possa fare dopo averti rotto gli occhiali” aggiunge, dopo l'occhiata confusa di Grover.
Quest'ultimo alza le mani al cielo, scuotendo la testa. “Scordati che prendo gli appunti anche per te, amico.”
“Grover” lo richiama Percy, abbozzando un sorrisetto. “Devo ricordarti di quella volta che ti ho salvato dall'espulsione dopo aver messo la colla sulla sedia a rotelle di Chirone?”
“Siete stati voi due!?” chiede sorpreso Nico, aggrottando le sopracciglia. “Dovrei dirvi che è ingiusto prendersela con le persone svantaggiate in sedia a rotelle... ma dopo avermi bocciato all'esame, non posso che supportarvi e stimarvi.”
Il più grande scoppia a ridere, scuotendo la testa. “Si, abbiamo ottenuto l'appoggio di molti, dopo quell'esame. Quindi non ti sono servite le domande che ti ho suggerito? ”
“No. Lasciamo stare” dice Nico, alzando gli occhi al cielo. “Sono stato due mesi su quel libro, per un misero – ha sicuramente studiato, ma io cerco di più-. Quell'uomo vuole morire di una morte lenta e dolorosa, me lo sento.”
Percy stringe la presa sul suo braccio, facendolo ammutolire di colpo. Si morde forte il labbro, mentre l'impulso di prendergli la mano e stringergliela gli pervade il corpo.
Fortunatamente la voce di Grover lo stabilizza, facendolo tornare alla realtà. “Andate a prendere quelle lenti, prenderò appunti per tutti e due, amici.”
E Nico non ne è sicuro ma, anche con la vista sfocata, è sicuro di aver visto Percy sorridere. Ed ha amato quel sorriso anche questa volta.

 

11 giorni prima.

Nico è chino sui libri, con la mente affollata di parole inutili e gli occhi che gli fanno decisamente male. Se li stropiccia ancora un po', maledicendo quegli occhiali e il ragazzo che glieli ha fatti cadere.
Percy lo aveva accompagnato fino in camera. Il suo braccio e la sua mano poggiati sul suo di braccio, e su quelle stramaledette labbra c'era sempre quel sorriso che lo faceva impazzire.
Ci vedeva sfocato e, se non fosse stato per l'intervento di Percy all'ultimo secondo, avrebbe preso tre armadietti e due pali in piena faccia... ma quel sorriso riusciva a riconoscerlo comunque. Era come se emanasse radiazioni positive che gli facevano battere il cuore all'impazzata.
Erano arrivati in stanza, e Nico non si era nemmeno accorto che Percy aveva parlato dall'inizio del tragitto. Dei, quel ragazzo era spettacolare.
Lo aveva fatto entrare dentro la stanza, per poi condurlo fino al bagno.
Solo gli Dei sanno quanto Nico avrebbe voluto buttarlo sul letto non appena messe le lenti a contatto, e visto quel sorriso chiaramente.
Aveva però stretto i pugni, morso il labbro quasi a sangue e serrato gli occhi per resistere alla tentazione di quel ragazzo. Nico era un ragazzo dannatamente timido e sociopatico, ma a volte non riusciva a controllare i suoi istinti.
“Ormoni” gli aveva detto Jason, quando gliene aveva parlato. “Non chiamarli istinti, sono ormoni impazziti che ti chiedono aiuto. Nico, hai venti anni e non hai ancora fatto nulla con nessuno. Ci credo che stai così.”
Nico, ovviamente, gli aveva dato dell'idiota. Ormoni? Ma per favore. Nico non ha ormoni. Da sociopatico ragazzo timido che è, non possiede quella roba lì. Quella è roba da gente con una vita sociale. Eppure a volte, quando si trova di fronte a quel ragazzo, il corpo gli si pervade di un calore piacevole e vorrebbe un contatto fisico.
Strano, vero? Chi avrebbe mai pensato che avremmo ritrovato 'volere contatto fisico' e 'Nico' nella stessa frase, eh?
Eppure è così. Quindi, per resistere ai famosi ormoni, Nico si era accigliato e aveva gentilmente chiesto al ragazzo di accomodarsi fuori dalla sua stanza.
“Eh?” aveva detto sbalordito Percy, come se uscire dalla sua stanza fosse l'ultima cosa che voleva.“Ho detto qualcosa che non va?”
Nico aveva scosso la testa, per poi socchiudere gli occhi a causa delle fastidiose lenti. “Ho mal di testa, devo riposare. Esci, dai.”
Il più grande lo aveva fissato quasi sbalordito, per poi scrollare le spalle e dirigersi verso la porta. “Poi andiamo a comprare un nuovo paio di occhiali” gli aveva detto, per poi richiudersi la porta dietro.
I giorni però erano passati, le lenti di Nico gli avevano dato ancora più fastidio, e di Percy nemmeno l'ombra. Il ragazzo si era rimproverato così tante volte di aver perso una grande occasione, da essersi convinto di non voler più rivedere Percy.
Per questo adesso, quando sente bussare alla porta della sua stanza, alza un sopracciglio sorpreso.
“Chi è?” chiede, accostando l'orecchio vicino alla porta.
“Sono Percy” risponde il ragazzo da fuori, con voce alta. “Spero di non disturbare ma--” e non fa in tempo a finire la frase, che Nico ha già aperto la porta con forza.
I suoi occhi brillano, come di fronte ad un tesoro, anche se fino ad un attimo prima gli bruciavano.
“P-Percy” balbetta, arrossendo. Non capisce cosa, ma Percy gli sembra più bello del solito. Forse è la maglietta decisamente aderente, od il fatto che abbia i capelli pettinati in maniera diversa. Potrebbe forse influire anche il fatto che sia tornato da lui dopo averlo cacciato malamente. “Cosa ci fai qui?”
Il ragazzo butta un'occhiata al colorito rossastro di Nico, per poi sorridere intenerito. “Ti avevo promesso che ti avrei accompagnato a comprare un nuovo paio di occhiali!”
Il più piccolo aggrotta le sopracciglia. “Percy, me lo hai detto tipo cinque giorni fa, ormai io--” non dirgli che li hai già comprati non dirgli che li hai già comprati non dirgli che li hai già comprati “--stavo per perderci le speranze. Sarei felicissimo di andarli a comprare con te.”
Si morde il labbro non appena queste parole escono dalla sua bocca, ma non poteva rifiutare un invito ad uscire da parte di Percy. No. Decisamente non poteva.

-

Nico continua a sfregarsi gli occhi, mentre scende dal tram che li ha portati fino al negozio di occhiali più vicino.
“Stai bene?” chiede il più grande, buttandogli un'altra occhiata veloce.
“Non proprio. Queste lenti mi ammazzano” sospira l'altro, grattandoseli con più forza. “Ecco perchè non le ho mai messe.”
Percy si ferma a fissarlo, per poi sorridere. “Peccato, hai un bel viso. E hai degli occhioni neri davvero profondi. Quegli occhiali te li coprono tutti, quando invece sono bellissimi da guardare.”

...BUM!

Avete presente quell'organo pulsante che abbiamo al centro del petto, e che ci fa vivere?
Ecco, è appena esploso nel petto di Nico. Dovrà ricercare i suoi brandelli in giro per l'organismo.
In 0,1 centesimi di secondi, il suo viso passa dal solito pallore biancastro cadaverico al rosso scarlatto versione semaforo fluorescente. La temperatura del corpo gli si alza di almeno 40 gradi, per poi finire sotto lo zero.
“C-cosa?” chiede, per poi strozzarsi con la sua stessa saliva, finendo per tossire. Percy gli batte una mano sulla schiena, e quel contatto non migliora la situazione. Quella mano calda sulla sua schiena lo fa impazzire ancora di più.
Troppo. Decisamente troppo per il suo corpo.
“S-Sto bene!” prova a dire, per allontanare quelle mani dal suo corpo. Potrebbero farlo impazzire. Davvero.
Percy lo guarda stranito, per poi alzare le spalle. “Sicuro tutto bene?” chiede confuso, e gli viene istintivo poggiargli una mano sulla spalla.
Nico fissa quella mano con sguardo truce, per poi deglutire. Socchiude gli occhi, stringe i denti ed annuisce. “S-sicuro...”
Il più grande sorride, e stringe la spalla del più piccolo nella sua stretta. “E allora entriamo.”

-

“Quindi non ti piace proprio nessun modello?” chiede Percy, fissando le montature dentro il negozio.
Nico vorrebbe ammettere che non ne vuole comprare nessuna perchè Jason ne ha già ordinato un altro paio, ma si morde il labbro e scuote la testa.
“Non mi piace nessun modello...”
Percy aggrotta le sopracciglia, per poi indicarne un paio. “Ma questi non sono uguali identici al tuo vecchio modello, scusa?”
Un brivido freddo scende giù per la schiena del più piccolo. Fissa la montatura, per poi mordersi forte il labbro. “Cosa? ha-ha-ha, ma cosa dici. Io quella montatura? Mai e poi mai” ride nervosamente, mordendosi il labbro.
“Signorino Di Angelo?” chiede una voce dietro di loro, facendolo sussultare. “Il signorino ha ragione, quella è uguale alla sua vecchia montatura, lo ricordo bene.”
Il sangue gli si gela nelle vene. Sgrana gli occhi e si pietrifica, mentre sudore freddo gli scende giù per il collo. Fa finta di nulla, stringendo gli occhi.
No. Non adesso. Il destino si diverte così tanto a torturarlo?
“Signorino Di Angelo, cosa ci fa qui?” chiede di nuovo, toccandolo perfino sulla spalla.
Percy si volta a fissarlo, per poi osservare Nico. “Hei” lo richiama. “Penso che stia parlando con te.”
Nico stringe i pugni, per poi stamparsi un sorriso falso in faccia e voltarsi. Si gira con un'espressione di finta gioia -ha ottenuto decisamente un pessimo risultato- e fissa l'uomo che ha di fronte. “Oh, stava chiamando me? Non l'avevo proprio sentita!”
E Nico maledice tutti gli dei che popolano il cielo. Possibile che tra tutti i commessi possibili, lui abbia beccato l'unico che gli ha trovato il modello precedente?
'Commesso Dioniso', recita la targhetta sulla sua giacca. Eccome se se lo ricorda. L'ultima volta che ha comprato la montatura, ne ha provate così tante che scordarsi della sua faccia gli è ormai impossibile. Il destino gli vuole male. Non c'è altra spiegazione.
“Cosa ci fa qui? È successo qualcosa ai suoi occhiali, vero? Mi era sembrato strano che il signorino Jason fosse venuto qui ad ordinarne un altro paio uguale al suo, senza impiegarci anni.”
Percy aggrotta le sopracciglia, per poi fissare confuso il più piccolo. “Chi è Jason?”
Il commesso, che sembra aver notato solo ora il ragazzo, storce la bocca appena incontra il suo sguardo. “Il signorino Jason è un ragazzo per bene, che accompagna qui ogni volta Nico per le sue visite. Ed ha molta pazienza, visto che tendono a dilungarsi.”
“S-Si” balbetta Nico, strofinandosi gli occhi per il fastidio. “E' un mio amico. Ecco io... non sapevo che me ne avesse preso già un altro paio” sussurra, cercando di uscirne vivo.
“Oh, davvero?” chiede sorpreso il commesso. “Deve averle voluto fare una sorpresa.”
Il moro annuisce senza convinzione. Sorpresa? Nico lo ha pregato per giorni di andare ad ordinarglieli. Alla fine ci era andato per disperazione.
“Dovete essere molto amici” afferma Percy, mentre prende una montatura in mano. “Quindi penso questi non ti serviranno...”
Nico si passa una mano in mezzo ai capelli, per poi deglutire. “Ehm... penso proprio di no.”
Percy posa gli occhiali, si volta e lo fissa negli occhi, per poi sorridere sincero. “Per fortuna.. così dovrai aspettare meno tempo per toglierti quelle lenti fastidiose.”
Il più piccolo abbassa lo sguardo imbarazzato, per poi annuire per l'ennesima volta.
“A proposito” continua il più grande, avvicinandosi. “Ti danno fastidio, vero?”
Come di conseguenza, Nico si stropiccia gli occhi a causa di quelle stramaledette lenti. “Un po'” ammette, stringendo gli occhi.
“Aspetta” lo interrompe l'altro, prendendogli il mento tra le dite. Il più piccolo sbarra gli occhi immediatamente, fissando le labbra di Percy che si avvicinano al suo viso sempre più velocemente.
'Aspetta' è il suo unico pensiero, mentre il corpo perde il controllo e quelle labbra sono troppo vicine. 'Ma cosa diamine sta succedendo?'
E quando quelle labbra stanno per toccare le sue, improvvisamente si alzano, fino ad arrivare al suo occhio.
“Aprilo” ordina il più grande, facendogli vibrare il corpo. Nico obbedisce, e spalanca l'occhio. Percy ci soffia delicatamente dentro e, quando ha finito, ripete lo stesso processo con l'altro, per poi allontanarsi con un sorriso scaltro sulle labbra.
“Meglio, vero?” chiede, con una espressione soddisfatta.
E Nico sente tutto attutito. Vorrebbe solo sedersi e capire cosa diamine è appena successo. Ed invece è costretto ad annuire e sorridere, con più confusione in testa di quando è partito.
Questo ragazzo lo farà impazzire.



Angolo auuuuuuutriiiice!
BENEH! Mia madre è una persona abbastanza 'sbadata'.
avete presente il fatto dell'ora legale, no? Ecco, non sapendo che GLI OROLOGI DEL TELEFONO SI AGGIORNANO DA SOLI PORCO CRONO lo ha cambiato da sola. Morale? Stiamo due ore avanti.
Quindi, visto che io con i fusorari non ci capisco una cippalippa (?) per una volta ne ho chiesto di svegliarmi.
Morale pt.2? MI HA PRATICAMENTE SVEGLIATA ALL'ALBA CIOE' ERO SVEGLIA PRIMA IO CHE IL RESTO DEL MONDO.
Quindi mi sono detta.. okay, ho tempo che avanza, vai a pubblicare, no?
ED ECCOMI QUI!
Sono davvero felice per le recensioni dell'ultima volta! Sono felice che vi sia piaciuta! E vorrei ringraziare in particolare
rosa nerablu; FigliaDiAde; multifandomiana; EleNina266; Aileen Panda; irispaper29; BlackWendy; Fantasy25 ; MadreDeiDraghi 
per aver recensito *w*
Vi rispondo il prima possibile, lo giuro!
E ho amato le vostre recensioni u.u
Un bacione, LauraPalmerBastille. <3

 
  
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