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Autore: Colpa delle stelle    30/03/2015    2 recensioni
Hanno vinto i giochi. Sono entrate nei cuori dei capitolini. Sono diventate famose. E sono sopravvissute. Ma quella era solo una delle tante battaglie.
La vita le ha messe di fronte a nuove prove e l'edizione della memoria le reclama, trascinandole in un nuovo vortice di pericolo e di sangue.
Chi dice che l'amore regali solo gioie? E che gli insegnamenti ricevuti da bambini siano davvero giusti?
Per quanto ferma nei suoi ideali, Lucinda arriverà a mettere in dubbio tutto quello in cui credeva e sarà difficile recuperare la certezza nelle sue scelte.
Incredibilmente alle sue aspettative invece, Camille è sopravvissuta ed è tornata nel Distretto 11, ma l'ultima cosa che le riserva il destino è proprio la pace che lei tanto desidera.
E Felicity, che aveva promesso di essere forte, sempre, capirà che davanti a certi tipi di dolore sarà complicato ritrovare il coraggio di alzarsi in piedi senza spezzarsi.
Gli Hunger Games ricominciano. Per cosa vale la pena combattere davvero?
Genere: Avventura, Azione, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Nuovi Tributi, Nuovo personaggio, Sorpresa
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'The power of the elements'
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The power of the elements - Il sacrificio del fuoco


 

 Le regole del gioco 

 

Nessuno si è compiutamente disingannato del mondo,
né lo conosce si addentro,

né tanto l'ha in ira, 
che guardato un tratto da esso con benignità,
non se gli senta in parte riconcialiato;
come nessuno è conosciuto da noi sì malvagio,
che salutandoci cortesemente non ci apparisca meno malvagio che innanzi.
Le quali osservazioni vagliono a dimostrare la debolezza dell'uomo,
non a giustificare né i malvagi né il mondo.

Giacomo Leopardi, Pensieri, 1845


 

Mozely era venuta a salutarla, l'aveva abbracciata, le aveva addirittura promesso che avrebbe continuato ad esercitarsi se non l'avessero portata nei campi di lavoro e Felicity non aveva potuto far altro che annuire e rassicurarla. L'avevano costretta ad uscire allo scoperto e non si sarebbe più salvata. Era intelligente, lo sapeva benissimo anche lei, ma finché Felicity era ancora lì al Distretto 12, la verità sembrava ancora abbastanza lontana da ignorarla. La colpì tutto d'un colpo quando salì sul treno che l'avrebbe riportata a Diagon City, di nuovo nell'arena, di nuovo prossima ai giochi.
Non pianse, solo perché sapeva che la malvagità del presidente Snow non meritava lacrime. Sapeva che se si sarebbe dimostrata forte, avrebbe vinto sin dall'inizio. Ma la sua determinazione non durò molto.
Le bastò sapere che il tributo maschile del Distretto 9 si chiamava Alexander Rain per crollare.

 

 

Quell'anno sarebbe stato difficile, tremendamente difficile, e Camille lo sapeva bene. Avrebbe avuto di fronte a sé ventitré maghi esperti, tutti pronti a mettersi in gioco, tutti pronti a trionfare. Poteva contare su degli alleati importanti, ma non poteva non pensare che al confronto fossero troppo pochi: suo fratello, che aveva promesso di proteggerla fino alla morte, senza sapere che Camille aveva fatto lo stesso giuramento in segreto, per non rischiare di venire fermata, Felicity e Alexander, che si erano dimostrati sempre degli amici preziosi e Lucinda, che si era offerta volontaria contro ogni pronostico. I capitolini non ci avevano messo molto a trovare un motivo più che valido: era una degna Favorita, una combattente letale, e le persone come lei non erano mai soddisfatte, erano sempre alla ricerca della gloria, con qualsiasi mezzo e senza curarsi delle conseguenze. Camille però era convinta che non era stato per quello, che Lucinda si era offerta volontaria per loro.
Avevano iniziato quel percorso insieme e insieme l'avrebbero concluso. Vivi o morti.

 

 

Joey era il suo mentore. Nonostante fosse seduto al suo fianco da quando erano partiti, Lucinda ancora faticava a credere a tutto quello che era successo fino ad allora. Si era offerta volontaria, la sua voce aveva agito per lei e le sue gambe l'avevano portata sul palco, nel silenzio sgomento del suo Distretto. Gli abitanti non ci avevano comunque messo molto a riprendersi. L'applauso che le avevano riservato era stato incredibilmente rumoroso ed eccitato. L'unico che non aveva applaudito era stato suo padre, perché non sapeva cosa l'avesse davvero spinta a compiere quel gesto estremo.
Aveva vinto, nel migliore modo possibile, aveva avuto la possibilità di vivere nel lusso e di fare il mentore per il resto della sua vita e non ne aveva approfittato. Eppure Lucinda non riusciva a pentirsene. Sapeva che Camille, Felicity ed Alexander stavano viaggiando in un treno identico al suo in quel momento, diretti verso Diagon City e l'ignoto della nuova arena, e voleva essere al loro fianco, voleva appoggiarli. Fino alla fine.

 


- Il nostro programma prevede la sfilata dei tributi questa sera e l'intervista con Caesar tra quattro giorni. - comunicò Faith, studiando con attenzione il foglio della scaletta che teneva in mano. - Apriranno la palestra per gli allenamenti nei successivi tre giorni, ma la frequenza alle esercitazioni non è obbligatoria. 
- E non danno nemmeno i voti. - commentò Joey, leggendo un identico programma.
- Certo che si, mio caro – lo corresse Faith, indicando un preciso punto del foglio. - Il pomeriggio del terzo giorno, subito dopo l'ultima sessione della mattina. Gli strateghi e gli sponsor vi valuteranno e vi assegneranno un voto. In base a quel voto, decideranno poi come schierarvi durante le varie prove. 
- E cosa succede tra una prova e un'altra? 
Hewie era il mago dell'Acqua che era stato sorteggiato insieme a Lucinda. Aveva superato da un bel po' i trent'anni, ma possedeva ancora il fisico asciutto e muscoloso di un ragazzino e la forza bruta nelle braccia. Era un pescatore, piuttosto bravo, che si guadagnava da vivere rivendendo le sue prede ai proprietari della pescheria. E Faith ne era incredibilmente intimidita.
- Du-dunque – balbettò, scorrendo i fogli. - Tra una prova e l'altra avrete tre giorni di tempo per riprendervi e per usufruire di eventuali cure. Potrete sfruttare il tempo per continuare ad allenarvi o per cercare di risolvere gli indovinelli con la vostra alleanza. 
Lucinda sollevò di scatto la testa. Fino a quel momento si era mostrata indifferente ai loro discorsi, ormai conosceva le regole a memoria, ma bastò una parola per farle tornare la voglia di ascoltare.
- Alleanza? - ripeté, storcendo il naso.
- Indovinelli? - disse invece Hewie, incrociando le braccia al petto.
Faith, stretta tra due delle persone che più le incutevano terrore al mondo, guardò prima l'uno e poi l'altra, facendo cenno a Joey di parlare.
- Indovinelli. - confermò Joey. - Le regole dei giochi di quest'anno stabiliscono che in ogni prova si nasconderà un indizio, in questo caso un numero, che se collegato con gli altri dodici, porterà alla soluzione finale. Chi troverà la combinazione completa, vincerà la sesta edizione della memoria. 
- Un gioco di logica e di forza bruta al tempo stesso. - commentò Hewie, scuotendo la testa. Doveva preferire la seconda opzione rispetto alla prima. E ritrovarsi insieme a Lucinda, che certamente condivideva il suo pensiero, non doveva essere proprio d'aiuto.
- Alleanza? - ripeté di nuovo Lucinda, strappando di mano a Joey i fogli delle regole.
- Alleanza. - annuì lui, riprendendoseli. - Distretto 11, Distretto 12 e Distretto 9. 
- Quindi se noi troveremo un indizio, è come se lo avessero trovato anche loro. - indovinò Lucinda. - Non mi piace. 
- Potresti sempre non riuscire a trovare un indizio e in quel caso l'aiuto di un'alleanza ti potrebbe aiutare. 
- Impossibile. 
- Altamente probabile. 
- Impossibile. 
- Non puoi avere sempre l'ultima parola. 
Lucinda sollevò un sopracciglio.
- Altamente probabile. 
Joey le rifilò un'occhiataccia, ma si astenne dal continuare a discutere, ignorando quanto l'ego di Lucinda, in quel caso, gli fosse riconoscente.
- Stiamo prendendo in considerazione anche una richiesta da parte del Distretto 3 – continuò, mostrando loro la foto di un ragazzo. - Moss Grengrass, 19 anni. Elettricità.
Hewie sollevò le mani.
- Per me va bene. Basta che mi stia lontano. - scherzò, dando di gomito a Lucinda.
Lei annuì e poi spalancò gli occhi.
- L'ho già conosciuto. - ricordò. - Al palazzo presidenziale, l'ultima sera del tour. 
- E com'è? - indagò Hewie, stiracchiandosi sulla sedia.
- Attaccabrighe, ostinato, ego smisurato. - elencò Lucinda, contando con le dita.
Joey camuffò una risata con un colpo di tosse.
- Il tuo gemello, insomma. 
Il pugno che ricevette in risposta era prevedibile, ma comunque doloroso.
- Il mio ego non è smisurato – chiarì Lucinda, con una smorfia. - Credo fermamente nelle mie possibilità. 
- Ostinata. - la corresse Joey.
- Attaccabrighe. - ribattè Lucinda, rifilandogli un altro pugno.
Hewie guardò entrambi con una strana espressione, a metà tra il seccato e il divertito.
- Ancora non riesco a crederci che abbiate vinto l'anno scorso. - commentò, attirandosi due occhiatacce differenti.
- Questa è un'offesa pesante. - sussurrò Faith, studiandosi le unghie con finta espressione attenta.
Joey sbuffò e ordinò i fogli delle regole sparsi sul tavolo. Fece per dire qualcosa, ma il treno entrò in una galleria e il buio invase il vagone. Non durò molto: pochi secondi dopo erano dall'altra parte e ammiravano Diagon City, in tutta la sua magnificenza.
Altri treni viaggiavano veloci sui binari accanto ai loro e tutti puntavano verso un'unica direzione. Lucinda seguì con lo sguardo quello del Distretto 2, che sparì per primo in un'altra galleria.
Nick era mentore dei tributi del suo Distretto ed era su quel treno. Presto lo avrebbe rivisto, ma per la prima volta da quando lo aveva conosciuto, sarebbero stati nemici, contrapposti sullo stesso piano di gioco.
 


Angolo d'autrice:
Scusate il ritardo! Non ho internet a casa e pubblicare da scuola sta diventando un calvario. E devo resistere fino al 10 :/
Comunque, troverò presto il tempo di rispondere anche alle recensioni!
Per il capitolo, in sintesi si torna nell'arena! E non sarà affatto facile per loro...
Alla prossima,
Colpa delle stelle

   
 
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