CAPITOLO 17
I giorni passavano sempre più in fretta.
Teresa si sentiva profondamente cambiata, non era più quella
ragazzina spaurita che soli pochi mesi prima si sarebbe messa a piangere per
una bambola. Ora, nonostante in teoria fosse ancora una prigioniera, nella
realtà si sentiva più libera che mai.
Le piaceva la natura, e stava ore ad ascoltare il canto degli
uccelli, nonostante il freddo pungente dell’inverno.
Ormai, nell’ultima settimana la neve era diventata una
compagna costante degli Appennini, e il freddo era un amico che proteggeva i
briganti dalle guardie, ma che allo stesso tempo li costringeva a modificare le
loro abitudini.
Teresa non si sentiva più sola; ogni giorno, sapeva di avere
un posto speciale nel cuore di Giovanni, anche se non erano mai riusciti a
chiarirsi definitivamente le idee.
Lei lo amava, e lui pure. Si frequentavano assiduamente, e
lui andava a trovarla di nascosto quasi tutte le sere, abbracciandola e
baciandola con dolcezza. Ma il problema erano le loro vite, troppo distanti per
trovare un punto in comune.
La distanza sociale, per ora, non era un eccessivo problema,
anche perché in quel luogo era pressoché inesistente, mentre ormai lei era in
grado di preparare la pasta e la piadina, sapeva custodire e curare gli animali
e conosceva buona parte delle piante, così come il brigante, che invece aveva
preso ad interessarsi ai libri e ai suoi studi. Per lei, era come vivere un
sogno. Un sogno che si sarebbe infranto a breve, non appena suo padre avesse
pagato il riscatto.
Al solo pensiero di quell’evento, una lacrima calda premette
all’interno della sua palpebra. Con il dorso della mano, la ragazza corse a sfregarsi
lievemente gli occhi. Non voleva che nessuno la vedesse piangere, ora lei si
sentiva veramente sé stessa.
L’ansia e la cattiveria dei primi giorni si erano tramutate
in calma e voglia di risolvere ogni problema con la razionalità. E avrebbe
risolto anche quel problema. Infatti, aveva intenzione di avvicinare Giovanni,
e di parlargli in modo franco.
Il brigante era guarito in fretta dalle ferite, riusciva a
muoversi quasi come prima ed ora stava veramente molto meglio. Tra loro c’era
stata solo una marea di baci e tante parole dolci, ma nulla di più. Nessuna
promessa d’amore, nient’altro. Teresa voleva sapere ad ogni costo se lui la
voleva a suo fianco.
Sorrise tra sé e sé, pensando a quanto fossero diventati
ripetitivi i pensieri che scorrazzavano nella sua mente. Lina era lì con lei,
poco distante, sempre a gettare legna dentro all’implacabile stufa.
‘’Se continua a fare così freddo, entro poco tempo avremo
finito tutta la legna secca. E dopo ce ne sarà solo di quella verde’’, sospirò
la donna.
‘’E dai, su, non farne una catastrofe. E’ appena una settimana
che fa freddo, prima il tempo è sempre stato clemente. E poi, se inizi a
bruciare la legna verde, chissà che fumo farai!’’, disse Teresa all’amica,
ridacchiando. L’amica la guardò torva.
‘’Non sto scherzando. Tra pochi giorni, se continuerà così,
sarò costretta a farlo’’.
‘’Ma smettila! Nel capanno ci sono ancora due cataste di
legna da ardere. Potrai riscaldarti per tutto l’inverno!’’, continuò ad
affermare Teresa.
‘’Forse hai ragione tu’’, disse Lina, scrollando le spalle.
Ultimamente, quella donna era sempre meno ottimista riguardo al futuro, e
Teresa non ne capiva il perché.
Smettendo di ridere, la ragazza si avvinò all’amica, che nel
frattempo si era seduta su una sedia. Aveva l’aria abbattuta.
‘’Ehi, che c’è?’’, le disse, avvicinandosi.
‘’Niente’’, disse Lina, sempre con lo sguardo triste.
‘’Non mi pare che tu non abbia niente’’. Lina non rispose.
‘’Ti ricordi quando nei primi giorni eri tu a consolarmi?’’,
le disse nuovamente, vedendo che la donna non aveva voglia di aggiungere altro.
Eppure, non appena Lina sentì quella frase, si mosse a disagio sulla sedia.
‘’Oh, avanti, dimmi cosa ti assilla’’, continuò Teresa,
sorridendole e abbracciandola con fare amichevole. Lina si divincolò dalla sua
stretta, si alzò e si allontanò da lei.
‘’Possibile che tu proprio non capisca?’’, le disse a bassa
voce, e per la prima volta, Teresa vide sul suo volto un’espressione
sofferente. Fu certa che anche una lacrima stava per scenderle lungo una
guancia.
‘’No’’, rispose alla donna, smettendo di sorridere.
‘’Allora, capirai presto’’, ribadì Lina, girandosi ed andando
nella sua camera da letto.
Teresa si sedette su una sedia, e si prese per un attimo la
testa tra le mani. Era vero che ora era molto maturata, e ora nella sua mente
la cultura aristocratica e quella contadina si fondevano per creare qualcosa di
forte ed originale. Sapeva persino com’erano fatti gli uomini, le aveva
spiegato tutto l’amica, pian piano.
Eppure, solo in quel momento capì cosa assillava Lina, e cosa
la stava rattristando ora. Era la consapevolezza che il suo tempo lì, tra i
briganti, stava per concludersi.
Si alzò dalla sedia, e si avvicinò alla finestra, triste.
Fuori, la neve bianca copriva tutto, dando quel senso di bellezza primordiale
che Teresa tanto amava. Persino il più brutto o ruvido degli oggetti diventava
il più bello e il più regolare, una volta coperto dalla neve.
Ecco, lei ora desiderava solo essere come uno di quegli
alberi, e mettere le proprie radici lì sui monti. Niente più nobili, niente più
abitazioni sfarzose, niente più parole false. Eppure la società stava per richiamarla
indietro, lei se lo sentiva, così come se lo sentiva anche Lina.
La donna le si era affezionata molto, essendo l’unico
individuo femminile della zona, e poi loro due erano molto simili.
Teresa si mosse con prudenza verso la porta. Pian piano, prese
consapevolezza di ciò che doveva fare. Sapeva che il tempo per lei stava per
scadere, ma non era troppo tardi, anzi, aveva ancora un bel po’ di tempo a
disposizione per chiarire ogni questione.
Si avvolse la sua sciarpa di lana attorno al collo, ed uscì,
abbandonando la casa di Lina.
A passi svelti, scomparve alla prima curva del sentiero
innevato, in modo che l’amica non avesse potuto seguirla. Quella era una sfida
solo sua, sua e di Giovanni.
Giovanni gettò il suo mantello sul tavolo della sua cascina,
come se fosse uno straccio. Dentro di lui provava soltanto rabbia.
Mario gli aveva appena riferito che quel giovane rosso,
Fabio, aveva iniziato a sparlargli dietro in sua assenza. I giovani, per ora,
non lo ascoltavano neppure, però prima o poi sarebbe potuto accadere qualcosa
di grave.
Inoltre, l’informatore che aveva portato la banda nel luogo
dell’agguato di alcune settimane prima si era totalmente volatilizzato nel
nulla, come se si fosse trattato di un’allucinazione. Eppure, il capo dei
briganti era pronto a scommettere qualsiasi cifra sul fatto che il traditore si
fosse nascosto tra i folti canneti delle paludi ravennati, protetto dal suo
ipotetico mandante.
Mentre rifletteva su quei problemi, qualcuno bussò alla porta
ed entrò. Giovanni riconobbe subito di chi si trattava; era Teresa.
La ragazza batté i piedi, poi si avvicinò ad una sedia, senza
dir nulla. Sembrava avvilita. Giovanni la fissò male, anche lui era arrabbiato,
e non gli andava proprio in quel momento di stare con lei. Eppure, poco dopo,
tutti i suoi problemi scomparvero, lasciandolo solo a fissare la ragazza, che
si stava togliendo la sua sciarpa di lana.
‘’Allora, cos’è tutto questo silenzio? E poi, non dovresti
uscire con questo freddo. Lo sa Lina?’’, prese a chiede il brigante. La ragazza
lo guardò con un’aria di sufficienza.
‘’No, non lo sa, ma non mi importa. Voglio parlare con te’’.
‘’Oggi no. Non me la sento, sono stanco e…’’.
‘’Non mi importa neppure di quello! Ma lo sai che ormai è
passato un bel po’ da quando sono qui, e il nostro tempo sta per scadere?’’,
disse la ragazza, guardando il brigante con i suoi grandi occhi castani e
arrivando subito al punto.
‘’E quindi…’’, prese a dire di nuovo Giovanni, travolto dalle
parole della ragazza.
‘’E
quindi niente. Io vengo da te per parlare e riflettere su
ciò che ci siamo detti, e su ciò che abbiamo fatto, e
l’unica cosa che tu sai
dire è ‘e quindi’, oppure ‘sono stanco’
o ‘non me la sento’?’’, disse Teresa,
alzando lievemente la voce.
‘’Teresa, ci sarà tempo per pensare a noi, fidati, lasciamo
perdere ora’’, disse Giovanni, quasi sbrigativo.
‘’Ma voi uomini siete tutti così stupidi? O lo sei solo tu in
particolare? Dovete pensare solo a una cosa per volta e cercate di
organizzarvi… e alla fine perdete tutto!’’, esclamò la giovane, lasciando
Giovanni sbigottito. Teresa non gli si era mai presentata in uno stato simile.
Il brigante sbuffò, e si prese la testa tra le mani,
appoggiandosi allo sbilenco tavolo di legno.
‘’Teresa, basta, per favore’’.
‘’Come fai a dirmi basta? Guarda, te lo voglio dire
apertamente, ora. Io ti amo, brigante! Ti amo. E tu?’’.
Giovanni continuò a guardare la giovane, sconvolto. Teresa
era cambiata molto ultimamente, era molto schietta e diretta, e nel giro di
poche settimane non era più quella ragazza sperduta e disperata che aveva
rapito. Era matura, ormai.
‘’Ti amo anch’io, Teresa, ma devi capire che noi…’’, disse il
brigante, sospirando e facendo una piccola pausa.
‘’Che noi cosa?’’, continuò ad incalzarlo la ragazza.
Sembrava volesse provocarlo.
‘’Che noi abbiamo le
nostre vite, e i nostri progetti, che sono molto diversi’’.
‘’Non sono diversi, se tu lo vuoi. Prima mi baci, mi vieni a trovare
la notte, mi coccoli e mi riempi di attenzioni… e poi ti dimentichi di me! E
questo che intendi fare, forse. Dimenticarmi’’, disse la giovane, smettendo di fissarlo
ed abbassando lo sguardo. Giovanni rimase colpito da quelle parole così forti.
‘’No, Teresa, io ti amo, e voglio andare a fondo con te. Per
ora, ci siamo scambiati solo qualche bacio e qualche parola, ma quando sarà
tutto a posto, faremo diversamente, e staremo insieme. Per sempre. Niente e
nessuno potrà più separarci’’.
‘’E quando sarà tutto a posto? Mai, te lo dico io’’, continuò
la giovane.
‘’Teresa, sei venuta qui arrabbiata, io non so cosa ti
assilla. Non ne ho colpa, non sfogarti su di me. Sto solo cercando di fare del
mio meglio, ti sto dando tutto quello che posso. Non posso farci nulla se la
situazione è così tremendamente complicata. Ti posso solo dire che, in ogni
caso, andrà tutto bene, te lo assicuro. Prova a fidarti di me’’, provò a dire
il brigante, temendo di perdere la sua fiducia.
Poi, la ragazza lo sorprese nuovamente. Con rapidi gesti, si
alzò e gli si avvicinò. Poi, lo abbracciò e lo baciò appassionatamente. Lui la lasciò
fare, e ricambiò. La amava, non aveva dubbi a riguardo, e glielo voleva dire,
voleva prometterle amore eterno, eppure c’era qualcosa dentro lui che non
andava.
Sapeva che l’avrebbe delusa prima o poi. Quella non era la
sua vita, lei si era fatta solo un viaggio mentale all’interno della sua testa,
senza tenere più conto della realtà. Anche lui si era fatto quel viaggio, e non
voleva più smettere. Ora, voleva solo sognare.
‘’Ti amo, Teresa, lo giuro. Ti amo, e troverò una soluzione a
tutto questo. Ti voglio per sempre a mio fianco’’, disse Giovanni, in preda
alla passione. Lei gli sorrise, non disse nulla e riprese a baciarlo. Dopo
poco, le loro labbra tornarono a dividersi, e la ragazza lo guardò,
soddisfatta.
‘’Quasi non ti riconosco più. Eri una ragazza così spaesata,
così…’’.
‘’Così fragile, lo so. Ma le persone cambiano, e le
esperienze fortificano. Sarà anche che ho scoperto l’amore’’, gli rispose
Teresa, sorridendo, senza lasciargli concludere la frase.
Anche Giovanni le sorrise, sperando di riuscire a tenerla con
sé. Però, dentro di lui sapeva già che la loro relazione non poteva avere un
esito positivo.
Lei era pur sempre un’aristocratica, una ragazza che doveva
desiderare una vita di agi, e lui questo non glielo avrebbe mai potuto fornire.
Anche perché, anche se lui riuscisse a tenerla con sé, sicuramente ne sarebbe
scaturita una disputa tra bande, con successivi disordini irreparabili. Ma non
era solo quello il problema. Loro avrebbero anche potuto fuggire insieme, ma
alla fine si sarebbero solo ridotti alla fame, e la giovane contessina lo
avrebbe sicuramente odiato, a quel punto. Lui, in quel momento, non poteva
offrirle niente di sicuro.
Si ripeté che i suoi sentimenti non contavano, e che avrebbe
riportato la ragazza al padre non appena ce ne sarebbe stata l’occasione. Poi,
se la loro relazione era destinata a durare, il destino li avrebbe fatti
rincontrare in circostanze diverse. Ma ora, una relazione duratura e seria tra
loro era improponibile.
Eppure, il brigante questo non lo disse a Teresa, e anzi, le
mostrò un grande sorriso. Non voleva che lei conoscesse i suoi pensieri e i
suoi dubbi, per il resto ci avrebbe pensato su, tanto di tempo ancora ne aveva
un bel po’ a disposizione.
‘’Come sta il tuo fagiano?’’, le chiese dopo un po’, con fare
gentile.
‘’Sta molto meglio. Probabilmente, saprà già volare di
nuovo’’, rispose Teresa, sorridendo e prendendogli una mano. Giovanni la lasciò
fare.
‘’Cosa pensi di farne?’’, le chiese nuovamente.
‘’Lo libererò. Voglio che torni in natura. Sai, ci ho pensato
molto durante gli ultimi giorni, e mi piacerebbe liberarlo là, in quel
magnifico posto che mi hai mostrato alcune settimane fa. Nel tuo posto
segreto’’, ripeté Teresa, per esser certa che lui avesse capito. Il brigante scrollò
le spalle.
‘’Mi sembra un posto ottimo. Meglio attendere un po’, però’’.
‘’No, preferirei andarlo a liberare il primo giorno di sole.
Sarebbe bellissimo tornare lassù’’.
‘’Ehi, piano, non correre troppo. Chi ti dice che ti lascerò
entrare ancora una volta nel mio posto segreto?’’, disse Giovanni, inizialmente
fingendosi serio, poi ridacchiando.
Aveva notato che Teresa aveva fretta, sentiva anche lei che a
breve la sua avventura sarebbe finita. E allora, il brigante si chiese il
perché delle loro bugie. La verità era che loro non avrebbero mai potuto stare
insieme, o formare una famiglia. O almeno, non in quel momento.
Giovanni fu travolto dai suoi sentimenti contrastanti. Lui la
amava sul serio Teresa, ma avrebbe dovuto fronteggiare il mondo intero per
averla per sempre a suo fianco. E lui,
in quel momento, voleva fronteggiare a muso duro quel mondo balordo, fatto di
scorrettezze e di dolore.
‘’Lo so che mi ci porterai ancora, tanto ormai li ho già
violati tutti e due i tuoi posti segreti’’, rispose lei dopo una piccola pausa,
ironica, senza nessuna traccia di preoccupazione nella voce.
‘’Ah sì? E sentiamo, quale sarebbe l’altro mio posto
segreto?’’, chiese ancora il brigante, divertito.
‘’Il tuo cuore’’, gli rispose Teresa, sorridendo.
Giovanni abbassò lo sguardo, imbarazzato, e sapendo che la
giovane era innamorata follemente di lui, così come lo era lui per lei. Eppure,
quando giungeva all’apice della felicità con quella magnifica ragazza, c’era
sempre quel qualcosa, come un’ombra, che gli impediva di essere veramente
felice.
Poco dopo, un qualcuno bussò alla porta, facendo allarmare i
due. Era Lina. la donna entrò nella cascina, trafelata.
‘’Ah sei qui. Te ne sei andata senza dir nulla, temevo di
averti fatto arrabbiare. Scusa, non era mia intenzione’’, disse subito
all’amica.
Teresa si alzò dalla sua sedia, le andò incontro e
l’abbracciò.
Teresa aveva temuto, anche solo per un attimo, che fosse
qualche brigante a bussare alla porta. Se qualcuno della banda fosse entrato in
quel momento e avesse colto lei e Giovanni in flagrante, ci sarebbero stati
problemi. Invece, era Lina, che si era preoccupata per lei.
‘’E’ tutto a posto’’, sussurrò all’orecchio dell’amica,
mentre l’abbracciava. Poi, l’abbraccio si sciolse, e Teresa pensò che era ora
di lasciare Giovanni alla sua vita, almeno per quella giornata.
‘’E’ meglio che torniamo a casa tua, Lina. Ciao, Giovanni’’,
disse al brigante, prendendo l’amica sottobraccio e abbandonando la cascina. Il
brigante le guardò uscire senza dire
nulla, e tornò serio.
La ragazza non fu molto dispiaciuto a lasciarlo, tanto quella
sera si sarebbero rincontrati di nuovo in segreto, ed ora era importante non
mostrarsi troppo.
‘’Ehi, ma… non strattonarmi così!’’, sbottò Lina, mentre
Teresa seguiva il sentiero innevato che portava a valle. Teresa non disse
nulla, lasciando l’amica.
‘’I miei sospetti erano fondati. Tra te e lui c’è qualcosa’’,
continuò a stuzzicarla l’amica. Teresa scollò le spalle, con fare innocente.
‘’E se anche fosse?’’.
‘’Se così fosse, sarebbe un bel problema. Teresa, ecco… io
questa mattina ho reagito così d’impulso, la realtà è che mi dispiace che tu
presto ci lascerai, per tornare a casa, sposarti…’’.
‘’Io non mi sposerò mai con nessun altro che non sia
Giovanni! Ricordatelo’’, disse Teresa ad alta voce, fermandosi per un attimo.
Lina la guardò, rivolgendole quei bei occhi grigi e pieni di tristezza.
‘’Molto presto, dovrai rivalutare i tuoi piani, allora.
Comunque, proverò a ricordarlo’’, disse la donna.
‘’No, Lina, non dire così. A lui ho donato i miei primi baci,
e a lui mi donerò per tutta la vita’’, continuò a dire Teresa, riprendendo a
camminare e svelando per la prima volta i suoi più profondi pensieri. Lina
sorrise.
‘’Quanto sei giovane, Teresa… eppure, mi sembrava che tu
fossi cresciuta molto nell’ultimo periodo. Invece, sei la solita ingenua. Sei
patetica’’. Le parole dell’amica ferirono profondamente Teresa.
‘’Cos’è, sei gelosa? Il brigante lo volevi tutto per te?’’,
disse la ragazza, piena di rabbia e rossa in volto. Lina non smise di
sorridere, ma il suo sorriso non era volto ad offendere l’amica.
‘’Ma ti senti quando parli? Io non lo voglio il tuo brigante,
tienitelo pure. Ecco, io parlo così con te perché sono tua amica, e mi ritengo
in obbligo di dirti la verità e di aprirti gli occhi’’.
‘’Le amiche si aiutano, si supportano e danno consigli. Tu
invece mi offendi’’, provò a dire Teresa, mentre un’ombra di dubbio stava per
prendere posto nella sua mente.
‘’No, Teresa, io voglio solo che tu non soffra. Le cose, in
questo mondo, a volte non vanno proprio come vorresti e beh… lui ti ama sul
serio, e questo si vede, ma a volte l’amore deve essere accantonato, a favore
del bene di tutti. Non so se mi capisci, ma a breve ti torneranno in mente le
miei parole e ci rifletterai su. Per ora, mi scuso, e ti prego di fingere che
io non abbia mai detto nulla. Tengo molto a te, mi sono affezionata come se
fossi una mia sorella minore, e non vorrei mai vedere le lacrime sul tuo viso.
Soprattutto, se saranno innocenti’’, rispose la donna, con toni bassi e gentili.
Poi, entrarono
finalmente in casa, e il gelo che era sceso tra loro si dissolse, tornando a
lasciar spazio alla normalità.
Teresa cercò in tutti i modi di dimenticare le parole
dell’amica, certa che tutto si sarebbe risolto nel migliore dei modi.
Aiutò l’amica a svolgere le faccende domestiche, nutrì gli
animali e il fagiano ferito, e preparò delle buone piadine. Ormai, era in grado
di fare tutto, era quasi una vera contadina. Le sue mani erano arrossate dal
contatto con l’acqua gelida, e non si spaventava più di nulla.
E per concludere la giornata, quella sera Giovanni andò a
farle la solita visita. Teresa non disse nulla, e nessuno dei due accennò al
loro futuro, affidandosi completamente al presente.
NOTA DELL’AUTORE
Ciao a tutti, e grazie per aver letto anche questo capitolo J
Chiedo scusa a tutti voi lettori. Mi rendo conto io stesso
che in alcuni punti sono costretto a velocizzare un po’ la narrazione, però
spero mi capirete, d’altronde non posso soffermarmi troppo su tutto, o rischio
di non arrivare mai al nocciolo della questione. A volte sono costretto, per
così dire, a tagliar corto, e un po’ me ne dispiace.
Detto questo, spero che anche questo capitolo sia stato di
vostro gradimento. Come potete constatare anche voi, il rapporto tra Teresa e
Giovanni è quanto mai delicato e fragile. È un rapporto appena costruito, un
rapporto appena nato. Beh, del resto, pian piano, scopriremo come si evolverà
la vicenda J
Ringrazio tutti coloro che seguono questa storia, e in modo
particolare tutti coloro che si soffermano un attimo a lasciare anche una
qualche recensione. Siete veramente gentilissimi, tutti quanti J
Grazie di nuovo, a tutti J a lunedì prossimo J