Anime & Manga > One Piece/All'arrembaggio!
Segui la storia  |       
Autore: Ram92    30/03/2015    1 recensioni
Sono passati circa dodici anni dall'inizio della Grande Era della Pirateria. Tra pirati e Marina lo scontro è aperto. Nel frattempo, su una remota isola del Mare Occidentale, una bambina dai capelli rossi cresce con un piccolo, grande sogno.
(Storia ideata ai tempi di Punk Hazard)
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Benn Beckman, Ciurma di Shanks, Nuovo personaggio, Shanks il rosso, Yasopp
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'La leggenda del fantasma rosso'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Capitolo trentasette.

- Si è svegliato.
Continuavano a fischiargli le orecchie. Socchiuse gli occhi e la luce gli sembrò troppo forte, i colori troppo vividi, le immagini confuse, l’aria soffocante e impregnata di sudore. Faceva caldo.
A poco a poco, il fischio sembrò attenuarsi e un secco scalpitare di zoccoli cominciò ad emergere.
- Ryoku, mi senti? Riesci a sentirmi?
La faccia di Gale cominciò a comporsi davanti ai suoi occhi.
- G… Gale… che è successo? Dove… dove siamo?
Le immagini iniziavano a farsi più nitide, ma il senso di ciò che vedeva continuava a sfuggirgli. C’era Gale, c’era Vargas, c’erano degli strani tizi bendati e appiattiti contro la parete che emettevano gemiti soffocati ad ogni scossone e un Marine mezzo svenuto al suo fianco. Senza contare che il tutto continuava a ondeggiare con movimenti bruschi.
- Ma che diavolo…?
- Si sente bene? – chiese una voce femminile al di sopra del caos generale.
Gale osservò l’espressione ebete del proprio compagno.
- Ha l’aria di non capire niente di tutto quel che lo circonda. – annunciò con un ghigno. – Direi che è tornato perfettamente in sé.
- Siete… sempre… così affettuosi… tra voi? – chiese il tipo vestito da Marine con la capacità canzonatoria di chi sta esalando l’ultimo respiro.
- Taci. – fece Gale incenerendolo con uno sguardo e badando a stringere un po’ più forte del dovuto la seconda fasciatura.
Midori tirò un sospiro di sollievo.
Quando aveva visto Gale con il corpo di Ryoku tra le braccia, per un attimo, aveva davvero temuto il peggio. Con due feriti a bordo, comunque, non poteva permettersi di rallentare. La porta orientale della città era ormai vicina. Un gruppo di Marine stava correndo nella loro direzione. La donna si calò il cappuccio del mantello sul volto.
- Gale. – chiamò. – Hai finito con quella fasciatura?

Ancora un po’. Ancora un po’ più in là. Bastava continuare a camminare.
Benn strinse i denti. La ferita cominciava a dargli veramente fastidio. Ma ormai era fatta, bastava continuare a camminare. Niente più combattimenti, niente corse. Quando aveva lasciato la città, tutte le squadre della Marina erano state richiamate al quartier generale. Il sergente, ormai a capo della base, lo aveva lasciato andare senza alcuna esitazione. E nessuno aveva trovato niente da ridire.
Benn strinse i denti. Si chiese come stesse il ragazzo a cui aveva sparato. Non avrebbe mai dimenticato la sua faccia, quando aveva capito. Ed era poco più che un ragazzino. Il pirata si incupì. Ryoku era rimasto a terra, dopo l’esplosione.
La ferita diede una nuova fitta al ventre. Era stanco. Aveva perso molto sangue da quando quelle sei katane erano comparse come dal nulla. Si era fatto sorprendere, non gli accadeva da un po’ in effetti. Adesso non poteva permettersi di preoccuparsi per gli altri. Ryoku era con Gale. Erano ragazzi in gamba, se la sarebbero cavata. La vista gli si appannava sempre più. Doveva respirare adagio, non sforzare il diaframma e non riaprire la ferita. Un passo dopo l’altro, fino alla nave, senza fermarsi. Non c’era nessuno che lo inseguiva, nessuno da cui difendersi. Bastava continuare a camminare…
Continuò a camminare, un passo alla volta, fino a che non si accorse della possente figura che si avvicinava a passi goffi e silenziosi, poco più che un’ombra confusa nella notte per i suoi occhi stanchi. Il pirata sorrise.
- Vargas… - mormorò tra i denti macchiati di sangue e tabacco prima di lasciarsi andare.
Il gigante lo raccolse prima che potesse toccare terra.

- Giù le mani! – esclamò Riku togliendole di mano un pezzo di carne ancora non del tutto cotto e rimettendolo sul fuoco.
La bambina gli lanciò uno sguardo deluso.
- Ma io ho fame… - piagnucolò guardando verso il falò oltre le sue spalle.
Il ragazzino avvertì chiaramente il pericolo.
- Questa è la mia cena, è chiaro?- si affrettò a chiarire. - Io l’ho cacciata, io ho acceso il fuoco, io me la mangio.
- Anche io ho aiutato a cacciare! – protestò Aki.
- Ah sì? – ribatté lui ripensando ai goffi tentativi a cui aveva assistito per tutto il giorno. – Ma se non hai fatto che far rumore e far infuriare quell’enorme gorilla!
- Ma io pensavo che fosse facile da cacciare… - si giustificò la bambina. – Non lo sapevo che i gorilla erano così forti.
- I gorilla non si mangiano!
- E perché no? Sembrano buoni.
- Non si mangiano e basta! – concluse Riku.
La bambina lo guardò perplessa per qualche istante, poi riprese a fissare la carne.
- Io ho fame. – disse soltanto.
Riku le rivolse uno sguardo assassino, che lei nemmeno notò.
- Ma tu non dovresti tornare a casa tua?
- Non voglio. – rispose Aki con semplicità. - Mi insegni a cacciare?
Preso in contropiede, Riku ammutolì.
- Cosa?
- Io voglio essere come te. – disse la bambina in tono deciso. - Voglio imparare a vivere da sola. Per dormire ho la mia barca e so anche pescare il pesce, però voglio anche imparare ad andare a caccia così avrò anche la carne. Tu sei bravo a cacciare. Insegni anche a me?
- No.
- Perché no?– chiese la piccola guardandolo delusa.
- Perché non ne sei capace, perché sei piccola e perché non ne ho voglia. – elencò Riku. – E poi tu nemmeno ne hai bisogno. Ti basta andare a casa per avere tutto quello che vuoi. – aggiunse con una punta di risentimento.
Aki si sedette risolutamente a gambe e braccia incrociate.
- Io non voglio tornare a casa. – disse cocciutamente.
Il ragazzino non poté trattenere uno sbuffo di disprezzo. Quelli erano solo capricci che solamente una bimbetta piccola e viziata come lei poteva permettersi, pensò con rabbia. Lui non aveva assolutamente tempo per quel genere di cose. Decise di ignorarla e tornò a occuparsi della propria cena, deciso a non dividerla con nessuno, tanto meno con lei.
La bambina non si mosse, lo sguardo completamente catturato dal movimento del fuoco davanti ai suoi occhi. L’odore della carne riempiva l’aria, ma presto i suoi pensieri cominciarono a vagare lontani, verso un tempo in cui le cose erano diverse.
- Io voglio bene a Shanks e anche a Yasop, e sono contenta che siano qui, però…  - mormorò quasi tra sé.
Riku continuò a ignorarla platealmente dandole le spalle. La bambina si strinse forte le gambe al petto. Era come se qualcosa le pesasse dentro.
- Da quando la mamma se n’è andata… - provò a spiegare. - …non è lo stesso.
Concentrata com’era sul fuoco, non si accorse che accanto a lei Riku aveva smesso di occuparsi della carne.
- Lei… mi manca tanto… - disse infine affondando la faccia dietro le ginocchia.
Per qualche istante il silenzio fu interrotto soltanto dal secco scoppiettare dei ciocchi di legna sul fuoco e lo sfrigolare degli ultimi rimasugli di grasso.
- Per la caccia serve silenzio.
La voce di Riku sembrava impastata. Aki levò su di lui uno sguardo sorpreso.
- Se fai troppo rumore gli animali scappano. – continuò lui ignorandola.
Prese un bastone e tastò un pezzo di carne che ormai sembrava cotto a sufficienza. Lo tolse dal fuoco.
- E poi non puoi pensare di catturare una bestia grande come quel gorilla. – aggiunse ripetendo l’operazione più e più volte. – Prima devi provare con qualcosa di più facile.
Dispose ordinatamente i pezzi su una larga foglia a mo’ di vassoio e calcolò le porzioni. Anche per due, sarebbero dovute bastare anche per l’indomani.
  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > One Piece/All'arrembaggio! / Vai alla pagina dell'autore: Ram92