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Autore: LittleJess    30/03/2015    2 recensioni
Skins e Diabolik Lovers? Improbabile ma ho voluto provarci lo stesso eheh! E' una pazzia più che altro ne sono consapevole...ma...W il Carpe Diem Oraziano!
I personaggi nella foto non sono tutti quelli presi in considerazione nella storia. Inoltre per un mio errore grafico i nomi sotto la foto sono distribuiti in maniera errata. Partendo da sinistra Cook, J.J., Emily, Freddie, Katie, Effy.
Genere: Dark, Drammatico, Erotico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Altri
Note: AU, Cross-over, Lemon | Avvertimenti: Contenuti forti
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https://www.youtube.com/watch?v=fsO4iMy_Xgg

Il tutto all’interno di quell’atrio era immobile. I ragazzi non sapevano più cosa fare. Avevano appena visto il loro amico Freddie essere tagliato a metà. Non erano nemmeno più in grado di intercettare i loro respiri. Tuttavia, i loro sguardi erano incentrati completamente verso un’unica direzione. Qualche istante dopo il medesimo atrio fu pervaso di una luce intensa che, sebbene di dubbia origine, permise ai ragazzi di osservare con chiarezza quel ragazzo dal fisico longilineo, risaltato maggiormente da quella che pareva essere una divisa color blu scuro, a sua volta impreziosita da una cravatta perfettamente sistemata. I suoi capelli erano di un violaceo intenso, colore alquanto innaturale per una persona normale ed ordinaria. Portava degli occhiali che gli incorniciavano il volto, la cui espressione era alquanto inquietante, così piatta ed impassibile.

“Non mi sembra buon costume fare irruzione in case altrui in questa maniera.” Si limitò a dire il ragazzo, prima di comparire in maniera innaturale al centro dell’atrio. Li osservava tutti con fare distaccato e di superiorità. “Umani…” Il suo sguardo si posò sul corpo di Freddie per qualche secondo. “…così fastidiosi…fortuna che sono facili da schiacciare.”

Emily sentì un brivido percorrerle la schiena. Ma non emise un fiato.

Il povero J.J. non sapeva cosa fare in quel momento. Magari la soluzione migliore era restare immobili per un po’ di tempo.

Eppure, Effy,  difficilmente impressionabile come suo solito, ebbe la sfrontatezza di parlare.
“Hey  Alfred, dove hai spedito gli altri due?” Chiese, con un tono abbastanza calmo.

Immediatamente dopo qualcosa colpì J.J. alle spalle, costringendo il ragazzo a voltarsi. Il poveretto sbiancò alla vista della testa di Cook ai suoi piedi.

“C-Cook…c-c-che t-ti è…succ-cesso?!” Balbettava più del solito a causa del palese e comprensibile shock.

La reazione di J.J. attirò l’attenzione delle due ragazze, le quali assistettero a loro volta alla macabra scena.

Emily cominciò ad urlare più terrorizzata che mai.“Oh mio Dio! Ma come diavolo è possibile! Oh mio Dio, Cook!!” Sbraitava in preda al panico.

“Bene, bene, bene…guarda un po’ che cosa abbiamo qui. Bitches-chan nuove di zecca!”

Una nuova voce e di conseguenza, una nuova figura si materializzò di fronte a J.J. Il ragazzo guardò negli occhi il nuovo soggetto. Occhi verde smeraldo come gemme preziose, posati sulle ragazze, folta chioma di capelli rossastra, domata da un cappello scuro. Quest’altro ragazzo, a differenza del precedente, nonostante indossasse una divisa piuttosto simile, aveva una voce calda e seducente.

“Tu non servi a nulla.” Il suo tono di voce cambiò improvvisamente e divenne sprezzante, così come il suo sguardo, nei confronti di J.J. In men che non si dica con una mano trapassò il petto del ragazzo strappandogli via il cuore. Mentre il corpo stramazzava al suolo, questo ragazzo aveva ancora in mano il suo cuore pulsante. Lo avvicinò alle labbra e vi succhiò via del sangue. Il tutto davanti agli occhi delle ragazze.

“Direi che dopo questa, amico, potresti essere la nuova figura-sponsor per la pubblicità di Estathè.” Commentò Effy, dopo aver deglutito leggermente a causa della gola secca per la sorpresa e le continue scariche di adrenalina.

Emily invece aveva esaurito la voce e il fiato e di conseguenza cominciò a singhiozzare.

“Esibizionista.” Affermò impassibile il ragazzo con gli occhiali.

Come risposta il rosso si limitò ad ammiccare.

Il ragazzo con gli occhiali si schiarì la voce. “Non ho idea di chi voi siate, né tantomeno voglio saperlo. Meritereste di essere schiacciate come insetti per il vostro comportamento ignobile, tuttavia, sebbene il mancato preavviso e l’altrettanto mancata classe e compostezza, si potrebbe sempre decidere di tenervi come Spose Sacrificali.” Sentenziò in maniera pragmatica il giovane.

Effy lo guardava con un sopracciglio inarcato, le sembrava di essere capitata nell’epoca Vittoriana.

“Assolutamente sì! Dobbiamo tenerle!” Irruppe il rosso avvicinandosi maggiormente ad Emily, che tremava sempre più forte.

“Bene allora. Informerò gli altri della situazione. Per il momento lasciate che vi dica in che luogo vi trovate. Avete l’onore di essere all’interno della villa Sakamaki. Io mi chiamo Reiji.Lui invece è Raito.” Il ragazzo con gli occhiali presentò se stesso e il rosso, indicandolo con un cenno del capo. “E a breve conoscerete gli altri. Quello di cui dovrete preoccuparvi in questo momento è che non avrete più un libero arbitrio, ma d’ora in poi sarete di proprietà dei Sakamaki.” Concluse.

Alfred, Estathè.” Effy rivolse un cenno del capo ad entrambi, nonostante il suo tono di voce fosse ironico. “E’ stato un  piacere immenso conoscervi ma ora noi schiodiamo via di qui. Ciao ciao!”

La ragazza si voltò mentre muoveva una mano in segno di saluto, tuttavia subito dopo si ritrovò bloccata contro il muro. Il ragazzo che aveva detto di chiamarsi Reiji le teneva stretti entrambi i polsi e con una gamba le immobilizzava le caviglie.

“Il tuo comportamento sta superando ogni limite, ragazzina! Ma chi ti credi di essere, mh? Sei solo una sporca umana. Da dove viene tutta questa presunzione?!” Reiji la guardava negli occhi, il suo viso si trovava a pochissimi centimetri da quello della ragazza.

Raito, il rosso, sussultò appena. Evidentemente non aveva mai visto una reazione del genere da parte di Reiji, nonostante ciò continuava a lanciare occhiate provocanti alla povera Emily, sempre più terrorizzata da tutta la situazione.

“Probabilmente ho un’autostima eccessiva. Il mio terapeuta dice che è appena sopra le righe. Magari ha ragione.” Rispose Effy a denti stretti, considerata la sua posizione scomoda, pur mantenendo la sua solita sicurezza.

Reiji strinse maggiormente la presa e alla ragazza scappò un gemito.

“Ok…scusa Alfred. Non lo faccio più.” Stava chiaramente cominciando a cedere.

“Dov’è Katie?! M-mia sorella…” Intervenne Emily, in modo tale da liberare Effy da quella situazione.

“Katie? E chi è? Una terza Bitch-chan?” Chiese Raito, curioso ed eccitato all’idea.

“Si riferisce al sua pseudo copia entrata con “testa mozzata” laggiù.” Precisò Effy in maniera affannosa.

“Non ho idea di chi sia. Tuttavia sono sicuro che lo scopriremo molto presto…” Disse Reiji e, dopo un veloce scambio di occhiate con Raito, entrambi soggiogarono le ragazze in maniera tale da far perdere loro i sensi.
 

Katie aprì gli occhi, aveva la gola secca e la vista annebbiata. Le ci volle un po’ per capire che era sdraiata su qualcosa di freddo. Era un pavimento in marmo. Ammiccò un paio di volte fino a quando non riuscì a vedere in maniera nitida. Si trovava in una specie di seminterrato.
 
  
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