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Autore: xAcacia    30/03/2015    1 recensioni
Cassie sa una cosa che in pochi sanno: i vampiri esistono, e sono pericolosi.
È proprio dopo un attacco di vampiri che Cassie scoprirà di non essere una comune mortale, bensì una Whitesun: una ragazza che con un pugnale specifico può uccidere tutti i vampiri e i lupi mannari che vivono su questa terra.
Però ora deve pensare a salvarsi. Le notizie corrono veloci quando si parla di Whitesun e lei è in pericolo. Dovrà andare in un Istituto pieno di ragazzi che combattono i demoni. Là capirà che a volte le persone non sono così male e che si può avere una famiglia anche senza legami sanguigni.
Come se non bastasse scoprirà anche che l'amore può essere per sempre, perché esistono le anime gemelle e lei ha trovato la sua. Si chiama Jeremy, ma il loro è un rapporto molto strano. Sembra una battaglia senza fine quella che si fanno loro due, soprattutto perché lei ha sempre visto la semplicità nei ragazzi come una caratteristica bellissima e lui invece cerca sempre la bellezza esteriore nelle ragazze. Per non parlare poi di come, lo stesso destino che li ha fatti incontrare, cerchi continuamente di separarli, in un modo o nell'altro.
Genere: Avventura, Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 36
La discoteca dei vampiri
 
Mi sveglio sentendo la voce di mia nonna chiamarmi, ci metto un po’ ad aprire completamente gli occhi e a rendermi conto di stare a casa, e non più al Palazzo Antico. La nonna mi sta accarezzando i capelli, seduta vicino a me, sul mio letto. Mi sorride e mi chiede come sto, mi da il buon giorno, ma non mi dice niente di quello che voglio sapere io… o almeno senza che io glie lo chieda. – Cos’è successo? – chiedo quindi sedendomi.
L’espressione di mia nonna si fa un po’ più preoccupata, facendomi preoccupare ancora di più. – Ti ha riportato Jeremy a casa – risponde lei. – Gli Anziani ti hanno fatta svenire per un bel po’ di tempo. A quanto pare volevano assolutamente parlare con Jeremy. Tu non eri… prevista.
Prevista. Io non ero prevista. – Dove sta adesso? Sta bene? – chiedo io pensando a Jeremy e lasciando stare l’argomento del “prevista”.
Annuisce accennandomi un sorriso, ma c’è qualcosa che non mi vuole dire. – È dovuto tornare all’Istituto, ma sta bene, gli Anziani non gli hanno fatto niente. – Prendo un respiro profondo, la guardo, aspettando che mi dica anche l’altra cosa. – Gli Anziani devono ancora decidere cosa fare con te, con noi.
– Noi? – chiedo io, in preda al panico. – Voi… voi non c’entrate niente! – Mi alzo subito dal letto. – Devo andare da loro. – Mi nonna fa per fermarmi ma la fermo subito. – No, tu non capisci! – urlo piangendo. – Loro non possono farvi niente! Non possono! Voi siete tutto ciò che ho, tutto ciò che mi rimane! – Mi fa sedere, entrambe siamo con le lacrime agli occhi. Mi prende la mano e la stringe un po’ più del dovuto, ma non mi fa male. – Non mi rimane nessun altro.
– Tesoro, a noi non possono fare niente – mormora lei, trattenendo le lacrime. Dopotutto… quella che è morta è mia madre, la loro figliola. – Noi eravamo Cacciatori – annuncia.
– Già. – Mi giro di scatto sentendo la voce di mio nonno. – Tanto tempo fa – ripete lui accennando un sorriso, si siede sul letto accanto a mia nonna. – Poi è nata tua madre. Abbiamo continuato a combattere pure dopo la sua nascita, ma quando hai una figlia le regole cambiano. Una volta avuto tuo figlio non puoi più combattere tutti i giorni, hai dei doveri. Inoltre puoi decidere sin da subito se far diventare tuo figlio Cacciatore o no. Tua madre era una bambina testarda, poteva benissimo essere una Cacciatrice, ma noi le volevamo dare una vita normale.
– Dicevamo a tua madre che andavamo a lavorare, ma in realtà andavamo a combattere. Ogni volta che uscivamo da quella porta, non era sicuro che rientrassimo. A quarant’anni puoi decidere se tornare umano o continuare a combattere per altri anni, noi abbiamo scelto di tornare umani e di vivere una vita normale… per quanto poteva esserlo – aggiunge mia nonna.
– Ma mamma…
– Tua madre non sapeva niente di questa cosa. Le avevamo tolto i poteri a diciott’anni, ma ad un certo punto ha incontrato tuo padre e lui sapeva dei vampiri. La natura di tua madre era quella di disprezzare i demoni… era più forte di lei, più forte di tutti noi. Lei non sapeva cosa fossi, pensava esistessero solo i vampiri, cercavamo di tenerla più lontano possibile e così anche tuo padre, ma a quanto pare… è stato inutile – continua mio nonno. Il suo labbro inferiore inizia a tremare e così nonna gli mette una mano sulla spalla.
– Quindi io sono una vera Cacciatrice – mormoro.
– L’hai capito solo adesso? – chiede nonno sorridendomi, sembra quasi orgoglioso di me. – Ti ho vista mentre ti allenavi. Sei fatta per uccidere i demoni. Sei meglio di tutti noi messi insieme.
– Non so se prenderla bene – borbotto io, indecisa. Una parte di me non vedeva l’ora di tornare a questa vita, con i demoni da combattere e la verità in bella vista, ma l’altra parte di me voleva rimanere all’oscuro di tutto, rimanere nell’ignoranza. Perché, si sa, l’ignoranza almeno è una cosa sicura.
– Devi, tesoro – dice mia nonna. – Ti servirà. È stata una fortuna, quella di essere Cacciatrice. Hai un’arma in più per sopravvivere. Le Whitesun di solito non sono affatto delle Cacciatrici, anzi. Raramente nascono da una famiglia di Cacciatori, e per questo di solito vengono uccise prima della maggior età.
Rabbrividisco. – Devo assolutamente andare da Jeremy – annuncio alzandomi.
– Non puoi – ribatte mio nonno fermandomi. – Sei stata bandita – continua lui, guardandomi con uno sguardo che sembra quasi volersi scusare. Qualcuno bussa alla porta, guardo i miei nonni, perplessa e anche un po’ intimorita. – Vado io – dice nonno dopo un po’.
Guardo la nonna, ancora più nervosa. – Tranquilla, tesoro – mormora lei sorridendomi, ma anche lei è nervosa e anche se sta cercando di non farmelo capire, è più forte di lei.
– Parli del diavolo… – mormora mio nonno entrando in camera mia.
Il mio cuore fa un balzo vedendo Jeremy. Cerco di non sorridergli ma è più forte di me, lui però sembra fare a malapena caso a me. – Salve – ci saluta freddamente. – Cassie – mi chiama guardandomi. La prima cosa che penso è che non è lui. – Gli Anziani vogliono parlarti.
– Possiamo venire anche noi? – chiede mia nonna.
– Mi dispiace, no – risponde subito Jeremy guardandola.
 
Esco dalla macchina e il vento freddo mi sbatte contro, facendomi rabbrividire. Mi guardo intorno, cerco di ricordarmi qualcosa, ma lentamente tutto mi ritorna in mente senza il minimo sforzo. È grazie agli Anziani o grazie a Ben? Oh, Ben…
– Andiamo – mi ordina Jeremy facendomi sussultare. Già sta avanzando verso il palazzo, non mi aspetta, né fa finta che gli interessi qualcosa di me. Aspetta, ma a lui ieri sera gli interessava di me!
– Cos’hai? – gli chiedo quindi correndogli praticamente dietro, e odio correre dietro alle persone. Vorrei urlargli “fermati! Ti sto parlando, Jeremy Ruterful, quindi ora tu ti fermi, mi guardi negli occhi e mi parli!” ma non posso farlo, non è il momento adatto e non mi va di litigare un’altra volta con lui.
– Niente – risponde lui continuando a guardare avanti, senza nemmeno girarsi un secondo verso di me per accertarsi che me la sia bevuta, cosa che, per la cronaca, non ho fatto.
– No, non è vero – borbotto io con un po’ di fiatone.
Ride. – Possibile che tu non riesca nemmeno a tenere il mio passo? – chiede lui, prendendomi in giro. Scuote la testa continuando a ridere per un po’, facendo finta di non vedere le frecciatine che gli lancio io.
– Sai, forse se tu… – inizio, ma sono costretta a smettere di scatto perché inciampo sui miei stessi piedi e faccio per cadere, ma per fortuna mi prende il braccio e mi rimette in piedi.
– Ma ci vedi?! – chiede, arrabbiato. Aggrotto la fronte e gli faccio togliere la mano dal mio braccio. Per un po’ rimaniamo in silenzio, adesso sembra un po’ in imbarazzo, sicuramente perché gli ho fatto togliere la mano dal braccio, non pensava che molto probabilmente il suo tocco mi avrebbe dato fastidio, ma ora come ora non voglio che mi tocchi. Non se continua a trattarmi come una poppante. – Andiamo – mormora sbuffando, ricomincia a camminare spedito verso il palazzo.
– Cassie Moonic! – urla il Secondo Anziano. – Come stai? – chiede, ma rimango in silenzio. – Ti ricordi di me, non è vero?
Purtroppo… – Si – borbotto io.
– Bene! – esclama il Secondo appoggiando la schiena sullo schienale del trono, sorride, sembra molto contento di vedermi, ovviamente solo perché vuole uccidermi. – Stupefacente… Quello stregone è riuscito a farti ricordare proprio tutto – continua, poi si rivolge al Terzo. – È morto, giusto?
– Sì, è morto – risponde il Terzo, ma almeno non sembra esserne felice come il Secondo, anzi sembra veramente dispiaciuto, nonostante il suo tono sia freddo e professionale.
– Bene – dice il Secondo sorridendomi, in quel modo che mi fa mandare in fumo il cervello.
Faccio per parlare, per dirgli che razza di persona schifosa è, per dirgli che solo perché ha perso la sua cazzo di anima gemella non gli da il diritto di essere così cogliono, per dirgli che… – Non farlo – mi sussurra Jeremy all'orecchio, un brivido percorre tutta la schiena.
Una volta capito che non riceverà nessuna reazione al suo commento, il Secondo si rimette a sedere composto e mi sorride. Il Quarto prende parola. – Quindi… Jeremy, vedo che il tuo potere si sta già impadronendo di te. Provi ancora qualcosa? Per esempio, per Cassie. – Il Quarto m’indica con un gesto elegante della mano e così capisco che il motivo di tutto questo, del suo essere diventato così strano, è il suo potere.
– Non credo siano affari suoi, in realtà – risponde Jeremy con quel suo tono di voce gelido che ogni volta mi mette i brividi. Vorrei tanto avere la capacità di nascondere l’emozioni come lui… ma se non provasse veramente emozioni?
– Jeremy – sussurro io guardandolo. Rimango in silenzio come tutti gli altri, aspettando l’inevitabile e lo sa anche Jeremy: lo sa che sarà punito per questo, in un modo o nell’altro. Guardo gli Anziani e non importa quello che dicono, non importa se lui non prova più niente per niente, sono pronta a battermi per lui. Anche se è una causa persa.
– Comunque – dice il Quarto, ma si vede che sta facendo un grande sforzo per non ucciderlo, – abbiamo una missione per te, Cassie Moonic – annuncia quindi, poi guarda Jeremy. – Era anche per te, ma sarà la tua punizione per avermi mancato di rispetto.
Jeremy non fa niente, in realtà non sembra interessargli molto né la missione, né la punizione. – E quale sarebbe questa missione? – chiede lui, con un tono quasi annoiato.
– Non sono affari tuoi, ormai – risponde il Quarto con un gesto di mano altrettanto elegante, come per dirgli di andarsene. – Puoi anche andare per quanto mi riguarda.
– Io non me ne vado – ribatte Jeremy e questa volta sembra arrabbiato. – Non potete lasciare una missione a un solo Cacciatore.
Il Quarto ride. – E chi ti dice che sarà solo lei? Avevamo scelto te, in quanto sua anima gemella e suo amato, ma, visto che non te lo meriti, lo faremo fare a qualcun altro. Magari Cody, oppure Harry – risponde un’altra volta il Quarto, e adesso sembra lui ad essere annoiato. – Sicuramente a Cassie non dispiacerà, non è vero, cara?
Se non mi dispiace? Veramente sì! – Esatto – dico io, ma non è quello che voglio! Non mi è nemmeno passata per l’anticamera del cervello, quella risposta, e allora come ha fatto ad uscire dalla mia bocca?! Il panico prende la meglio su di me e mi giro verso Jeremy, pronta ad urlare “AIUTO”.
– Esattamente. Chi preferisci, quindi? – chiede il Quarto, sorridendomi. È lui! È lui! Aiuto! Mi sta facendo dire quello che vuole lui!
– Veramente… – inizio, ma mi fermo di scatto, o meglio mi fanno fermare di scatto. – Per me è uguale. Vanno bene entrambi. – Guardo Jeremy e sì, ora è  il momento di entrare veramente nel panico.
Jeremy ha lo sguardo fisso su di me, sembra arrabbiato e secondo me più in là me la farà pagare. – Non dici sul serio – mormora Jeremy, in realtà è più un ringhio che un mormorio. Faccio per dire che mi dispiace, che mi stanno controllando, quando Jeremy chiude gli occhi e fa per cadere a terra. Lo prendo al volo ma cado a terra insieme a lui. È troppo pesante per me.
– Cosa gli avete fatto? – mormoro io, troppo spaventata per alzare il tono di voce.
– Oh, tranquilla – esclama il Secondo. – Sta dormendo, come abbiamo fatto con te ieri.
– Ora – inizia il Terzo alzandosi, – dobbiamo parlare con te. – Sento qualcuno, come una mano invisibile, farmi alzare. – Hai visto cosa gli sta succedendo? – chiede e così annuisco. – Devi riuscire a farlo rimanere sé stesso. Ho visto suo padre, suo nonno, il suo bisonno, il suo bi-bisnonno impazzire a causa di questo potere. Non riuscirà più a toccarti senza mandare a fuoco qualcosa o qualcuno. Non riuscirà a non dare fuoco a quella persona con cui stai, anche solo un tuo amico, potrebbe pure provare ad ucciderti. Il suo potere è oscuro, uno dei poteri più oscuri di tutto il mondo. Devi riuscire a fargli provare qualcosa, qualsiasi cosa, anche rabbia… gelosia. E devi farlo sempre. Potrebbe spegnere le sue emozioni in un secondo per quanto lo riguarda, e credimi… manca poco.
Bene. Ora sono veramente spaventata. – Dovrei fargli provare rabbia o addirittura gelosia? Così magari mi brucia viva e brucia vivo anche il tipo con cui sto cercando di farlo ingelosire?
A quanto pare questo faceva ridere il Secondo. – Secondo te perché lo facevamo venire da te nonostante la legge di non stare insieme ad un’umana? – chiede.  – Il modo in cui ti protegge ci fa capire che c’è ancora qualcosa in lui. Il modo in cui ti guarda, o meglio ti guardava. Ormai non c’è più nemmeno quello. – Il mio cuore fa un balzo. – Stiamo cercando di proteggerlo, Cassie. Ma tu ci devi aiutare.
Annuisco. – Farò di tutto. Tutto il necessario – rispondo subito , senza nemmeno pensarci.
Il Secondo annuisce. – Lo sappiamo – ribatte sorridendomi, per la prima volta sembra non farlo per farmi innervosire. – La missione sarà sta sera. Una fonte ci ha appena comunicato che dei vampiri andranno in un locale e uccideranno tutti. Voi lo dovete impedire.
Ok, fantastico, ma qualcosa non mi torna. – Ma io non sono stata bandita? – chiedo.
– Non possiamo bandirti in questo momento. Non possiamo lasciare Jeremy Ruterful in questo modo, le conseguenze sarebbero troppo catastrofiche – dice il Terzo. – Sei una brava ragazza, Cassie Moonic. Sappiamo che stai facendo tutto ciò per il bene degli altri e lo rispettiamo.
– Quindi… devo tornare all’Istituto? – chiedo e il mio cuore inizia a battere velocemente. Dio, quanto mi è mancata questa vita! Fanculo la vita normale, questa è tutta un’altra cosa! A parte le perdite, a parte i miei nonni, a parte Austin, a parte la scuola… niente è paragonabile a tutto questo. Niente mi fa sentire più viva, niente mi fa sentire più a mio agio con me stessa.
– Sì, con effetto immediato – risponde il Terzo accennandomi un sorriso. – Cassie, ascoltami bene – mormora alzandosi e venendo davanti a me. Si porta una mano sul cuore. – Sono addolorato per la tua ennesima perdita. Mi dispiace averti afflitto anche questo male. In realtà non spero che tu mi capisca, l’unica cosa che comprendo è il tuo odio verso di noi, verso di me. Ma purtroppo era una cosa che ho dovuto fare, dal momento in cui ha cercato di ucciderci. Jeremy ha cercato solo di farti scappare, quel mago invece no.
Abbasso lo sguardo, perché non posso dire che mi va bene, non posso accettare le sue scuse. Non posso, sarebbe come dirgli che mi sta bene se ha ucciso Ben. Così se ne va e si risiede su quella specie di trono, non sembra dispiaciuto, se l’aspettava.
Il Terzo fa una strana mossa con la mano verso Jeremy e lui inizia a lamentarsi. Faccio per andare da lui, ma mi ricordo che in realtà non mi conviene. – Cos’è successo? – chiede alzandosi. Mi guarda per un po’, confuso, e poi passa agli Anziani.
– Jeremy Ruterful, ti permetto di andare con Cassie in missione, ma Harry Ninet dovrà venire con voi – annuncia il Terzo, facendomi capire che la vittima sarà Harry. Per quanto possa essere stato stupido con me, non posso cercare di non sentirmi in colpa.
– Perché proprio Harry Ninet? – chiede Jeremy, il modo in cui pronuncia il suo nome mi fa quasi ridere. È proprio disgustato dall’idea di avere una missione insieme a lui, ma in realtà Harry fa ridere. È solo che sono entrambi dei puttanieri, quindi immagino che si facciano concorrenza.
– Perché è un bravo Cacciatore, inoltre Cassie ha chiesto di lui – risponde il Secondo.
Bene, già iniziamo? Fantastico. Sento lo sguardo di Jeremy su di me, so benissimo che sta cercando di uccidermi con lo sguardo e spero proprio che non lo faccia con il suo potere. È arrabbiato, molto arrabbiato. Mi giro verso di lui e accenno un sorriso facendo spallucce. A quanto pare era meglio fare finta di niente, perché mi fulmina ancora di più.
 
Entriamo nell’Istituto e mi fermo di scatto per cercare d’immortalare il momento. Mi è mancato questo posto. Mi è mancata la mia camera. Mi sono mancati tutti i Cacciatori, anche se non ne conosco quasi nessuno.
– Cassie? – Alzo lo sguardo e vedo una ragazza dai capelli ramati. Rimango in silenzio guardandola, con le lacrime agli occhi e quando mi richiama e si appiccica a me come un coala sono quasi sicura di star per cadere, ma per fortuna si allontana subito da me e mi prende il braccio in modo da non farmi cadere. – Ok, scusa. Mi sono fatta prendere dal momento. – Mi guarda per un po’ e poi mi abbraccia un’altra volta. – Dio, quanto mi sei mancata!
– Io me ne vado di sopra – borbotta Jeremy, che sembra poco interessato a quello che dice Ivy.
– Jeremy! – urla Ivy. – Non puoi lasciarla così!
Jeremy ride. – Oh sì, che posso. E poi ha te – risponde e fa per salire un’altra volta le scale quando si ferma e si gira verso di noi. – Oh! E anche Harry, ovviamente – aggiunge facendomi un sorriso malizioso, anche se i suoi occhi continuano a fulminarmi.
– Bé… è cambiato, vero? – chiede lei sbuffando. – Sai, ogni giorno ti controllava. Si alzava di prima mattina e se ne andava dall’Istituto per vedere se stavi bene. Ritornava verso le undici di sera, se non più tardi, e papà ogni volta gli faceva il culo. – Ride e guarda le scale. So benissimo che infondo vuole bene a Jeremy, pure molto. È questo che fa Jeremy: s’insinua nella tua vita lentamente e poi da un giorno all’altro ti ritrovi a volergli troppo bene, o nel mio caso ad amarlo più del previsto.
– Christian? – chiedo io. – È ancora qua? Come sta?
– Si, sta ancora qua. L’abbiamo dovuto spostare nelle camere dei bambini quando te ne sei andata. Sai, il potere di Jeremy era praticamente incontrollabile e non ci fidavamo a lasciarlo solo con lui.
Andiamo da lui e la prima cosa che faccio è abbracciarlo, anche se lui sembra sottoshock. – Jeremy mi aveva detto che non saresti più tornata! – esclama lui piangendo e stringendomi ancora di più.
– Io che non torno? – chiedo asciugandogli le lacrime. – Ricordati e visto che ci sei ricordaglielo anche a lui: io ritornerò sempre.
 
– Dovrebbe essere questo il posto – dice Harry sorridendomi e facendomi l’occhiolino. – Sei pronta, bellissima? Ricordati che mi devi un ballo.
– Ma non mi dire – borbotta Jeremy guardando fuori dal finestrino, riferendosi al fatto che questo dovrebbe essere il posto giusto. – Non l’avevo capito – aggiunge guardando lo specchietto retrovisore per guardarmi, abbasso subito lo sguardo, imbarazzata. Questo vestito è veramente troppo corto, se solo allargassi un po’ le gambe entrambi riuscirebbero a vedere le mie mutande che, al contrario di tutte le ragazze, non sono affatto in pizzo o perizoma. Preferisco tre volte essere comoda. E a quel punto tutto il mistero andrebbe in fumo. Il mistero delle mutande di Cassie. So benissimo che Harry vorrebbe che divaricassi un po’ le gambe, perché ogni tanto abbassa lo sguardo, ma se lo può scordare.
– Dai, andiamo! – esclama Harry, che non sta più nella pelle. – Da quant’è che non ballo? Troppo tempo! Da quant’è che non bevo? Altrettanto troppo tempo. E tu, mia cara ragazza, dovrai stare con me tutta la serata. Non ti sbarazzerai di me tanto facilmente, sta sera.
Mi sembra tanto una minaccia.
 – Devo parcheggiare prima! – gli urla dietro Jeremy, visto che Harry è già uscito dalla macchina. – Coglione – mormora e così scoppio a ridere. Mi lancia un’occhiata e vedendomi in quel modo accenna un sorriso, non troppo però.
Ci mettiamo in fila per entrare e non posso fare a meno di sbuffare. – La gente si mette in fila per entrare in una discoteca. È ridicolo! – esclamo.
– C’è gente che la fila per i concerti e gente che fa la fila per le discoteche – ribatte Jeremy. – Anche per la posta, sai? – chiede ironicamente.
Gli lancio un’occhiataccia. – Ma non mi dire! – esclamo e così lui ride, facendomi arrabbiare ancora di più.
– Interessante. Quindi? – s’intromette Harry mettendomi un braccio sulle spalle. – Dopo aver ucciso chi dobbiamo uccidere – mi sussurra all’orecchio, cercando di farmi venire almeno la metà dei brividi che mi procura Jeremy quando fa la stessa cosa, senza però riuscirci, – possiamo rimanere qua e ballare? Ti potresti veramente divertire, con me.
Jeremy continua a guardare davanti a sé, per niente interessato a noi. – Non lo so – bofonchio io, in imbarazzo. – Credo di sì, ma non mi piacciono le discoteche, quindi nemmeno ballare. Mi dispiace, credo che dovrai tentarmi con qualcos’altro.
Harry mi fa un sorriso malizioso. – Oh, piccola, un modo lo troverò per tentarti. Non dirmi certe cose, per piacere, perché potrei benissimo prenderti e portarti in camera mia. Là sì, che potrei tentarti e riuscirei molte e molte volte a farlo.
Abbasso lo sguardo, rossa in viso. – C’è qualcosa che ti piace, per caso? – chiede poi Jeremy, facendo finta di non aver sentito il commento di Harry.
– E a te? – chiedo facendo una smorfia disgustata. – Oh no, aspetta, lo so! Darmi fastidio – ringhio io.
– Non solo questo, anche se devo ammettere che mi appaga molto – dice lui guardandomi. – Ma sai, c’è anche un’altra cosa che mi piace molto fare. – Guarda Harry. – Spero tanto che tu non capisca di cosa io stia parlando con questo qua.
Faccio un’altra smorfia disgustata. Molto probabilmente la gente ci stava guardando e stava pensando a quanto potessi essere puttana, stando tra quei due e accettando tutto quello che mi dicevano senza dire una parola in più.
Ride. – E tu che ne sai? Non sei mai stato a letto con me – esclama lui accennandogli un sorriso. – Non che ci tenga ad averti nel mio letto.
Jeremy scuote la testa e fa per parlare quando io li avverto che stiamo per entrare. Il buttafuori ci chiede quanti siamo, noi gli rispondiamo che siamo in tre e Jeremy paga. Entriamo dentro e ci dividiamo subito senza bisogno che qualcuno dica altro. Vado subito in pista per accertarmi che non abbiano già trasformato qualcuno. Una ragazza ha gli occhi chiusi mentre un ragazzo sembra baciarle il collo. Corro là spingendo la gente, che mi urla contro, e do dei colpetti alle spalle del ragazzo, che si distacca con tutto il sangue che gli cola dalla bocca. Faccio finta di essere scandalizzata, così lui si avvicina a me e a quel punto riesco a pugnalarlo. Scompare subito. La ragazza continua a guardare avanti, lo stronzo l’ha ipnotizzata. La prendo per mano e così cade a terra, ma riesco a prenderla prima che sbatti la testa e le asciugo il sangue sul collo. Prendo la siringa e l’infilzo subito, senza pensarci due volte. La ragazza urla, ma per fortuna non si sente un granché per colpa della musica alta.
Si alza di scatto e mi guarda con gli occhi spalancati. – Che succede?
– Oh niente, sei svenuta. Credo tu abbia bevuto un po’ troppo – rispondo io mentre lei si mette una mano davanti la bocca, scioccata. – Credo sia meglio che tu vada a casa.
– Grazie – dice lei, imbarazzata, prima di andarsene.
Un ragazzo mi gira di scatto e mi stringe il polso facendomi veramente male. Me lo sta per spaccare. – Chi sei tu per rovinare il nostro piano?! – tuona e lo pugnalo il secondo dopo. Con loro o sei veloce o sei morta. Scompare subito, ma non il dolore che provo al polso.
Dopo un po’ non sembrano esserci più vampiri, tutti ci ritroviamo al centro della pista e Harry mi prende subito per mano. – Sono finiti, credo.
Aggrotto la fronte, perché non ci ritroviamo affatto tutti. Manca Jeremy. – Dov’è Jeremy?
– Oh, là! – esclama lui puntando qualcuno dietro di me. Jeremy sta ballando con due ragazze, una davanti e una dietro. Tutte e due si strusciano su di lui e non sembra affatto dispiaciuto di questo. Faccio una smorfia disgustata. – A quanto pare si è dato subito da fare, il ragazzo – aggiunge Harry ridendo.
– Ma perché fate così schifo? – tuono io a Harry, che sussulta.
– Ehi, come vedi io sono ancora qua. E ci sto provando solo con te – dice lui accennandomi un sorriso malizioso. – Dai, balla con me – mormora lui stringendomi la mano.
Guardo Jeremy che, quasi sentendomi, si gira verso di noi. – Va bene – rispondo io ricordandomi tutto quello che hanno detto gli Anziani. Harry mi prende per mano e mi fa avanzare verso la pista. Posa le mani sui miei fianchi e così io poso le mie sulle sue spalle accennando un sorriso. Sento lo sguardo di Jeremy su di noi.  Harry mi passa in rassegna con le sue mani e quando arriva a metà schiena lo fermo. – Se mi tocchi il culo ti castro – ringhio io, ma si mette a ridere facendomi capire che non era sua intenzione. Posa le sue mani alla fine della mia schiena e mi stringe a lui, per fare in modo che io mi strusci su di lui come quelle due stanno facendo con Jeremy. Se lo può scordare. Inizio a fare finta di ballare, muovendo soltanto i piedi.
Quando la canzone finisce e sfuma verso l’inizio di un’altra faccio per distaccarmi da lui, perché è veramente imbarazzante come riesca a fare finta di ballare mentre si struscia su di me, ma mi ferma. – Un altro ballo! – esclama lui afferrandomi i fianchi.
– No – rispondo distaccandomi un’altra volta da lui. – Mi dispiace – aggiungo scuotendo la testa. Tanto non lo sto facendo ingelosire, è inutile, e mi rifiuto di farmi usare in questo modo. – Non mi piaci – dico guardandolo per un po’. Jeremy sta venendo verso di noi, lo guardo felice, visto che Harry continua a parlarmi, dicendomi che è solo un ballo. Faccio per dirgli di raggiungerci, di sbrigarsi, ma Harry mi prende di scatto il viso e mi bacia. Spalanco gli occhi, scioccata da quel suo gesto, e sto per tirargli un calcio nelle palle, quando vedo la smorfia che fa Jeremy. Sta provando qualcosa! Mi lascio andare, poso le mani sulle sue spalle e chiudo gli occhi, mentre le sue labbra divorano le mie.
Si distacca da me e mi accarezza lo zigomo. – Non è stato male, no?
Gli lancio un’occhiataccia. Per quanto possa essere bravo a baciare, non è stato altro che insignificante. – Non dovevi farlo – borbotto.
– Non sembravi affatto dispiaciuta, anzi – risponde lui con quel suo sorriso malizioso.
Mi allontano da lui prima che sia troppo tardi. – Smettila – dico girandomi. Jeremy sta ballando con due nuove ragazze, ma quella davanti a lui la sta baciando avidamente. Trattengo il respiro e il mio cuore sembra più pesante.
– Non vi metterete mai insieme – s’intromette Harry posando le labbra sul mio orecchio destro. Rimango in silenzio guardando Jeremy mentre continua a baciare la ragazza con passione. Abbassa le mani e le tocca il sedere. Rabbrividisco alzando le mani e uscendo dalla discoteca dall’uscita per i fumatori. Non posso stare qua dentro, non posso guardarlo mentre si comporta in questo modo!
Dopo essere uscita mi siedo su una panchina e, nonostante il cattivo odore del fumo, faccio un respiro profondo per cercare di calmarmi. Non capisco proprio come sia potuto accadere, ieri aveva intenzione di bruciare vivi tutti per me e oggi sta là e fa finta di non vedermi mentre uno ci prova con me e lui si bacia con altre ragazze e le palpeggia.
– Ciao. – Apro di scatto gli occhi sentendo una voce maschile. – Scusami, è che dentro ti ho vista abbastanza spaesata, così ho pensato di venire qua e presentarmi.
Rimango in silenzio per un po’ di tempo, pensando al da farsi. Gli sorrido. – Già – esclamo io. – Oppure sei venuto qua perché sei un vampiro – aggiungo sorridendogli ancora di più. Non sono stupida, so benissimo che è uno di loro, sennò non avrei mai detto una cosa del genere.
Ride. – Non mi piace quando voi Cacciatori rovinate i miei piani – annuncia avvicinandosi impercettibilmente a me.
– E dimmi – inizio prendendo il coltello senza farmi vedere, – cosa vorresti farmi?
– Questo – risponde pronto a mordemi. Alzo il coltello e riesco a prendere in pieno il cuore. Mi fissa negli occhi per alcuni secondi prima di scomparire. Faccio un sospiro e guardo avanti a me, nessuno ha visto niente, forse perché non posso vedere i vampiri, non quando cercano di ucciderci.
– Brutta puttana! – tuona una ragazza prendendomi per il collo e alzandomi da terra. Cerco di liberarmi dalla presa, ma è veramente forte. – Era il mio ragazzo, quello – ringhia lei mentre io non riesco più a respirare. Poi cade a terra e scompare. Harry mi prende prima che possa cadere a terra, la gente ora ci sta guardando e sicuramente starà pensando che la ragazza se n’è andata, non che è morta.
– Vieni – mormora Harry aiutandomi ad assestarmi. – Stai bene? – chiede guardandomi dritto negli occhi prendendo il mio viso. Annuisco e così mi sorride. – Mi devi un ballo.
Alzo gli occhi al cielo, disperata. – Perché non balli con quelle ragazze là dentro? – propongo. – Guarda Jeremy, è riuscito a baciarsene più di una e anche a palpeggiarle! Con un po’ di fortuna ne trovi anche una pronta a fare sesso con te.
– Non ballo con quelle là dentro perché loro non sono te – risponde lui sorridendomi un’altra volta maliziosamente. So che la maggior parte delle volte scherza, ormai sa benissimo che non provo niente per lui e che su di me non ha lo stesso potere che ha con tutte le altre ragazze.
Eppure devo mettere in chiaro una cosa. – Non verrò mai a letto con te, Harry – dico quindi.
– Lo vedremo – sogghigna lui porgendomi la mano.
– No! – esclamo ridendo dando uno schiaffo alla sua mano. – Niente “vedremo”! Non succederà, punto. Mi sono stufata dei tuoi stupidi tentativi, solo perché hai bisogno di avere anche l’ultima ragazza ai tuoi piedi! – Gli sorrido e poso una mano sul suo collo. – Mi stai simpatico, Harry. Veramente. Ma non riuscirai mai a portarmi a letto.
Harry ride e mi prende un’altra volta, stringendomi a lui. – Ragazzi – c’interrompe Jeremy freddamente. Sussulto e mi allontano subito da Harry, rossa in viso. – I vampiri non sono finiti. Dobbiamo andare a cercarne altri.
Harry ride. – Ma non mi dire. Uno stava per un uccidere Cassie! – esclama Harry guardando male Jeremy. – Quindi sì, ci abbiamo fatto caso.
Jeremy mi guarda per un po’ di tempo, a me sembrano ore ma sono sicura che in realtà passano solo pochi secondi. – Ah,ok – dice prima di andarsene.
Ora è troppo. Ah ok?! – Sai che ti dico, Harry? – chiedo io, arrabbiata, attirando l’attenzione di Jeremy. Prendo il viso di Harry e lo bacio avidamente. Harry risponde subito, senza farselo chiedere due volte. E questa volta riesco a sentire l’emozioni che sta provando Jeremy, di certo prova qualcosa e non è felicità. Mi distacco da Harry con il fiatone, complimentandomi con me stessa per essere entrata così bene nella parte. Sembrava quasi che ci stessimo divorando perché ci amavamo. Quando mi giro verso Jeremy però mi accorgo che lui non c’è più.
– Ah ecco! – esclama Harry ridendo. – Ecco cosa sono. Mi stai usando! – continua lui, ma non sembra affatto dispiaciuto. – Che ne dici di farlo ingelosire ancora di più? Prendiamoci una stanza – propone Harry sorridendomi maliziosamente.
Fa per avvicinarsi un’altra volta a me ma l’allontano subito. – No – rispondo io. – Ti ho già detto che non verrò mai a letto con te – borbotto facendolo ridere. – Ora entriamo.
Una volta entrati i pochi vampiri che c’erano sembrano essere scappati, così Jeremy ritorna in pista dopo che una ragazza lo prende per mano. Non mi guarda nemmeno, non prova nemmeno un po’ di senso di colpa, anzi ride mentre le guarda il culo. E lei ci sta pure! Alzo gli occhi al cielo, infastidita, Harry mi da un bacio prima di correre in pista e ballare insieme ad una ragazza.
– Se cambi idea, sono tuo – mi urla prima di andarsene. Scuoto la testa e gli indico la ragazza che lo sta guardando in cagnesco. So benissimo che quando si gira verso di lei decide di sfoggiare quel suo sorriso malizioso, perché subito dopo lei gli cade praticamente tra le braccia.
Rimango in silenzio a guardare Jeremy mentre bacia una ragazza. Forse dovrei semplicemente andare da lui e cercare di scollarlo. Magari mentre cerco di ballare con lui gli do una ginocchiata in basso. Tanto per ricordargli che può provare qualcosa, come per esempio il dolore fisico. Ovviamente la ginocchiata sarebbe una cosa per niente premeditata. Per sbaglio avrei alzato un po’ troppo il ginocchio. Per sbaglio.
Quando qualcuno mi da una pacca sul sedere mi giro, avvelenata, ma faccio un passo indietro vedendo Austin. – Austin? – urlo, mi sorride. – E tu che ci fai qua?!
– Mi diverto – risponde lui ridendo. Una ragazza si mette accanto a lui. Ha gli stessi occhi color nocciola di Dan e i capelli biondi con vestito più o meno corto come il mio nero e le calze rotte. – Cassie, lei è Abby. Abby, lei è Cassie – ci presenta Austin con un sorrisone.
Le stringo la mano. – Piacere.
– Piacere – ribatte anche lei guardandomi dritta negli occhi e stringendomi troppo la mano. Ma non do a vedere che mi fa male, anzi. – Sei la sua ex, giusto? – chiede subito, innervosendomi, ma annuisco. – Mi ha parlato di te. Sei anche la sua migliore amica, giusto? – Cos’è, un interrogatorio? Annuisco anche sta volta ma con meno entusiasmo. – Bene – borbotta.
– Là c’è Dan, se vuoi – esclama Austin indicando il bar. Ci pensa un attimo e aggrotta la fronte. – Aspetta… ma tu con chi sei venuta?
– Oh – mormoro io, entrando nel panico. Lui non sa niente. Non si ricorda la verità. Ho un tuffo al cuore rendendomi conto che non saprà mai più la verità. – Emh… con dei miei amici.
– Da quando hai amici? – scherza lui. Alzo gli occhi al cielo, ride e mi da un bacio sulla guancia. – Io e Abby andiamo a ballare. – Se ne va solo dopo avermi vista annuire.
Lancio un’occhiata a Jeremy e mi accorgo che sta guardando Austin mentre balla con Abby. La ragazza si ferma a guardarlo e aggrotta la fronte, magari starà pensando che è gay. Scoppio a ridere e vado verso il barista. Quando mi siedo guardo Harry, che sta baciando la ragazza e lei sembra stare per svenire, e poi di nuovo a Jeremy, che però questa volta sta guardando me. Un brivido percorre tutta la mia spina dorsale, ricordandomi che lui potrà anche non provare più niente, ma io si.
– Ciao – esclamo io sorridendo a Dan, che sussulta e si gira verso di me.
Cerca di non strozzarsi con il drink ma è praticamente impossibile. Rido. – Cassie! – esclama lui dopo aver deglutito il resto del drink che aveva dentro la bocca. – Che ci fai qua?
– Sto con dei miei amici – rispondo subito io. Ormai sono preparata alle loro domande.
– E loro dove sono? – chiede lui. Mi giro e li indico uno ad uno, quando mi giro verso Dan li sta guardando con la fronte aggrottata, molto probabilmente perché stanno entrambi baciando due ragazze a caso. – Bé, begli stronzi! – esclama lui facendomi ridere. – Insomma, perché ti hanno invitato se poi devi rimanere da sola?
Inclino un po’ la testa e gli frego un sorso del suo drink. – Stai parlando pure di qualcun altro, per caso? – chiedo sorridendogli, gli restituisco il drink e lo guardo attentamente.
Sbuffa. – Non mi va giù! – esclama posando il bicchiere dopo aver preso un sorso. – Voglio bene ad Austin, non mi fraintendere, ma lei è la mia sorellina e… sono molto protettivo nei suoi confronti. Ma alla fine se c’è qualcuno che la può migliorare è lui. – Si gira verso la pista e guarda Austin mentre stringe Abby, che sembra quasi imbarazzata da quel suo gesto. Non ha capito proprio niente di Austin, quella Abby. Sono così diversi, lei e Dan, che quasi mi rifiuto di chiamarli “fratelli”.
– Si, è vero. È un bravo ragazzo, Dan – ribatto io posando la mia mano su quella di lui. – Vedrai che andrà tutto bene. Lui vuole solo il meglio per tua sorella e sta cercando di esserlo. Abbi un po’ di fede. Mi ha parlato di tua sorella e gli sta molto a cuore.
Annuisce buttando giù un altro sorso del drink. – Lo so – borbotta, annuisce un’altra volta. – Sì, andrà tutto bene. Vado a ballare un po’, vuoi venire?
Alzo le mani in segno di resa. – Odio ballare, mi dispiace – rispondo io sorridendogli.
Ride. – Sei proprio strana – dice lui sorridendomi. Capisco nel modo in cui mi guarda che non è affatto un difetto per lui, anzi. Sento una strana vibrazione nel petto, segno che sto iniziando a volergli bene, e mi sta guardando così attentamente che sono costretta ad abbassare lo sguardo, accenno un sorriso imbarazzato. – Bé, se ti annoi o vuoi ballare senza che qualcuno ci provi con te, io sono a tua disposizione – mi fa sapere lui continuando a sorridermi.
– Grazie – mormoro e sono sicura che nemmeno mi sente, ma non ha importanza perché mi sta guardando e so che lo sa. Mi sorride un’ultima volta e poi se ne va in pista. Mi giro verso Jeremy, finalmente non sta più baciando la ragazza, ma ci sta comunque ballando… se così si può dire, visto che lei si sta strusciando su di lui, che continua a guardarla come se volesse fare sesso con lei là, davanti a tutti. Molto probabilmente perché è così. La ragazza si distacca da lui e gli tende la mano sorridendogli, lui le prende la mano e avanzano verso il bagno. Mi alzo di scatto dallo sgabello trattenendo il respiro. Non può farlo. Non può entrare dentro quel bagno. Non può! Si gira verso di me prima di entrare nel bagno dei maschi. Lo guardo con le lacrime agli occhi pregandolo di non entrare mentalmente. E lui lo sa – lo sa! – ma fa finta di niente ed entra, preceduto dalla ragazza.
Chiudo gli occhi, distrutta.
Dopo un paio di drink di troppo mi alzo dallo sgabello, sorrido al barista e vado nel bagno delle femmine barcollando un po’. Non so quanto tempo sia passato, so solo che non ho più controllato Jeremy, solo Harry. Non so se sta ancora dentro quello schifosissimo bagno con quella ragazza e non voglio saperlo. Stranamente nel bagno non c’è nessuno. – C’è qualcuno? – chiedo io cercando di non cadere mentre controllo tutte la cabine. Nessuno. Rido. – Bene – esclamo prima di andare a lavarmi le mani. Sbuffo sentendo la porta aprirsi. – Senti… – Ma mi fermo di scatto non riuscendo più a respirare. Apro gli occhi non sentendo più i miei piedi toccare per terra. Davanti a me c’è un uomo. Un vampiro.
Cerco di liberarmi, ma è troppo forte e io non sono nemmeno così sobria. Mi alza il vestito con l’altra mano e il mio cuore si ferma. Non vorrà… Inizio a lamentarmi piangendo. – No, per favore – mormoro io piangendo. – Per favore…
– Sta zitta! – tuona lui facendomi vedere i canini. Cerco di urlare ma non ci riesco. Mi prende l’arma che ho sotto l’abito e la fa cadere a terra. Anche se sono spacciata senza armi, una parte di me è contenta che stesse cercando solo l’arma. Mi toglie tutte le armi, buttandole a terra. Muovo le gambe cercando di tirargli calci e ci riesco, ma lui non si muove, anzi ride. – Pensi di farmi qualcosa? – chiede avvicinandosi a me. Cerco di togliergli le mani dal mio collo. – E così tu sei la Whitesun – mormora guardandomi mentre cerco di non piangere.  Fa un sospiro. – Non assomigli per niente all’ultima – mormora mentre io continuo a tirare il più possibile le sue dita, anche se sembrano di marmo, per cercare di respirare almeno un altro po’. – Tranquilla, non ti voglio uccidere, anche se mi devi rispondere. – Rimane in silenzio e mi fa prendere un po’ d’aria. – Tu conosci Jeremy Ruterful? – chiede e il mio cuore fa un balzo. – Quello era un sì? – chiede lui ridendo. Sento la rabbia salire, il solo pensiero che questo vampiro possa toccare Jeremy… Gli sputo in faccia. Mi guarda schifato e si toglie il mio sputo dalla sua faccia con l’altra mano. – Questo non lo dovevi fare – ringhia lui prima di aprire la bocca.
– Ehi! – tuona Jeremy, dietro il vampiro. Mi fa cadere a terra, l’aria entra dentro i miei polmoni e tossisco tenendo una mano sul mio collo. Riesco ancora a sentire la sua presa d’acciaio. Alzo lo sguardo su Jeremy, che sembra diventato bianco cadaverico.
Il vampiro ride. – Ti ricordi di me, non è vero? – chiede.
Jeremy indietreggia fino alla porta. – No – mormora, ancora più bianco in faccia. – No, non è possibile.
 Il vampiro mi prende, ma cerco subito di liberarmi dalla sua presa, inutilmente. – Ecco come stanno le cose – inizia stringendomi, ride. – Quando sono venuto qua mi sono portato un’arma, forse la tua amichetta la riconosce. – Prende un coltello, ma non è un coltello qualunque: è il coltello per le Whitesun. Jeremy si avvicina a noi senza pensarci. – Fermo! – esclama il vampiro portando il coltello vicino il mio collo. Spalanco gli occhi guardando Jeremy. – Ecco come stanno le cose. Ho tre possibilità: ucciderla e farti soffrire fino allo sfinimento; ucciderla senza ucciderla veramente, portarla con me e torturarla tutti i giorni; oppure uccidere te.
Jeremy non ci pensa più di cinque secondi. – Ok, facile! Uccidi me – ringhia Jeremy e sembra veramente arrabbiato.
– No! – urlo io muovendomi contro il vampiro. Un ringhio esce dalla mia bocca, la rabbia trabocca e urlo ancora di più. – Prova a toccarlo e io… – Mi fermo sentendo il coltello farmi un graffio, strizzo gli occhi e mi mordo il labbro per non urlare.
– Non toccarla! – tuona Jeremy facendo alcuni passi verso di noi.
Il vampiro ride. – Avrei dovuto ucciderti da piccolo – ringhia il vampiro, sembra veramente troppo arrabbiato. Sussulto rendendomi conto che questo vampiro è lo stesso che ha ucciso i suoi genitori, quand’era piccolo. – Avrei dovuto ucciderti quando ho ucciso i tuoi genitori, ma mi dispiaceva uccidere un bambino – continua il vampiro, mentre a me inizia a girare la testa. – Ora invece sei un uomo. Un uomo con il potere più brutto e oscuro che ci sia sulla faccia della terra. – Cerco di muovermi un’altra volta, di combattere, ma l’unica cosa che riesco a fare è farlo ridere. – È fantastica – esclama facendo un piccolo segno con il coltello ma senza ferirmi. Mi rendo conto di star tremando. – Sta ancora cercando di liberarsi di me. Vuoi dirglielo tu che non ci riuscirà?
– Lasciala stare, per favore – mormora avvicinandosi a noi con le mani in alto. – Sono io quello con i poteri, lei ha ancora sedici anni… Per piacere, ti supplico, lasciala andare.
Guardo le mie armi a terra. Sbaglio o quello è il coltello delle Whitesun?! Trattengo il respiro. Jeremy, penso subito. Mi guarda negli occhi. Jeremy, passami il mio pugnale. Se riusciamo a distrarlo forse riesco ad ucciderlo. Ma lui scuote la testa.
– Non so veramente cosa fare – borbotta il vampiro giocando con il coltello sul mio collo. – Tu che dici, Whitesun?
– Vattene a fanculo – ringhio io, furiosa. – Non ti sputo un’altra volta in faccia solo perché non posso.
Il vampiro ride. – Che carina – esclama guardando prima Jeremy e poi me. – Che carina – ripete a bassa voce. Il coltello mi ferisce il braccio e così urlo. Mi fa cadere a terra e Jeremy mi prende subito e mi trascina via. – Sapete com’è fatto questo coltello? – chiede giocando con la punta del coltello sulla punta del suo dito. – Ha un veleno che riesce a far uccidere la Whitesun – ci spiega. Jeremy cerca di allontanarmi ancora di più dal vampiro, accanto a me ci sono le armi ora e così, senza farmi vedere, prendo il mio pugnale e lo nascondo sotto la gonna. – Fermati! – gli ordina a Jeremy prendendomi un’altra volta.
– Lasciala stare! – tuona Jeremy, furioso, venendo verso di noi. Il bagno inizia ad andare a fuoco.
– Vedi? Sei troppo pericoloso! – urla il vampiro.
Tossisco cercando aria pura. – Se mi devi uccidere, fallo – ringhio io con una voce strozzata.
– Stai zitta! – tuona Jeremy, ancora più arrabbiato, facendo alzare ancora di più le fiamme. – Come vuoi – mi risponde all’unisono di Jeremy il vampiro. Alza il pugnale. – No! – urla Jeremy dando fuoco anche al pugnale che, dopo pochissimo cade a terra.
Cerco di girarmi verso il vampiro ma proprio non ci riesco. – Guardami in faccia, stronzo! – urlo io. Mi gira e mi fa un sorriso che mi fa accapponare la pelle. Jeremy però da fuoco anche il vampiro, che inizia a urlare e a dibattersi. Mi allontano subito da lui per non scottarmi. – Basta, Jeremy! – gli ordino una volta preso il pugnale da sotto la gonna. Il fuoco cessa e così corro dal vampiro per colpirlo al cuore. Sono certa di esserci riuscita, ma non vedo nessun reazione in lui.
Ride mentre tutte le sue bruciature stanno guarendo. – Hai mancato il cuore, tesoro – mormora e il secondo dopo sento un dolore lacerante alla schiena e il vampiro non è più davanti a me.
– No! – urla Jeremy, gli esce un gemito soffocato e mi rendo conto che ha ferito anche lui. Il vampiro ride, ma poco dopo ricomincia ad urlare.
Mi giro cercando di provare a prendere un’altra volta il cuore del vampiro con il mio coltello, mi rendo conto che se non lo uccido quest’ultima volta sarò io a morire. Ma cado a terra prima di provarci. Mi metto le mani al collo sentendo la gola andare in fiamme.
Riesco a sentire ancora le urla del vampiro, ma non riesco né ad alzarmi, né a vedere. Sento un brivido passarmi per tutto il corpo che ricorda vagamente l’adrenalina, ma non ce la posso fare. C’è troppo dolore. Non riesco ad alzarmi e il vampiro ormai non urla più. Qualcuno mi cade accanto, qualcuno… morto. O quasi. Provo ad aprire gli occhi. È lui, è il vampiro. Il mio pugnale sembra quasi illuminarsi quando l’afferro; lo posiziono sul cuore e lo spingo dentro. Non sono sicura di aver preso il cuore finché non vedo il vampiro andare in fiamme per l’ennesima e l’ultima volta fino a diventare cenere.
Non sento più niente, il mio corpo non sente più dolore. Jeremy è a terra, sanguinante, forse sta perdendo più sangue di me… non lo capisco.
– Cassie, sei… – Harry si ferma subito. – Cosa…? Cazzo! – urla venendo subito verso di me. – Cassie! Cassie! – urla entrando nella mia visuale sfogata. Mi scuote. – Cassie, mi senti? Jeremy! – urla andando verso di lui.
– Jeremy… Guarda Jeremy – mormoro io. Non posso muovermi, quindi deve farlo lui. – Dove l’ha preso? Dove l’ha ferito? – Spero con tutta me stessa che riesca a sentirmi.
– Non… Oddio – mormora Harry, in preda al panico. – Poco sopra il cuore. Devo assolutamente chiamare l’Istituto. Ci servono più maghi possibili. – Prende il cellulare e chiama. – Sì, sì, sono Harry Ninet. No, no, ascoltatemi! Ci servono più maghi possibili! Sono stati attaccati i miei due compagni, entrambi perdono troppo sangue! Sì, la Whitesun sta sanguinando… No! No! Non lo so se è stata pugnalata con il suo pugnale, non stavo qua con loro!
– Sì, mi hanno pugnalata con quello – sussurro io mentre le labbra diventano strane.
– Sì, sì! Si, l’hanno pugnalata. Sì, correte! Cazzo! Jeremy è svenuto. Non so da quanto, so solo che non mi risponde…
 
– Sono stato cattivo prima. Non dovevo incolparti per una cosa del genere. Ero solo molto arrabbiato, e ormai sai che quando sono arrabbiato dico cose senza senso. – Rido. – Non voglio che tu ti senta in colpa, o peggio obbligata a fare sesso con me. So che sei troppo intelligente per pensare una cosa del genere, ma so che alla fine sei molto insicura; e quindi se l’idea di non star facendo abbastanza per la nostra relazione ti è passata per la testa per almeno cinque secondi, permettimi di dissuaderti da quest’idea. – Mi lascia un piccolo bacio sulle labbra. – Permettimi di dirti che quando sono arrabbiato dico cose che tu non devi nemmeno ascoltare. – Dalle labbra passa sulla mia guancia, baciandomela. – Permettimi di convincerti di quanto tu possa essere bella. – Dalla guancia passa alla mascella mentre il mio respiro inizia a farsi sempre più pesante. Afferro le sue spalle, cerco di sedermi su di lui ma subito capisco quello che sto facendo e mi fermo. Si ferma e sento i suoi denti, segno che sta sorridendo. – Permettimi di farti sapere che quello che provo per te è così forte da essere al di sopra dell’amore. – A quel punto inizia a baciarmi il collo facendomi perdere completamente il controllo sul mio stesso corpo.
 
Mi aggrappo a quel ricordo. Il sentimento che prova nei miei confronti è così forte da essere al di sopra dell’amore.
  
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