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Autore: lapoetastra    30/03/2015    2 recensioni
< Perché… perché piangi? >, sussurrò di colpo il bambino, staccandosi da lui e guardandolo confuso.
Herbert, colto sul fatto, cercò di asciugarsi velocemente gli occhi umidi con le mani sporche e di mascherare la tristezza che lo aveva invaso con un sorriso tirato.
< Piango per la gioia, Joe. Perché sono tanto, tanto contento di essere qui con te >, rispose.
Non era vero.
Genere: Drammatico, Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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< Non voglio fare la doccia >, mugugnò Joseph, incrociando le piccole braccia di fronte all’ossuto petto.
Herbert, il padre, un uomo di mezz’età magro come uno scheletro, sussultò nell’udire quelle parole.
< Dai, Joe, non è brutto fare la doccia. Ti è sempre piaciuto, no? Pensa a quanto è bella la sensazione dell’acqua calda che ti accarezza dolcemente la pelle lavandoti via lo sporco. >
Il bambino rimase per un attimo in silenzio, chiudendo gli occhioni ed immaginandosi la scena.
< Dicono… dicono che succedono cose brutte a coloro che la fanno >, mormorò poi dopo un po’, dando finalmente voce a ciò che lo preoccupava realmente.
Herbert, non riuscendo a trattenere un sospiro, si inginocchiò con lentezza fino ad avere il viso scavato a pochi centimetri da quello pallido del figlio.
< Certo, succedono cose brutte se non stai attento. Se ad esempio non te ne accorgi e l’acqua diviene troppo calda, è inevitabile che ti scotti, così come se è troppo fredda rischi di buscarti una polmonite. Ma tu starai attento, vero? >
< Certo, papà! Sono quasi un uomo, ormai > rispose felice Joe, abbracciando forte il genitore, il quale non esitò a stringerlo con bisogno al proprio corpo inspirando il suo delicato profumo infantile.
< Perché… perché piangi? >, sussurrò di colpo il bambino, staccandosi da lui e guardandolo confuso.
Herbert, colto sul fatto, cercò di asciugarsi velocemente gli occhi umidi con le mani sporche e di mascherare la tristezza che lo aveva invaso con un sorriso tirato.
< Piango per la gioia, Joe. Perché sono tanto, tanto contento di essere qui con te >, rispose.
Non era vero.
Anzi, era tutto il contrario.
Herbert avrebbe dato tutto ciò che aveva – anche se era niente – pur di permettere al suo dolcissimo bambino di uscire da lì, di salvarsi.
Di continuare a vivere.
Ma niente era più possibile, e quando quella mattina era stato annunciato al suo gruppo che sarebbe dovuto andare alle docce, la speranza, vecchia e fedele amica, se ne era andata per sempre, abbandonandolo al suo triste destino.
Arrivò l’ordine.
Era giunto il momento.
Herbert prese per mano il piccolo Joe ed insieme con gli altri compagni fu condotto in una stanza minuscola, illuminata scarsamente ed in cui aleggiava un odore acre.
< Cos’è questa puzza, papà? >, domandò infatti quasi immediatamente Joseph, agitando il delicato nasino.
< È la sporcizia >, gli spiegò Herbert.
E quella era la seconda bugia del giorno.
Perché ciò che frustrava le loro narici era il tanfo della morte.
< Vieni, tesoro, abbracciami >, sussurrò poi l’uomo stringendo forte contro di sé il bambino.
< Sono contento di fare la doccia, sai papà? > , esclamò di colpo Joseph sorridendo gaio e tranquillo.
< Anche io, piccolo, anche io. >
Aveva mentito di nuovo.
< Chiudi gli occhi, serrali per bene >, disse poi Herbert a Joe con voce tremula e spezzata.
Non voleva che il figlio guardasse, non voleva che vedesse.
Altri uomini che come loro avevano commesso il gravissimo peccato di essere ebrei, piangevano in silenzio, buttati sul freddo pavimento come bambole di pezza inanimate.
< Adesso immagina l’acqua calda >, mormorò ancora Herbert al fanciullo stretto a lui, vittima innocente della follia tedesca.
< Pensa alla sensazione che il flusso caldo ti provoca sulla pelle. >
Ed intanto i rubinetti si erano aperti.
Ed intanto la voce dell’uomo era sempre più fioca.
< Pensa al calore che ti avvolge come una coperta di lana, lavando via lo sporco e facendoti risplendere come una stella. >
Ed intanto il gas mortale stava appestando l’aria.
< Pensa al fatto che ti voglio tanto bene, Joe. >
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
   
 
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