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Autore: Defiance    30/03/2015    3 recensioni
Emma Swan ha avuto un'infanzia e un'adolescenza complicata, a causa dell'abbandono dei suoi genitori.
Ma quando scoprirà la verità su sè stessa e sul suo passato, deciderà di vendicarsi della Regina Cattiva, responsabile di averle rovinato la vita.
Il giorno del suo ventottesimo compleanno, allora, la donna partirà per Storybrooke e...
Se vi ho incuriositi, leggete :)
[AU: basato sulla trama della serie tv 'Revenge'. Ci saranno molti cambiamenti per quanto riguarda vicende e personaggi]
Genere: Azione, Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: August W. Booth/ Pinocchio, Emma Swan, Killian Jones/Capitan Uncino, Regina Mills, Un po' tutti
Note: AU, Cross-over, Otherverse | Avvertimenti: nessuno
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6
Let's make it begins





Regina entrò nel negozio come una furia, sporgendosi sul bancone e afferrando Rumple per il colletto della camicia. 
"Ti credi davvero tanto furbo, non è così?"
L'uomo restò impassibile e scrutò la donna quasi con disinteresse.
"Posso esserle utile in qualche modo, Sindaco Mills?"
"Oh, smettila, Gold! So bene che ricordi! Non è stato un caso, vero, che tu mi abbia fatto adottare proprio Henry!" proseguì ella, lasciandolo andare e guardandolo in cagnesco.
"Non ho la più pallida idea di cosa lei stia parlando. Se è in cerca di un pretesto per attaccar briga, sa benissimo che non ne ha bisogno, abbiamo ancora dei vecchi dissapori in sospeso" 
le rammentò lui, con l'unico risultato di irritarla maggiormente. E ci riuscì.
Strinse forte le mani, chiudendole in due pugni, poi espirò con forza e intimò: "Non so quale sia il tuo piano e non sono certa di ciò che sai... ma se dovessi scoprire che sei tu l'artefice di tutto, te la farò pagare" 
Lasciò l'edificio così com'era entrata, in un baleno, solo che prima di uscire si fermò un attimo e aggiunse una lieve sfumatura alla sua minaccia.
"Considerati avvisato, Rumple"
Gold rimase fermo ad osservare la porta che si richiudeva e faceva tintinnare lo scacciapensieri sopra di essa appeso; sorrise in maniera più inquietante che divertita.
Quella conversazione poteva voler dire solo una cosa: la figlia dei Charming era finalmente giunta a Storybrooke.

"Credo che tu avrai bisogno di questo" mormorò August, abbozzando un sorrisetto soddisatto e meravigliato al tempo stesso.
Emma si sporse in avanti, tese la mano e accettò il pennarello rosso che l'amico gli aveva porto, intrappolandone il tappo tra i denti e sorridendo a sua volta.
Poi tracciò una grande X sul volto di Sidney.
"Mi spieghi come hai fatto?" le domandò l'uomo, dopo aver riletto per l'ennesima volta l'articolo del giornale.
"Arrestato Sidney Glass: violazione della privacy e diffamazione; lo Sceriffo sequestra la sua Compagnia"
La bionda si rilasciò cadere contro lo schienale della poltrona e accavallò le gambe, come se tutta quella storia le risultasse quasi indifferente, come se per lei fosse stato un gioco da ragazzi... ed effettivamente era così.
"Sapevo che, una volta appurato il mio legame con Henry, Regina avrebbe raccolto informazioni su di me" spiegò tranquillamente, "e immaginavo anche che avrebbe fatto fare il lavoro sporco proprio al suo fidato 'specchio'. è stato facile, a quel punto, contattare l'inserviente con cui ho fatto amicizia quando ero in prigione e dirle quali fascicoli consegnare al Sindaco. Il mio soggiorno al penitenziario, ne ero sicura, avrebbe suscitato la sua attenzione... in qualche modo avrebbe cercato di usare quella novità per costringermi a lasciare la città, ma non sapeva ancora che Graham è dalla mia parte"
"Sembra che tu gli abbia rubato il cuore" constatò mezzo divertito August, pienamente consapevole di quanto importante fosse quel traguardo, ma allo stesso tempo non ignaro dei sentimenti che l'amica nutriva ancora per il pirata.
 Quella storia, proprio non gli piaceva; lo Sceriffo non meritava di soffrire... glielo aveva fatto notare più volte, ma lei ripeteva solo frasi riconducibili agli insegnamenti del Dragone, del tipo: 'A volte vengono colpiti gli innocenti, ma uno dopo l’altro, i colpevoli pagheranno. Niente va mai esattamente come previsto. In ballo ci sono la vita e la morte. I danni collaterali sono inevitabili.*' e alla fine ci aveva rinunciato; August Booth sapeva bene che la morale, per Emma Swan, aveva ormai una connotazione distorta dal desiderio di vendetta e, tutto ciò che poteva fare, era aiutarla affichè potesse mettere un punto a quella storia il più in fretta possibile.
"Se devi ricominciare con le tue uscite da moralista, August, quella è la porta. Sei peggiorato da quando hai parlato con HooK! Si può sapere cosa diavolo ti ha detto?" indagò lei: poteva negarlo quanto voleva, agli altri, a sè stessa... ma ardeva dalla voglia di saperlo; detestava il fatto che si fosse confidato con lui e non con la donna che sosteneva di amare.
"Ecco... beh... d'ora in poi mi asterrò dal giudicare le tue azioni immorali, okay?" rispose evasivo, distogliendo lo sguardo dalla donna e ringraziando il cielo quando il suo cellulare prese a squillare.
"è Graham. Sembra una cosa seria. Devo andare" annunciò Emma, indossando immediatamente la sua giacca rossa e scappando via.

August poteva rimproverarla quanto più voleva, ma non conosceva tutta la storia; non sapeva che lo Sceriffo, col passare dei giorni, aveva realmente cominciato a fare breccia nel suo cuore; era la sua condanna più grande essere attratta da uomini tormentati, come Hook, o danneggiati, come lo era stato Neal. 
E Graham pareva essere entrambi. Ma ammetterlo, dirlo ad alta voce... avrebbe rappresentato un fallimento: non poteva permettersi di ascoltare i suoi sentimenti, o il suo piano sarebbe andato in fumo, il suo giudizio sarebbe stato annebbiato.
Fece irruzione nell'ufficio senza preoccuparsi di essere delicata e si pietrificò quando vide l'uomo steso sul pavimento, la testa tra le ginocchia e le mani.
"Graham! Graham, che succede?" esclamò, correndogli immediatamente accanto.
"Mi sembra di impazzire, Emma. Non sapevo chi chiamare, mi dispiace di averti disturbata... Io..." biascicò lui con respiro affannoso.
"No, no. Graham, calmati, okay? Va tutto bene e non mi hai arrecato alcun disturbo. Solo, parlami... dimmi che succede" lo incoraggiò lei, abbozzando un sorriso dolce.
Non erano più premeditati o falsi quei gesti, le venivano spontanei con lui.
Lo Sceriffo trasse dei respiri profondi, poi posò il capo contro il muro e la donna gli si sedette accanto.
"è da un paio di giorni che... sto avendo delle strane visioni. O allucinazioni. Nei sogni, nella realtà... Può sembrare da pazzi, ma è come se il mio subconscio stesse cercando di dirmi qualcosa..."
La Salvatrice rabbrividì.
"Che... Che genere di visioni?"
"Ti prego, credimi. Non pensare che io sia pazzo..." mormorò disperato Graham, "un lupo. Bianco"
Emma sbiancò. Per qualche motivo, stava cominciando a ricordare la sua vecchia vita e, ci avrebbe giurato, la questione dipendeva da lei... o dai suoi sentimenti per lei, ma la differenza era poca.
Doveva cercare di limitarne i danni, però.
"Graham... va  tutto bene... Sono qui! Magari sei solo stanco... prenditi qualche giorno di riposo, okay? Mi occupo io tutto qui... Ti accompagno a casa, forza" gli sussurrò dolcemente, aiutandolo ad alzarsi e conducendolo nel suo maggiolino.
Una volta giunti a casa sua, spense il motore.
"Stai meglio?" chiese, scostandogli un ciuffetto di riccioli ricadutogli sul volto quando si era passato le mani tra i capelli, poco prima; era pallido e tremava.
"Sto bene... credo" assicurò lui, poi si voltò verso di lei e, senza preavviso, la baciò.
Ma come lo fece i flashback e le visioni si impossessarono della sua mente, il lupo apparve più vivido che mai... e questo lo fece sobbalzare di lato.
"Graham..."
"Mi dispiace... Io... Non volevo fare qualcosa che ti desse fastidio" mormorò mortificato lui, ma si tranquillizzò quando la vide sorridere.
Mai le era capitato di trovarselo davanti in quelle condizioni; sembrava fragile e insicuro, il completo opposto di come si era sempre dimostrato fino a quel momento.
"Va tutto bene" ripetè per l'ennesima volta Emma e riavvicinò il suo volto al suo, per baciarlo di nuovo, con lentezza, assaporando il suo gusto e quel momento, ignara che, dall'altro lato della strada, Killian stava lasciando un locale, mezzo sbronzo... e che stava vedendo tutto.

Aveva accompagnato Graham fino alla sua stanza da letto, ma poi si era allontanata dall'abitazione, come se avesse il timore di fare qualche sciocchezza.
Aprì con estrema lentezza la porta del suo appartamento, si sentiva esausta; accese la luce e si liberò della sua giacca, poi sobbalzò nell'udire la voce di Hook.
"Ma come, già di ritorno?"
"Che accidenti ci fai qui, Killian?" sbottò lei, puntandogli in gola la katana che aveva estratto prontamente grazie ai suoi riflessi e minacciandolo con lo sguardo.
"Oh, andiamo Swan. Sai benissimo che questi giochetti mi eccitano" la schernì lui, con il solito tono malizioso e provocatorio.
L'aveva sempre sfidata e continuava a farlo.
"Sei ubriaco" constatò Emma, liberandolo e gettando l'arma sul divano, "fuori di qui"
"Nel caso in cui Graham dovesse scoprirlo e incazzarsi?" continuò in tono di sfida il pirata, ridacchiando pur non essendo affatto divertito.
"Vi ho visti, prima, sai?" aggiunse poi.
Il suo sguardo era ferito e la sua voce spenta ed Emma, per un momento, si sentì terribilmente in colpa.
Scacciò quel sentimento con un movimento del capo e ribattè secca: "non sono affari tuoi"
"Vedi, Swan" cominciò lui, avvicinandosi sempre più alla donna, "veramente, sì, sono affari miei"
"No. Tu non sei niente, non sei nessuno per me. Non hai il diritto di chiedermi spiegazioni, di intrufolarti in casa mia senza averne il permesso, di pretendere qualcosa da me. Sei andato via di tua spontanea volontà, hai rinunciato a noi senza batter ciglio e senza avere il coraggio di dirmelo in faccia... Hai voluto abbandonarmi, ora resta fuori dalla mia vita!" gli urlò contro a quel punto, sforzandosi di trattenere le lacrime che minacciavano di cadere ogni qualvolta ripensasse a quel maledetto giorno.
Il giorno in cui il suo cuore si è rotto definitivamente e irreparabilmente.
"Sai, è dannatamente facile parlare quando non si conosce tutta la storia! Credi sul serio che ti avrei mollata così? Non hai pensato nemmeno per un secondo che, magari, ci fosse qualcosa che non ti è stato detto?"
Ad Emma gelò il sangue. Di che diavolo stava parlando?


Hong Kong, 2010
Hook richiuse il suo zaino e guardò l'orologio: mancava ancora un'ora al momento concordato per la partenza.
Stava per estrarre la sua fiaschetta di rum dalla giacca, quando sentì i silenziosi passi che aveva imparato ad attribuire al Dragone, proprio dietro di lui.
"Vedo che sei impaziente di lasciare questo posto, Killian"
"Me ne andrò tra un'ora" rispose gelido lui, senza voltarsi a guardarlo.
"Te ne andrai ora" lo corresse l'altro, "non porterai la Salvatrice con te"
Il pirata impietrì e si girò verso di lui.
"Tu..."
"So sempre ciò che accade dietro le mura di questo posto. Dovresti averlo capito, ormai" lo anticipò il Dragone, le mani incrociate e il tono pacato e freddo come sua consuetudine.
"Allora saprai anche che non sono disposto a rinunciare ad Emma. Non la lascerò qui" lo avvisò Hook, sfidandolo a contrariarlo.
"Lei non è pronta. La faresti uccidere" proseguì il Maestro, cominciando però a scaldarsi.
Era la prima volta che vedeva uno stralcio di emozione in quell'uomo di pietra.
"La proteggerò io" insistette convinto Killian, ma l'uomo si limitò a ridere gelidamente.
"Lasciami essere più chiaro: Emma è molto di più di un'allieva. Non rischierò di compromettere l'intera operazione per un vostro stupido capriccio infantile. Parti senza di lei, o sarò costretto ad ucciderti"
Non si era accorto del movimento impercettibile che il Dragone aveva fatto solo pochi secondi prima, per questo si sorprese nel sentire la gelida lama della sua katana contro il petto lasciato scoperto dalla camicia che indossava.
"Non sei in grado di salvaguardare nemmeno te stesso, come potresti badare anche a lei?"


"Sono stato costretto a lasciarti, Emma. Pensavo di salvarti, di proteggerti... Una volta lontano ho capito che ero totalmente caduto in errore. Non hai mai avuto bisogno di protezione, eri più pronta di me" 
Lo aveva ascoltato in silenzio, ma senza riuscire a rimanere impassibile a quel racconto; le lacrime avevano preso a sgorgare e non aveva saputo impedirlo.
"Allora perchè non sei tornato? Perchè non sei venuto a cercarmi, perchè non sei venuto a prendermi?" lo accusò, stringendo i pugni.
"L'ho fatto. Due volte, Swan. La prima, dopo essermi reso conto che la vendetta non valeva abbastanza da perdere te... avevo quasi raggiunto il tuo dormitorio quando il Dragone mi ha scoperto. Abbiamo lottato" raccontò, indicando la cicatrice che solcava la sua guancia e che Emma aveva notato solo in quel momento, "mi ha ferito mortalmente e gettato in un portale. Ma sono sopravvissuto. Una volta ripresomi da quello scontro, ho barattato la mia nave con un fagiolo magico e sono giunto a Storybrooke, dove sapevo che saresti andata una volta terminato l'addestramento" concluse Killian, terminado poi l'ultimo goccio di alcol presente nella sua fiaschetta.
"Hai... hai abbandonato la tua nave per me?" sussurrò spiazzata la donna, sentendosi improvvisamente molle e accalorata.
"Perchè ti sorprende tanto, tesoro. Sai quanto ti ho amata. Ti amo ancora e lo farò sempre" confessò lui, avvicinando il suo volto a quello della bionda, sfiorando dolcemente le sue labbra... e suggellando quella dichiarazione con un bacio profondo e passionale.
Un bacio che aveva il sapore di sfogo, di qualcosa che avevano atteso tanto a lungo e che finalmente avevano raggiunto. 
Sapeva di amore, di desiderio, di bisogno.
Sapeva di tutto. 
Sapeva di loro.






*Cit. Revenge.

Angolo Dell'Autrice
Hellooo! 
Okay, okay. Fare finta che non siano passati tre mesi
dall'ultima volta che ho aggiornato non funzionerà, me lo sento.
Quindi mi scuso, perchè altro non posso fare.
Non ho avuto molto tempo libero per scrivere, nè aggiornare, ma finalmente
sono riuscita a mandare avanti la storia!
*Evvai!*
Spero tanto che il capitolo vi sia piaciuto, se vi va fatemelo sapere lasciandomi
una recensione, mi renderebbe davvero molto felice!
A presto,

Bell :)

 
 
 
  
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