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Autore: TheSlayer    31/03/2015    7 recensioni
Mary Jane Watson ha un nome che la rende il bersaglio di battutacce da parte di tutte le persone che conosce. E la gente non sa nemmeno il vero motivo per cui si chiama così (fortunatamente, perché le battute orribili potrebbero solo peggiorare). Frequenta la Washington University a St. Louis, nel Missouri, e ha una cotta enorme per il suo professore di Scrittura Creativa: Harry Styles.
E se anche il professore mostrasse un interesse particolare nei suoi confronti? Oppure Mary si sta immaginando tutto?
***
Dalla storia:
"Che vita difficile. Avevo un professore che, nella migliore delle ipotesi, era un idiota e non si rendeva conto dell'effetto che faceva sulla gente. E, nella peggiore, era un maledetto diavolo tentatore e faceva apposta a torturarmi in quel modo."
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 32 - Now The Party Is Over (And Everybody’s Gone)
 
Scesi le scale di fretta, perché nonostante fossi agitata per quello che volevo dire a Harry – cioè che forse avevo deciso di rimanere a St. Louis e non andare a New York – non vedevo l’ora di baciarlo.

«Harry!» Esclamai, correndo fuori dalla casa e direttamente tra le sue braccia. Lui mi sollevò e sentii subito le sue labbra sulle mie. Chiusi gli occhi, assaporando il momento. Erano passate settimane dall’ultima volta che ci eravamo visti di persona. Avevamo parlato al telefono tutti i giorni, ci eravamo videochiamati, ma non era la stessa cosa. Non potevo sentire il suo profumo tramite uno schermo. Non potevo provare i brividi lungo la schiena quando le sue mani si intrecciavano tra i miei capelli mentre mi baciava.

«Mary.» Replicò Harry dopo qualche istante, allontanandosi leggermente e guardandomi negli occhi.

In quel momento capii che avevamo davvero risolto tutti i problemi passati. Ne avevamo parlato tanto in quelle settimane. Avevo ricominciato a fidarmi di Harry, a provare sentimenti ancora più forti di prima e volevo passare il resto della mia vita con lui. Il problema era… dove?

«Devi raccontarmi tutto dell’incontro con quelli della casa di produzione di Hollywood.» Dissi per prendere tempo. «Ma prima vieni in casa, così ti presento i miei nonni e puoi riposarti. Sei stanco per il volo? Vuoi qualcosa da mangiare?» Domandai. Lo stavo assalendo con mille parole, me ne rendevo conto, ma mi era mancato troppo ed ero agitata per mille motivi.

Harry stava per incontrare la mia famiglia. Beh, tutti tranne i miei genitori. E pensavo che l’avrebbero adorato, ma non potevo esserne sicura. C’era sempre una minima possibilità che qualcuno lo odiasse o che pensasse che non era l’uomo adatto a me.

E poi c’era il piccolo dilemma che si era creato nella mia mente da qualche giorno. St. Louis o New York? I miei amici, la mia famiglia o Harry? Potevo avere tutto insieme oppure sarei stata costretta a scegliere? Se sì, cosa avrei scelto? Dovevo dirglielo subito? O dovevo aspettare? Avevamo deciso che tra noi non ci sarebbero mai più stati segreti, ma come avrei fatto ad affrontare quell’argomento? Non era un discorso facile. Non era come dirgli che avrei preferito smettere di bere caffè e cominciare a consumare succo d’arancia. Si trattava del nostro futuro. Della nostra vita insieme.

«Okay, okay.» Rispose Harry, ridendo e seguendomi all’interno della casa.

Laurel e Jasper ci aspettavano in salotto, mentre i miei nonni erano ancora impegnati in cucina a finire gli ultimi dettagli per la festa di quella sera. Nonna Mia aveva deciso di cucinare una quantità industriale di piatti per sfamare tutta la famiglia.

«Ehi, amico!» Esclamò subito Jasper, avvicinandosi e dando una pacca sulla spalla a Harry.

«Jasper.» Lo salutò Styles, sorridendogli cordialmente.

In pura teoria avrebbe dovuto essere strano vedere il proprio ragazzo attuale e l’ex conversare amabilmente in quel modo. Era come se, in un certo senso, si conoscessero da sempre. Appena si erano visti avevano cominciato a chiacchierare e l’argomento era caduto subito sullo sport. Jasper gli aveva chiesto quale fosse la sua squadra preferita e, dopo aver scoperto che la risposta di Harry era uguale alla sua, erano diventati amici istantanei.

«È inquietante.» Disse Laurel, scuotendo la testa e ridendo.

«No, per me no.» Replicai, sorridendo. «Per me sono due delle persone più importanti della mia vita che vanno d’accordo. Sarebbe stato tragico il contrario.» Aggiunsi, avvicinandomi ai due uomini. Anche la mia migliore amica si unì a noi e cercai disperatamente di spostare la discussione dallo sport, perché ricordavo benissimo il modo in cui Laurel si infervorava parlando di football.

«Forza, uomini, adesso alzate le chiappe entrambi e venite ad aiutare a preparare tutto per la cena di questa sera. Non avete la minima idea della quantità di miei parenti che conoscerete.» Risi dopo un po’, felice.

 
***

I miei parenti amarono Harry e lui sembrò trovarsi bene con tutti durante la cena. Affrontò con calma ed eleganza tutti gli argomenti e rispose con posatezza a tutte le domande, anche alle più fastidiose (una delle mie cugine si era particolarmente fissata sul fatto che ci fossimo conosciuti all’università, perché lui era un mio professore).

«Quindi Mary Jane è Jade?» Domandò Claire, la cugina che sembrava aver preso di mira Harry. O forse si era solo presa una cotta istantanea e voleva parlare con lui a tutti i costi, come potevo darle torto?

Harry deglutì, leggermente imbarazzato e prese tempo bevendo un paio di sorsi di vino bianco.

«Mary Jane non è propriamente Jade.» Disse l’uomo, con la lentezza che ormai avevo imparato ad amare. Rimasi incantata per un secondo. Non ricordavo l’ultima volta che aveva usato il mio nome intero e pensavo che, detto da lui, fosse più bello. «Diciamo che Mary è stata parte dell’ispirazione per quel libro. Poi sono persone molto diverse e, soprattutto, in situazioni completamente diverse.» Spiegò Harry, pulendosi la bocca con il tovagliolo – forse per mascherare il lieve rossore che aveva colorato le sue guance.

«Nel senso che tu non sei un serial killer e quindi lei non ti farà finire in carcere per il resto dei tuoi giorni, nonostante sia innamorata di te?» Domandò ancora Claire. «Perché ho letto il libro e mi è piaciuto tantissimo, ma ci sono rimasta male quando alla fine Jade ha detto tutto alla polizia. Se era innamorata di lui, perché l’ha venduto in quel modo?»

La guardai, nella speranza che capisse che era ora di smetterla, ma non ci fu verso.

«Non sono un serial killer, no.» Disse Harry, ridendo. «La storia con Mary mi ha dato l’ispirazione per la storia d’amore nel mio libro, ma i protagonisti non siamo noi.» Aggiunse, sempre più imbarazzato. «E per la  fine… beh, Seth è un serial killer. Ha ucciso delle persone, ha fatto delle cose molto sbagliate ed era giusto che affrontasse le conseguenze e venisse punito. Jade si è innamorata di lui, ma non ha potuto ignorare quello che ha scoperto. Tu l’avresti fatto? A volte l’amore non è abbastanza.» Concluse lui, facendomi provare un brivido.

A volte l’amore non è abbastanza, aveva detto. Sarebbe stato abbastanza per noi?

Fortunatamente il discorso fu interrotto dal suono del campanello, che sorprese tutti. I miei nonni si scusarono e si alzarono entrambi per andare ad aprire, mentre tutti i presenti al tavolo rimasero in silenzio – probabilmente per spiare e per capire chi si fosse presentato senza prima telefonare.
Sentii qualcuno parlare brevemente, poi dei passi.

«Mary Jane!» Esclamò mio padre, uscendo in giardino, dove avevamo sistemato il lungo tavolo che accoglieva tutta la famiglia. Mi voltai di scatto, stupita. Mio padre non era l’unica persona ad essere in piedi di fianco ai miei nonni. Anche mia madre era presente e stava sorridendo, nonostante sapessi che c’erano almeno un miliardo di posti in cui avrebbe preferito essere.

«Congratulazioni!» Disse la donna, sorridendo.

«Mamma, papà!» Dissi, alzandomi e raggiungendoli. «Non vi aspettavo! Cosa fate qui?» Esclamò.

«Beh, siamo stati invitati.» Spiegò mia madre. «E volevamo quasi non venire, ma poi abbiamo ricevuto una telefonata da due giovani uomini e una giovane donna molto – ed enfatizzo il molto – convincenti.» Continuò.

«Ci hanno detto quanto avrebbe significato per te averci entrambi presenti a questa festa.» Disse mio padre. «E abbiamo pensato di mettere da parte le nostre antiche differenze con il resto della famiglia e unirci per festeggiare la nostra bellissima laureata.» Aggiunse, sorridendo. Mi abbracciò stretta per qualche secondo e mi diede un bacio sui capelli.

Guardai prima i miei genitori e poi tutti i presenti al tavolo, quasi stordita. Poi mi fermai su Laurel, Jasper e Harry, che stavano ridacchiando e si stavano scambiando occhiate complici.

«Avete fatto tutto questo per me?» Domandai, stupita.

«Harry ha avuto l’idea.» Confermò Laurel.

«Poi ci ha aggiunti su Skype e abbiamo parlato un po’ per organizzarci.» Continuò Jasper.

«Laurel ha rubato il numero di tua madre dal tuo telefono.» Spiegò Harry. «E l’abbiamo chiamata in conferenza, quindi eravamo tutti insieme.» Aggiunse.

«Devo dire che non ero felicissima che abbiate ricominciato a vedervi quando me l’hai detto la prima volta, ma il ragazzo si è fatto perdonare.» Intervenne mia madre, rivolgendo un sorriso a Harry.

Non sapevo come sentirmi. Ero stupita, perché non mi aspettavo che i miei genitori si sarebbero presentati alla mia festa di laurea. Ero commossa, perché avevo i migliori amici e il ragazzo migliori del mondo. Come potevano aver fatto quel miracolo per me?

«Quindi… c’è un posto a tavola anche per noi? Abbiamo guidato tutta la notte e tutto il giorno e siamo abbastanza affamati!» Esclamò mio padre.

I miei nonni si guardarono per pochi secondi, confusi. Poi mia madre decise di fare il primo passo e sfoderò il suo miglior sorriso, che sembrò porre fine a qualsiasi conflitto avessero avuto in passato. Si abbracciarono tutti e la tensione sparì. Ero sicura che avrebbero avuto bisogno di parlare per parecchie ore per risolvere davvero tutto, ma quello era già un grande risultato per me.

«Non so davvero cosa dirvi.» Dissi, tornando a sedermi al mio posto di fianco a Harry e di fronte a Laurel e Jasper. «Se non grazie. Vi voglio bene e ti amo.» Aggiunsi, guardando prima i miei amici e poi Harry.

«Ti vogliamo bene anche noi.» Risposero Jasper e Laurel all’unisono. Poi mi resi conto di aver detto quelle parole a Harry per la prima volta dopo tutti quegli anni proprio in quel modo quasi casuale.

«Ti amo anch’io.» Sussurrò lui, avvicinandosi per far sentire la sua risposta solo a me.

 
***

La festa di laurea si prolungò fino alle prime ore del mattino, quando i miei parenti decisero che era ora di tornare a casa e mi abbracciarono tutti, a turno, e mi dissero di tenermi in contatto con loro e di mandargli cartoline e souvenir dalla Grande Mela.

I miei genitori, assonnati e sbadiglianti, mi dissero che sarebbero andati a dormire nel loro camper e che avremmo parlato il mattino successivo. Volevano dirmi qualcosa su New York e darmi dei regali. Mia madre si lasciò sfuggire che mi avevano preso un fischietto - utile per chiamare un taxi e per chiedere aiuto in caso qualcuno cercasse di farmi del male.

Laurel, Jasper e Harry, invece, ottennero il permesso di dormire nella vecchia stanza di mia madre insieme a me, a patto che i ragazzi dormissero su un materasso sul pavimento.

«È abbastanza strano, non credete?» Domandò improvvisamente Jasper, dicendo ad alta voce quello che stavamo pensando tutti.

«Il fatto che stiamo dormendo sostanzialmente insieme o che tu sei l’ex di Mary ed io il ragazzo attuale?» Chiese Harry, trattenendosi a stento dal ridere. Forse non avrebbe dovuto essere comica quella situazione, ma per me lo era tantissimo.

«Entrambe le cose.» Disse Jasper. «Ehi, possiamo sempre aspettare che le ragazze si addormentino e darci da fare. In fondo siamo o non siamo gli uomini più importanti nella vita di Mary?» Scherzò il ragazzo, facendoci scoppiare a ridere tutti.

«Devo ammettere che questo è un po’ strano anche per me.» Dissi, tornando seria. «Anche se adesso ho capito perché quando vi siete visti questa sera avete cominciato a parlare come se vi conosceste già abbastanza bene.» Aggiunsi.

«Erano un paio di settimane che parlavamo su Skype tutti insieme.» Rispose Laurel. «Non sai quanta fatica ho fatto a tenerti tutto nascosto. Ho cercato di confessarti quello che stava succedendo almeno dieci volte, ma i ragazzi mi hanno sempre minacciata di tenere la bocca chiusa, altrimenti avrebbero fatto vedere a Tomlinson il video che mi hai fatto mentre lo insultavo nel sonno, tre settimane fa.»

Scoppiammo tutti a ridere e ripensai a quella notte, quando mi ero svegliata alle quattro, perché la mia amica aveva cominciato a parlare ad alta voce e avevo paura che ci fosse qualcuno nella stanza. Poi avevo scoperto che stava dormendo. Anzi, sognando. E stava insultando Tomlinson in modo particolarmente colorito, così avevo preso il telefono e le avevo fatto un video, che ovviamente non avevo potuto non condividere con Jasper e Harry.

«Forse la cosa più strana è che siamo tutti adulti e siamo stipati in una camera come quattro adolescenti in gita. O a un pigiama party.» Intervenne improvvisamente Jasper, facendoci scoppiare tutti a ridere di nuovo.

«Ragazzi, facciamo piano, o sveglieremo i miei nonni. Poverini, sono anziani e sono già rimasti svegli fino a tardi per rimanere fino all’ultimo alla festa.» Dissi dopo qualche secondo, abbassando la voce. Dovevo parlare con Harry, lo sapevo, ma non trovavo mai il momento giusto. «Harry, sei stanco?» Domandai dopo qualche secondo, provocando un attacco di risatine da parte di Jasper e Laurel, che avevano ovviamente subito pensato al peggio.

«No.» Replicò lui, ignorando i miei amici.

«Ti va di uscire in giardino o fare una passeggiata? Ho bisogno di parlarti.» Dissi, con il cuore che cominciò a battere alla velocità della luce. Quello era il momento che avevo cercato di evitare fin da quando l’avevo visto uscire da quel taxi giallo, ore prima. Era il momento in cui avrei scoperto cosa mi avrebbe riservato il futuro.

«Ma certo.» Rispose lui, alzandosi dal materasso che condivideva con Jasper e aspettandomi di fianco alla porta. Decisi di non vestirmi del tutto, perché non avevo voglia di camminare per il quartiere. Infilai una vestaglia sopra la maglia lunga che usavo come camicia da notte, un paio di calze e poi raggiunsi Harry.

Ci sedemmo sui gradini del portico in giardino e rimanemmo in silenzio per qualche minuto.

«Non mi hai più raccontato com’è andata la riunione con quelli di Hollywood.» Dissi, voltandomi e guardandolo negli occhi.

Harry era stanco, potevo vederlo dalle occhiaie e dall’espressione un po’ affaticata, ma era sempre bellissimo. Aveva tolto l’elastico che, per tutta la durata della cena, aveva tenuto i suoi capelli in ordine ed ora i suoi ricci castani ricadevano spettinati sulle spalle, donandogli un’aria più selvaggia.

«Sono molto interessati al mio libro. Vorrebbero cominciare a lavorare al copione il prima possibile, dicono che potrebbero renderlo il nuovo L’Amore Bugiardo e prevedono che farà parecchi soldi al box office.» Rispose lui, lentamente. «Alla riunione hanno già anche cominciato a parlare di attori che potrebbero interpretare il ruolo. Vorrebbero Minka Kelly per fare la parte di Jade e Chris Evans per fare la parte di Seth.» Aggiunse, scuotendo la testa come se non potesse ancora credere a quello che stava succedendo.

«Wow.» Mormorai. «Minka Kelly e Chris Evans? Non so perché, ma sentire questi nomi rende tutto più reale.» Dissi.

Harry annuì, grattandosi distrattamente l’accenno di barba sulla guancia.

«Che cosa volevi dirmi?» Chiese poi, prendendomi alla sprovvista. Non ero pronta per rispondere a una domanda del genere, anche se avevo cercato di prepararmi durante tutta la giornata.

«Ho ricevuto un’offerta di lavoro da una casa editrice a St. Louis.» Risposi onestamente, senza girare intorno all’argomento. Tanto non sarebbe servito a nulla fingere o prendere altro tempo. Dovevo dirglielo.

«Ed è una cosa che ti interessa?» Domandò Harry, incuriosito.

«Beh, sai che il mio sogno è quello di scrivere e pubblicare libri, ma devo avere un piano B, qualcosa che mi permetta di guadagnare qualcosa per mantenermi.» Dissi. «E… onestamente, mi spaventa un po’ l’idea di trasferirmi a New York, lontano da tutti.» Aggiunsi.

«È comprensibile.» Replicò Harry. Sembrava rilassato, ma non avevo idea di cosa stesse pensando in quel momento, il che mi preoccupava. «Che ne dici se proviamo a rimanere qui per qualche mese, così vediamo come ti trovi? Così vediamo se ti offrono il lavoro, se hai intenzione di accettare e, nel caso, se ti piace. Tanto io posso scrivere in qualunque parte del mondo, non devo essere necessariamente a New York.» Aggiunse.

«Sul serio?» Domandai, incredula.

«Ma certo, Mary. A me non interessa vivere a New York, o a St. Louis o sulla Luna. A me basta stare con te.» Rispose lui, avvicinandosi per darmi un bacio. «Voglio renderti felice e se vuol dire essere vicino ai tuoi amici e alla tua famiglia, sono contento di farlo.» Aggiunse, prima di darmi un altro bacio. «E poi anch’io ho tutti i miei amici qui.» Concluse.

«Ma Louis sarà a New York.» Ribattei. Mary, stai zitta. Ha detto che rimane a St. Louis con te, perché vuoi fargli cambiare idea? Pensai.

«Non più.» Rispose lui, prendendomi le mani e guardandomi negli occhi. «È stata una settimana abbastanza difficile per Lou. L’hanno chiamato quelli dello spettacolo e gli hanno detto che non hanno più bisogno di lui ed Eleanor l’ha lasciato definitivamente. L’ho sentito ieri sera e mi ha detto che non ha più intenzione di sentire nemmeno nominare New York.»

«Mi dispiace!» Esclamai. Louis stava passando un momento orribile e non aveva detto niente a nessuno, solo a Harry. Mi appuntai mentalmente di andare a comprare una bottiglia del suo vino preferito e di andare a trovarlo a casa non appena fossi tornata a St. Louis. «Cosa farà adesso?» Domandai.

«Sta cercando di capire se l’università è disposta a dargli il suo vecchio posto di lavoro. Altrimenti mi ha detto che vuole provare a fare audizioni nei teatri locali, perché gli è tornata la voglia di esibirsi. Solo… non a New York.» Rispose lui. «Sono sicuro che andrà tutto bene, qualunque cosa deciderà di fare. Louis è forte, può fare tutto quello che si mette in mente di fare.» Aggiunse.

«Lo spero.» Mormorai, abbassando lo sguardo. Mi dispiaceva davvero per Tomlinson, perché ultimamente mi era sembrato un uomo davvero felice. Le cose stavano andando bene, era esaltato all’idea di trasferirsi a New York con Eleanor e di iniziare la sua carriera a Broadway e poi tutto era andato in fumo in una sola settimana.

«Si riprenderà, gli staremo vicini.» Rispose Harry.

Appoggiai la testa sulla sua spalla e rimasi così per qualche minuto, a osservare le stelle dal giardino dei miei nonni a Springfield di fianco all’uomo che amavo. Harry era stato il mio primo amore e avevamo passato tante cose insieme, anche momenti molto brutti, ma avevamo superato tutto e stavamo per cominciare un nuovo futuro insieme.

«Ehi, visto che non sappiamo ancora esattamente cosa faremo, che ne dici di venire a vivere nel mio vecchio appartamento? Poi, se otterrai il lavoro e decideremo di rimanere per sempre a St. Louis, potremo prendere qualcosa di più definitivo. Insieme.» Propose Harry.

Alzai la testa e lo guardai negli occhi, sorridendo. Mi piaceva pensare al futuro insieme a Harry. Insieme ai miei migliori amici, e vicina alla mia famiglia. Non avrei potuto chiedere di meglio.
 

E siamo arrivati al penultimo capitolo di Little White Lies! I nostri protagonisti hanno vissuto varie avventure (e disavventure) e diciamo che sono cresciuti tutti quanti. I genitori di Mary hanno deciso di provare a sistemare le cose con il resto della famiglia e le hanno fatto una sorpresa (organizzata da Harry, Jasper e Laurel) e la nostra MJ ha finalmente parlato a Harry e sembra che i due abbiano trovato una soluzione. Pessime notizie per Louis, invece, che ha visto il suo futuro sgretolarsi davanti ai suoi occhi in una sola settimana, ma sappiamo che è una persona forte e si riprenderà.
Il prossimo capitolo, che pubblicherò martedì prossimo, sarà l'epilogo. Faremo un altro salto nel tempo e vedremo come sarà la vita dei personaggi tra cinque anni. Mary e Harry saranno ancora insieme? Se sì, dove vivranno? Che cosa sarà successo tra Laurel e Liam? E Louis cosa starà facendo? Quali saranno le novità nella vita di Jasper? Vi prometto che la settimana prossima otterrete le risposte a tutte le domande.
Nel frattempo vi ringrazio tantissimo per aver seguito la storia fino a questo punto. Grazie per tutti i commenti che mi avete lasciato, grazie di tutto. <3

 

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