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Autore: Black Friday    31/03/2015    3 recensioni
*In revisione*
[Dragon Age Inquisition] [Fem!Rogue!Lavellan/Cullen]
- Sì, mi piace questa tua canzone. Ci sono rabbia, coraggio, forza... speranza. -
Una pausa e poco dopo anche Lavellan parlò, fissandosi con amarezza la mano segnata dal marchio.
- Sono le uniche risorse che ho Varric, per evitare di farmela nei pantaloni davanti a questo casino. -
Varric le sorrise con comprensione e solidarietà. Questo tanto discusso Araldo, dopotutto, aveva già conquistato la sua amicizia e il suo rispetto.

Raccolta di one-shot con protagonista la mia rogue Lavellan.
Genere: Commedia, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Cullen, Inquisitore, Leliana, Varric Tethras
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Kathara Lavellan'
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Tracce nella neve


Kathara aprì gli occhi, tutt'intorno era ghiaccio e biancore, sotto di lei gelida roccia, sopra la sua testa pendevano stalattiti come denti di enormi fauci. In un attimo le riportarono alla mente il drago, l'arcidemone. Rabbrividì più per il disgusto che per la paura o il sollievo di averla scampata. Poteva davvero una creatura puzzare a quel modo? Non sapeva scegliere se i cadaveri dei non morti fossero meglio o peggio. Si maledì interiormente, possibile non riuscisse ad essere seria nemmeno in una circostanza del genere?

Si sollevò da terra con un gemito, il corpo le doleva ovunque ma ancora una volta la fortuna o forse davvero Andraste l'avevano assistita: le fitte dovevano essere il risultato di contusioni e piccole ferite, infatti riusciva a reggersi in piedi e camminare senza grosse difficoltà. Si tastò per assicurarsi di essere tutta intera. Era viva. Viva. Non sapeva se piangere, ridere o addirittura cantare. Si riempì d'aria i polmoni causandosi ulteriori stilettate di dolore, ma gustandosi appieno la consapevolezza della vita scorrere dentro di lei. Vita e morte. Era stata la giornata più dura e pericolosa delle sua esistenza. La trafisse come una freccia il pensiero del sangue versato a Haven, a causa sua.
Corypheus...
Non c'erano parole per quello adesso. Non era il momento, ci sarebbe stato dopo il tempo.

Le fu impossibile, tuttavia, ignorare la mano sinistra ed il suo pulsare incontrollato di energia; per la prima volta non c'era nulla di estraneo, sgradevole o alieno in quella sensazione. Osservò trasognata le spire che si agitavano sul suo palmo. Era come se Corypheus, nell'atto di riprendersela, avesse invece saldato ulteriormente l'Ancora a Kathara, integrando le due entità, armonizzando l'Araldo a quel fluire di luce verde. Lavellan si ripromise di parlarne a Solas, di certo lui ci avrebbe capito qualcosa, sempre se lo avesse ritrovato, sempre se avesse ritrovato tutti loro. Ma era viva e non c'era nulla che la trattenesse dal cercare le loro tracce, ovunque fossero, non poteva fare altro.

"Sono o no un'esploratrice coi fiocchi?"

Esaminò l'area. In seguito alla valanga era stata trascinata in una caverna localizzata probabilmente sotto Haven. Sperava davvero si trattasse della via suggerita dal Cancelliere Roderick. Decise di proseguire su quella strada guidata un po' dal sesto senso, un po' dall'incoscienza. Se aveva ragione una volta trovata la via d'uscita dalle grotte, avrebbe dovuto camminare verso nord-est. Le sembrava di ricordare che le frecce di segnalazione lanciate mentre teneva occupato Corypheus venissero da quella direzione. Tanto valeva provare.

Si addentrò nei cunicoli e a pochi metri l'attendeva già una combriccola di demoni. Le dita scivolarono rapide verso i pugnali, il fatto di non averli persi nella neve era un ulteriore omaggio da aggiungere alla lista dei favori offerti dalla buona sorte, ma prima di poter anche solo formulare un'idea di attacco fu la mano del marchio a muoversi calamitata verso il nemico, creando uno squarcio capace di risucchiare in un attimo il gruppo di wraith.

Su di giri per la nuova scoperta Kathara procedette sicura fino a trovare l'uscita verso la valle. Tuttavia, alla vista di cosa la aspettava imprecò tra i denti, l'eccitazione si trasformò ben presto in frustrazione e rabbia.

"Le rogne non finiscono mai, vero?"

Sbuffò contrariata, si liberò di un urlo nel nulla e si coprì come meglio poté con gli abiti che aveva addosso. Fuori stava infuriando una bufera.

"Una. Dannatissima. Bufera."

Chiamò a sé tutte le forze a lei rimaste ed un piede dopo l'altro, adagio suo malgrado, iniziò ad avanzare a tentoni nella neve. Procedeva a stento con la resistenza opposta dalle raffiche gelide e dalla coltre a terra. Il freddo era tagliente, l'aria le offuscava la vista e il corpo si intirizzì quasi subito.

L'ininterrotto sibilare del vento le teneva una sgradita compagnia, sembrava raccontasse storie di morte e sconfitta. Imprecò di nuovo. Col cavolo si sarebbe arresa dopo quello che aveva passato, alla faccia di Corypheus, degli dei, di Andraste e del Creatore in persona ce l'avrebbe fatta.

- Io non sono il burattino di nessuno! – ringhiò.

Le pareva di camminare da un'eternità ma si rese conto che la distanza percorsa aumentava con penosa lentezza. La scarica di adrenalina dovuta agli scontri stava scemando ed il panorama davanti scoraggiava le aspettative più rosee. Volse la testa in tutte le direzioni e verso il cielo in cerca di indizi per orientarsi. Il ronzio del vento e gli echi degli ululati erano un sottofondo ormai ipnotico; naso, bocca e tutto il viso le dolevano per il freddo, i piedi perdevano sensibilità. Il corpo era scosso da tremori, non si generava abbastanza calore dal movimento.

"Assideramento in solitudine, un bel finale da tragedia..." pensò caustica.

Era stanca, dolorante, intorpidita oltre ogni misura ma sapeva di non poter mollare.

Mentre proseguiva la sua marcia la mente cominciò a vagare forse per difendersi dal fardello della realtà. Immagini confuse della sua infanzia, vagabondaggi, guai combinati con suo fratello soprattutto, ragazzate che le strapparono un sorriso. Poi un singolo episodio, da bambina: Kathara si rivide tutta sola in un bosco a seguire con eccezionale naturalezza per la sua età le tracce di una lupa. Enath l'aveva chiamata. Disobbedendo alle raccomandazioni del padre aveva osservato ripetutamente l'animale e si era intestardita nel voler vedere i suoi cuccioli nella tana. E davanti ai suoi occhi Enath venne attaccata e si difese feroce, spietata... disperata ma vittoriosa alla fine per salvare i piccoli e se stessa. La crudeltà della lotta per la sopravvivenza. Per un attimo quel giorno i loro sguardi si incrociarono in una muta conversazione. Non vide mai più Enath, ma l'incontro ravvicinato con la lupa le lasciò una delle emozioni più vivide mai provate. Un insegnamento prezioso regalato dal caso. E lì, persa nella tormenta, la sua resistenza al limite, si aggrappò ferina a quel sapere innato, quell'istinto: avrebbe salvato se stessa e protetto la sua gente di nuovo. Ad ogni costo.
Ci fu anche gratitudine a pervaderla, non sapeva dire per cosa. La mente era davvero una strana creatura, la maggior parte del tempo a confonderti e quando meno te lo aspetti una buona dritta...

La mente... un enigma da risolvere prima di riuscire a possederla almeno in parte”. L'aveva detto Deshanna*, forse? Le parole non erano precise, ma il senso esatto.

Infine la potenza della bufera scemò. Appena riuscì a focalizzare notò le tracce di un bivacco a breve distanza. Si mosse a grandi falcate per esaminare i resti dell'accampamento, qualcuno era stato lì e di recente.

"Ci siamo Thara. Muovi le chiappe e stringi i denti!"

Crollò sulle ginocchia non appena udì dei passi e le voci di Cassandra e Cullen avvicinarsi.

- Guardate là, è lei! -

- Grazie al Creatore, è viva! -

Soltanto allora realizzò quanto esausta e svuotata fosse. E immensamente sollevata.

"Ce l'ho fatta..."

Cullen la raggiunse e si chinò, tastandole con una mano la fronte e le guance, in un secondo l'aveva caricata di peso fra le braccia.

- All'accampamento, subito! - disse al gruppo formato da Cassandra ed alcuni soldati dell'Inquisizione - ...è un pezzo di ghiaccio. -

Ormai semi cosciente Kathara si lasciò trasportare verso una tenda dal Comandante, senza rimostranze.


~*~


Solas terminò con un gesto delicato l'incantesimo di guarigione e fissò l'Araldo con aspettativa, la sua stessa ansia la leggeva nelle espressioni di Leliana e Cassandra. Era chiaro ormai come il peso del ruolo della Dalish fosse aumentato fino a divenire di vitale importanza per la loro causa, Lavellan era diventata un emblema, un simbolo, rappresentava senza alcun dubbio il vero motore dell'Inquisizione e perderla, come avevano temuto nelle ore precedenti, avrebbe significato paura, smarrimento ed in ultimo la resa al caos.

Mentre rifletteva sulla questione Solas preparò con perizia una mistura di erbe e la mise in infusione in una tazza di acqua calda. Il viso di Kathara nel frattempo aveva ripreso colore e poco dopo i suoi occhi si aprirono. Sbatté le palpebre e fece scorrere le iridi color giada su di lui e sulle due donne al suo capezzale. Sorrise.

- Grazie – disse indirizzata a Solas, mentre si metteva a sedere sul giaciglio - non potevo chiedere di meglio: coperte calde, vestiti asciutti, le cure di un mago provetto e... - bevve un goccio del decotto, la bocca si torse in una smorfia di disgusto - ...e un orrendo intruglio caldo da bere... bleah! -

- Ancora lethallin, è per il tuo bene - Solas sogghignò impercettibilmente e le fece cenno di prenderne ancora qualche sorsata e poi le sfilò dalle mani la ciotola.

- Vedo che ti sta divertendo darmi questa schifezza, Solas! -

Assistendo alla sceneggiata Cassandra e Leliana parvero rilassarsi.

Soltanto quando le vide meno tese Lavellan partì con un resoconto concitato che riassunse lo scontro con il loro nemico – Corypheus – la sua presunta identità, i suoi intenti e i dettagli sull'Ancora.

Ascoltarono in religioso silenzio il monologo, interrompendo solo per avere chiarimenti nei momenti di maggior confusione.

- La situazione è peggiore di quanto immaginassimo - la valutazione di Leliana fu elementare e lucida - abbiamo perso il nostro quartier generale, ma se non altro ora abbiamo un quadro della situazione. -

- Già, pagando tutto a caro prezzo – concluse amara Cassandra.

 

Quando uscì dalla tenda seguito dalla mano destra e sinistra della Divina, Solas percepì l'attenzione di tutti calamitata addosso. Fuori li attendevano Cullen e Josephine; il Comandante lanciò un'occhiata inquieta, sembrava meditabondo e oltremodo turbato. L'ambasciatrice diede voce al loro interrogativo.

- Come sta l'Araldo? -

- Si è ripresa – rispose calmo – è in vena di battute e ha chiesto del cibo, se possibile. Per il momento consiglio comunque cautela. Lasciamola riposare qualche ora, ha speso un'enorme quantità di energie fisiche e mentali in una sola giornata, inoltre il marchio sta di nuovo cambiando, stabilizzandosi ad un grado di potenza maggiore. -

- Ci ha già dato diverse informazioni di grande importanza – tagliò corto Leliana.

- Dobbiamo discuterne. Subito. – aggiunse Cassandra.

 

Solas si congedò dai quattro e prese a passeggiare per il campo. Osservava la gente. L'umore rasentava terra, ma era meno tetro di quanto si aspettasse. Il ritorno dell'Araldo sembrava avesse scosso positivamente tutti loro. Non aveva scommesso molto su quella ragazza all'inizio, ma si stava ricredendo. Le mancava ancora l'autorità carismatica del leader, ma il buon carattere e la vicinanza alle persone l'avevano subito resa amabile agli abitanti di Haven. Ovviava poi le mancanze con un pragmatismo spiccio e l'attitudine spiccata (quasi incosciente a onor del vero) per l'azione. I consiglieri l'aiutavano a correggere il tiro, ma Lavellan era risoluta e non si ritraeva davanti a nulla: il sacrificio compiuto per Haven ne era la prova.

Il filo dei suoi pensieri si spezzò quando incrociò Varric nell'accampamento. Il nano chiese con autentica preoccupazione notizie su Kathara. Probabilmente era l'unico che la vedeva come una persona vera e non uno strumento santificato nelle mani dell'Inquisizione. In virtù delle loro similitudini il figlio della pietra e l'elfa avevano legato fin da subito, un duo singolare ma affiatato.

Al contrario, per quanto fossero gli unici due elfi uniti a quella variopinta compagnia aggregatasi attorno ai vertici dell'Inquisizione, il rapporto tra Solas e Lavellan si era tinto dal principio di una vena conflittuale dovuta anzitutto alle divergenze d'opinione sullo stato della comunità elfica. Il loro nel complesso era di certo un incontro tra nature opposte, Solas ad ogni modo capiva quanto Kathara stimasse le sue conoscenze e apprezzasse i suoi consigli.

 

Poche ore dopo Solas stava tornando verso il cuore dell'accampamento quando venne rapito dal levarsi di un coro. Disperazione, fede e speranza s'innalzavano dall'armonia di quelle voci, una manciata di anime all'unisono... paesani di Haven, soldati dell'Inquisizione, persino Cullen e Leliana che inginocchiandosi ai suoi piedi stavano riponendo la loro fiducia, il loro futuro, la loro vita nell'esile figura dell'Araldo di Andraste.

Lasciò sfumare il pathos del momento e poi senza mezzi termini prese da parte l'oggetto di quella venerazione. C'erano cose improrogabili di cui parlare.

 

- Era da tempo immemore che gli umani non riservavano un tale onore a qualcuno della nostra razza -

- Impressionante vero? Mi stavo commuovendo – ammise l'elfa.

- La fede non si conquista così facilmente, lethallin, è cosa degna d'orgoglio. C'è tuttavia un dettaglio da non trascurare. Il potere che Corypheus brandisce, la Sfera che portava con sé... è un artefatto elfico - Le spiegò le sue ipotesi su come l'Antico poteva avere utilizzato la sfera per aprire il Varco, causando di conseguenza l'esplosione al Conclave. - Dobbiamo scoprire come sia riuscito a sopravvivere... e dobbiamo prepararci alla loro reazione quando sapranno che la Sfera è stata creata dagli elfi -

Kathara annuì, curiosa di saperne ancora - Benissimo. Come sempre la sai lunga. Di cosa si tratta e come ne sei venuto a conoscenza. -

- Questi oggetti si chiamavano focus, pare servissero ad incanalare il potere dei nostri dei. Alcuni erano riservati a specifiche divinità. Di essi restano solo vaghi riferimenti tra le rovine e flebili visioni nell'oblio, echi di un impero perduto. Non so come Corypheus l'abbia trovata ma quella sfera è elfica e con essa sta minacciando il cuore delle fede umana. -

- Ma non hai visto prima? Si fidano ciecamente di me! -

- I campioni della fede si trasformano in fretta in martiri, amica mia. In ogni caso questa fiducia non può essere coltivata qui in mezzo al nulla. Hai bisogno di ogni risorsa possibile. -

- E presumo tu abbia già qualche idea... -

- Inevitabilmente attaccando l'Inquisizione Corypheus l'ha cambiata ed ha cambiato te, il peso del tuo ruolo. Dirigiti a nord, spronali a seguirti, sii la loro guida. C'è un luogo che attende di essere occupato da una forza alla sua altezza. Un luogo in cui l'Inquisizione potrà costruirsi... crescere... è Skyhold -

- Skyhold... - mormorò tra sé Lavellan, come per impadronirsi del suono - Non ci resta che persuadere i nostri umani a seguire la tua idea -

- Se permetti, la spaccerei come tua -

- E invece no, almeno nostra – s'intestardì l'elfa.

Solas non si oppose e fece un cenno affermativo in risposta.

- Andiamo, elfi alla riscossa! -

Solas la guardò sconcertato - Questa potevi risparmiarmela -

- Il solito umorista... - commentò lei asciutta, poi proseguì - Dunque, prima di comunicarlo agli altri, dammi tutte le informazioni che hai su questo posto. -

 

I consiglieri stavano di nuovo litigando, macinando i medesimi argomenti per l'ennesima volta, quando Lavellan e Solas conversando fitto tra loro in elfico li interruppero bruscamente.

- Silenzio! - li apostrofò Kathara, prima d'allora non era mai stata così autoritaria – Tocca a me parlare. Abbiamo un piano e si chiama Skyhold. -

Aveva la loro completa attenzione adesso.

 


~*~


Note:

Deshanna*= guardiano del clan Lavellan.

Ho ancora qualche idea che appena pronta raccoglierò sotto questo titolo, anche se temo non ci sarà mai un vero e proprio ordine cronologico nella pubblicazione.

La one-shot è ambientata durante “Nel tuo cuore arderà”. Il taglio è introspettivo, i punti di vista sono quelli di Lavellan e Solas soprattutto, ci sono alcuni dialoghi tratti dal videogioco ma leggermente personalizzati.
Buona lettura!

  
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