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Autore: adventury_in_lovely    01/04/2015    1 recensioni
Riley è una normale ragazzina che vive nel New Jersey, la sua vita però sraa stravolta quando per il suo quattordicesimo compleanno si trasferirà in Lapponia. per una viziata ragazzina, la dura vita nella natura potrà risultare difficile all'inizio, ma ci si abitua... E se poi si incontra Babbo Natale? E se Babbo Natale dovesse avere un imprevisto e non riuscire a consegnare i regali?? Beh, Riley all'opera !
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Quando con orrore Riley capì che l’aereo era in caduta libera, urlò con tutte l sue forze.
Girandosi terrorizzata notò che tra i passeggeri c’erano i bambini che piangevano, gli anziani che facevano preghiere e gli adulti che urlavano. Mentre stava per scoppiare in lacrime pure lei, l’aereo si inclinò su un lato. Dal finestrino potevano vedere la terra avvicinarsi sempre di più. Riley aveva già chiuso gli occhi, ma l’aereo riprese quota e stabilità. Un applauso rivolto al pilota squarcio l’atmosfera da film dell’orrore che regnava qualche attimo prima.
Riley ricominciò a respirare e un’hostess entrò nell’abitacolo, barcollando, pallida e con il mascara scolato, balbettò:
-Ci scusiamo con i signori passeggeri per l’inconveniente, un semplice vuoto d’aria, niente di che…- Riley però poté sentirla mormorare:
-Sia ringraziato il signore…-
 
Tre ore dopo
 
Riley aveva finito di guardare altri due film, chiedendosi cosa potesse fare in sei ore di volo, si ritrovò a pensare al pericolo scampato poche ore prima. Si ricordò di quella  volta…
Aveva sette anni, era una calda mattinata di luglio quando era entrata in acqua. Il mare era calmo e limpido e regnava una calma che sembrava leggendaria…
Superati i primi attimi di freddo, la piccola Riley, si era immersa totalmente in quel paradiso. Si trovava alle Maldive, nelle quali i suoi l’avevano portata per il compleanno.
L’aria profumava di mare e di alghe, e attraverso l’acqua cristallina si poteva osservare il fondale.
Stelle marine variopinte lo tempestavano come gemme su una corona, e mille pesci arcobaleno nuotavano in pace.
Riley agitata i piedi, per farli scappare.
Rideva quando alla rinfusa, confusi, gli animali nuotavano via.
Scalciava, agitava la sabbia bianca e corallina del fondale degli atolli, e come una nebulosa si creava nell’acqua.
Si divertiva Riley, ma ad un certo punto diede un calcio nel posto sbagliato.
La murena non fu felice di essere disturbata e uscì dalla sua tana rovinata, nuotando digrignando i denti, verso Riley.
Lei indietreggiò terrorizzata, toccò con il sedere la battigia, cercò una pietra o altro sulla sabbia asciutta ma tra le dite si infilò lui.
Un dente di squalo ormai secco si trovava ora nella mano di Riley, lei lo brandì verso la murena.
Inizialmente sembrò non funzionare, ma poi, l’animale si ritirò come intimorito.
La ragazzina intanto era uscita dall’acqua e tremante, bagnata e infreddolita stava in piedi sulla morbida sabbia.
Alta e magra si ergeva nel suo magnifico (di già a sette anni) fisico, gli occhi azzurri chiarissimi risaltavano sulla pelle molto abbronzata, e contrastavano con i lunghi capelli castano scuro che le ricadevano morbidamente sulla schiena.
Da allora, non era cambiato niente in lei, magari era un po’ più alta, aveva il seno e  i lineamenti sottili erano meno da bimba. Forse, visto che era inverno, aveva la pelle un po’ più chiara, ma lui era sempre con lei. Per quanto permettesse la cintura dell’aereo si infilò una mano in tasca e tirò fuori il dente dello squalo. Lo osservò per qualche istante: era lui che aveva salvato l’aereo, il suo portafortuna! Ne era certa…
-Amore mio… che fai?-
-Secondo te che faccio papà?! Gioco a basket?! Sono seduta su un fottuto aereo! Che faccio?!-
-Ohu Riley, non ti permettere a rivolgerti a tuo padre in questo modo. Non solo sei sgarbata ma ti faccio notare che hai pure detto una parolaccia.-
-Scusa papi, e che mi sono chiusa il dito nella cintura ed ero un po’… arrabbiata!- inventò per calmarlo, lui sembrò crederci e tornò a dormire.
-Mamma! Mamma! Voglio la merendina! Voglio la merendina !- urlò Kiko, la giapponesina, alla povera madre.
-No Kiko! Merendine fare male! Tu non mangiare merendina...- Riley prese dalla sua borsa una merendina, la mostrò alla bambina, fissò Kiko negli occhi con aria di sfida e masticò l’intero snack con soddisfazione. La giapponesina scoppiò in lacrime e la madre le mormorò:
-Non preoccupare Kiko! Lei merendina mangiare, lei pancia ingrassare! Lascia mangiare merendina a stupida americana!- Riley scoppiò a ridere e chiuse gli occhi.
 
Cinque ore dopo
 
-Mamma, mamma!- Maira si svegliò di colpo, e si ritrovò la figlia di fronte, tutta sudata che la chiamava.
-Ril! Che è successo?!-
-Ho fatto un incubo! Ho sognato la bambina di “THE RING”!-
-Ma è quell’horror che hai guardato qualche ora fa?-
-Si!-
-Te lo avevo detto che non dovevi guardarlo.-
-Ma vabbè, non faceva paura!-
-Si vede…-
-Dai mamma!-
-Che vuoi che ti faccia? Tanto manca poco all’arrivo.-
-Poco? Ma se quando mi sono addormentata mancavano sei ore?!-
-Beh, tesoro, che ti posso dire?! Hai dormito cinque ore! Manca solo un’ora.- L’altoparlante confermò la notizia:
-Si informano i signori passeggeri che manca un’ora all’arrivo in LAPPONIA!- un'altra voce parlò per gli inglesi.-
-Ladies and gentlemen, we inform you that in a hour we will land in Lapland!- poi per i tedeschi:
- Wir informieren unsere Passagiere pro Stunde haben wir in Lappland landen!- per i francesi:
- Nous informons les passagers d'une heure nous arrivons en Laponie!- infine per gli spagnoli:
- Informamos a los pasajeros en una hora aterrizamos en Laponia!-
Un’ora passò in fretta e in breve l’aereo toccò la gelida terra della Lapponia. Riley prese il su bagaglio a mano e seguì i suoi genitori fuori dall’aereo. Appena riuscirono a trovarsi un varco tra la folla, la scarpa di Riley si adagiò con un scricchiolio sul ghiaccio sgretolato della pista, lo sguardo della ragazzina si spostò sulle sole immense distese di neve che vedeva dietro di sé.
Non era uno scherzo, non lo chiese neppure, quella era la realtà! Quella era la Lapponia!
 
 
 
   
 
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