Storie originali > Fantasy
Segui la storia  |       
Autore: Anto_9    01/04/2015    1 recensioni
Un romanzo fantasy ambientato in un mondo che sta per cambiare. Una nuova era sta nascendo affinché la razza umana possa continuare ad esistere. Ma c'è qualcosa che impedisce tutto ciò: alcuni essere umani hanno qualcosa di speciale che li lega in modo indissolubile alla Terra, qualcosa che ha a che fare con i quattro elementi:acqua,fuoco,terra e aria . Per questo devono essere eliminati
Dopo essere sopravvissuta ad un forte uragano Jessie, la protagonista del romanzo, si accorge che in lei c'è qualcosa che non va....
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: AU | Avvertimenti: Triangolo
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Era tarda notte e tutti dormivano.. beh, tutti eccetto me: mi giravo e rigiravo nello scomodo letto pensando a quello che mi era successo, ai miei genitori e a quella cosa che mi aveva detto Den: Scherzava? Mi prendeva in giro? O voleva tirarmi su di morale? Che voleva dire con quelle parole? Quella notte fu davvero lunga. ***************************************************** Il mattino seguente mi svegliai avendo tanta voglia di chiarire con Den, quindi, andai in cucina dove mi accorsi che non c'era: tutti erano seduti a mangiare tranne lui. "Vuoi mangiare con noi?" mi chiese Sindy. "Mangiare? Mangiare? come fate ad avere il coraggio di fare colazione con tutto quello che è sucesso?" Non riuscii a moderare il mio tono, ero stata parecchio aggressiva, troppo. Loro rimasero in silenzio per un paio di minuti, tanti da farmi capire che avevo esagerato, così, per rompere quella straziante calma apparente parlai: "Scusatemi per il mio tono, ma sono preoccupata: sapete dirmi dove si trova Den?" "L'ho visto uscire" mi riferì con voce annoiata John" E ormai sul ciglio della porta, affrettandomi dissi a tutti dove sarei andata. ***************************************************** Neanche mi accorsi che dietro di me, in un brusco, tonfo la porta sbatté nella sua cornice. Correvo. Affannavo. Gridavo il suo nome. Dovevo trovarlo. "Den, dove sei?" Sembravo pazza e ne ero consapevole, ma non potevo accettare il fatto che non sapessi cosa significava quella cosa che mi aveva detto la notte prima. Urlavo come una pazza, non badando a dove mettessi i piedi; inciampai in un ramoscello e, cadendo, iniziai a battere le mie mani sanguinanti chiuse in due durissimi pugni; avrei voluto distruggere tutto, avrei voluto fare mille cose. Rialzandomi, vidi le foglie a terra secche e bruciate, così tristi, così scolorite: anche loro stavano soffrendo come me... In fondo, non sono sola in questo mondo. Avevo la testa nel pallone, tremavo ancora per la caduta e avevo i palmi che bruciavano e sanguinavano, ma non m'importava, dovevo continuare a cercare Den, ma lui non c'era. La preoccupazione ora si faceva sentire, tanto che mi fermai, avevo corso a lungo e non sapevo dove fossi finita. Mi ero persa. ***************************************************** Ero in lacrime, ero disperata e non avevo idea di dove potesse essere Den. Avevo perso le speranze, avevo gettato la spugna e mi ero stesa sulla terra fredda, ancora umida di rugiada, quando sentii una voce familiare, in lontanaza: "Chi è? Chi è che grida aiuto?" E mi illuminai, perchè era QUELLA voce, la SUA voce: Fui felice come una bambina che ritrova la sua mamma dopo essersi persa, così, asciugandomi le lacrime con quelle mani graffiate che tanto mi bruciavano, gridai il suo nome: "DEN? Den sei tu?" Cercavo un modo per indicare dove fossi, dopo un po' vidi un albero gigante con foglie che scendevano lentamente, danzando nella leggera brezza; in Lousiana li chiamiamo "ALBERI DELL' AMICIZIA", alberi magici, dicono. Cercai di arrampicarmi e gridando il suo nome sforzandomi di gridare a più non posso ma non sentivo risposta quindi decisi di scendere per cercare di raggiungerlo. Ma nella discesa non vidi un ramo così capii il mio destino: un'altra caduta, altro dolore. Mi rassegnai lasciandomi cadere e preparandomi al dolore ma nel momento in cui avrei dovuto toccare terra qualcuno mi afferrò tra le sue braccia: i nostri sguardi si incrociarono e ci guardammo così intensamente che non riuscimmo a parlare. ***************************************************** Furono due secondi infiniti. "Grazie, mi sono presa un bello spavento, sai? Poi ero già caduta, correndo sono inciampata.." Ero un fiume in piena. Parlavo senza pensare a cosa dicessi. Ma il suo sorriso mi interruppe: "Sta' tranquilla, piuttosto che ci facevi qua da sola?" Io non sapevo cosa dire, insomma, ero andata a cercarlo ma non volevo dirglielo. Ero troppo nervosa, quindi balbettai "Beh, insomma ero venuta per cercarti! "Davvero? E come mai?" "Tu lo sai ma fai finta di niente! Comunque facciamola finita, ero venuta a cercarti per chiarirmi le idee: cosa intendevi dire con TI HO SALVATO LA VITA?" Ridendo mi chiamò patetica e iniziò ad andar via. [correzione in corso] "hey non fare cosi! Davvero voglio sapere che cosa intendessi". Lui mentre camminavamo disse "perchè sei cosi'" - Cosi' come? - Lui si fermò e mi guardò. "Cosi sprovveduta". Mi stavo innervosendo - Io?! Io "sprovveduta" ?! Senti lasciamo perdere - . -Allora mi dici perchè mi avresti salvata?!- -Ti ho salvata perchè eri svenutà in mezzo alla strada! - disse lui alzando la voce. Rimasi senza parole. -Perchè lo avresti dovuto fare?- mormorai sorpresa. -Non so davvero il perchè, ti ho vista che stavi per morire e..io stavo fuggendo zoppicando ma.. anche se non avessi idea di chi fossi, non appena ho visto il tuo viso.. beh sono fatto cosi. Ora andiamo -. Rimasi ferma ancora per qualche istante, un po' confusa e con un sorriso appena accennato, e pensai che avrebbe rischiato la vita per me.
   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Fantasy / Vai alla pagina dell'autore: Anto_9