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Autore: Zomi    01/04/2015    10 recensioni
Senza fidanzato, circondata da neve e da un inverno che sembra divertirsi nell'intralciare i treni, destinata a una riunione di famiglia disastrosa con nonna Tsuru e i famigliari più pazzi del pianeta, Nami sembra essere ormai giunta al patibolo... ma forse la rimpatriata dei Cocoyashi le nasconde ancora qualche sorpresa, e chissà, magari anche piacevole.
*Fan Fiction partecipante alla Zonami Week indetta dal Midori Mikan*
Genere: Comico, Demenziale, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: Nami, Roronoa Zoro, RufyxRobin, Tsuru, Un po' tutti, Z | Coppie: Nami/Zoro
Note: AU | Avvertimenti: Spoiler!
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Capitolo 13: Buonanotte
 
Dopo una giornata sulle piste da sci, una buona dormita è tutto ciò di cui si ha bisogno.
Di cui io ho bisogno.
Tump tump.
Anche se su un scomodissimo divano in pelle, con un cuscino morbido e una soffice e calda coperta colorata, dieci ore di sonno nessuno me le può negare.
A-ahh ahhh.
Nessuno.
-A-ahhh… mmm… siii…-
Nessuno davvero.
Nessuno, nessuno, nessuno!!!
-Ah ah ah… siii…ah-ancora… ah!...-
Tump tump tump
E invece no!!!
Perché la sfortuna sembra divertirsi con me e, oltre a un buzzurro che russa come un elefante con il raffreddore che occupa il letto che mi spetta per diritto di nascita, la parete in comune con la stanza da letto di mio padre, che mi impedirebbe di uccidere Zoro solo per non finire in prigione, questo stupidissimo e scomodo divano, la dannata Dea non-bendata della Sfiga ha dato il meglio di sé affiancando alla mia camera quella di Sabo e Koala.
Quel Sabo e quella Koala.
Il mio cuginetto sorridente e spensierato e la sua ragazza, dolce e simpatica, che sta sera sembrano in vena di mettere in cantiere un bel nipotino per il pro zio Grap, data la dose inumana di sesso che mi stanno propinando da dietro la parete in comune.
Impedendomi di dormire, riposare, lasciarmi abbandonare tra le braccia di Morfeo, e facendo tremare questo dannato muro che sembra fatto di carta pesta, da come amplifica i loro mugugni e trema a ogni spinta di mio cugino!!!
-Dannazione!!!- digrigno i denti, sotterrando la testa sotto il cuscino, sperando di attenuare le spinte del letto contro il muro.
Come fanno?
Come?!?
Hanno sciato tutta oggi, giocato con Roger, Bells, Ace e Merry, rincorso Rufy per tutto l’Hotel, Sabo si è strafogato a cena, litigando con suo fratello per l’ultimo cosciotto… e ora hanno ancora la forza di mettere in pratica tutto il Kamasutra, andata e ritorno.
Come, come fanno?!?
-… basta… pietà!!!- mugugno da sotto il cuscino, ma sembra inutile qualsiasi protesta contro il porno in dolby surround a cui sono involontaria spettatrice sonora.
Mi stringo le gambe al petto, rannicchiandomi tutta sotto la coperta soffice e calda, tappandomi le orecchie con le mani come quando sentivo papà e mamma fare l’amore a notte fonda, contando i secondi e sperando che Sabo finisca in fretta, o ne abbia abbastanza… o faccia un infarto.
Tutto, purché smettano di mugugnare e ansimare come due atleti, lasciandomi dormire.
Setaccio la stanza con lo sguardo, concentrandomi sulle figure immerse nel buio.
Il profilo del divano, il tavolino basso, la Televisione, l’armadio, il comodo letto dove dorme Zoro, il cui petto si alza e abbassa a ritmo del respiro rilassato.
È distante dal muro, e può dormire beato lui, il buzzurro sfacciatamente fortunato!!!
Respiro profondamente, chiudendo e riprendo gi occhi, ascoltando il silenzio.
Mi sembra che il muro non tremi più e nessun mugugno mi giunge alle orecchie in forma attutita, grazie alle mani premute con forza sui padiglioni.
Sembra tutto tranquillo, e mi azzardo a sollevare appena i palmi dalle orecchie.
Hanno finito?
Si?
Era ora!!!
Stiracchio le gambe lungo il divano, sospirando, abbracciando forte il cuscino sotto i miei ricci rossi sciolti.
Finalmente.
Pace, silenzio, quiete e…
-AAAHHH!!!! SI SABO SIII!!! ANCORA!!!-
-E che diamine!!! No, Sabo basta!!!- scatto a sedere sul divano, mettendomi in ginocchio sul divano.
-BASTA!!!- batto i pugni sulla parete –Così sfondi Koala: BASTA, STOP!!!-
Ma non mi sentono e gli ansimi, i tump tump della tastiera del letto contro la parete in comune, e le richieste ad oltranza di Koala continuano indefesse, aumentando di volume attimo dopo attimo.
-Oh, ti prego!!!- piagnucolo, chiudendo gli occhi schifata, cancellando dalla mente l’immagine di mio cugino, con cui giocavo a mamma casetta e riempivo il cappello di sabbia, che cavalca la sua ragazza.
Mi tappo le orecchie, cadendo con la schiena contro il divano, spalancando gli occhi al soffitto.
Non posso dormire qui: rischio di diventare pazza entro domani mattina.
Potrei commettere un cuginicidio se non dormo, e l’attenuante di instabilità mentale sarebbe appropriata.
Oh cavolo: che posso fare?!?
Che faccio? Che faccio?
Con un movimento rapido, afferro il cuscino e la coperta, attraversando velocemente la stanza, arrivando a lato del letto.
Non aspetto un consenso, un invito, un ghigno derisorio, mi fiondo sotto le coperte, raggomitolandomi sul lato libero del materasso, strattonando le coperte per scaldarmi.
-Mmhh… uhm? Ma… ehi!!!-
Il materasso cigola, mentre Zoro si mette a sedere, strattonando le coperte per studiarmi nel buio della notte.
-Ma che diavolo…?-
-Solo per stanotte!!!- imploro, sbattendo le lunghe ciglia ed estraendo i miei occhioni da Bambi in versione notturna.
-Oh Nami!!!- si passa una mano sul viso, sbuffando, scuotendo il capo.
-Ti prego!!!- mi aggrappo alla canotta che indossa, sollevandomi con il busto –Sabo e Koala stanno scopando come ricci, e si sente tutto dal divano!!!-
Mi fissa per un lungo attimo con l’iride nera sinistra, studiandomi serio e scocciato.
-Farmi dormire con te- prego a fil di voce, unendo le mani –Solo per stanotte…-
Mi squadra, fermando lo sguardo sul mio viso prima di sbuffare ancora e, con un sospiro sconfitto, ricadere con le spalle all’indietro contro i cuscini.
-Solo per stanotte…- dichiara solenne, tirando le coperte.
Annuisco, sorridente come una bambina, stringendomi sotto le lenzuola e rilassando i muscoli.
-Grazie…- sussurro, chiudendo gli occhi.
Mi rilasso tra le meravigliose coperte calde profumate di lavanda, il materasso in piume d’oca e i cuscini imbottiti e coccolosi, mugugnando in estasi per il benessere che trasmettono.
Ma ho come l’impressione che sia anche la presenza di Zoro, tra le coperte, vicino a me, a rilassarmi e a farmi sentire bene.
Lo sento respirare a pochi centimetri di distanza, il suo profumo corre tra le pieghe del letto, il calore si propaga fino al mio corpo, elettrizzandolo.
Socchiudo un occhio, studiando le ombre notturne che filtrano dalla finestra, ondeggiando tra i fiocchi di neve che hanno iniziato a scendere prima di cena, che creano un strano gioco di luci sul profilo netto e mascolino del buzzurro.
Il petto che si alza e abbassa, sollevando le lenzuola, che ridiscendono disegnando il suo fisico: le gambe, le braccia, il petto, il collo taurino.
Vorrei accarezzarlo… e si, lo so che è un desiderio assurdo, ma vorrei proprio sfiorarlo a fior di dita.
Si gira su un fianco, e resto immobile mentre si sistema sul fianco sinistro.
Ora riesco a distinguere le palpebre chiuse, la linea del naso, e il contorno netto e sottile delle sue labbra, così invitanti e ben definite.
Capisco ora, che ha gli occhi chiusi, che il magnetismo che mi scuote quando sto con lui non è dovuto al suo sguardo nero e imperturbabile, ma a qualcosa di più profondo e mistico.
Qualcosa che non so spiegare, come non so spiegare il sorriso tenero che si allarga sulla mia bocca nel vederlo così beatamente addormentato, con la guancia premuta sul cuscino e i capelli spettinati.
Vorrei non riaprisse più gli occhi, che avesse sempre quest’aria beata e rilassata che ha ora, spontanea e non criptica.
Vorrei accarezzarlo, cullarlo sul mio petto, e –perché no?- baciarlo sul viso.
Già, sarà la stanchezza, la poca lucidità, sarà la neve che cade, ma come non mai, ora vorrei poterlo… …
-Davvero Sabo e Koala stanno giocando al dottore?- sbuffa in un sussurro.
Fremo un po’ nel sentire la sua voce roca e calda impastata dal sonno, e abbozzo un sorriso addolcito privo di perchè.
-Certo che si…- sussurro piano, quasi preoccupata di svegliarlo del tutto -… per quale altro motivo avrei voluto dormire qui se no?-
Ghigna.
Oh, lo so che sta ghignando, nonostante il buio della stanza, e il suo tono canzonatorio e fastidioso me lo conferma.
-Per un incubo- sghignazza –Le mocciose ne fanno sempre…-
-Idiota- gli pizzico il naso con due dita, sbuffando –Tu sei un incubo con il tuo russare da orso asmatico!!!-
Si divincola dalla mia presa tornando a pancia in su, sghignazzando divertito.
-Se non sbaglio eri tu che avevi detto che non avresti mai diviso il letto con me- sghignazza, socchiudendo un occhio e puntando l’iride nera su di me.
-Che fine ha fatto “potresti saltarmi addosso nel sonno”?!?- si burla delle mie parole, pronunciate la prima sera in albergo.
Sbuffo, scocciata e infastidita e, ballonzolando tra le coperte, gli do le spalle, premendo il capo sul cuscino.
-Oh fai pure, se proprio devi!!!- muovo nell’aria una mano, minimizzando le sue parole –Ma sappi che sono troppo stanca per prestare sufficiente attenzione per sentire il tuo microscopico amichetto…-
Lo sento muoversi, scivolando sul materasso e avvicinandosi a me, di certo per strozzarmi.
Sento il suo braccio scivolare tra le coperte, ma non scala rapido il busto, mirando alla gola, ma posa la mano, calda e premurosa, sul mio fianco, stringendolo appena.
-È un invito?- soffia al mio orecchio, per nulla offeso dalle mie parole.
Sento la colonna vertebrale elettrizzarsi, per poi sciogliersi in un dolce calore, mentre le labbra si piegano in un sorriso malizioso e compiaciuto.
Mi metto supina, facendolo scivolare con il palmo dal fianco al ventre, piegando un braccio per portarlo alla sua nuca, accarezzandogli la zazzera scompigliata.
Le nostre gambe si intrecciano, i pantaloni del mio pigiama strusciano contro le sue gambe nude, la mia canotta si preme contro la sua mentre i nostri petti si amalgamano, e un suo braccio scivola sotto il mio capo, mentre le mie mani gli circondano il suo.
-Te l’ho detto…- sussurro piano, strusciando la fronte sulla sua, socchiudendo gli occhi -… sono stanca: non potrei darti l’attenzione giusta…-
È vero: sono stanca.
E anche volendo, anche fingendo di non ragionare e di non avere un domani in cui vergognarsi e pentirsi, anche lasciandosi andare al magnetismo che ci allontana e avvicina, non potrei stare con lui così.
Voglio potergli dare il meglio di me, seppur solo fisicamente, appagandolo con tutte le carezze di cui ha bisogno, i migliori baci, le spinte più profonde e gli ansimi più veri, e ora come ora non potrei farlo.
Sono stanca, e non potrei concedermi a lui così.
Lo cerco con lo sguardo, trovando le sue iridi nere offuscate da un velo di stanchezza fisica.
-Anch’io- sospira, posando il capo contro il mio petto, sopra i seni, il viso infossato contro la mia gola.
Poso il capo sul suo, continuando ad accarezzarglielo, cullandolo mentre si rilassa su di me.
-Sai di mandarino…- borbotta, con la bocca impattata.
-Me l’hai già detto…- socchiudo gli occhi.
-Quando?-
-Mm… non ricordo…- sbadiglio -… ma me l’hai già detto…-
Annuisce, premendosi contro di me, respirando profondamente, quasi a voler riempire i polmoni del mio profumo.
Continuo ad accarezzargli il capo, scendendo con la mano opposta sulla schiena, massaggiandola piano.
La settimana si sta per concludere, e un pensiero ora mi balza tra tutti in mente.
-Zoro…- struscio la guancia sulla sua fronte, destandolo dal leggero torpore -… sei riuscito ad allenarti?-
Annuisce, premendo le labbra sulla pelle della gola.
-E sei pronto per la tua gara?- mi preoccupo, sperando di non essere diventata un ostacolo al suo sogno.
E se per badare a me e alla nonna, alla mia mania di essere una coppia ai suoi occhi, ha trascurato gli allenamenti?
E se ha perso tempo nelle cene, nei pranzi familiari, rubandone alle flessioni e addominali?
E se ho rovinato tutto?
E se…
-Tranquilla: sono pronto- mi accarezza la pancia, scendendo con la mano a posarla su un fianco.
Respiro profondamente, annuendo e rilassando le spalle contro i cuscini.
Gli credo, credo in lui.
Riprendo ad accarezzarlo, cedendo alla stanchezza e alle palpebre pesanti.
Apro e chiudo gli occhi un paio di volte, prima di schioccare la bocca, facendola suonare un’ultima volta.
-Zoro…- lo chiamo piano.
Mugugna contrariato, stringendosi a me, strusciando il capo contro la mia gola e bagnandola con il respiro.
-Nami, dormi…- mugugna.
-Volevo solo darti al buonanotte…- bisbiglio, zittendomi.
Ormai è tardi, meglio dormire e riposare. Non sarà un “Buonanotte” non detto che detterà la fine del mondo.
Chiudo le palpebre, rilasso le braccia e…
-… e allora?- mi scuote Zoro, facendomi sgranare gli occhi.
-Allora cosa?- sbotto.
-La mia buonanotte!!!- grugnisce, premendomi la zazzera spinosa contro il viso.
Ridacchio, abbracciandolo per le spalle e premendomi a lui, strattonando le coperte fin sulle sue basette, cambiando un paio di volte le posizioni delle nostre braccia.
-Buonanotte buzzurro…- sghignazzo, sbadigliando stanca.
Credo mi risponda con un “Buonanotte mocciosa”, ma mi addormento subito, e non ne sono certa.
Di una cosa sono certa però: prima di addormentarmi una mano di Zoro si è stretta alla mia.








 
Ehi tu!!!
Si proprio tu, che leggi e fangirli sulle FanFiciton scritte con sudore della fronte e sangue dal naso di decine di autori di EFP.
Si, tu!!!
Sei un lettore fantasma, uno di quei lettori che piange, ride, urla di gioia per una storia, ma non recensisce mai?
Bene, allora sappi che è anche colpa tua se gli autori muoiono in una valle di lacrime alla vista delle poche recensioni alle loro storie, non sapendo se la trama piace o no, se i personaggi sono IC oppure OOC, se il pairing piace o è odiato
A ogni recensione non lasciata, più di tre autori per due vanno in analisi da Chopper.
Che intendi fare?
Forza dai!!!
Dona il tuo 8%o alle storie che ti hanno regalato un'emozione, e lascia una recensione (rima *w*)

*copia incolla e partecipa al Life for Writers"
   
 
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