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Autore: malpensandoti    01/04/2015    6 recensioni
Jodie le sorride di tanto in tanto, le scosta i capelli dal volto e le dice che Louis non ha idea di cosa si stia perdendo a non volere una sorella del genere.
Georgia la ringrazia e tace, alla fine non ci crede più di tanto.
Aspetta piano gli uomini – le persone – della sua vita prendersi qualcosa e sparire, perché è così che funziona, è così che semplicemente vanno le cose.
Vanno via.
Genere: Generale, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Words As Weapons
Winter


There's no heat from our mouths
Please take me back to my rich youth
 

 
 


Qualcuno le dà una spallata, lei di riflesso si stringe al braccio di Oscar, che si volta e “Imbecille! – esclama, il tono rabbioso – Guarda dove metti i piedi!”
Georgia gli mette una mano sul gomito e scuote appena la testa, esasperata: “Non puoi insultare tutti quanti, lo sai vero?” gli domanda, continuando a camminare.
Lui fa un sorriso e il suo viso si distende all'istante, le mette un braccio attorno alle spalle e si guarda appena intorno, senza rispondere.
È come se l'intera popolazione giovanile – e non – di Bootle si sia rintanata dentro le mura invisibili del luna park, creando quell'ammasso indistinto di corpi che camminano in direzioni diverse impugnando stecchi di zucchero filato e mele caramellate.
A Georgia non piacciono i posti troppo affollati, questo non è un mistero. Tuttavia oggi è stata una gran bella giornata: fino a qualche ora fa c'era ancora il sole, sua madre le ha ricomprato le candele neutre che aveva finito ormai da tempo e il quiz a sorpresa di letteratura inglese è andato bene, John Keats sarebbe assolutamente orgoglioso di lei.
Avverte quello strano tremito simile all'aspettativa, le sue guance sono gelate e rosse per via dell'aria fredda e continua a mordersi le labbra, cercando di calmare i nervi e l'agitazione che quel contesto le fa provare.
Le luci riempiono il cielo con finte stelle e gli danno una tonalità di rosso violaceo, i bambini urlano sulle giostre e si sentono i classici rumori di una vittoria, come un lungo fischio e dei falsi applausi.
Oscar cammina verso il chiosco con le ruote dove un uomo coi baffi e la camicia macchiata frigge patatine, adocchia i tavoli in legno che ci sono lì accanto e sorride, alzando una mano bruna quando individua i suoi amici. “Eccoli! Vieni, te li faccio conoscere”
La prima cosa che Giorgia vede sono le gambe gracili di Niall Horan che stanno improvvisando quello che ha tutta l'aria di essere un goffo balletto irlandese. Seduta sul tavolo di assi, Cyndi fuma una sigaretta con un'espressione esasperata in mezzo a Zayn e un ragazzo che lei non ha mai visto. Accanto a loro ci sono altri due giovani che hanno occupato la panca, Georgia li riconosce come alcuni dei compagni di squadra del ragazzo che adesso la sta letteralmente trascinando.
Oscar è ovviamente al centro dell'attenzione, poi. Lascia pacche su spalle possenti e china il capo elegantemente verso Cyndi, che ridacchia e scuote la testa.
“E questo zuccherino è con te?” il ragazzo accanto a lei lancia un'occhiata maliziosa a Georgia, che arrossisce e spalanca appena gli occhi.
Oscar annuisce energicamente: “Signori, ho l'immenso piacere di presentarvi la luce della mia vita. Giorgia, loro sono Douglas, Floyd e Liam”
Douglas è più massiccio di Oscar ma molto più basso, ha i capelli di un biondo cenere e gli occhi piccoli e incavati nel volto pallido. Floyd invece ha la testa rasata e la mascella tondeggiante, le iridi di un azzurro cielo e il sorriso scheggiato.
Liam tra i tre sembra il meno muscoloso, è il ragazzo che l'ha interpellata e il suo viso è lungo, riempito da un paio di occhi ambrati, un naso gonfio e delle labbra scarlatte.
Georgia fa un sorriso timido e di circostanza, facendo vagare lo sguardo tra le giostre e le persone a lei attorno. È quando Cyndi si rivolge a Zayn con tono saccente che torna a prestare attenzione al gruppo.
“Smettila di guardare il telefono come una fidanzatina apprensiva – dice, osservando l'amico pescare un vecchio Nokia dalla tasca della giacca nera – Sai come sono fatti. O stanno scopando o stanno litigando”
“Magari fanno entrambe le cose. Contemporaneamente” Niall ride alla propria affermazione, facendo alzare gli occhi al cielo dell'amica.
“In realtà, attendo segnali di vita da Harry – si spiega Zayn a quel punto – Mi aveva detto che forse sarebbe venuto”
Quel nome le fa sbattere le palpebre velocemente in modo del tutto inconsapevole, Georgia raddrizza le spalle e osserva per un attimo i tratti orientali di Zayn, la montatura degli occhiali sul naso dritto e l'espressione tranquilla, come se niente fosse in grado di toccarlo tanto da cambiargli l'umore, l'atteggiamento pacato.
Poi Floyd ride e sputa per terra e la testa di Georgia si volta verso di lui tanto velocemente da sentire il collo tirare.
“Non è nemmeno in grado di uscire di casa, figurati di venire in un posto del genere!” esclama, col tono ironico che maschera solo cattiveria.
Adesso Georgia guarda la punta delle sneakers bianche di Liam davanti a lei e si morde forte le labbra, cercando di placare quell'improvvisa inquietudine che vuole farla parlare, alzare la testa e dire qualcosa. Pensa solo: parlano di lui. È lui.
È lui.
“Sei un vero coglione, sai? – Cyndi balza giù dal tavolo con rabbia, il suo corpo minuto freme, brucia – Come cazzo...chi potrebbe dire una cosa del genere?”
Niall allunga un braccio, le ferma il gomito. “Cyndi...”
Lei nemmeno lo ascolta, continua a fissare Floyd con tale decisione e forza che per un attimo Georgia si ritrova a invidiarla.
“Vacci tu, coglione, a combattere una guerra! – è lui, è lui – Al posto di scopare le sedicenni nei parchi, perché non provi a fare almeno un briciolo di ciò che ha fatto lui alla tua stessa età?”
“Stavo scherzando, Cyndi” Floyd sbuffa esasperato, come se conoscesse quelle parole a memoria.
“Scherza sulla tua vita del cazzo, la prossima volta” ringhia lei in risposta, dando una spallata a Niall nell'andarsene.
Intorno a loro la confusione non è che un brusio di sottofondo del silenzio che li ha invasi, quel mutismo dettato dalla mancanza di parole adatte, parole che non siano quelle appena urlate e che adesso rimbombano un po' nella testa di tutti.
Georgia vorrebbe semplicemente andare via, chiudere gli occhi e sparire da quella situazione piena di domande che stanotte non la faranno dormire.
“Scusate il ritardo, Louis non è in grado di parcheggiare”
La voce le arriva alle spalle, facendola sobbalzare appena. La ragazza che compare al fianco di Niall è alta e slanciata, indossa un cappotto da uomo e un paio di jeans larghi, strappati sulle cosce. Il suo volto elegante è tirato in un'espressione di disappunto e i capelli neri contrastano con gli occhi grigi e la pelle chiara, fredda.
“Ti ricordo che stavi guidando tu” è la risposta che le arriva a quel punto, dal ragazzo che si sta sedendo nello spazio vuoto lasciato da Cyndi.
“È lo stesso – la ragazza scuote la testa, alza gli occhi al cielo e fa un sorriso – La macchina è tua, quindi se la portano via, per Legge sarai tu quello che non sa parcheggiare”
E Georgia è talmente sopraffatta da milioni di emozioni che quasi non sente la terra sotto i piedi.
Bootle è piccola, forse lei se lo sarebbe dovuta aspettare. Eppure è la stessa storia tutte le volte, perché tutte le volte che Louis le è davanti, lei vorrebbe solo piangere. Ascoltare Medicine dei Daughter e pregare a bassa voce che dopo tutti quegli anni, l'idea di essere lasciata da sola non le faccia così paura, così male.
E proprio perché è la stessa storia tutte le volte, gli occhi di Louis – quelli uguali a suoi, dannazione – hanno un semplice lampo di consapevolezza che subito viene nascosto dalla più totale indifferenza, come se lei nemmeno si meritasse l'odio, il disprezzo.
Niente, niente.
Si guardano e lei batte i denti, fa un passo indietro e trattiene un singhiozzo mangiandosi le labbra, stringendo le mani, desiderando che ciò che esplode dentro si allievi, vada via.
Oscar al suo fianco è teso, si sente la sua rigidità semplicemente nel punto in cui le loro braccia si sfiorano, ha perso l'espressione amichevole e la voglia di ridere, di fare amicizia.
“Suki e Louis, loro sono il mio lock e il suo raggio di sole – è Niall che fa le dovute presentazioni, ha di nuovo il sorriso e gli occhi luminosi mentre batte una pacca contro la schiena dritta di Oscar – Oscar e Georgia, loro sono la coppia che scopa e litiga in contemporanea
Scoppiano tutti a ridere, compreso Louis. La sua è una risata tirata, forzata all'inverosimile.
Marshall rideva così quando era nervoso, quando qualcosa gli faceva arricciare il naso.
Suki spalanca gli occhi grigi e batte una mano smaltata di nero sui jeans scuri del proprio ragazzo: “Cazzo!, glielo hai detto?” esclama e gli altri ridono più forte.
Poi guarda Georgia e Oscar con un sorriso confidenziale e “In realtà non succede spesso – tende a precisare – Ma capita, sapete, di doversi sfogare in più modi...”
“Per l'amor del cielo, Suki! Sei una ragazza!” esclama Douglas, ma ride.
“Popolo maschilista –  lei fissa l'altra ragazza – Cosa ci vuoi fare, però? Quando capiranno di essere solo un branco di idioti sarà sempre troppo tardi”
Georgia ridacchia, è in soggezione e Suki la guarda con occhi che la mettono a disagio, non è abituata a persone così tanto amichevoli. Si sente impacciata, di nuovo vorrebbe andare via.
Per un attimo si chiede se Suki sappia chi lei sia, effettivamente. Se Louis glielo abbia mai raccontato, se le abbia mai parlato di com'è successo che i suoi abbiano divorziato, della fine di suo padre.
Poi però l'altra ragazza continua a parlare, ruba dalle labbra di Louis la sigaretta appena accesa e inizia a raccontare della sua giornata passata sul treno per Liverpool per via di un guasto, dell'uomo accanto a lei che le sonnecchiava sulla spalla e della storia che l'anziana sedutale davanti le ha raccontato per passare il tempo. E Georgia allora sorride, perché la risposta è no, no di certo.
Probabilmente per Louis lei non è che una ragazza appena presentata, un altro volto di cui scordarsi appena tornati a casa. Il particolare dei genitori divorziati lo avrà tralasciato, invece forse avrà fatto capire un po' a tutti quanto il cognome che porta lo renda orgoglioso, lo faccia sentire parte di una famiglia, una famiglia vera.
Quella consapevolezza la soffoca, non le lascia respirare l'aria di fritto e grida che le riempie i polmoni. Guarda un'ultima volta Louis e lo vede che ride e scuote la testa alle affermazioni di Suki, con gli occhi che brillano di amore, un amore che secondo Jodie non esiste.
All'improvviso si sente risucchiata da se stessa, le tremano le dita delle mani e tutto ciò che riesce a dire è un piccolo “Devo andare”, prima di voltarsi e lasciarsi alle spalle chi da tempo s'è lasciato alle spalle lei.
 
 
 
 
 
 
Harry è fermo in mezzo al suo vialetto.
Fa buio, Georgia è sola e nelle tasche il telefono è pieno di messaggi di Oscar che le dice di fargli sapere quando tornerà a casa, che le vuole bene, che è tutta colpa sua.
Lo ha chiamato appena fuori dal luna park dicendogli di star aspettando l'autobus e che aveva semplicemente voglia di stare da sola. Lui ha capito, ha smesso di cercarla tra la gente, le ha detto: “Andrà tutto bene”.
Harry è fermo in mezzo al suo vialetto e questa è la prima cosa lucida che lei riesce a formulare nella sua testa dopo aver camminato per mezz'ora in mezzo alle sette di sera.
Lo guarda dal marciapiede, con le guance rosse e il naso congelato.
Fermo come il marmo, lui fissa la casa di Georgia dall'altra parte della strada, con gli occhi vuoti, le pupille dilatate per lo sforzo di cercare una luce tra tutto quel nero pece.
Lei lo guarda tremando dal freddo e dal dolore, tira su col naso e sbatte le palpebre più volte. Capisce dal modo in cui le sue nocche si sono bruciate per via del vento che lui è lì fuori da ore. È pallido, inverosimile.
Non è riuscito a uscire di casa.
“Ogni passo rischia di farti saltare in aria” Harry dice all'improvviso, la voce così tanto bassa da disperdersi col fischio del vento.
Abbassa appena gli occhi sul prato secco, poi sulle sue mani arrossate e tagliate.
“Non so nemmeno più camminare – mormora, sembra parli con se stesso – Non riesco più a camminare senza la paura di morire”
Studia le sue dita scheggiate con maniacale attenzione, gli occhi vitrei sono rossi così come il naso dritto e le guance prive di barba.
Non dice nient'altro, torna indietro senza darle la schiena, un passo dopo l'altro finché non è dentro casa.
Quando Georgia accende le candele in camera, sente ancora freddo.







 



buonasera a tutti!
scusatemi, sono di fretta perché dovrei essere fuori di casa tra 9 minuti e non ce la farò mai !!
prima di dire qualcosa di sensato, vorrei precisare che:
  • john keats è stato un letterario inglese
  • bootle è una piccola cittadina vicino liverpool dove io non sono mai stata
  • il titolo del capitolo è preso da winter dei daughter, così come la frase iniziale
eccoci qui! sono stati introdotti - a grandi linee - tutti i personaggi più importanti!
floyd e dauglas, così come liam, credo avranno un ruolo marginale, ma ancora non ne sono sicura! importanti invece saranno senza dubbio suki - vista per la prima volta - e louis - of course!
questo capitolo è incentrato su georgia, su ciò che lei sente e su quello che louis è in grado di farle provare. è un capitolo abbastanza pensate, credo, ma non riuscivo proprio a non scriverlo in altre maniere.
che ve ne pare? come vi sembrano i personaggi nuovi?
liam nel ruolo di donnaiolo è qualcosa di nuovo anche per me, scrivere di lui che flirtra con qualcuno è assolutamente irreale...aahahahah
l'ultimo pezzo serve a rimarcare quanto harry sia distrutto dalla guerra in tutti i sensi, non riesce nemmeno a mettere un piede fuori dal suolo della sua casa senza pensare di saltare in aria. credo che faccia paura, specie per una ragazza fragile come georgia ((((mi piace complicarmi la vita))))
con l'ultimo capitolo mi avete riempito di gioia e di speranza! le vostre recensioni mi hanno resa talmente orgogliosa da farmi sorridere come un'ebete ahahah grazie di cuore veramente, per me è davvero importante!
non siete obbligate a recensire certo, ma sapere che c'è gente che mi dedica il suo tempo per raccontarmi cosa ne pensi di ciò che scrivo è gratificante, molto di più dei numeri dei lettori!
quindi quando volete, sono qui :-)
spero che il capitolo vi sia piaciuto!
grazie di cuore a tutti <3
a presto,
caterina



 
  
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