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Autore: Ram92    02/04/2015    1 recensioni
Sono passati circa dodici anni dall'inizio della Grande Era della Pirateria. Tra pirati e Marina lo scontro è aperto. Nel frattempo, su una remota isola del Mare Occidentale, una bambina dai capelli rossi cresce con un piccolo, grande sogno.
(Storia ideata ai tempi di Punk Hazard)
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Benn Beckman, Ciurma di Shanks, Nuovo personaggio, Shanks il rosso, Yasopp
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'La leggenda del fantasma rosso'
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Capitolo trentotto.

- Giù le mani dalla mia colazione!
- Ehi, non sei l’unico a doversi rimettere in forze!
Midori posò il libro sulla scrivania con aria seccata. Non riusciva nemmeno a leggere con tutta quella confusione. Era molto, molto peggio che con i ragazzini. E la notte insonne non la rendeva affatto incline alla clemenza.
Dalla cucina la discussione si faceva sempre più accesa tra strepiti e cozzar di stoviglie.
- Per colpa dei tuoi amichetti, io sono saltato in aria!- protestò vivamente Ryoku guadagnando spazio con una spallata. - Che vuoi che sia un semplice proiettile in corpo?
- Se non fosse stato per me, non avreste saputo delle bombe e sareste rimasti lì a morire tutti quanti! – fece notare l’altro, mantenendo salda la presa sulla salsiccia tanto contesa.
- Questo dimostra soltanto che sei un traditore!
- Ti ho già detto che non sono un Marine, stupido ingrato!
- E tu dovresti essere una spia dell’armata rivoluzionaria? Ma chi vuoi prendere in giro?
Le porte della cucina si spalancarono di colpo. I due litiganti ammutolirono.
- Lo sapete che ci sono dei feriti che hanno bisogno di pace e riposo su questa nave? – disse la donna in tono minaccioso.
Intuendo il pericolo, i due si affrettarono ad annuire.
- E forse saprete anche che qualcuno è rimasto sveglio a studiare gli effetti di un certo farmaco.
- Certo… noi non volevamo… - azzardò Ryoku.
Midori levò su di lui uno sguardo assassino.
- Lou. – chiamò, perentoria.
Il grasso cuoco si affacciò da dietro il frigo con uno dei suoi cosciotti mattutini ben stretto tra i denti. Ryoku impallidì. Midori sorrise diabolicamente.
- Togli di mezzo il problema. – ordinò.
Un attimo dopo, i piatti erano perfettamente puliti.
La desolazione di Ryoku era quasi palpabile. Pur condividendo gli stessi sentimenti, il suo compagno di sventura alzò lo sguardo sulla donna che se ne andava sbattendosi la porta alle spalle. L’abilità con la spada, le capacità mediche, il rispetto di cui godeva all’interno della ciurma. Ormai non aveva più dubbi.

- Ma la mamma mi ha detto che rubare è una cosa brutta! – protestò Aki.
- Vuoi o non vuoi imparare a vivere con le tue sole forze? – chiese Riku severamente incrociando le braccia. – Beh, se vuoi stare qui e vuoi che ti insegni come si fa devi fare come ti dico e non devi essere un peso, hai capito? Io non ho nessuna intenzione di dividere con te il mio cibo un’altra volta. Quello che mangi, te lo devi guadagnare. E siccome non sei capace di prendere nemmeno una capra – aggiunse con sufficienza. – rubare è l’unica alternativa.
La bambina non sembrava troppo convinta.
- E poi rubare è un ottimo allenamento. – rifletté Riku a voce alta. – Devi essere veloce, silenzioso e non farti notare. Sono tutte cose molto importanti per un vero cacciatore e anche...
- Quando cominciamo? – lo interruppe Aki, improvvisamente radiosa.

Shanks sbadigliò profondamente indeciso se alzarsi o meno. La gamba si stava riprendendo abbastanza in fretta, ma perché privare Yasop del piacere di un’intera classe di ragazzini che ascolta effettivamente le sue storie? Shanks sbadigliò di nuovo.
Il fatto che Aki non fosse tornata non lo preoccupava minimamente. Non c’era alcuna minaccia su quell’isola che potesse impensierirlo e sua figlia era piuttosto in gamba per essere solo una mocciosetta. I suoi pensieri non poterono fare a meno di tornare alle parole di Shingen, il giorno prima. Si mise una mano in tasca e ne osservò il contenuto facendoselo oscillare davanti agli occhi. Il medaglione brillò ai caldi raggi del sole pomeridiano mandando riflessi dorati. Forse era veramente venuto il momento.
Tre colpi decisi alla porta lo riportarono bruscamente alla realtà.
Fece scivolare il medaglione nella tasca e si alzò.
- La porta era aperta… - mormorò il giovane pirata comparendo sulla soglia.
Shanks sorrise riconoscendo uno dei due naufraghi.
- Entra, Toshi! – salutò allegramente. – Vuoi scambiare due chiacchiere con un po’ di buon sakè della casa?
Il ragazzo sembrò esitare.
- Beh, forse signor Shanks è un po’ presto per bere…
- Non è mai troppo presto per del sakè buono come questo. – ribatté il capitano offrendogliene prontamente un bicchiere. – Sei mio ospite, privarti di un simile favore sarebbe una scortesia imperdonabile!
Il giovane si arrese e sedette accanto al padrone di casa.
- State guarendo in fretta, vedo. – osservò quest’ultimo.
- Beh, sì, le ferite si stanno rimarginando piuttosto velocemente… - mormorò l’altro, osservando perplesso una cicatrice che aveva sul braccio.
Shanks sghignazzò soddisfatto. Al solito, Shingen aveva fatto un ottimo lavoro. Erano veramente poche le ferite che quel vecchio non poteva curare, con il suo potere.
- Vi sono molto grato per il vostro aiuto.
Shanks alzò lo sguardo sul ragazzo. La sua voce sembrava piuttosto grave, ma decisa.
- Tuttavia… - Toshi esitò un momento. – C’è ancora un favore che vorrei chiedervi…
La sua mano strinse forte il bicchiere.

Yasop salutò gli ultimi bambini e chiuse la piccola scuola del paese sentendosi soddisfatto.
Gli era mancata quella sensazione. Quella da pirata era sicuramente la vita più esaltante che potesse immaginare e tuttavia che cos’erano le grandi avventure, le situazioni incredibili, le storie mozzafiato che aveva vissuto se non c’era nessuno a cui poterle raccontare? Certo, se fosse stato veramente solo per questo, forse la sua scelta, tanti anni prima… Molti di quei bambini dovevano avere più o meno l’età di Usop. Era poi così giusto che passasse tanto tempo con questi ragazzini e non con suo figlio? Sarebbe stato poi così sbagliato tornare, ogni tanto?
Era immerso in queste riflessioni quando vide il profilo di un certo cappello sparire dietro un banco della frutta.
- Aki? – provò a chiamare, perplesso.
Quando spariva per i suoi vagabondaggi, la piccola non imboccava mai la strada per il villaggio.
- Che cosa stai…? – fece per chiedere cercando di raggiungerla.
Il tempo di voltare l’angolo, e della bambina non era rimasta nemmeno una traccia.
  
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