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Autore: Queen Of Suburbia    02/04/2015    2 recensioni
-S..sì… l’ho scritta io.- balbettai in imbarazzo portandomela al petto e tenendola stretta.
Il ragazzo tornò a guardarmi e infossò le mani nelle enormi tasche mentre parlava -Wow, i miei complimenti, è davvero bella.- si complimentò.
Cercai di controllarmi mentre ovviamente il mio imbarazzo iniziava a farsi sentire ovunque fino alle mie guance -In verità non è nulla di che…- cercai di dire.
-Per me invece è fantastica, mancherebbe solo il ritornello per renderla perfetta.- affermò invece lui tranquillo -Come si intitola?- domandò poi squadrandomi da capo a piedi con lo sguardo incuriosito.
-Non c’ho ancora pensato.- mi affrettai a dire distogliendo lo sguardo e buttandolo a terra.
Ogni tanto però continuavo a buttare l’occhio su di lui che mi guardava. Non riuscivo a fare a meno che osservare quel viso, era bellissimo.
Lui era bellissimo.
[TomxBill]
Genere: Sentimentale, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Bill Kaulitz, Tom Kaulitz
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Disclaimer: Questa storia non è stata scritta a scopo di lucro. I personaggi di questa Fan Fiction non mi appartengono - con mio grande dispiacere -, niente di tutto ciò è vero, poiché è soltanto frutto della mia mente malata.



 
Monsoon

Capitolo 2















Ero uscito di casa con una leggera fretta nei piedi quel giorno. Non seppi di preciso per cosa, mi diedi la spiegazione che non potevo più stare in casa a sentire i miei litigare ma non ne ero certo.

Sta il fatto che mi rifugiai  seduto accanto all’albero nell’angolino del parco. Un posto che a chiunque entrasse nel parco la mia figura non si sarebbe vista, una sorta di mio rifugio personale. Lì aprii il quaderno dei testi delle canzoni e osservai il foglio a parte, iniziando a pensare a qualcosa da poterci scrivere sopra.

Rimasi lì per un paio d’ore, tra disegnini mentre pensavo alle idee, scritte e cancellature forzate. Quando ad un tratto una voce mi fece sobbalzare.

-Ancora niente ritornello?- diceva questa.

Come voltai il viso, ritrovai il viso di quel ragazzo del giorno prima, mi sorpresi e lo guardai incredulo di vederlo ancora lì.

-Ah, sei tu… non… mi aspettavo di rivederti qui.- dissi sincero. Che ci faceva lui ancora lì?

Lui mi sorrise dall’alto, guardandosi attorno nel parco come per vedere se ci fosse qualcun altro oltre a noi -Non vengo spesso qui in effetti, ma mentre passavo di qua mi sono ricordato di te e ho fatto un salto per vedere se c’eri.- affermò.

Rimasi zitto un secondo, cercando di assimilare quelle informazioni -Ah…- dissi solo, incredulo. Non potevo credere che fosse venuto lì solo per vedere se c’ero.

-Ti è venuta qualche idea?- chiese ancora il ragazzo coi dread sporgendosi sopra di me, avvicinandosi, per sbirciare sul mio foglio.

-Cosa?- feci ancora confuso.

-Per la canzone, hai avuto qualche idea?- si spiegò lui.

Tornai in me e guardai il foglio un attimo -Ancora no, aspetto l’ispirazione giusta.- risposi per poi tornare su di lui.

Lo vidi sorride, un bellissimo sorriso, per poi piegarsi sulle ginocchia come una sorta di folletto e tendermi la mano -Io sono Tom.- si presentò.

“Che bel nome.” Pensai subito dopo.

-Bill.- risposi afferrandogliela esitante.

Lui, Tom, non appena staccò la sua mano da me mi si sedette accanto senza tante cerimonie, neppure chiedendomi se potesse.

-Così Bill… tu scrivi musica?- chiese guardandomi in viso mentre io faticavo a reggere il confronto.

Cercai di risultare tranquillo -Diciamo che è un passatempo. Mi fa stare meglio.- dissi.

-E le canti anche?- fece ovvio.

-No, no… non potrei mai… sarebbe…- dissi, trovando assurda quell’ipotesi ma non sapendo esattamente il perché -Stano.- completai infine stupendo me stesso di averlo fatto.

-Strano?- chiese Tom inarcando un sopracciglio appena sotto la fascia-E perché? Le hai scritte tu.-

Scossi la testa convinto -Proprio per questo lo sarebbe. Scrivo quello che sento e che credo, se lo dicessi ad alta voce sarebbe come rendere concreti i miei sentimenti.- feci io deciso e solo poco dopo mi accorsi dell’assurdità delle mie stesse parole e di come dovevo essere sembrato convinto, infatti mi imbarazzai subito dopo e aggiunsi tremante -E… poi… non so cantare.-

Lui ridacchiò per la mia reazione e io mi soffermai a vederlo ridere, non facendo a meno che pensare a come fosse bello mentre lo faceva -Mi sei simpatico, sai?- affermò.

-Grazie…- risposi io, avevo il terrore di essere arrossito quindi tenni la testa bassa nella speranza che i capelli mi coprissero il viso -Anche tu mi stai simpatico.- dissi poi.

Tom cambiò posizione per stare più comodo. Si appoggiò con la schiena al tronco come me e di conseguenza avvicinandosi abbastanza da farmi sentire il suo profumo. Era così buono, poteva esistere davvero un odore simile?

-Tornando alla canzone. Neppure un idea?- domandò il ragazzo coi dread cambiando discorso.

La tensione accumulata era sparita, mi sentivo più tranquillo con lui affianco -Ho la testa completamente vuota.- dissi infatti con una leggera scioltezza.

Mi guardò leggermente dubbioso -E succede spesso quando scrivi?- fece -Te lo chiedo perché non ne ho idea.- ammise.

Sorrisi alla sua espressione -Buona parte delle volte.-

-Ah, allora è normale.- fece portandosi le mani dietro la testa ed incrociandole, abbandonandosi completamente all’albero -Comunque, devi trovare un ritornello che ci stia con il resto del testo, orecchiabile, qualcosa che una volta sentito non riesci più a togliertelo dalla testa.- spiegò.

Quello che disse mi fece ridere di cuore. Mi sarei spettato di tutto uscire dalla sua bocca, tranne quello. Era sorprendente come mi cogliesse di sorpresa tutte le volte.

-Ahah… come i jingle delle pubblicità in televisione?- chiesi ridacchiando ancora.

-Esatto!- affermò lui convinto osservandomi bene -Ma la tua canzone non deve sponsorizzare una marca di macchine.- precisò poi. Dal sorriso sulle sue labbra sembrava soddisfatto e, da come mi osservava sorridere, forse di avermi finalmente strappato un sorriso. Non potevo dargli torto, ero davvero un musone.

-La fai facile tu, non devi mica pensarla.- dissi sbuffando appena e tornando a guardare il testo sul pezzo di carta.

-Se sei riuscito a tirare fuori quello…- continuò Tom indicando con un cenno della testa il foglio -Sono certo che verrà fuori qualcosa di fantastico.-
Sorrisi appena, sperando che fosse vero -Vedremo…-

Passò qualche secondo, o minuto, non ne ero sicuro, seppi solo che era abbastanza lungo da farmi mordere il labbro dal nervoso. Una leggera brezza calda si sparse attorno a noi e chiusi leggermente gli occhi, per godermela appieno.

-Il vento non è ancora cambiato.- affermò Tom e quando mi voltai a guardarlo lo vidi con lo sguardo rivolto in alto alle foglie dell’albero.

Gli osservai il profilo, scrutandolo nei minimi dettagli -A me non dispiace questo  clima.- dissi.

-Neppure a me.- rispose anche lui non voltandosi ancora.

In quel momento mi soffermai sul pensare che non lo avevo mai visto in zona anzi, mai in tutta la mia vita. Da dov’era spuntato Tom? Faticavo a credere che in tutto questo tempo non lo avessi mai visto neppure di sfuggita da qualche parte. Neppure nella mia scuola mi sembrava di averlo mai visto.

-Tu dove abiti? Sei qui in zona?- gli chiesi poco dopo, un po’ per curiosità e un po’ per mandare avanti la conversazione.

Finalmente lo vidi abbassare lo sguardo e sussultai quando i nostri occhi si incrociarono -Sì, poco lontano da qui. Tu invece?- domandò.

-Casa mia è dietro l’angolo.- risposi, sorprendendomi che non fossimo molto lontani ma nonostante tutto non ci fossimo mai notati tra di noi.

Sul suo volto comparve un mezzo sorriso -Ah, quindi sei qui spesso.- affermò ed io annuì  -Questo vuol dire che se mi venisse voglia di vederti ti troverei di nuovo qui?- chiese.

Immediatamente sentii le guance in fiamme -Beh… ecco… sì…- cercai di rispondere, nervoso.

-Perfetto.-  affermò lui, soddisfatto.

Calò ancora un attimo di silenzio ma sta volta nulla di imbarazzante, era leggero, calmo, si stava bene anche senza dire nulla. Ci osservavamo di sottecchi e ci sorridevamo ogni tanto quando i nostri occhi si incrociavano. Mi sembrava la cosa più stupida che avessi mai fatto in vita mia ma così innocente e complice che non faceva a meno che farmi essere felice.

Mi pose un'altra domanda -Hai scritto altre canzoni oltre a quella?-

-Sì.-  risposi spostando il foglio e mostrare il quaderno nero -Questo quaderno ne è pieno.- spiegai.

L’osservò sorpreso -Wow.. si vede proprio che ti piace.- affermò Tom  -Anch’io ne ho uno simile.-

-Davvero??- domandai incredulo, le sue parole mi avevano lasciato basito -E..cosa ci scrivi dentro?- domandai.

-Musica.-

-Musica?- ripetei.

-Compongo con la chitarra.-spiegò e osservò ridacchiando i miei occhi sgranarsi ad ogni sua parola.

-Ma è fantastico!- esclamai allegro -Ho sempre voluto suonare uno strumento, deve essere bello!- gli spiegai la mia felicità mentre lo osservavo con ammirazione.

-Lo è infatti. Perché non hai mai provato?- mi chiese invece.

Immediatamente la mia mente andò ai miei genitori, a casa, nell’intento di urlarsi contro per l’ennesima volta e pian piano il mio sorriso sparì -I miei non possono permettersi una chitarra o qualsiasi altro strumento.- dissi con leggero spiacere.

Tom sembrò capire che la cosa mi rattristava -Oh, capisco. Mi dispiace.- mi porse le sue scuse.

-Non è niente, scrivere mi piace molto.- affermai cercando di sorridere ma sembravo poco convinto dato che ormai i miei pensieri erano tornati ai miei -E poi i miei litigano spesso ultimamente per i problemi finanziari, non ho il coraggio di presentarmi da loro e fare una richiesta simile.- aggiunsi sincero guardando le mie gambe che strinsi involontariamente al petto. Perché diavolo stavo dicendo una cosa del genere a lui? Di sicuro non gli interessava.

-Anche i miei litigavano molto.- sentii dire, alzai lo sguardo e vidi Tom che guardava gli alberi intorno a noi come se il loro muoversi con vento lo affascinasse.

-Ora hanno smesso?- domandai esitando prima di parlare.

Lui tornò a guardarmi e mi sorrise -Sì, ma si sono separati.- affermò  -Ora vivo con mio padre.-

Mi sentii subito male a quelle parole. Da una parte perché la mia lingua lunga aveva fatto domande inopportune e di sicuro Tom doveva esserci stato male per quello. Dall’altro invece mi fece pensare all’opzione che i miei potrebbero fare lo stesso e la cosa mi terrorizzava.

Cercai di scusarmi come meglio credei -Scusa… se te l’ho chiesto, deve essere brutto.- dissi.

Lui si portò le braccia dietro la testa e si appoggiò all’albero -Non proprio.- rispose.

Lo guardai interrogativo -Davvero?- domandai scettico.

Lui strinse tra di loro le labbra prima di aprir bocca -Beh… all’inizio lo è stato, non è molto bello sapere che quando torni a casa non ci sono più entrambi i genitori ad aspettarti, però me ne sono fatto una ragione e adesso vado una volta a settimana a trovare mia mamma.- affermò tranquillo facendo spallucce -Non è male.- aggiunse.

“A me non piacerebbe lo stesso.” Pensai certo della cosa. Insomma, rimanevano separati in tutti i casi no? Non mi importava se li avrei visti entrambi, io li volevo sotto lo stesso tetto.

-Io non voglio che i miei si separino.- finii col dire, preso com’ero dai miei pensieri negativi.

-Non è detto che succeda anche a te. Potrebbe essere un momento passeggero il loro.- cercò di confortarmi il ragazzo dai lunghi dread guardandomi mentre io giocavo con le mani tra loro sopra le mie ginocchia.

-Sì, forse…- affermai piano, quasi un sussurro, mentre continuavo a fissare le mie mani senza però scaturire alcuna emozione. Mi sentivo… vuoto. Come avrei reagito alla separazione dei miei? Mi sarebbe andata bene? Li avrei convinti nel non farlo? Me ne sarei andato di casa io? Non ne avevo idea, sapevo solo che la cosa mi terrorizzava.

-Ehi…- sentii dire e poco dopo vidi una mano posarsi sulle mie per fermarle, alzi di scatto lo sguardo riprendendomi e incrociai i bellissimo occhi castani di Tom  -Non preoccuparti, va bene?- mi disse con voce dolce, rassicurante -Vedrai che tutto si aggiusta.- aggiunse.

Chissà perché ma, detto da lui, credei che dovesse essere così -Sì… grazie Tom.- risposi sorridendogli.

Lui ricambiò -Di niente.-




 
I’ve been waiting here so long




 
Forse avevo gettato la conversazione nella depressione, così cercai di aggiustare le cose -Quindi scrivi brani… li canti anche?-domandai.

Dalla sua faccia, sembrò che avessi detto un eresia -Che?? Cantare?? Io? Non scherziamo.- affermò alzando la voce e guardandomi accigliato -No, no, compongo solo musica, niente testi.- precisò.

Sorrisi a quella reazione -Devi essere bravo.-dissi allora.

-Certo che lo sono!- affermò lui modesto -Un giorno ti farò sentire…- promise poi con un sorriso.

Sorrisi anch’io a quelle parole, felicissimo al sol pensiero -Mi farebbe piacere.- risposi.

-E tu canterai.- precisò poi lui, facendomi perdere il sorriso e sgranare gli occhi.

-Eh?!- esclamai -No, no, no… meglio lasciare stare allora.- feci frettoloso.

-Ma andiamo, sono curioso di sentirti!- cercò di insistere Tom.

-Scordatelo!- lo zittii immediatamente venendomi un idea per fargli cambiare il suo malsano piano -Lo farò soltanto se lo farai anche tu!- lo minacciai.

-Cosa?! Questo è un ricatto!- quasi gridò Tom guardandomi offeso -Non ci penso nemmeno!- aggiunse.

Sorrisi incrociando le braccia al petto -Ecco, allora siamo in due.- risposi.



 
 
But now the moment seems to’ve come




 
Lo sentii sbuffare e a guardarmi in modo torvo -…sei antipatico quando fai così.- affermò.

Per tutta risposta gli feci vedere la lingua -Colpevole.-  affermai, poi vidi lo sguardo del ragazzo farsi perplesso e curioso e, prima che me ne rendessi conto, mi aveva preso con le dita la lingua, tirandola  -Ehi, ehi, ehi… Tom..mi fai malef…- cercai di divincolarmi, metà rosso in viso per la vergogna e metà scioccato dal gesto.

Tom sembrò del tutto tranquillo da quella strana situazione -Hai un piercing sulla lingua!- esclamò.

-Fsì, ma ofa mollaa la miaf linfua…- cercai di dire con una perfetta pronuncia tedesca.

-Ah, sì… scusa.- si scusò e la mollò immediatamente, allontanandosi di scatto ed ad abbassare lo sguardo, divenendo leggermente rosso sulle gote. Sembrava si fosse solamente accorto in quel momento di quello che aveva fatto.

Immediatamente mi misi a ridere di cuore a quella visione, sorridendo al pensiero che non ero l’unico che si imbarazzava.

 -Cosa ridi??- domandò lui offeso e guardandomi male.

Mi controllai e pian piano smisi di ridere a fatica -Sei divertente.- affermai solo.

-Oh, bene. Mi fa piacere scatenare così la tua ilarità.- rispose lui alzando gli occhi al cielo per poi lanciarmi un occhiata mentre ancora mi osservava sorridergli -Quanti anni hai?- domandò.

-Diciassette. A settembre faccio i diciotto.-  risposi curioso -Tu?-

-Anch’io!- affermò facendomi inarcare un sopracciglio.

-Mhmm… strano, ti credevo più piccolo.- affermai stranito da tale rivelazione.

-Che?? Piuttosto dovrei essere io a pensarlo!- ribatté lui  -Cosa te lo ha fatto credere??- domandò.

Lo guardai ovvio -Sono più alto di te.- risposi.

-Non è vero!- ribatté ancora lui alzandosi in piedi e sovrastandomi con la sua altezza.

-Sì guarda.- affermai alzandomi pure io e avvicinandomi a lui -Visto?- dissi misurando con le mani da me a lui.

Mi guardò accigliato -Sarò più basso di qualche centimetro!- affermò -E poi tu sei un palo per la tua età, non sono io il diverso!- cercò poi di giustificare la sua carenza in centimetri.

-Veramente saresti diverso in ugual modo. Basta guardare i tuoi vestiti.- ribattei io osservandolo dalla testa ai piedi nei suoi panni extralarge.

Lui indicò se stesso e poi me -I miei vestiti?? E i tuoi scusa?- fece perplesso -Non mi sembri il più adatto a parlare.- osservò.




 
I see the dark clouds coming up again




 
Piegai la testa di un lato guardandolo storto -Questo sono io, non posso camb…-  cercai di continuare ma il mio cellulare prese a squillare una canzone di Nena e mi scusai -Un attimo scusa.- dissi cercando il telefonino.

-Oh, certo. Fai pure.- rispose lui.

Trovai il telefonino e mi accorsi del messaggio arrivatomi da parte di mia mamma e mi rabbuiai -Devo andare.- affermai dispiaciuto.

Tom sembrò intristirsi -Di già?- domandò deluso, come in fondo ero io.

-Sono qui da tutto il giorno. A casa mi cercano.- risposi.

-Capisco…-

Mi abbassai a terra e raccolsi il mio quaderno e la penna -Beh… ciao Tom!- salutai per poi incamminarmi verso casa.

Ad un tratto però mi sentii chiamare -Bill!- e mi voltai vedendo Tom a una decina di metri da me guardarmi dubbioso se parlare o meno  -Domani sei ancora qui?- domandò però alla fine.

Non pensai il perché me lo avesse chiesto, piuttosto a se ci sarei tornato lì, seriamente.

-Mh?- fece inizialmente perplesso, pensai che probabilmente i miei avrebbero litigato anche il giorno dopo… quindi sì -Beh, sì.- affermai.

Lo vidi sorridere, il suo meraviglioso sorriso -Allora… a domani Bill!- affermò salutandomi con la mano.

Lo guardai per un attimo spaesato, incredulo, poi mi ripresi e alzai in alto la mano e salutare  contento -A domani!- urlai. E corsi verso casa, con una strana felicità che sembrava volermi scoppiare in petto.










Deliri dell’Autrice

Eccomi ancora qui con le mie notazioni idiote, abbiate pietà.

-Divorzio: tutti sappiamo del divorzio che hanno affrontato i gemelli da piccoli e che da allora hanno dovuto vivere solo con la madre, per questo tra la sconfinata scelta di problemi sociali capaci di traumatizzare che potevo dargli in questa storia ho scelto proprio questo. Mi sembrava la più realistica e la meno tragica, anche se definire “poco tragico” la separazione dei proprio genitori non è corretto.
-Cantare: Bill qui è insicuro sul farlo, dato che passa le giornate nella completa solitudine, non avendo il fratello, e con i genitori che litigano a casa; non mi sembrava il caso di renderlo la persona spensierata e gioiosa che è invece. Riguardo a Tom, odia cantare, dice che non fa per lui, lo so io, lo sapete voi, lo sa lui, lo sanno tutti.
-Traduzione: Qui le strofe dicono “Ho aspettato qui così a lungo/ Ma sembra che il momento sia arrivato/ Vedo che le nuvole nere stanno tornando di nuovo”.

Per ora non c’è altro da appuntare, fatemi sapere che ne pensate.
Alla prossima,

QOS
   
 
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