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Autore: PJduepuntozero    02/04/2015    1 recensioni
Grace Dearly ha 15 anni, frequenta l’ Egene college, a New York. L’essere ricca, bionda, alta, carina, espansiva e vivace fa di lei la ragazza più popolare della scuola e, ovviamente, quella con più ragazzi ai suoi piedi.” Insomma, ha una vita perfetta, peccato che non è la mia.” Direbbe Helen Shy, il suo esatto opposto. Helen è una ragazza non molto alta, con capelli crespi e rossi, timida, insicura… Un’ombra in confronto all’affascinante Grace. Eppure è la sua compagna di banco dall’asilo, ma Grace non le parla quasi mai, troppo impegnata a non rovinare la sua fama. Sarà un giorno come tanti a cambiare la loro vita per sempre…
Genere: Avventura, Fantasy, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Quasi tutti
Note: Otherverse, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Anche un altro giorno è arrivato ed Helen, affranta, siede accanto a Grace, che stranamente le rivolge la parola. “Perché sul tuo banco c’è una parola greca?” Helen non sa che dire, sospettava fosse greco antico ma… come fa Grace a saperlo? Decide di raccontarle tutta la storia. Grace le spiega che ha avuto un’intuizione e, per la prima volta nella sua vita, si confida e parla ad Helen della sua dislessia. Le due ragazze scoprono di avere molto in comune e chiacchierano incessantemente fino al suono dell’ultima campanella. Non ancora stanche, decidono di pranzare insieme e di scoprire qualcosa di più sui satiri e le altre figure mitologiche greche.
Grace invita Helen a casa sua, un gigantesco chalet di lusso, in cui vive con suo padre. L’uomo, rimane sbigottito quando Helen compare sulla porta, è addolorato, perché capisce che per sua figlia è arrivato il momento di sapere. Ma non sarà lui a spiegarle la situazione, non ce la fa, è troppo debole e ha paura di non vedere più la sua deliziosa Grace. Mentre il padre di Grace è fuori per un impegno di lavoro e le due ragazze stanno studiando, si sente l’insistente squillo del citofono. “Chi sarà mai? Non aspettavo ospiti” pensa la padrona di casa. Ma la sua sorpresa si trasforma in felicità quando scopre che al citofono c’è Edward, il ragazzo con cui si è fidanzata  la sera precedente. Lo invita a salire ed Edward si siede con le due ragazze alla scrivania. Poi chiede di poter andare in bagno e Grace gli indica il corridoio giusto da percorrere per non perdersi in quell’enorme villa. Passano i minuti ma il ragazzo non torna, e, temendo che si sia perso, Grace ed Helen iniziano a cercarlo. Manca solo una sala da controllare, la stanza degli ospiti. Appena ci entrano Helen sente un brivido percorrerle la schiena e si gira in tempo per vedere Edward piombarle addosso, un’espressione inferocita in volto. Non fanno in tempo a parlare che il volto di Edward, già deformato dalla rabbia, si altera ulteriormente, insieme a tutto il resto del suo corpo. Edward è un mostro dalla faccia di donna e il corpo di uccello, raccapricciante e cerca di uccidere le ragazze con i suoi artigli. Arrivato vicino a Grace la immobilizza e sta per infilarle gli artigli  nella gola quando Helen lo coglie di sorpresa con una forte bastonata sulla testa. Con il manico della scopa continua a colpirlo fino a che il mostro non cade a terra, privo di forze e scompare in una nuvola di fumo nero. Helen trascina Grace fuori casa, spacca il vetro di una Lamborghini posteggiata lì vicino e, come ha visto fare nella sua serie thriller preferita cerca di metterla in moto. Dopo qualche minuto il motore romba, e Grace entra imbambolata, come un automa, nella macchina che parte velocissima. “Hai mai guidato una macchina?” riesce a dire sussurrando Grace. “No” è la risposta che riceve. Dopo un’ora trascorsa in completo silenzio le due amiche iniziano a discutere di ciò che è successo senza riuscire a capirci qualcosa, ma entrambe provano una sensazione strana, si sentono attrarre da una calamita. Dato che ormai niente potrebbe essere impossibile, si lasciano guidare da quell’attrazione e giungono ai piedi di una collina. Entrambe escono e iniziano a salirci, quando sentono delle urla agghiaccianti e dei ringhi, si nascondono dietro un masso e si sporgono a guardare. Ci sono una donna e dei ragazzi, tra cui un.. com’è che si chiamava? Ecco si, un satiro. Le ragazze non capiscono il perché di quelle urla, ma poi alzano la testa e lo vedono. E’ lui, il Minotauro, un essere mostruoso e feroce, metà uomo e metà toro.
Corrono istintivamente verso il trio e cercano di persuaderli a procedere verso la strana calamita che le tira a sé, arrivando ad un arco di legno tra due alberi, i ragazzi lo attraversano ma la donna sembra come bloccata da una barriera invisibile. La donna urla qualcosa al ragazzo che probabilmente è suo figlio, ma il ragazzo non accetta il sacrificio della madre e corre al suo fianco, iniziando a combattere con il Minotauro. Riesce a strappargli un corno, per un pelo gli sfugge, ma sua madre non è così fortunata, e viene  uccisa dal mostro. Il ragazzo ormai ha perso tutte le speranze e con un ultimo, disperato, urlo si getta sul Minotauro. Quest’ultimo all’improvviso si accascia sparendo anch’esso in una nuvola nera e densa. I tre corrono verso il ragazzo, ferito e svenuto e lo portano all’interno di ciò che, secondo l’insegna, è il “CAMPO MEZZOSANGUE”.
Le ragazze sono meravigliate e mentre camminano lentamente Grace abbassa gli occhi sulle gambe dell’amica e urla spaventata indicandole. Helen si china verso il basso ma non sembra tanto sorpresa, ha l’aspetto del sogno che l’aveva tanto perseguitata, però si sente più completa, si sente sé stessa e lo dice a Grace. “Tutto è talmente pazzesco che se mi pongo questi problemi prima o poi perderò la testa” dice lei. Giungono ad una radura e si accorgono che il loro compagno satiro è sparito, probabilmente è andato a cercare soccorso. Nella radura c’è la cosa più bella che abbiano mai visto, tantissimi ragazzi, in tenuta da combattimento, che corrono, ridono, si allenano con la spada. Poi tutti si fermano e si allineano in fila, osservando qualcosa alle spalle delle due ragazze...
   
 
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