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Autore: didi_95    02/04/2015    5 recensioni
Dal testo: "La sua voce...non credevo che l'avrei sentita di nuovo; non qui, non adesso.
Eppure è lei: unica, testarda e dolcissima..è lei il mio personale richiamo alla vita."
Questa storia parla di amore, coraggio e grandi azioni; ma anche dei piccoli passi avanti fatti giorno per giorno nella grande palestra della vita, dove ogni errore serve a migliorarsi.
Jari, il padre di Fili, ripercorrerà i momenti salienti della sua vita, fino al momento per lui più importante: l'incontro con Dìs, la madre dei suoi figli.
Genere: Avventura, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Dìs, Dwalin, Nuovo personaggio, Thorin Scudodiquercia
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Non avere paura



Sto ancora correndo; l'urlo di mio padre risuona vibrante nelle mie orecchie, non avrei dovuto dire ciò che ho detto, non avrei dovuto disobbedire e basta.
Un rumore metallico mi riscuote e, finalmente, riesco a fermarmi; mi è caduta la spada.
Mi guardo intorno e ci metto un po' a capire dove mi trovo; Erebor è gigantesca e ci sono un sacco di corridoi strettissimi scavati nella dura roccia che si assomigliano tutti. Per fortuna mio padre mi ha spedito a fare consegne in ogni metro quadrato della Montagna ed ho imparato abbastanza bene a distinguere i vari passaggi attraverso la roccia. Ripercorro mentalmente ogni mia svolta, sebbene mi risulti più difficile del solito data l'insistenza con cui sento riemergere ogni parola amara della lite appena avuta con i miei genitori.
Destra, sinistra, sinistra, sinistra, destra....sono esattamente a metà strada tra le fucine ed il salone centrale, in uno dei passaggi riservati agli apprendisti per la consegna delle armi; un sorriso amaro mi compare sulle labbra; in pratica è la descrizione esatta della mia vita: sempre a metà, indeciso tra due destini opposti l'uno all'altro.
Con amarezza mi rendo conto che, anche adesso, non so come comportarmi:
devo tornare dai miei genitori oppure raggiungere Frerin che sicuramente mi sta aspettando per l'allenamento?
Raccolgo la mia spada lentamente, la soppeso come sono solito fare prima di cominciare un combattimento, la sento parte della mia mano destra, come se fosse un'estensione del polso...io rispetto il lavoro di mio padre, rispetto mio padre anche se forse sono riuscito a dimostrargli il contrario, ma ci sarà tempo per i chiarimenti, il mio destino è la spada ed è da troppo tempo che sto cercando di dimenticarlo.
Sto ancora stringendo l'elsa della spada, quando un boato gigantesco scuote i fianchi della Montagna; barcollo e mi ritrovo sbattuto sulla parete di fronte a me, la roccia ruvida che mi graffia il volto....
< Per Mahal...cosa può essere stato? > bisbiglio con una voce che suona strana ed irreale nel buio silenzio del cunicolo.
Mi rimetto in piedi e le sento: voci concitate che sembrano provenire dalla Montagna stessa; non capisco cosa dicono, ma il terrore è ciò che le accomuna tutte.
Una strana sensazione di gelo si diffonde dentro di me, da una parte vorrei restare qui al sicuro ed aspettare che, qualunque cosa stia accadendo, si fermi; dall'altra devo assolutamente scoprire che cosa può aver provocato questo scuotimento della terra.
Mi muovo velocemente ma con cautela verso il salone centrale, la dita della mano destra strette sulla spada e quelle della mano sinistra chiuse a pugno, non voglio che tremino.
Sbuco di soppiatto nel salone centrale, nel quale regna il caos.
E non un caos organizzato, come era solita chiamarlo mia madre riferendosi alle molteplici attività svolte in contemporanea dai nani, ma un caos vero e proprio, quando si corre qua e là senza scopo, presi dalla paura di morire.
Mi faccio avanti nella sala, cercando qualcuno che possa spiegarmi che cosa sta succedendo, ma sembra tutto inutile, nessuno vuole darmi retta.
Un nano adulto, con una lunga barba scura, mi urta da dietro ma, prima che possa allontanarsi di nuovo, riesco ad afferrarlo per un lembo della camicia ed a trattenerlo:
< Lasciami! Lasciami! Ha distrutto Dale! E adesso verrà qui!! >
Senza nemmeno farmi parlare, il nano corre via lasciandomi soltanto una frase insensata su cui riflettere ed un lembo di stoffa bianca in mano.
La situazione diventa improvvisamente chiarissima quando un grido lungo e profondo squarcia l'aria eliminando qualunque altro suono intorno a sé; la voce che sento è quella inconfondibile di Thorin e proviene da uno dei parapetti esterni.
< DRAAAAAGOOOOOO! >
Insieme alla voce vedo spuntare anche la testa di Thorin, incorniciata dai suoi foltissimi capelli neri, che subito si ritrae, sostituita da un tripudio di fiamme vermiglie.
Comincio già a sentirne il calore che mi artiglia inclemente ogni parte di pelle scoperta.
Il mio fiato si fa pesante, sono sulle scale; inconsciamente mi rendo conto del fatto che sto andando a controllare se Thorin sia ancora vivo..e come potrebbe dopo quella fiammata? Non mi importa, non può essere morto...
Un drago? Non credevo neanche che esistessero ancora...se non avessi visto le fiamme, forse non ci credrei nemmeno...ma non ci credo infatti...un drago ad Erebor? Perché dovrebbe venire qui?
"L'oro, Jari..I draghi sono attratti dalle ricchezze"
La voce di mia madre, proveniente da un passato fatto di racconti prima di dormire, mi raggiunge, suggerendomi la risposta.
Le ricchezze....l'oro di Thror.
Ogni nano di Erebor ne aveva sentito parlare, anche se a nessuno, se non con la benevolenza del Re, era permesso entare nelle sale del tesoro.
Voci giravano sulla quantità di monete accumulate nei molti anni di prosperità, c'era addirittura chi sosteneva occupassero saloni interi.
Io non avevo mai creduto a questo genere di voci, come non ci credeva mio padre....mi ero sempre accontentato di vedere la luminosità dell'Arkengemma, incastonata nel trono del Re.
Quella sola pietra mi sembrava una ricchezza sufficiente per il popolo di Erebor.
Un'altra fiammata, alla quale questa volta sono molto più vicino, investe il parapetto.
Mi butto a terra su uno dei grossi scalini, imprecando; la mia barba, seppur ancora di una lunghezza piuttosto modesta, è bruciacchiata.
Non dovevo avvicinarmi così tanto.

Tuttavia sorrido, perché li ho visti; Thorin ha trascinato un nano più vecchio dietro ad una grossa colonna, evitando le fiamme per la seconda volta.
Il mio respiro adesso è ancora più affannoso, temo di aver visto anche qualcosa che non avevo intenzione di vedere; è stato solo un attimo, ma già so che non lo scorderò mai; ho visto il Drago ed è gigantesco.
Delle voci familiari mi riscuotono:
< Balin stai bene? >

< Si ragazzo...grazie a te. Ma adesso dobbiamo pensare al Re! E dov'è tuo padre? >
< Non lo so Balin. Ma saranno tutti al sicuro se quella bestia non entrerà! Che Mahal mi sia testimone, Smaug non si prenderà Erebor! Vado alle porte! >
Vedo Thorin rialzarsi ed abbandonare la protezione della colonna, i suoi occhi azzurro ghiaccio risplendono di determinazione e tra le mani stringe una lunga spada.
Tuttavia Balin lo trattiene per un braccio: < Thorin!! Un drago è al di sopra delle nostre forze.. > La sua voce gronda disperazione.
< Non mi importa! Devo difendere casa nostra! > replica Thorin liberandosi dalla stretta con un violento strattone. < Devo farlo! Ancora Erebor non è caduta.. >

Thorin viene verso di me, la scintilla della battaglia imminente negli occhi.
Appena arrivato alla scala, mi nota e mi riconosce.
Ha avuto ben troppe discussioni con il fratello per colpa mia per dimenticare il mio nome. In questi mesi non ha mai approvato gli incontri tra me e Frerin.
Passandomi accanto mi rivolge la parola per la prima volta:
< Cosa ci fai qui? Vattene! Non è posto per principianti questo! >
Prendo la mia spada e lo seguo.
< Permettimi di combattere con te, mio signore. Sono bravo con la spada! >
< Se vuoi morire, giovane Jari, questo è il modo più adatto; ma se desideri così tanto il sangue, non posso certo impedirtelo. >
Intanto siamo arrivati alla base della scalinata, il salone è esattamente come l'ho lasciato; un insieme di nani urlanti che corrono in varie direzioni.
E' qui che Thorin, disinteressandosi totalmente di me, fa risuonare la sua voce nell'aria.
< A me nani di Erebor! A me! Difendiamo la porta, affinché la bestia non possa entrare! >
Come in risposta alle sue parole, le grandi porte della Montagna tremano violentemente, come colpite da qualcosa di gigantesco; giurerei di riuscire già a vedere un'ammaccatura in corrispondenza del colpo.
In questo istante una fredda certezza si fa strada dentro di me:
Erebor cadrà, qualunque cosa facciamo.
Nonostante ciò mi unisco all'insieme di nani armati di spade che è accorso al richiamo di Thorin, davanti a me riesco a vedere anche Dwalin che fa roteare una delle sue asce con aria spavalda.
Ci ammassiamo tutti sulle porte, tenute chiuse da una gigantesca barra di ferro.
Cominciamo ad ammassarci sopra tutto ciò che troviamo, per renderle più solide, ma nulla sembra funzionare; ad ogni colpo esse si fanno sempre più deboli.
Mentre passo l'ennesima grossa trave di legno nelle mani di Thorin, egli, per la seconda volta, si accorge della mia presenza. Ma ora nel suo sguardo non vedo traccia di rabbia, altezzosità o rancore...vedo solo paura; e, per la prima volta, mi rendo conto che anche i più grandi guerrieri possono avere paura.
< Le porte cederanno Jari...Smaug entrerà. Trova una via di fuga finché puoi...qui non reggeremo ancora a lungo..- il suo sguardo vaga sul salone e quasi non si accorge dell'ennesima botta che respingiamo quando i suoi occhi si posano su un nano in particolare, esattamente dietro di me - Lìtr!!? Cosa ci fai qui per Mahal? Non sai nemmeno combattere! Ritorna negli appartamenti reali! Adesso! Mia sorella ti farà entrare, lì sarai al sicuro! Vai!! >
Questa volta la sua voce è preoccupata, deve tenere molto a quel giovane nano.
Sul volto del nano appare un po' di disappunto, ma si nota che ha paura, quel tipo di paura di chi sa di non potersi difendere adeguatamente, il tipo di paura che ti paralizza.
Le sue labbra si comprimono ma non fa in tempo a dire nemmeno una parola, che la porta diventa all'improvviso incandescente.
Urlo di dolore e stacco le mani da essa, insieme a tutti gli altri nani che, come me, ce le avevano appoggiate.
Sento subito formarsi sul palmo alcune vesciche, ma ci sono abituato; troppe volte mi sono bruciato le mani giù nelle fucine.

Nella fessura tra i due stipiti passano lingue di fuoco azzurrognolo; la barra di ferro sta velocemente fondendo e noi non possiamo fare nulla per arrestare il processo.

< Thorin!!! > La voce di Frerin risuona nel salone.
< Fratello! > gli risponde il nano, correndo verso di lui e prendendolo per le spalle.
Mentre li guardo, un pensiero si fa strada nella mia mente. Se un giorno avrò figli, voglio che siano legati come lo sono questi due nani davanti ai miei occhi.
Scuotendo la testa, cerco di scacciare la strana sensazione che si è impadronita di me; non è il momento di fantasticare.
< Ero fuori, sulla piana...- dice Frerin ancora con il fiato corto, posando gli occhi su me - ho visto il drago distruggere Dale....vuole entare qui. Vuole ucciderci tutti. >
Thorin annuisce gravemente:
< Raduna tutti quelli che riesci a trovare...salvali! Portali al passaggio, portali fuori! >
Sul volto di Frerin si diffonde una sfumatura di disappunto, ma Thorin lo blocca, continuando a parlare:
< Dìs ha bisogno di te...e anche tutti gli altri... vai fratello, ci vediamo fuori! >
< Che Mahal ti protegga... > Bisbiglia Frerin voltandosi e correndo via, tuttavia non prima di avermi rivolto uno sguardo interrogativo.
Sarei andato con lui? L'avrei seguito? No, non adesso.
Per una volta sarei stato coerente.
Così scuoto lentamente la testa e lo guardo allontanarsi velocemente, imbucando un oscuro corridoio; lo stesso dal quale prima sono uscito io.

Improvvisamente mi ricordo di questa mattina, quando ancora il nostro mondo era intatto...quando ancora una singola lite sembrava una tragedia...i miei genitori!
< FRERIN! > urlo avvicinandomi al cunicolo e pregando che non sia già troppo lontano; la sua voce mi arriva attutita ma chiara.
< Passerò anche dai tuoi, sono su strada. >
Sorrido....grazie Mahal per avermi permesso di essergli amico.

I miei pensieri sono interrotti da uno schianto terribile; prima ancora di guardare so già che cosa è successo: la nostra ultima difesa ha ceduto.
Per un brevissimo istante la luce primaverile inonda il salone, poi tutto si fa oscuro...la sagoma di Smaug si staglia sull'entrata di Erebor.
Mi ritrovo a boccheggiare..il drago è gigantesco e terribile; il pavimento trema ogni volta che una delle possenti zampe della bestia vi si appoggia, alcuni nani vengono scaraventati in aria dalla coda squamosa che si muove in tutte le direzioni.
L'interno di Erebor viene all'improvviso rischiarato da una potente fiammata ed il calore che sento sul viso non è neanche lontanamente paragonabile a quello che ho sentito nelle fucine, quasi riesco ad immaginarmi come deve essere morire bruciati.
Mi porto velocemente le mani alle orecchie, ciò che ho sentito potrebbe portarmi alla follia....per Mahal, le urla....le sento nella testa, le sento intorno a me, dappertutto e mi sembra di dover impazzire.
< DU BEKAAAAAR!! > L'urlo di Thorin e Dwalin, al quale si uniscono anche le voci di una ventina di nani dietro di loro, risuona rabbioso al di sopra del crepitio delle fiamme.
La sala è invasa dal fuoco e dal fumo e non riesco a vedere quasi nulla.
Mi metto a correre, con l'intenzione di seguire il mio principe, la mano destra è ancora stretta sulla spada, sebbene impugnarla cominci ad essere faticoso date le innumerevoli vesciche. Ad un certo punto, la terra trema talmente che vengo scaraventato sul pavimento, mentre tossisco cercando di riprendere fiato, vedo una delle zampe del drago a circa un metro da me; mi ha mancato di un soffio...
Qualcun altro però è stato meno fortunato di me...un nano è rimasto schiacciato sotto di essa, le mani che ancora si aprono e si chiudono convulsamente.
La rabbia mi offusca la visuale, ancora più del fumo.
Un urlo di rabbia esplode dalla mia gola e, approfittando del momento, pianto la mia spada nella zampa squamosa della bestia, in uno dei punti scoperti.
In risposta alla mia azione si leva alto un ruggito, posso solo averlo fatto arrabbiare.
La zampa ferita si solleva, portandosi via la mia spada.
Perfetto Jari... dico tra me e me.
Mi allontano velocemente evitando per un pelo la coda di Smaug che rotea come impazzita nel salone; devo trovarmi un'arma.
Quasi sbatto contro Dwalin...di nuovo.
< Jari! Ma allora è un vizio! > mi urla con la sua voce burbera.
Poi mi rivolge un ghigno divertito: < Pensavi che piantandogli una spada in un dito l'avresti fermato? Ci vuole ben altro, giovane ed inesperto nano! Prova con questa, magari ti trovi bene! > Mi urla lanciandomi un'ascia...fortunatamente molto più piccola delle sue.
< Facciamogliela vedere a questa lucertola!!! > continua ad urlare gettandosi di nuovo nella mischia.
Sto per seguirlo, quando delle urla di dolore mi richiamano indietro.
Un nano sta correndo verso di me...è avvolto dalle fiamme.

Mi guardo intorno velocemente, cercando qualcosa che possa essere utile.
All'improvviso noto in un angolo quello che sembra un tappeto arrotolato...deve essere rimasto lì da ieri che era giorno di mercato. Lo afferro e corro incontro al nano.
< Buttati a terra e rotola! > Gli urlo, cercando di farmi sentire.
Il nano mi obbedisce e, non appena lo vedo a terra, gli butto sopra il tappeto, cercando di estinguere le fiamme più in fretta che posso.
Dopo qualche secondo ci riesco, ma ciò che vedo mi raggela.
Non avevo mai visto ustioni così gravi, non credo che egli possa sopravvivere..in realtà non so nemmeno se tutti noi vedremo una nuova alba..
Il nano è di schiena..cercando di toccarlo il meno possibile, lo metto supino.
Non appena lo vedo in viso il mio cuore perde un battito e, subito dopo, comincia a battere furiosamente, quasi come volesse uscirmi dal petto; conosco questo nano.
< Lìtr... > mormoro, cercando di non guardare la parte sinistra del suo volto, arsa dalle fiamme.
Il giovane nano spalanca l'occhio destro, l'unico che gli rimane, e mi fissa stupito e anche profondamente impaurito.
La sua mano sana cerca qualcosa a cui aggrapparsi...con le lacrime che già mi scorrono veloci sulle guance, la afferro e la stringo forte.
< Non avere paura... > gli sussurro.
Il suo torace si contrae un'ultima volta e osservo impotente la vita che, in un solo respiro, lo abbandona per sempre.
Aveva la mia stessa età.....scoppio in lacrime senza riuscire a trattenermi, il caos intorno a me scompare e ci siamo solo io e lui, ad osservare la morte da vicino.
Questa sorta di limbo viene spezzata dalla voce di Thorin, impregnata delle mie stesse lacrime: < Lìtr!!!!! >

 
   
 
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