ShikaIno #2:
“Di Tende e Di
Passioni”
Il
fastidioso martellare metallico le rimbombava nelle orecchie, secco e
assordante.
Ino
sbuffò, sistemandosi un ciuffo dietro l’orecchio con nonchalance, sollevando lo
sguardo annoiato su Choji che, inginocchiato di fianco a lei, affondava con un
martello i chiodi per fissare la tenda nel terreno. Lentamente, il suo sguardo
ceruleo si sollevò verso la sagoma di Shikamaru, comodamente appoggiato contro
l’albero intento a studiare la mappa del territorio.
Le
iridi cristalline della ragazza seguirono il profilo delle lunghe gambe del
compagno, giungendo al giubbotto da chunin, soffermandosi sulle grandi mani
tese a reggere la mappa; continuarono la loro salita fino al collo avvolto dal
maglione nero, ed infine giunsero con sollievo sul volto del Nara.
Inaspettatamente, però, i suoi occhi incontrarono immediatamente quelli di
Shikamaru, che la fissavano con espressione perplessa ed interrogativa.
Ino
distolse lo sguardo di scatto, arrossendo imbarazzata: che figura, farsi
beccare da Shikamaru mentre lo squadrava da capo a piedi! Senza il bisogno di
guardarlo, la Yamanaka poté chiaramente percepire un sorrisino compiaciuto e
divertito spaziarsi sul volto del Nara, il che le fece saltare non poco i
nervi.
Con
uno sbuffo poco raffinato, Ino si alzò rozzamente, urtando per caso Choji con
una gomitata.
-“Ehi
Ino, che ti succede?”- domandò l’Akimichi, allarmato
da quell’improvviso scatto d’ira.
-“Niente,
Cho, scusami. Ho solo bisogno di un po’ d’aria.”-
commentò la biondina, evitando accuratamente lo sguardo divertito del Nara.
-“Ma…
se siamo all’aperto!”- trasalì Choji, sbigottito.
-“E
fa niente! Ho bisogno di aria di bosco!”- sbottò Ino, ravvivandosi la coda
nervosamente e dirigendosi verso il bosco a grandi falcate.
-“Okay,
ma non allontanarti troppo! …quella ragazza comincia a diventare
schizofrenica…”- commentò l’Akimichi, lanciando
un’occhiata perplessa al compagno appoggiato all’albero.
Shikamaru
scosse la testa, sogghignando divertito e rassegnato.
Ino
si era sdraiata nel mezzo di un piccolo spiazzo verde della foresta, lo sguardo
perso verso il cielo conquistato dai nuvoloni rosa del tramonto; ovviamente li
guardava ma non li vedeva, persa com’era nei suoi ricordi della notte
precedente.
Era
tutto così confuso eppure così chiaro e nitido che le immagini e le sensazioni
cozzavano fra di loro; l’odore del sangue le pizzicava ancora il naso, eppure
le ferite non le dolevano già più, come se fossero passati lunghi mesi anziché
poche ore.
Passi
lenti e trascinati – che le erano fin troppo familiari – attirarono la sua
attenzione, portandola a scostare leggermente il volto verso sinistra.
L’espressione
annoiata di Shikamaru si riflesse nei suoi occhi di cristallo senza turbarli,
anzi, facendoli piegare in uno sguardo indagatore e dubbioso.
Il
Nara sbuffò seccato, intuendo che era arrivato il momento di parlare: quella parola – già irritante
di suo – se relazionata alla Yamanaka diventava magicamente insopportabile.
Rassegnato,
si lasciò cadere pesantemente al fianco di Ino, distendendosi con un sospiro.
-“Avanti,
qual è il problema?”- domandò lui, annoiato.
-“Quello
che hai detto ieri.”- rispose lei secca, cercando di nascondere l’ansia dietro
la sua aria da dura.
-“Beh,
mi pare che sia solo un problema mio. Non farti paranoie inutili, Ino.”- sbuffò
Shikamaru, incrociando le braccia dietro la nuca, continuando a fissare il
cielo.
-“Come
sarebbe a dire?! Te ne salti fuori così a dire certe cose senza una ragione e poi mi dici di non farmi problemi?!
Come faccio ad ignorare una cosa del genere?!”- sbottò Ino, tirandosi su a
sedere e arrossendo un po’ per la rabbia, e un po’ per il ricordo di quelle
parole…
-“Andatevene… lasciatemi qui…”-
-“Piantala di dire stronzate, Ino! E
cerca di resistere!”-
-“Shika voi… io non… vattene ti prego…”-
-“No, Ino… piantala di blaterare!”-
-“Ma… perché…?”-
-“…perché ti amo, maledizione…”-
Immediatamente,
gli occhi di Ino rotearono altrove, scostandosi dal volto di Shikamaru. Quelle
parole suonavano così lontane nella sua mente, quasi come un sussurro confuso,
eppure erano in un qualche modo nitide e stampate a fondo nella sua memoria.
Ino era quasi certa di essere svenuta per il dolore subito dopo, eppure
l’immagine dello sguardo serio e nervoso di Shikamaru che guardava altrove
imbarazzato mentre pronunciava quelle parole… le si era scolpito nell’anima.
-“Perché…
tu… in quel momento…”- ebbe il coraggio di chiedergli la ragazza, con voce
tremante.
-“Perché
pensavo che mi stessi lasciando pure tu. Ora basta con queste storie, Ino.
Torniamo all’accampamento.”- sbuffò sonoramente il Nara, forse scocciato
veramente da quei ricordi, o forse semplicemente troppo imbarazzato per
affrontare seriamente la questione.
Si
alzò in piedi, ficcandosi le mani in tasca e dando le spalle alla Yamanaka,
tornandosene da dove era venuto senza aggiungere nient’altro.
A
fatica, Ino si sollevò e prese a seguirlo, distanziandolo di alcuni passi
indietro.
-“Shikamaru!”-
lo richiamò improvvisamente a gran voce la ragazza, portandolo a fermarsi senza
però voltarsi verso di lei –“Dimmi… come… come fai a far finta di niente così?!”- domandò lei, facendosi
coraggio, confusa dal comportamento del compagno.
-“Mah,
dopo quattro anni ci avrò fatto l’abitudine…”- sbiascicò lui, in una risposta
seccata ma velata di tanta amarezza.
Ino
ebbe un sussulto di incredulità nell’udire quelle parole e gli occhi avevano
preso a bruciarle leggermente, mentre sentiva un magone di colpevolezza
crescerle sul cuore.
–“Tempo scaduto per le domande. Coraggio,
muoviamoci o Choji finirà tutta la cena…”- la invitò Shikamaru con un cenno,
rammaricandosi della risposta amara che le aveva dato poco prima. Conosceva
Ino: ora si sarebbe sentita in colpa per i quattro anni a venire come
contrappasso.
-“Scusatemi,
non ho molto appetito.”- esordì Ino, appoggiando il suo piatto di fianco a
Choji, con sguardo basso e serio.
-“Ma
suvvia Ino! Sei uno stecchino, se non mangi non avrai mai le forze per
continuare il viaggio verso Konoha!”- la riprese
Choji, corrucciato.
-“Lasciale
fare quello che vuole…”- intervenne Shikamaru, con tono rassegnato.
Choji
non ebbe coraggio di ribattere, e, con espressione perplessa, guardò prima
l’amico, poi fissò Ino rintanarsi nella tenda velocemente, come un gattino che
fugge alla pioggia.
-“Ma
cos’è successo?”- domandò l’Akimichi sottovoce.
-“Boh,
avrà le sue cose.”- fece spallucce il Nara, mollando il suo piatto poco dopo.
–“Vado a farmi un giro.”-
-“Ma…
e nemmeno tu finisci di mangiare?!”- trasalì l’amico, stupito.
-“No,
mi è passata la fame.”- borbottò Shikamaru, allontanandosi con le mani in
tasca.
-“Ma…
l’ho cucinata così male la cena oggi?”- mugugnò fra sé e sé Choji, gustando con
più attenzione le pietanze, amareggiato.
Era
ormai notte inoltrata quando Shikamaru rientrò all’accampamento.
Dal
falò si alzava ancora un lieve strato di fumo, residuo del fuoco della cena,
mentre la calma e le tenebre regnavano assolute. Solo il solito russare di
Choji spezzava la naturale quiete del bosco, il che fece sorridere il Nara, che
si intrufolò con cautela nella tenda.
-“Maledizione…
occupa cinque posti da solo!”- borbottò Shikamaru, notando che l’amico era
comodamente svaccato, occupando mezza tenda.
-“Alla
buonora. Dov’eri finito?”- sussurrò improvvisamente la voce di Ino, sdraiata di
spalle.
-“In
giro.”- sbuffò lui, circumnavigando Choji e raggiungendo la ragazza.
Ino
si voltò nuovamente in modo da non incrociare il suo sguardo, dandogli le
spalle mentre si avvicinava di più all’Akimichi per
fare spazio al Nara.
Shikamaru
le si sedette accanto con un sospiro, levandosi con lentezza il giubbotto da
chunin e lanciandolo poco lontano da lì. Sbuffò nuovamente, sdraiandosi con
cautela al fianco della Yamanaka, ben attento a non urtarla in alcun modo per
paura di causare una reazione… imprevista.
Sì, dopo quella dichiarazione inaspettata e totalmente involontaria, Shikamaru
non sapeva cosa aspettarsi dalla compagna.
Sospirò
profondamente, percependo brividi di freddo percorrerlo da capo a piedi; erano
soliti dormire con due coperte, ma visto che una era interamente arrotolata
intorno a Choji, non osava chiedere l’altra che copriva il fragile corpo di
Ino.
Effettivamente
non ve ne fu nemmeno bisogno, visto che fu Ino di propria iniziativa ad
allungargli un lembo di lenzuolo, invitandolo indirettamente a coprirsi.
Shikamaru
sorrise silenziosamente, infilandosi sotto la coperta e sbiascicandole un
“grazie” piuttosto seccato, da
interpretarsi come chiaro segno di gratitudine, per chi lo conosceva bene.
In
risposta, inaspettatamente, ricevette un calmo e pacato “buonanotte”, che se
ascoltato con cura poteva suonare vagamente dolce.
Riaprire
gli occhi fu stranamente brusco, più simile ad un terremoto che non ad un
risveglio. Difatti, la prima cosa che si presentò davanti agli occhi ancora
offuscati di Shikamaru e Ino fu l’immagine di Choji che, probabilmente cercando
di uscire con grazia dalla tenda per non svegliarli, aveva ottenuto esattamente
l’effetto contrario, cappottandosi e distruggendone mezza.
-“Ah
ah… scusate ragazzi…”- ridacchiò nervosamente l’Akimichi,
grattandosi il capo imbarazzato.
Si
rialzò, rimettendo su alla bell’e meglio la parte di tenda distrutta, dopodiché
uscì velocemente, come se avesse una gran fretta di andarsene.
-“Mendokuse…”- sbuffò Shikamaru, buttando
nuovamente giù il capo e richiudendo gli occhi, assonnato.
Ino
seguì l’esempio del compagno alle sue spalle, ancora troppo stordita per
comprendere il comportamento strano dell’Akimichi.
Dopo
poco, realizzando che non riusciva più a prendere sonno, Ino rimase ad occhi
chiusi, cominciando a rilassarsi e ad analizzare l’atmosfera quieta e calda che
regnava nella tenda. Solo allora percepì il corpo caldo – quasi bollente – di
Shikamaru estremamente vicino al suo, praticamente… attaccato al suo.
Sbarrò
gli occhi sorpresa, realizzando che non solo il Nara era attaccato alla sua schiena,
che il suo fiato caldo e regolare le colpiva la nuca e il collo facendola
rabbrividire, ma che un braccio del ragazzo le cingeva la vita, stringendola
saldamente – volontariamente o non – a sé.
Ino
deglutì nervosamente, arrossendo senza ritegno mentre fissava la grande mano
del ragazzo saldamente appoggiata sul suo addome.
Adesso
le era chiaro il comportamento di Choji! Sicuramente aveva interpretato male
quel gesto, facendosi chissà quali viaggi su loro due e su quella notte…
I
pensieri della Yamanaka si interruppero ancora quando percepirono la stretta di
Shikamaru farsi più forte e il corpo del ragazzo muoversi nel sonno,
probabilmente animato da qualche sogno insolitamente dinamico. E la mano del
Nara sull’addome della ragazza scivolò – volontariamente o no – più su,
posizionandosi comodamente sul seno, scatenando una vampata di calore in piena
regola nel corpo della Yamanaka.
Col
volto in fiamme, Ino non sapeva davvero come comportarsi: una parte di lei le
suggeriva che Shikamaru era in realtà un gran furbone, e che per questo
meritava di essere punito; l’altro invece credeva nella sua innocenza e
prediligeva un risveglio dolce e un richiamo non troppo severo per il compagno.
In
quel momento, dei mugugni sommessi richiamarono l’attenzione della biondina,
suggerendole che probabilmente Shikamaru si stava risvegliando.
-“Ehm…
Shika?”- lo richiamò Ino, con voce bassa e insolitamente insicura.
-“Mh?”- sbadigliò Shikamaru, sollevandosi e sporgendosi verso
la compagna, scrutandola ancora perplesso.
-“Ehm…
la mano.”- sforzò un sorrisino per nulla convincente la ragazza, indicandogli
la mano che se ne stava beatamente appoggiata sul suo top viola.
Al
principio Shikamaru inarcò un sopracciglio, piuttosto perplesso e disorientato;
dopo che lo stordimento post-sonno fu passato, tutto gli apparve sotto la luce
chiara e nitida della ragione.
-“Ah.”-
asserì lui, alzando la mano con scatto secco, fissando perplesso la compagna.
–“Scusa. Non vol-… scusa.”- si corresse all’ultimo,
alzandosi di scatto senza darle il tempo di elaborare una risposta decente.
Afferrò
il giubbotto da chunin ed indossò le scarpe con un’impressionante velocità,
uscendo dalla tenda senza nemmeno dare il tempo a Ino di parlargli, e senza
degnarla nemmeno di uno sguardo.
-“Shika…
fa niente…”- sussurrò Ino, ormai a se stessa, con sguardo perplesso, mentre il
calore di Shikamaru le bruciava ancora la pelle.
Il
mattino seguente, i tre chunin erano in viaggio già di prima mattina, avvolti
da un’aura insolitamente silenziosa.
Choji
squadrò prima il volto placido e tranquillo di Shikamaru, che stava stranamente
in prima fila, poi si volse indietro a guardare il volto basso e scuro di Ino,
sempre più stranito.
Insomma,
dov’erano finiti il perpetuo chiacchiericcio di Ino e le laconiche e polemiche
risposte di Shikamaru? Cos’era quel silenzio assordante?
-“Uhuh… che bella giornata oggi, eh?”- esclamò Choji,
fintamente allegro.
-“Mh, già.”- assentì Shikamaru, guardandosi attorno
distrattamente.
-“Mh.”- sospirò Ino, ancora con volto basso e pensieroso.
L’Akimichi li squadrò ancora una volta, sconvolto, ed infine
sospirò, scuotendo la testa, rassegnato. Aveva già capito che la situazione non
sarebbe cambiata nemmeno con tutto il suo impegno.
Verso
mezzogiorno, con loro grande sorpresa, a metà strada si ritrovarono davanti il
team Gai - stranamente senza Gai - anche
loro di ritorno da una missione.
I
due gruppi si unirono, con grande sollievo di Choji che, finalmente, poteva
sfogare un po’ la sua voglia di chiacchiere, soffocata dalla strana atmosfera cupa
fra i due compagni.
Neji
e Shikamaru stavano in testa al gruppo, spiccicando qualche rapida parola sul
lavoro, ma restarono in silenzio per la maggior parte del tempo; Ino e Tenten
invece cinguettavano allegramente in fondo, lasciandosi sfuggire risatine
squillanti e abbassando il tono quando trattavano pettegolezzi troppo osé perché i maschi li potessero capire;
Choji invece era rallegrato dalle chiacchiere divertenti di Rock Lee e le loro
diverse concezioni dell’esercizio fisico diedero il via ad un battibecco spassoso,
che però finì per rallentare il gruppo, cosicché furono costretti ad accamparsi
per un’altra notte prima di raggiungere Konoha.
All’udire
quella notizia, sia Shikamaru che Ino si sentirono pervadere da dei strani
brividi di nervosismo, che minarono la loro finta tranquillità mostrata a
fatica durante quella giornata.
Seguendo
il suo istinto schizzinoso, Neji optò per montare una terza tenda, in modo da
dividere in modo equo lo spazio per la notte e di far stare tutti più comodi
(se stesso in primis).
La
serata intorno al fuoco passò stranamente serena e allegra, dato che sia Lee
che Choji davano spettacolo battibeccando amichevolmente, e che il chunin dalla
tuta verde teneva banco anche senza Gai-sensei a dare
corda alle sue stramberie.
A
furia di dar spettacolo furono proprio Lee e Choji i primi a cadere vittime del
sonno, e fu deciso di comune accordo di piazzarli nella stessa tenda – quella
posta più lontano dalle altre – in modo che il loro russare sincronizzato non
disturbasse il sonno altrui.
A
quel punto, Ino e Tenten si imbucarono nella loro tenda, mentre Neji e
Shikamaru si ripararono in quella poco lontano da lì.
-“Ehi
Ino-chan, ti vedo un po’ giù di corda… cosa
succede?”- le domandò Tenten, mentre osservava l’amica levarsi il top viola per
rimanere in un più succinto top nero sottostante.
-“Mh, sì… diciamo che… ho avuto qualche incomprensione con
Shikamaru.”- ammise Ino, atteggiandosi ad indifferente.
-“Oh,
una novità, insomma!”- ridacchiò sommessamente Tenten, ancora completamente
vestita.
-“Già…”-
sorrise la Yamanaka, un po’ amaramente, infilandosi sotto le coperte. –“Ma tu
non dormi?”-
-“Mh? Ah sì! Sì, ovviamente… prima devo parlare un attimo con
Neji però… ti raggiungo dopo!”- si congedò l’amica con tono stranamente nervoso,
svignandosela di fretta dalla tenda.
-“Sì,
come no…”- commentò fra sé e sé Ino, che ben conosceva i discorsi della compagna con lo Hyuga.
Fece
spallucce rassegnata – e forse un po’ invidiosa – e si accomodò sotto le
coperte, sprofondando immediatamente in un dolce dormiveglia.
Doveva
essere passato poco tempo dall’inizio del suo sonno, perché quando Ino riaprì
gli occhi, sentiva ancora lo scoppiettio del fuoco fuori dalla tenda.
Si
stiracchiò con grazia e gattonò verso l’uscita, incuriosita dalla prolungata
assenza di Tenten.
Non
appena la sua testolina bionda sbucò fuori dalla tenda, i suoi occhi di zaffiro
si posarono sulla lunga figura familiare sdraiata al lato del fuoco, che pareva
sonnecchiare col volto appoggiato alla mano.
-“Shikamaru!”-
lo richiamò Ino, con un sussulto.
All’udire
il suo nome, il Nara si destò di colpo, voltandosi con aria seccata verso la
ragazza.
-“Oh…
Ino…”- mugugnò lui, sbadigliando.
-“Cosa
diavolo ci fai qua fuori?”- sussurrò la biondina, perplessa.
-“Mh… lascio a Neji e Tenten la loro privacy, suppongo…”-
borbottò Shikamaru, continuando a sbadigliare mentre indicava la tenda opposta.
-“Ma
razza di cretino, ti pare il caso di dormire fuori? Vieni in tenda con me,
avanti…”- lo rimproverò Ino, rintanandosi immediatamente nella tenda per
nascondere il rossore che le aveva improvvisamente acceso le guance.
-“Ehm…
Ino… non so quanto sia brillante come idea…”- protestò il Nara, titubante.
-“Ovvero?”-
domandò la ragazza da dentro. -“Se ti riferisci ai tuoi tentacoli, se li allunghi ancora potrei affettarteli col kunai di sicurezza.”- cinguettò lei, teneramente
minacciosa.
-“Mh…”- mugugnò Shikamaru vagamente allarmato, alzandosi di
fatica e dirigendosi verso la tenda.
Si
grattò la nuca perplesso prima di entrare, e sospirò a fondo, chiudendogli gli
occhi: non si sentiva per niente in grado di gestire una notte da solo con Ino.
Non dopo quello che era successo e con gli ormoni ancora in subbuglio a causa del
giorno prima.
Quando
si decise ad entrare, Ino era già sprofondata in mezzo alle coperte, avvolta
come un fagotto. Di lei era visibile solo una chiazza dorata di capelli
appoggiata sul cuscino. Il suo respiro alzava e sollevava la coperta, veloce e
intenso: era chiaro che non stava dormendo, ma aspettava con impazienza
l’arrivo di Shikamaru prima di chiudere gli occhi.
Il
Nara le si sedette accanto con un pesante tonfo, sdraiandosi come per testare
la comodità del letto: estrema. L’efficienza femminile pure nell’accamparsi lo
frastornava.
A
malavoglia si levò il giubbino da chunin, sentendosi come privato di un
ulteriore protezione, e lo lanciò in fondo alla tenda: planò sopra a dei
vestiti ordinatamente piegati in un angolo.
Al
momento Shikamaru non capì di cosa si trattava: ma non appena i suoi occhi si
abituarono all’oscurità, intuì di chi fossero i vestiti minuscoli che erano
svaniti sotto il suo giubbetto.
Annuì
fra sé e sé con occhi sbarrati e perplessi, come sconvolto nell’accettare la
sua brillante deduzione.
Bene,
Ino era mezza nuda sotto le coperte.
Continuò
ad annuire come un ebete per altri minuti, aggrottando le sopracciglia,
perplesso.
-“…tutto
ok?”- bisbigliò Ino da sotto le lenzuola.
-“Mh… sì.”- rispose il ragazzo, massaggiandosi le tempie,
come per concentrarsi.
Con
un profondo respiro, alzò le coperte e vi si infilò, rimanendo piacevolmente
colpito dal calore che emanava il corpo di Ino, inaspettatamente vicino.
-“Buonanotte…”-
gli augurò la Yamanaka, con un mormorio sommesso.
-“Mh… ‘notte…”- ricambiò Shikamaru, girandosi dall’altra
parte in modo da dare le spalle alla compagna, cercando di allontanarsi da quel
calore invitante e da quel profumo dolce e familiare che lo inebriava
assurdamente più del solito.
Sprofondò
anche lui fra le morbide coperte, chiudendo gli occhi e sospirando per
l’ennesima volta.
Ma
stranamente, il sonno sembrava essersene andato molto lontano da lì. Più si concentrava a tenere la mente sgombra,
e più i pensieri tornavano a martellarla: il ricordo di Ino morente fra le sue
braccia, le parole che gli erano uscite di getto e la consapevolezza che non
sarebbe mai riuscito a dimenticare quegli assurdi sentimenti per lei…
Strinse
con più forza le palpebre, concentrandosi sul respiro ora calmo e regolare di
Ino, così ipnotico e soave. Ma gli venne naturale immaginarsi il volto angelico
addormentato della compagna e il sollevarsi cadenzato del suo petto, il suo
petto mezzo svestito, e la sua pelle calda e morbida giusto lì vicino…
-“Cazzo!”-
sibilò Shikamaru, alzandosi di scatto e scuotendo la testa.
-“Che
c’è?!”- sussultò Ino, destandosi di colpo e sollevandosi lo stretto necessario
per guardarlo.
-“Niente,
tu dormi.”- sbuffò il Nara, uscendo nervosamente dalla tenda.
La
Yamanaka rimase attonita a fissarlo e, con sbuffo seccato, si tornò a sdraiare,
pensierosa.
L’attimo
di quiete non durò molto perché Shikamaru fu di ritorno due minuti dopo, apparentemente
più nervoso e irritato di prima.
-“Che
succede?!”- insistette Ino, dubbiosa.
-“Niente,
Neji e Tenten non si danno un contegno…”-
borbottò il Nara, infilandosi nuovamente sotto le coperte.
-“Ah
ah ah! Sono rumorosi?”- domandò la Yamanaka, con punta di divertita malizia.
-“Già.”-
mugugnò il ragazzo, di cui era visibile solo il codino spuntare da sotto le
coperte.
-“Eh
va beh, beati loro!”- sogghignò Ino, accomodandosi.
-“Ma
come beati loro…”- schioccò la lingua sul palato il ragazzo, chiaramente
irritato. –“Li invidi?”-
-“Beh,
stanno bene insieme e si divertono. Chiunque li invidierebbe.”- asserì
sottovoce la biondina, convinta.
-“Pensa
che certe cose con Sai non le potresti fare.”- la stuzzicò Shikamaru,
d’istinto.
-“Perché?”-
-“Beh,
è chiaramente gay. E poi sai che passionale che sarebbe…”- commentò
ironicamente lui.
-“Poverino!
Va beh, per quel che me ne importa…”- sogghignò la Yamanaka, divertita.
-“Come
sarebbe a dire?! Sai-san qui, Sai-san là,
e poi?”- sbottò il Nara, perplesso.
-“Ah…
oh beh. Per quello dici?”- sussultò
Ino, pensierosa –“Beh, ero affascinata da lui, ma niente di più. Il fascino
dell’artista, hai presente? E poi… era divertente farti ingelosire.”- cinguettò
infine.
-“Grazie
tante.”- sbiascicò Shikamaru, ironico e scocciato.
-“E
dai, non te la prendere…”- sogghignò la ragazza, allungando una mano
all’indietro e passandola in una lieve carezza sulla schiena del compagno.
-“Ino!”-
trasalì il Nara, che a quel contatto era stato percorso da mille brividi in
ogni dove. –“Non farlo più!”- sbottò.
-“Perché
no…?”- si sorprese Ino, ridacchiando stranita, senza voltarsi verso di lui.
Shikamaru
non rispose, ma la ragazza percepì chiaramente una mano grande e calda
scivolarle lungo la schiena nuda, in un gesto lento e soave.
-“Ah…
Shikamaru!”- ansimò la Yamanaka, percependo il volto andarle a fuoco a quel
contatto estremamente piacevole ed inaspettato.
-“Ecco
perché no.”- commentò il Nara, allontanando la mano – ancora fremente – dalla
morbida schiena della compagna.
-“Beh…
è stato bello dai.”- asserì Ino qualche minuto dopo, con punta di decisa
malizia.
All’udire
quelle parole, Shikamaru percepì il cuore balzargli in petto, martellargli
nella testa.
No,
Ino Yamanaka non ci stava provando.
E
lui non ci aveva provato con Ino Yamanaka.
No,
quello non stava succedendo.
…sì
che stava succedendo!
-“Ino…
non so se è per le cose che ti ho detto l’altro giorno, se è l’influsso che
viene dalla tenda di Neji e Tenten o cos’altro… ma no, non farlo, non dirlo!”-
sussultò Shikamaru, con voce nervosa e incredula.
-“Ma
Shika… cosa dici?”- si lagnò Ino con voce melodiosa, voltandosi verso di lui ed
iniziando ad accostarsi.
-“E
non avvicinarti nemmeno!”-
-“Oh
avanti, sei assurdo Shikamaru!”-
-“Forse
è meglio se vado a dormire fuori, eh?!”- si tirò su a sedere lui, pronto a
levare le tende.
-“Ma
dove vai, razza di idiota? Cos’è, hai paura di me?”- lo provocò lei,
trattenendolo per la maglia.
-“Forse
dovrebbe essere il contrario, Yamanaka…”- si girò improvvisamente il ragazzo,
soffiandole sul volto, provocatorio. –“Ora basta, Ino… non sai a che gioco stai
giocando.”- concluse infine, liberandosi dalla presa, seccato.
Involontariamente,
lo strattone fu un po’ troppo veemente ed inaspettato, e Ino finì per perdere l’equilibrio,
ricadendo sdraiata.
-“Accidenti
Nara, che potenza…”- ridacchiò lei, assolutamente compiaciuta. Contava con
ansia i minuti che avrebbe impiegato per far crollare Shikamaru alla sua
volontà.
Gli
occhi del ragazzo non poterono fare a meno di lanciarle un’occhiata
apparentemente seccata, ma diretta ad indagare il corpo scoperto della
compagna, finalmente privo di impedimenti di sorta. E quel top nero
striminzito… era decisamente troppo
striminzito!
E
da quando i suoi occhi ci vedevano così bene al buio?!
-“Maledizione
Ino, vuoi alzarti sì o no?!”- sbottò lui, nervosamente.
-“Assolutamente
no!”- ridacchiò Ino, sempre più soddisfatta –“Perché non ti sdrai tu
piuttosto?”- lo provocò ancora.
-“Ino…
senti, so che ti stai divertendo ma per me non è così, okay? Non so che idea tu
ti sia fatta ma no, non succederà nulla di nulla, hai capito, streghetta?”- la riprese Shikamaru, voltandosi altrove,
nevrotico.
-“Mh… non sarai gay, vero?”- lo sbeffeggiò Ino, ghignando.
-“Decisamente
no. Su questo non ho dubbi di sorta.”- sbuffò il Nara, stressato da quel gioco
di seduzione improvvisato dalla compagna.
-“Ah
no? A me qualche dubbio me lo stai facendo venire, eh…”- ribatté lei,
perplessa.
-“Credimi,
se tu potessi sentire quello che
sento io… non lo penseresti.”-
-“In
che senso?”- cinguettò Ino, falsamente ingenua.
-“Ino,
ti prego…”- sospirò Shikamaru, esasperato.
-“Cos’è
che dovrei sentire per capire?”- domandò la Yamanaka, alzandosi d’improvviso e
cingendo le sue braccia al collo del compagno, sussurrandogli suadentemente
nell’orecchio.
-“Eh…
il problema è che sei fisicamente impossibilitata a sentire questo.”- sbuffò lui, concentrandosi a
fatica ora che aveva Ino appiccicata alla schiena.
-“C’entra
l’amico delle regioni a sud?”- gli
sghignazzò all’orecchio Ino, stringendo di più la presa al collo e
strusciandosi lievemente sulla sua schiena.
-“Sì,
proprio lui! Però, che intuito Yamanaka! E se magari evitassi di strusciare il
tuo procace seno sulla mia schiena sarebbe di grande aiuto, sai?”- sforzò un
sorrisino ironico il ragazzo, sudando freddo.
-“E
chi dice che ti voglio essere d’aiuto?”- commentò la biondina, strusciando
lievemente il naso sulla sua guancia.
-“Ino…
ti diverte così tanto sapere che ora puoi fare tutto quello che vuoi di me? Ti
piace così tanto l’idea di approfittare dei miei sentimenti e di usarmi come
schiavetto? Sei felice ora che sai come sottomettermi?”- sibilò Shikamaru,
sentendo che la sua pazienza aveva toccato i minimi storici.
-“Shikamaru…
mi pare che io ti stia chiedendo tutto il contrario.”- asserì Ino, fissandolo
negli occhi, seria e decisa.
Quello
sguardo inaspettatamente risoluto e semplicemente sincero colpirono Shikamaru
come una martellata in pieno stomaco, mandando in frantumi l’autocontrollo a
cui era rimasto aggrappato disperatamente fino a quel momento.
-“Ino…
oh, fanculo!”- sbottò Shikamaru, con voce ricolma di
una frustrazione finalmente libera.
Con
uno sfogo di sforza, il Nara afferrò Ino per le braccia, spingendola sulle
coperte senza che lei ponesse resistenza.
Quando
si piegò verso di lei, le braccia della compagna lo accolsero, cingendogli le
spalle, mentre una mano delicata gli accarezzava la nuca, premendola verso il
proprio volto.
Il
contatto tanto bramato al principio fu dolce, perché baciare quelle labbra per
lui era così irreale che voleva godersene bene il sapore e la consistenza,
studiarne bene la forma ed intuire cosa preferivano.
Ma
presto i buoni propositi vennero meno, e la bramosia ebbe il sopravvento: le
labbra si unirono con veemenza, in un contatto intenso e febbrile, le gambe si
attorcigliarono fra di loro, le coperte si aggrovigliarono; le mani iniziarono
uno frenetico studio lungo il corpo dell’altro, sbarazzandosi di ogni ostacolo
rappresentato dai vestiti.
La
ragione era svanita completamente da quel luogo; era l’istinto il padrone
incontrastato di tutto. Se qualcuno avesse chiesto a Shikamaru il suo nome, non
avrebbe saputo rispondergli. La sua mente era piena degli ansimi di Ino, del
piacevole dolore delle sue unghie sulla schiena e del desiderio di sentirla
sua.
Nulla,
il resto era nulla; non vi era nient’altro che loro là dentro. E solo loro,
rendevano l’aria di fuoco; se la passione fosse stato un elemento materiale,
probabilmente la tenda sarebbe esplosa per il poco spazio. Anche se probabilmente
l’urlo di Ino l’aveva fatta tremare abbastanza.
Fu
il cinguettare degli uccellini del mattino a disturbare il sonno di pietra di
Shikamaru.
Mugugnò
infastidito, e l’abitudine di rigirarsi nel letto fu naturale.
Il
suo movimento venne ostacolato da qualcosa di caldo e morbido, rannicchiato
sotto il suo braccio destro e comodamente appoggiato sul suo petto nudo.
Il
ragazzo aprì gli occhi confuso, abbassando lo sguardo sulla cascata di capelli
dorati che gli scivolavano leggeri fra le dita della mano destra, sparpagliati
pure su buona parte del petto e sulle lenzuola.
Il
viso di Ino spiccava fra quei fili aurei, candido e sereno, bellissimo alla
luce dell’alba filtrata dal telo della tenda. Dello stesso colore era la sua
graziosa spalla nuda che sbucava, morbida e sinuosa, fra la cascata d’oro.
Shikamaru
aggrottò le sopracciglia confuso, dopodiché lasciò cadere la testa sul cuscino,
con un sospiro. Lasciò vagare lo sguardo sul soffitto della tenda, perso e
vago, la mente vuota. Poi un sorrisino compiaciuto si spaziò sul suo volto,
stampandogli a grande lettere in faccia la parola “felicità”.
Con
una delicatezza estranea alla sua natura, Shikamaru allontanò Ino da sé,
adagiandola con cura sotto le lenzuola, attento a non svegliarla.
Si
infilò al volo i pantaloni ed uscì dalla tenda, a petto nudo, a prendere una
boccata d’aria. Si sorprese relativamente di trovarsi davanti Neji, di ritorno
dal bosco con aria stanca ma soddisfatta. Shikamaru avrebbe scommesso di aver
la stessa espressione sul proprio volto.
-“Ehilà,
Neji.”- lo salutò il Nara, insolitamente brillante, mentre si stiracchiava
rozzamente.
-“Nara.”-
ricambiò l’altro con un cenno del capo. –“Ho sentito che vi siete divertiti, stanotte.”- insinuò lo Hyuga, con un sogghigno ben camuffato.
-“Ah…
eh sì, Ino ha il timbro della voce un po’… alto…”-
commentò Shikamaru, grattandosi la nuca, imbarazzato.
-“Ho
notato. Contento di esserti stato d’aiuto, Nara.”- ghignò Neji, prima di
rientrare nella sua tenda.
-“Non
sai quanto, Hyuga.”- ricambiò Shikamaru, ritornando
da Ino.
-“Ehi…
con chi parlavi?”- mugugnò la biondina, ridestandosi in quel momento.
L’aria
assonnata e i capelli arruffati le davano un aspetto terribilmente tenero,
corrotto dalla sensualità conturbante delle spalle nude.
-“Con
Neji, non ti preoccupare.”- le sussurrò dolcemente il Nara, adagiandosi al suo
fianco e stampandole un dolce bacio sulla fronte.
-“Ehi,
e il caffè dov’è?”- brontolò Ino, arricciando il naso infastidita.
-“E
dove la trovo una moka in mezzo alla foresta?”- rise il ragazzo, baciando
nuovamente la biondina sulle labbra, con dolce trasporto.
-“Allora
la prossima volta dovrai portarmelo doppio!”-
-“D’accordo.
E quand’è la prossima volta?”- domandò Shikamaru, ghignando malizioso.
Ino
si morse il labbro inferiore, mentre gli occhi le brillavano splendenti, più
profondi del cielo azzurro d’estate.
š›
A Wishful Thinking, per il suo compleanno.
Ti voglio bene, nee-san
<3
*Angolo di Luly*
Eccomi qui. Questa shot vi giuro che l’amo semplicemente. <3
È una delle poche cose che ho scritto
che mi piaccia veramente. Non lo so perché. Forse perché è tenera, semplice,
passionale e ShikaInosa al punto giusto. Mi piace
come miscuglio, mi sembra ben riuscito!
E sì, è lunghina
in effetti. Mi sono lasciata prendere la mano, lo ammetto.
Era nata con un intento fluff, ma
ovviamente Lee me l’ha corrotta, portandola sulla via della lime.
*Lee: procreare, procreare,
procreare!!! MWAHAHHAHA!*
*Luly: ç_ç*
Un grazie speciale ai recensitori <3
Sorellinexsv
Winry90
Ryanforever
Chi_lo_sa
Hachi92
Celiane4ever
Shika
Diana88
Terra
storia
Kikkyxx14
Devilmaycry
Vi lovvoH!
*__*
Baci bianchiH
Luly