Film > Alice nel paese delle meraviglie
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Autore: Frizzina    05/04/2015    0 recensioni
Cosa succederebbe se Alice, a due anni di distanza dalla sua ultima visita, tornasse a Sottomondo? E cosa accadrebbe se Iracebeth riuscisse ancora ad esercitare il suo potere?
Nell' attesa della pubblicazione del sequel dell'opera originale di Tim Burton, la ragazza si ritrova catapultata nel suo fantastico adorato mondo. Nuove sfide, nuove riflessioni e nuove avventure accompagneranno Alice durante il suo viaggio alla scoperta, o riscoperta di se stessa in questa mia personale interpretazione del film.
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Alice Liddell, Cappellaio Matto, Quasi tutti, Regina di Cuori, Stayne
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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"Poco prima della tua partenza..." iniziò la Regina. 
"Iracebeth promise il suo ritorno, e mantenne la parola." 
Mano a mano che Mirana parlava, Alice comprendeva il pericolo che stava correndo Sottomondo.
"Lei riuscì a scappare, portandosi via anche il Fante... non so come abbia fatto. Tre lune fa, un serpentello arrivò qui a corte, presentandosi come messo di mia sorella. Come puoi immaginare, la reazione di tutti fu quella di prenderla come uno scherzo di uno dei pochi che ancora seguivano lei. Eppure pochi giorni dopo fu recapitato qui un pacchetto..." s'interruppe. Alice si voltò verso di lei.
"Cosa conteneva?" la incalzò.
"Lo scheletro di quello stesso serpentello che aveva portato la notizia del ritorno di Iracebeth. C'era anche una lettera." si mise a recitare i terribili versi scritti dal pugno di sua sorella.
Di tutte quelle parole, Alice ne cavò fuori il succo.
"Dunque verrà qui e attaccherà Marmorea con il suo nuovo esercito di serpenti e civette e finché non ti avrà catturata, continuerà ad uccidere i cortigiani." riassunse in poche parole la ragazza, tornando a fissare le stelle. 
"Esatto. Proprio per questo mi farò scortare da lei prima che attacchi." sussurrò.
"Cosa?" esclamò incredula Alice, sgranando gli occhi.
"Non posso permettere che uccida i miei sudditi. Capisci adesso perchè dovrai essere pronta a salire al trono?" disse piano la Regina. 
"È necessario?" domandò la ragazza.
"È inevitabile Alice. Se lei mi rapisse, diventerebbe regina ma avendo io una successione, lei non ne avrebbe il diritto..." si fermò, questa volta interrotta da Alice.
"Dunque ucciderebbe me dopo!" si scherní. 
"No, non lo farà... non saprà che sei tu la Regina." 
Prese a raccontare per filo e per segno tutte le stanze di Marmorea, tutti i segreti, le storie... ma dopo aver ascoltato la posizione della cucina, della sala del trono e della sua camera da letto, gia non la seguiva piu. Si stava domandando invece dove fossero il Cappellaio e tutti gli altri e cosa ne pensassero se lei diventasse regina. Alice  Kingsleiy, Regina di Sottomondo. Accennò un sorrisino. 
"... allora accetti, Alice?" si riscosse dai suoi pensieri. 
"Come?" sussurrò confusa.
"Vuoi diventare l'erede di Sottomondo?" Mirana era speranzosa.
"Si... si, lo voglio." decise Alice, soppesando le parole.

Sbadigliò, svegliata da un delicato profumo di ciambelle e crema alla vaniglia. Sorridendo, si guardò attorno. La sua stanza era grande, fin troppo per una persona sola. Il camino sulla parete opposta a dove stava il letto, era l'unica cosa nera di fuliggine che ci fosse in quella camera. Sulla destra del letto, c'era un'enorme finestra che faceva entrare la luce chiara del sole. Le pesanti tende bianche creavano un'atmosfera di tranquillità che conciliava il sonno. Sbadigliò di nuovo e si tirò a sedere. Dopo aver lottato brevemente contro il candido lenzuolo che la teneva prigioniera sul materasso, riuscì a posare i piedi sul morbido scendiletto bianco che stava sul pavimento. Stropicciandosi gli occhi, sbadigliò di nuovo e si stiracchiò. Diede un'occhiata al camino e vide che le fiamme si stavano spegnendo. Si alzò e andò ad attizzare il braciere. In quel momento udì un leggero bussare alla porta.
"Si?" disse posando il mantice accanto al camino, rivolta a chiunque fosse fuori dalla stanza. 
"Posso?" chiese la voce. Alice tirandosi in piedi si lisciò la vestaglia azzurrina e si aggiustò un po' i capelli. 
"Prego, entra!" esclamò avvicinandosi alla porta.
"Non serve aprire" le sussurrò all'orecchio, facendola trasalire.
"Stregatto! Mi hai spaventata!" ridacchiò la ragazza.
"Fuori ti aspettano tutti per la cerimonia."
Alice cascò dalle nuvole. 
"Cosa?" chiese con la voce strozzata.
"Ti conviene prepararti come si deve per la cerimonia di incoronazione..." la informò il gatto scomparendo.
Rimase lì immobile, gli occhi sgranati. Riprese fiato annaspando un 'è oggi?' sommesso. 
'Ti aspettano tutti...' le aveva detto lo Stregatto. La aspettavano tutti? Che imbarazzo! Si sentì avvampare il volto e, cercando di nascondere a se stessa una certa ansia, corse verso l'armadio e l'aprì. Una nuvola di stoffa bianca le si spalancò davanti. Quelli erano i vestiti che avrebbe dovuto indossare? 
Prese un appendiabiti dal mezzo, tirando fuori un vestito con la gonna decorata a fiorellini rosa. Un altro decorato da pizzi argentati raggiunse il primo sul letto. Arrivata al quarto abito tutto imperlinato, non potè fare a meno di ridere. Tutto, ma non avrebbe mai messo quei vestiti. Richiuse l'armadio e in due salti, raggiunse un baule bianco sopra il quale erano posati i suoi abiti. Si sfilò la vestaglia e la piegò sullo scrigno. Sollevò con una mano la camicetta azzurra e sorrise appena. Dopo averla indossata, si mise addosso i pantaloni e saltellò fino alle scarpette in tela celeste che stavano sotto un mobiletto con specchio e brocca con l'acqua vicino al camino. Si pettinò e si diede una lavata al viso. Chiuse gli occhi e prese un profondo respiro prima di riaprirli. Il suo sguardo s'incrociò col riflesso nello specchio. Osservó ogni dettaglio del suo abbigliamento.
"Sono pronta." sussurrò a se stessa.
Sospirò ancora una volta per scacciare via i residui di ansia che ancora aveva addosso ed aprì la porta.
Percorse rapidamente quel corridoio immacolato rischiando di perdersi un paio di volte prima di giungere alla sala del trono. Un allegro vociare giungeva da dietro la porta chiusa. La spinse, e come questa si aprì, il silenzio calò nella sala. 
Sul trono stava seduta Mirana, ai lati della sala stavano in piedi tutti i cortigiani. Ecco dov'erano finiti pensò la ragazza. Camminò titubante tra i due gruppi di persone, lungo il varco che avevano lasciato nel mezzo. Alzò lo sguardo e salì un gradino, accennando un sorriso. 
"Ora ci siamo tutti!" esclamò la Regina Bianca scattando in piedi. Alice si bloccò con un terribile pensiero in testa: come si svolgeva una cerimonia di incoronazione? Fu merito di Chesire se non andò in panico. Un vapore verdino le iniziò a ruotare attorno alle gambe, indietreggiando fino a che la ragazza non scese dal gradino. Due donnine portarono uno sgabellino imbottito e foderato di un tessuto peloso ai piedi dei tre scalini. Alice ci si inginocchiò sopra e lo Stregatto tornò al suo posto. 
"Bene." esordì Mirana sorridendo. 
"Quest'oggi siamo qui riuniti per celebrare l'incoronazione della mia erede Alice Kingsley." proseguì nascondendo un'occhiata sbieca all'abbigliamento della ragazza. Evidentemente in molti lo avevano notato, perchè si alzò un leggero brusio in sala. 
Alice voltò un po' il capo verso destra mentre la Regina parlava ai sudditi. Incrociò lo sguardo dei suoi amici che le sorrisero di rimando. I gemelli Pinco e Panco, Mally, Chesire, il Leprotto, il Bianconiglio... c'era addirittura Beyard con la famiglia. Scrutò un po' più in là convinta di vederlo... eppure non c'era. Si sentì mancare. Dov'era Tarrant? Si stava per alzare dallo sgabellino, ma la voce di Mirana la destò.
"Alice!" sorrise.
"Si?" la risposta le uscì con più energia di quanto volesse.
"Si?" ripetè con un tono piu pacato. Si sentiva il cuore in gola mentre sollevava il volto.
"Vieni qui" le disse la regina sedendosi sul suo trono. Doveva alzarsi? Lo avrebbe già fatto per scapare via, se solo le gambe le avessero obbedito. Ad un cenno del capo di Mirana, si fece forza e riuscì a raggiungere le scale. Iniziò ad arrampicarsi faticosamente su quei quattro gradini che la separavano da lei. 
La Regina le cacciò in mano un tomo che quasi le scivolò via, a causa del tremore dele mani. 
"Stà tranquilla Alice..." le sussurrò Mirana. Lei annuì poco convinta.
"Ora leggi" intimò. La ragazza sgranò gli occhi. Leggere? Ma scherziamo? Abbassò lo sguardo sulle lettere e cercò di dar loro un senso, ma esse tremolavano e si inseguivano tra di loro agli occhi di Alice. L'indice di Mirana si posò all'inizio di un paragrafetto scritto a piccoli caratteri nerastri sulla carta candida. Sospirò per ritrovare un briciolo di controllo. Dov'era Tarrant?
"Giuro io, Alice Kingsley..." iniziò arrancando. "...di portare con onore e responsabilità questa corona..." vide che le parole iniziavano ad uscirle dalla bocca meno appiccicate. "... Giuro di proteggere la salvezza di Sottomondo con qualsiasi legittimo mezzo ed in qualunque situazione di pace o di guerra, dal giorno in cui la presente regina decadrà, fino alla fine dei tempi o della mia stessa vita." concluse. Firmò sotto il paragrafetto, utilizzando la penna d'oca che stava nel mezzo del libro, come a segnar la pagina. Cosa? Cos'aveva appena giurato di fare? Non fece in tempo a scorrere il testo che sentì in testa un cerchio. Sollevò lo sguardo e vide Mirana sorridente, che le stava posizionando sul capo una coroncina sottile. Uno scroscio di applausi si alzò non appena la Regina Bianca pronunciò le ultime parole della formula, 'questa è la mia erede'. Sorrise Alice, vedendo la folla contenta che la acclamava. Alla fine della cerimonia, vennero congedati tutti i bianchi cortigiani. Il gruppetto di amici si strinse vicino allo sgabello.
"Madame?" la riscosse una voce dopo poco. Alice si voltò verso sinistra e quasi le prese un colpo. 
"La carrozza è pronta!" le sorrise lui porgendole una mano. Rimase senza parole, pur essendo felice. Posò la mano sulla sua.
"Accidenti Alice, sei gelata!" le sussurrò il Cappellaio all'orecchio. Un brivido le corse lungo la schiena e si sentì colorare le guance di rosso. 
"Andate, fate attenzione... Alice?" la ragazza si voltò verso Mirana.
"Non farti trovare..." le disse piano accennandole un saluto.
La ragazza annuì e riprese camminare verso l'esterno della sala. 
"Che cosa?" gridò quasi. La presa sulla sua mano si serrò mentre lei si girava di scatto. Mirana si strinse nelle spalle prima di iniziare una serie di 'vedi... il fatto è che... ehm...' 
"Che cosa?" ripetè abbassando minacciosamente la voce.
"Ti devi nascondere, Alice. Non possono trovarti. Non ti devono trovare." sussurrò Chesire avvicinandosi. 
"Nascondermi? Devo vivere da clandestina nel regno, nel mio regno?" esclamò la ragazza facendo sobbalzare Mirana.
"Alice... Ma sorella mi verrà a prendere, e se trovasse anche te non ci sarebbe piu speranza per Sottomondo, capisci? Con qualsiasi mezzo..." Mirana stava mettendo tutta la sua buon volontà per convincere la ragazza a fare come le era detto.
"Altrimenti tutto é perduto." concluse la Regina Bianca avvicinandosi. Alice le lanciò uno sguardo di muto rimprovero, prima di riprendere a camminare, tirandosi dietro il Cappellaio. Una volta fuori dalla sala del trono, la ragazza svoltó in uno dei tanti corridoietti secondari che conducevano alle varie stanze. Solo dopo qualche altra deviazione il Cappellaio si decise ad intervenire.
"Alice!" esclamò strattonandola indietro. Lei si bloccò. 
"Devi farlo. Per la tua incolumità e quella di Sottomondo." disse.
La ragazza sospirò voltandosi verso di lui. Sorrise amaramente.
"Lo so Tarrant... lo so. Però se Mirana spera che io stia rinchiusa in una stanza fuori dal mondo... si sbaglia di grosso." concluse gesticolando furiosa. Incrociò lo sguardo del Cappellaio che sorrideva. Gli occhi di Alice saettarono di rabbia. 
"Chi ti ha detto che starai in una stanza fuori dal mondo?" la canzonò furbo. Ogni rancore si sciolse e volò via dal cuore della ragazza, che ridacchiando, si appoggiò con la schiena al muro. 
"Dove dovrei andare allora?" domandò voltandosi verso il Cappellaio. La luce che entrava dalla finestra dietro di lei le illuminava i capelli, che parevano adesso oro colato, adesso proprio i raggi del sole. I lineamenti delicati che aveva, facevano risaltare fin troppo il sottile diadema che portava tra i capelli. Se non avesse parlato, lui sarebbe stato tranquillamente ad ammirare Alice per le due, massimo tre ore successive. 
"Cosa?" si riscosse dalla sua visione celestiale, e la voce gli uscì un po' roca.
"Dove dovrei andare?" ripetè la ragazza.
"Fidati di me." rispose lui. Così dicendo, le fece cenno di seguirlo.

"Si puo sapere dove mi stai portando?" ridacchiò incuriosita Alice. Ormai cavalcava da una buona mezz'ora al fianco del Cappellaio, e continuava a ripetergli la stessa domanda. Lui continuava a darle la stessa risposta.
"In un posto che non ti piacerà poi tanto, ma almeno non é fuori dal mondo."
Si guardò attorno, ascoltando i suoni della natura. 'Se questo non è fuori dal mondo...' pensò sarcastica. Il suo cavallo batteva incessantemente i piedi sul duro sterrato, e piu di una volta si era lamentato di avere sulla schiena un tale sacco di patate.
"Oh insomma Geoffrey, ti ho gia detto che sto provando in tutti i modi di non essere un peso ma... non sono capace!" esclamò Alice  un buffetto affettuoso alla sua docile cavalcatura. 
Poco a poco, il canto dei passeri calava, e l'erba diventava sempre piu rada. Un refolo di vento s'infilò nella camicetta della ragazza, facendola rabbrividire. 
"Dove mi stai portando Tarrant?" chiese un'ultima volta visibilmente preoccupata.
"Non c'è nascondiglio migliore dell'ovvio." sussurrò lui in risposta, perdendo lo sguardo tra gli spuntoni di roccia marrone che s'infittivano via via. Geoffrey s'irrigidì e sbuffò, mentre avanzava cauto sul sentiero.
Un cupo e sordo rumore si diffuse nella valle, infilandosi nella mente e nel cuore di Alice. Si rese conto che il cavallo stava per tornare indietro, e cosi avrebbe fatto se il Cappellaio non l'avesse fermato. 
Sbucarono da dietro un masso e quel che Alice vide, la fece trasalire. Smontò da cavallo quando sentì che non sarebbe riuscita a starci sopra ancora un passo in piu. Quando toccò terra con i piedi, il rumore che intanto andava in crescendo, cessò lasciandole un leggero mal di testa. Davanti a loro, il sentiero scendeva ed andava ad infilarsi nell'unico passaggio che conduceva in una conca e infondo ad essa, la Rocca Tetra. O almeno, quel che ne restava. 
"Cos'è successo qui..." mormorò poggiandosi alla spalla di Geoffrey, e rimirando l'edificio mezzo annerito con le torri rese aguzze dal crollo dei mattoni.
"Dopo che te ne sei andata, la Regina Bianca ha dato fuoco alla vecchia dimora di sua sorella. Si vede che la zona è di suo gusto perchè..." in due salti aggirò lo spuntone che li sovrastava. Alice lo seguì e si chinò là dove lo aveva fatto lui. Si sporse e vide solo una grande piana marrone di terra, che si stendeva a perdita d'occhio. Guardando dalla parte opposta, comprese ciò che il Cappellaio intendeva. Una gran macchia d'alberi si apriva parecchio piu lontano da loro e, avvolto ed incastrato tra essi, un palazzotto bianco, con una parvenza di terrazza sulla sommità. 
"Perchè qui?" gli sibilò. Realizzò lei stessa che quello avviluppato nel bosco, quasi gli alberi ne costituissero la struttura portante, era nientemeno della nuova residenza della Regina Rossa.
"Non c'è nascondiglio migliore dell'ovvio." ripetè lui. 
"Forza, muovaimoci." la incitò scivolando giù dal masso sul quale stava sdraiato.
"Non vorrai farti vedere!" esclamò il Cappellaio riprendendo il sentiero sottostante.




  
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