CAPITOLO 18
Il mattino successivo alla discussione con Lina, Teresa si
svegliò piuttosto agitata. Era nervosa, anche se non lo voleva ammettere a sé
stessa. Si alzò piano dal letto, e, altrettanto lentamente, si vestì.
Solo dopo essersi vestita prestò attenzione al sole, che
splendeva basso all’orizzonte. Il cielo era sereno, e quel giorno,
probabilmente, la temperatura sarebbe finalmente aumentata. La neve al suolo si
era tramutata in ghiaccio nella notte, ma comunque non era molta, solo alcuni
centimetri, poiché la maggior parte si era già sciolta nelle giornate precedenti.
Alla vista del sole, tornò in lei anche il buonumore e la calma.
Smettendo di pensare agli eventi del giorno prima, sentì
subito il classico bussare di Lina alla porta. Ormai, Teresa si era
completamente abituata a quella ripetitività quotidiana, e andò ad aprire
l’amica.
‘’Buongiorno!’’, disse subito la donna, con un tono euforico.
Teresa sorrise.
‘’Ma che succede?’’, le chiese, con toni ironici.
‘’C’è il sole oggi, mia cara! È tornato a farsi vedere anche
qui, finalmente’’, disse Lina, sorridendo.
‘’Faresti meglio a non sorridere. Se c’è il sole, non
significa che non dovrai bruciare legna nella stufa, e ormai ti resta solo
quella verde, che fa più fumo’’, le disse Teresa, prendendola in giro.
‘’Oh, ma piantala’’, rispose l’amica, tirandole una gomitata
ad un fianco.
‘’Ahi, smettila!’’, disse Teresa, ridendo. Poi, prendendosi
sottobraccio come sempre, uscirono e raggiunsero la casa di Lina.
La temperatura esterna non era troppo bassa, e probabilmente
entro mezzogiorno l’ultima neve superstite si sarebbe sciolta. E così fu.
La mattinata passò calma, come al solito. Teresa aiutò
l’amica a fare i lavoretti domestici, e andò a nutrire il suo fagiano, che era
completamente guarito, ed era pronto a riprendersi la sua libertà. Poi, dopo
aver pranzato, la temperatura gradevole spinse la ragazza ad uscire e ad
ascoltare il canto degli uccelli, tutti presi a cercare cibo a terra. La neve e
il ghiaccio si erano sciolti in fretta, e ne restavano tracce solo nei versanti
ancora non soleggiati.
Teresa aveva voglia di uscire e di godersi quella bella
giornata, ma improvvisamente pensò che quello era il momento giusto per
liberare il fagiano, che aveva nutrito poco prima.
Entrò nel capanno degli animali e prese la gabbia con l’animale
dentro, e si diresse spedita verso la cascina di Giovanni, sperando che lui ci
fosse. In poco tempo, compì la salita che portava alla cascina e bussò.
Da dentro, l’inconfondibile brontolio del brigante risuonò
ovunque. Sorridendo, Teresa aprì la porta, ed entrò, lasciando la piccola
gabbia fuori dall’abitazione.
‘’Teresa!’’, disse Giovanni, piacevolmente sorpreso.
‘’Immagina perché sono venuta qui’’, gli disse la ragazza,
continuando a sorridere. Giovanni scosse la testa, senza dire nulla, almeno per
un momento.
‘’Forse ci sono; oggi è una bella giornata, quindi vorresti
liberare il tuo volatile’’, disse il brigante, dopo alcuni minuti di silenzio.
Teresa fece una smorfia complice.
‘’Certo… sei perspicace!’’, gli disse.
‘’Oh, se non lo fossi stato, probabilmente sarei morto da un
bel po’ ’’.
‘’Perché dici così?’’, chiese Teresa, sorpresa da quella
repentina risposta.
‘’Oh, nulla. Allora, andiamo?’’, chiese il brigante, sbrigativo,
alzandosi dalla sedia e sorridendo.
‘’Certo!’’, rispose la ragazza, contenta.
Nulla fu nuovo per loro, tutto andò come la volta precedente.
Giovanni sellò Furia e Pezzato, e successivamente aiutò
Teresa a salire sul cavallo. La ragazza si sentì felice quando le mani
dell’uomo si posarono su di lei, anche se solo per un istante.
Poi, i cavalli partirono. Non era particolarmente freddo, e
mentre percorrevano i sentieri di terra battuta che portavano al loro luogo
segreto, la ragazza non se la sentì di stare in silenzio. Si era abituata
all’andamento di Pezzato, e non temeva più di cadere, sapendo di essere al
sicuro su quel mansueto animale.
Prima di iniziare a parlare, si strinse meglio al petto il
fagiano, che teneva con la mano libera, mentre l’altra stringeva le briglie. Il
volatile, come al solito, se ne stava tranquillo tra le mani di Teresa, come se
fosse consapevole che era stata lei a salvarlo.
‘’Giovanni’’, disse dopo poco.
‘’Dimmi’’, rispose lui, pazientemente.
‘’Tu sai parecchie cose di me e della mia vita, ma io non so
nulla della tua. Raccontami qualcosa di te e della tua vita passata’’, disse la
ragazza. Subito, vide il brigante irrigidirsi sulla sella.
‘’Se ti va, se no fa lo stesso’’, tentò di rimediare Teresa.
Ormai conosceva il comportamento del brigante, e sapeva che si irritava
facilmente, soprattutto se lo si faceva pensare ad argomenti di cui non voleva
parlare.
‘’No, mi va. C’è qualcosa di specifico che vuoi sapere?’’,
chiese l’uomo con voce calma, sorprendendo Teresa. La ragazza ci pensò su per
un attimo, prima di rispondere.
‘’Chi erano i tuoi genitori?’’.
Giovanni scrollò le spalle.
‘’Contadini. Contadini morti di fame, che facevano i
braccianti’’.
‘’Oh’’, disse Teresa, abbassando lo sguardo. Si diede della
sciocca, poiché non avrebbe dovuto porre quella domanda. D’altronde, era
scontato che i genitori di un brigante fossero persone povere.
Giovanni, intanto, si girò un attimo indietro e la guardò
sorridendo.
‘’Che c’è, ti ho deluso? Pensavi fossi figlio di un qualche
nobile? Ah, no, questo no, mi dispiace ma devo deluderti allora. Ho sofferto la
fame per buona parte della mia giovinezza, e a me è andata particolarmente
bene. Due dei miei fratelli sono morti per questo’’, continuò Giovanni, con
fare cinico.
Teresa si pentì di aver iniziato quello che sembrava un
interrogatorio, poiché aveva riportato alla luce un passato pieno di dolore del
brigante. E lei non voleva rovinare quella giornata speciale in quel modo.
‘’Basta così, per favore’’, provò a dire, per interromperlo.
‘’Cos’è, hai paura di sentire come va il vero mondo? Guarda
che la maggior parte della gente vive al di fuori dei grandi palazzi signorili,
ed ogni giorno deve affrontare soprusi e fame’’, continuò a dire il brigante,
lasciandosi andare, con cinismo crescente.
Teresa non disse nulla, imbarazzata e consapevole di aver
rovinato quel momento di intimità con le sue stupide domande. A quel punto, il
brigante si accorse che stava sbagliando, e non disse più nulla, fintanto che
non giunsero a destinazione. Solo allora, mentre aiutava Teresa a smontare da
cavallo, la guardò e le parlò con toni carichi di scuse.
‘’Perdonami per prima, Teresa. Mi sono lasciato andare ai
ricordi, che come avrai capito, non sono piacevoli. Ma tu non ne hai colpa’’,
le disse, guardandola con quei suoi occhi profondi e sinceri.
‘’No, sono io che sono stata imprudente e maleducata a voler
entrare nella tua vita’’, disse la ragazza, scrollando le spalle. Giovanni
sospirò.
‘’Non è così, è colpa mia che mi lascio sempre trasportare
dalla rabbia. E questo è un male, poiché dovrei lasciarmi trasportare solo
dall’amore, ora’’, aggiunse il brigante, che poi, a sorpresa, la baciò.
Il bacio durò appena un attimo, ma la ragazza sapeva che
quello non era il momento giusto per lasciarsi andare, visto che prima di tutto
dovevano completare la missione per la quale erano giunti fin lì.
‘’Comunque, non sei l’unico della tua banda ad aver avuto un
duro passato’’, disse Teresa poco dopo, mentre il brigante le faceva cenno di
seguirlo.
‘’Hai ragione, c’è chi ha passato di peggio. Mario ha pure
perso la sua unica figlia’’.
La ragazza si bloccò per un istante, sorpresa
dall’affermazione di Giovanni. Mario le aveva detto che non aveva mai rivelato
il suo segreto con nessuno, e quindi era impossibile che il suo compagno
d’avventure fosse a conoscenza di quel tragico evento.
‘’Come fai a saperlo?’’, chiese la ragazza, titubante. Il
brigante si girò verso di lei e sorrise con fare innocente.
‘’Beh, io so tutto’’.
‘’Non è possibile che tu sappia tutto. Mario ha giurato di
non aver mai rivelato il suo segreto a nessuno, tranne che a me, e poi scopro
che tu lo conosci già. Non me la racconti giusta, quindi voglio sapere come fai
ad essere a conoscenza di questo fatto’’, continuò Teresa, imperterrita.
‘’Se proprio ci tieni, te lo dirò, ma solo dopo aver liberato
il tuo volatile. Seguimi, ora’’, le disse Giovanni, invitandola a proseguire.
Teresa a quel punto si mise a seguire la sua guida, e ben
presto giunsero allo stesso luogo dove si erano intrattenuti alcune settimane
prima. Il panorama era sempre lo stesso, tranne per il fatto che, nel versante
opposto, c’erano una decina di grosse vacche bianche al pascolo. Viste da lì,
sembravano solo puntini lontani, eppure Teresa sapeva che quelli erano animali
di grossa taglia.
‘’Basta guardare in giro. È giunto il momento di ridare la
libertà al tuo amico’’, disse Giovanni, interrompendo i pensieri della ragazza.
Teresa strinse a sé il fagiano per un’ultima volta.
Il volatile non si muoveva, era veramente molto mansueto, e
alla ragazza dispiaceva tantissimo separarsi da lui, ma sapeva che era la cosa
giusta da fare. Con un sospiro, lasciò andare la creatura, che in un primo
momento si guardò attorno, smarrito. Poi, dopo aver percorso un paio di metri a
piedi, prese il volo raso terra e sparì tra la boscaglia, lanciando forti
versi.
La ragazza quasi esplose dalla felicità. La creatura che
aveva accudito ora sapeva nuovamente volare, ed era perfettamente guarito. Si
sentì importante, poiché era riuscita a salvare la vita di un essere vivente.
Anche Giovanni se n’era stato fermo, immobile a godersi la
scena.
‘’Ce la farà a sopravvivere?’’, chiese Teresa, non appena il
volatile scomparve dalla sua vista.
‘’Certo che ce la farà, è guarito perfettamente. Fintanto che
resterà in questa zona, sarà al sicuro, poiché ci sono pochi predatori, ed
inoltre non è un’area dove i ragazzi vanno a caccia. In più, qui ci vive anche
una femmina solitaria, della sua stessa specie, l’ho vista parecchie volte. Sono
certo che tra un paio di mesi, se torneremo qui troveremo una bella famigliola
di fagiani’’, disse il brigante, sorridendo. Teresa si rilassò, felice di aver
dato un nuovo futuro a quella sfortunata creatura.
Eppure, la ragazza continuava ad avere una domanda che la
rodeva dentro di sé. Si avvicinò al brigante, che nel frattempo si era seduto
su una roccia. Il sole era abbastanza caldo, e Teresa si sentì bene come non
mai, almeno per un istante.
‘’Ora me lo devi dire. Come fai a conoscere il segreto di
Mario?’’, disse la ragazza, riprendendo la conversazione di poco prima. Il
brigante sghignazzò.
‘’Ma è ovvio! Ho ascoltato la vostra conversazione’’. Teresa
rimase impietrita.
‘’Come… cosa… vuoi dirmi che…’’.
‘’Sì, voglio dirti che ho spiato. Involontariamente, però’’,
ammise Giovanni, sorridendo.
‘’Che mascalzone che sei! Tutti noi eravamo preoccupati per
la tua salute, e attendavamo che tu ti risvegliassi. Invece, te ne stavi ad
occhi chiusi ad origliare i segreti altrui!’’, disse la ragazza, con voce
offesa.
‘’Non è andata proprio così, però, se lo dici tu…’’, disse il
brigante, ridendo.
‘’Non c’è nulla da ridere! L’hai combinata grossa. Quello è
il segreto di Mario, e non vuole che qualcuno lo vada a spifferare in giro’’,
continuò Teresa, irritata.
‘’Ehi, stai tranquilla, non dirò nulla. Sai che i miei
compagni possono sempre contare su di me’’.
‘’Ed io?’’.
‘’Tu? Che c’entri tu?’’, disse il brigante con toni ironici,
scoppiando poi a ridere, seguito a ruota da Teresa. Alla fine, le si avvicinò e
l’abbracciò, stringendola forte tra le sue braccia muscolose.
‘’Ma certo che puoi contare su di me’’, le sussurrò
all’orecchio, poi la baciò. Teresa, colta come sempre di sorpresa, lo ricambiò
con passione.
Da quel momento in poi, iniziò il più bel pomeriggio che lei
avesse mai vissuto. Le ore passarono tra coccole, baci e dimostrazioni d’amore.
Lei lo amava, e lui la ricambiava con passione. Era tutto a posto, pensò.
Le ore passarono in fretta, e ben presto il sole iniziò ad
abbassarsi all’orizzonte.
‘’Ora dobbiamo andare, o non riusciremo a tornare a casa’’,
notò Giovanni, che si alzò in piedi, ripulendo il suo mantello. Teresa si
limitò ad annuire, dispiaciuta, ma pur sempre consapevole del fatto che il
brigante aveva ragione.
Raggiunsero in fretta i cavalli, che stavano pascolando
liberamente nelle vicinanze, e si misero in marcia. Il viaggio di ritorno fu
più silenzioso di quello d’andata, almeno all’inizio. A Teresa non andava di
parlare, non sapeva il perché.
A metà del tragitto, Giovanni si agitò improvvisamente sulla
sella, mentre Furia nitrì forte. Teresa inizialmente non vide nulla, ma si
spaventò, poiché anche il placido Pezzato provò un brivido e si fermò.
Il brigante cercò di riprendere il controllo del suo cavallo,
che aveva preso paurosamente ad indietreggiare, mentre con la mano destra
correva a tirar fuori la pistola dalla fondina nascosta sotto il mantello.
Teresa, sbalordita, continuò a non capire cosa stesse
succedendo, almeno fintanto che il suo sguardo non incontrò un paio d’occhi
gialli e profondi. Capì subito che si trattava di un lupo. L’animale era fermo
nel mezzo del sentiero di terra battuta, e fissava i cavalli spaventati, ma non
sembrava aggressivo. Comunque, era molto magro.
‘’Dannazione!’’, continuò ad imprecare Giovanni, mentre si
ristabiliva sulla sella e si preparava a prendere la mira. Il brigante puntò la
pistola e in un attimo fu pronto per sparare.
‘’No!’’, gridò Teresa, facendo girare l’uomo, che così si
deconcentrò per un attimo dal lupo. L’animale, dopo aver dato un’occhiata a
Teresa, sgattaiolò via, sparendo tra i cespugli bassi di ginepro che
circondavano il sentiero. Quando Giovanni tornò a prendere la mira, era troppo
tardi.
‘’Che ti è preso? Se non avessi urlato, da quest’ora quello
l’avrei già fatto secco. Cosa credi di fare, salvandolo? L’hai visto quant’era
magro, no? Quella bestia affamata è un pericolo’’, disse Giovanni, schiumante
di rabbia.
‘’Non era pericoloso. L’ho capito subito’’, disse Teresa, per
nulla intimorita.
‘’A volte sei proprio strana, Teresa’’, sbottò il brigante,
che poi riprese la discesa, scrollando le spalle.
I cavalli all’inizio furono un po’ reticenti a proseguire,
poiché sentivano ancora l’odore del predatore, ma poco dopo ripresero a
muoversi come se non fosse mai successo nulla.
Giovanni cercò di velocizzare il ritorno, e non disse più
nulla. Lo stesso fu per Teresa, che non fece altro che pensare alla bellezza
che aveva intravisto in quei magnifici occhi gialli. Era tutta la vita che
sognava di vedere un lupo, ed ora era stata accontentata. Aveva sempre
immaginato i lupi come animali grossi e grassi, e non così magri e minuti, ma
faceva lo stesso, lei era soddisfatta di averne visto uno, ma soprattutto non
le aveva fatto paura.
Quando riuscirono a rientrare stava già per farsi buio, e Giovanni
la lasciò alla sua abitazione in gran fretta, promettendole che sarebbe tornato
più tardi. La ragazza, felice di aver passato quel magnifico pomeriggio pieno
d’amore, entrò nella sua abitazione e chiuse la porta dietro di sé.
Poco dopo, scoprì che Lina le aveva lasciato un pasto pronto
sul tavolo della cucina. Sorridendo, e pensando che all’indomani avrebbe dovuto
ringraziare l’amica e scusarsi per la sua improvvisa scomparsa, Teresa si
sedette e si gustò lentamente le sue pietanze.
Teresa aveva finito di cenare già da un po’, e fuori dalla
finestra era già tutto completamente buio. Giovanni tardava a raggiungerla,
quella sera.
Con un pizzico di preoccupazione, la ragazza si mise ad
ammucchiare un po’ di legna vicino alla stufa. Poi, sentì un rumore, quasi un fruscio,
provenire al di là della porta.
Subito, Teresa pensò che si trattasse di Giovanni, e
abbandonò la legna per dirigersi verso la porta. Ma proprio quando stava per
aprirla, sentì un piccolo verso, un verso simile ad un ululato. Impaurita ed
incuriosita allo stesso tempo, la ragazza scelse di non aprire la porta ma di
guardare dalla finestra, in modo da scoprire chi c’era lì fuori.
I vetri della finestra della cucina erano appannati, e decise
di aprirli, in modo da vedere tutto in modo più chiaro, tanto c’erano le grate
e chiunque fosse stato lì fuori non avrebbe potuto farle nulla. Sorrise,
pensando che magari si trattava di Giovanni che le faceva lo stesso scherzo di
un po’ di tempo prima.
Con un sospiro, e preparandosi a ricevere lo schiaffo gelido
dell’aria notturna, spalancò i vetri e posò sul davanzale una candela accesa. E
fu così che scoprì che quella volta non si trattava di nessuno scherzo.
Poco distante dalla porta d’ingresso, c’era un lupo.
L’animale la stava fissando con i suoi profondi occhi, come se la stesse
studiando. Teresa lo fissò, e notò che era molto magro, e le parve di
riconoscerlo; si trattava dello stesso lupo che avevano incontrato lei e
Giovanni quel pomeriggio.
L’animale se ne stette ancora per un attimo a fissarla, poi
si dileguò nel buio. La ragazza richiuse la finestra, ma non fece in tempo a
fare altro che la porta si aprì.
‘’Auuuuh!’’, ululò Giovanni, entrando in casa e cercando di
coglierla di sorpresa.
‘’Smettila!’’, disse Teresa, stizzita, chiudendo subito la
porta.
‘’Ehi, che succede? E…’’. il brigante non fece in tempo a
dire altro, poiché la ragazza gli mise una mano sulla bocca.
‘’Smettila di fare il suo verso. Solo un istante fa era qui
fuori, e mi guardava’’.
‘’Chi ti guardava?’’, chiese Giovanni, stupito, non appena
Teresa lo lasciò parlare.
‘’Il lupo che abbiamo visto questo pomeriggio. Ci ha seguito,
è giunto fin qui ed era proprio di fronte alla porta’’.
‘’E’ raro che i lupi si avvicinino così alle abitazioni, ed è
impossibile che un lupo ti abbia preso di mira e che ti abbia seguito per tutto
un pomeriggio. Non hai visto com’era magro? Quello avrà avuto le forze per fare
a malapena venti passi’’, disse il brigante, sorridendo.
‘’Era lui! Ed era qui’’, continuò Teresa.
‘’Io sono arrivato poco fa, e ti garantisco che qui fuori non
c’erano lupi’’.
‘’Se n’era appena andato, forse è scappato sentendoti
arrivare e…’’.
‘’Basta, Teresa. Hai subìto uno spavento tale oggi pomeriggio
che ora vedi lupi ovunque’’, disse il brigante, con lo stesso tono di chi non
crede neppure ad una parola del suo interlocutore. Teresa s’imbronciò.
‘’Tu puoi pensare ciò che ti pare, ma il lupo c’era’’,
continuò la ragazza, decisa più che mai ad essere creduta. Giovanni scrollò le
spalle.
‘’Allora c’era. Come vuoi tu’’, le disse, facendola arrabbiare
ancora di più. La ragazza non sopportava chi la trattava con sufficienza.
‘’Guarda ch…’’.
Teresa non riuscì a dire altro, perché Giovanni la prese tra
le sue braccia e la baciò.
‘’Non voglio stare tutta la notte a litigare a causa di un
lupo. Se c’era, ora se n’è andato ed è nel suo bosco, lontano da qui. Pensiamo
a noi’’, le sussurrò dolcemente.
‘’Hai ragione’’, riconobbe Teresa, calmandosi. Poi, ripresero
a baciarsi.
‘’Sai, io mi sarei stancata di tutti questi baci. Vorrei
passare a qualcos’altro, qualcosa di più impegnativo per noi’’, disse la
ragazza poco dopo. Giovanni la guardò, stupefatto.
‘’Cosa intendi per qualcosa di più impegnativo?’’, le chiese.
‘’Dai che lo sai anche tu. Quello che fanno tutte le coppie,
no?’’, disse Teresa, maliziosa. Intanto, lo stupore non accennava a sparire dal
volto del brigante.
‘’Si può sapere chi ti ha raccontato certe cose?’’, chiese
Giovanni, intuendo che qualcosa non andava. Teresa rise forte.
‘’Lina!’’, gli rispose. Giovanni scosse la testa, avvilito.
‘’Avrei dovuto immaginarlo che ti avrebbe raccontato e
spiegato certe cose. Le parlerò al più presto, deve smetterla di parlare di
certi argomenti con te’’.
‘’No, non prendertela con lei, si è solo limitata a
rispondere alle mie domande. Sono stata io la prima ad indagare, e lei inizialmente
era anche reticente a fornirmi risposte’’, disse Teresa, cercando di scusare
l’amica. D’altronde, era la verità.
‘’Capisco’’, disse Giovanni, ‘’però, certe cose è meglio che
tu te le tolga dalla testa. Dimenticale’’.
‘’Ho capito, non ti senti pronto. Lina ha detto che a volte
può succedere’’, disse Teresa con innocenza, notando che il brigante continuava
a guardarla con aria spaesata. Era ovvio che si sentiva attratto da lei, ma non
voleva fare quel passo in più che avrebbe permesso loro di unirsi ancora di più.
Poco dopo, i due chiacchierarono parecchio, senza entrare più
negli argomenti affrontati poco prima. Poi, il brigante si addormentò, quasi
all’improvviso.
Teresa si distese a suo fianco senza alcun imbarazzo. Quella
notte dormì tranquilla, abbracciata all’uomo che amava, e pensando che quella
era stata la giornata più bella della sua vita. Nel sonno, le parve di udire
più volte degli ululati di un lupo selvatico, ma invece di svegliarsi e
spaventarsi, si raggomitolò ancor di più tra le braccia di Giovanni, e continuò
a dormire serenamente.
NOTA DELL’AUTORE
Grazie a tutti per aver letto anche questo capitolo J
Per fortuna che c’è la nostra Teresa! Come avrete notato, è
una vera e propria protettrice degli animali. Dopo aver salvato il fagiano, è
riuscita anche a salvare la vita di un lupo. Giovanni, invece, è più impulsivo.
Spero che il racconto continui ad essere di vostro
gradimento.
Vorrei anche permettermi di aggiungere che ho iniziato
un’altra storia, il suo nome è ‘La guerra di Fortwar II’. Nonostante sia il
seguito di un racconto che ho già pubblicato alcuni mesi fa, cercherò di
renderlo leggibile per tutti. È un racconto fantasy, molto diverso da ‘Il
brigante’, comunque spero possa interessare anche a qualcuno di voi. Ringrazio
già tutti coloro che saranno così gentili da passare a darci un’occhiata J
Ho iniziato anche una raccolta di piccole poesie, intitolata
‘Avanzi di pensieri’. Spero che anche questa mia nuova avventura interessi a
qualcuno di voi.
Lo so, sto scrivendo un po’ troppo ahah J
Mi scuso per la mia nota eccessivamente lunga, e auguro a
tutti voi di passare una felice giornata J
Grazie a tutti J a lunedì prossimo J