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Autore: tixit    06/04/2015    0 recensioni
Seguito de Le Dodici Lune.
Remus pensa di avere trovato la ragazza perfetta.
La ragazza perfetta pensa di aver trovato il regalo perfetto.
Tutti e due pensano che la Torre di Astronomia sia il posto perfetto per il bacio perfetto.
Ma... è davvero così?
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Remus Lupin
Note: AU, Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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Disclaimer: Questi personaggi non mi appartengono, ma sono proprietà di chiunque possieda diritti su Harry Potter.
Questa storia è stata scritta senza alcuno scopo di lucro. 

Note: Storia sentimentale che piace pochino, va a sapere perché...

 

La Tredicesima Luna

 

Capitolo VI

La Strega Perfetta

La Fornace era davvero incredibile; in realtà era una struttura, con una serie di fornaci, di vario tipo – Michelle gli parlò di archeosiderurgia, ma la cosa non gli diceva molto - e di forge.
E piani di lavoro con strumenti vecchissimi. 
Si capiva che ci aveva passato le ore - i ripiani erano puliti, alcuni strumenti accuratamente lucidati, come il suo banco a Erbologia: era chiaramente passata di lì e aveva lasciato la sua impronta ordinata.
Gli spiegò tutto quello che c’era dentro e a cosa serviva, sfiorando con amore ogni superficie.

“Tu e Severus, avete... lavorato qui? Avete acceso un fuoco qui sotto?” osservò perplesso un mantice enorme, pensando alla dmensione delle fiamme che aveva dovuto alimentare, ai suoi tempi.

“Si, certo, ma molto più piccolo di quelli che una volta si accendevano in questa struttura – parliamo di altri volumi, io da fondere avevo davvero molto poco, e anche di altre temperature: solo che per sfruttare questa struttura è servito un incantesimo di contenimento, un paio di rimpicciolimento, e un bel po’ di incantesimi di sicurezza. Ci abbiamo messo ore solo per pianificare il tutto.” Era pure orgogliosa di quello che aveva combinato. L’incosciente.

”E Severus?”

“Era eccitato anche lui, una cosa diversa dal solito calderone, non so se mi spiego... e per fortuna che c’era Severus!”

Già, pensò Remus tra sé, e per fortuna che c’era Severus... non appena lei se ne fosse tornata a Beauxbatons aveva proprio intenzione di dirgli un paio di cosette sulla sua mania di impicciarsi di cose che non lo riguardavano.

“Vuoi parlare... del Lumos?” la interruppe irritato.

“Sinceramente oramai no, non c’è molto da dire, mi pare.”

“Dopo quel caos? non c’è molto da dire?!?”

“Beh, lo hai visto, no?”rispose scontrosa, “cosa vorresti aggiungere che non ti è chiaro?”

“Magari, dopo aver visto quello che hai fatto ad un Lumos, mi viene naturale fare qualche domanda, non ti pare?”

“Io non te ne ho fatte, mi pare... mi vuoi parlare delle tue trasformazioni, Remus? Ti fanno male, Remus? Le cartilagini che si deformano, le ossa che si ingrandiscono in modo innaturale, la pelle che tira? Me lo vuoi raccontare, Remus? Ti ascolto sai?”

“Non fare quella voce cattiva, non ti si addice... vorrei solo capire: sei un magonò, Michelle?”

“No,” rispose rattristata, “se lo fossi sarebbe stato più semplice perché non sarei stata mai ammessa a Beauxbatons,“ sospirò, ”sono un mago che non è in grado di fare bene alcuni tipi di magia: incantesimi, diciamo... in generale... ho problemi con tutto quello che ha che fare con le bacchette” abbassò gli occhi “cioè, se ci pensi bene, con quasi tutto quello che conta, nel nostro mondo.”

“Ma, come mai?”

“Non lo so, il perché, esattamente. Non lo sa nessuno: non sono la sola, ma siamo rari e... siamo incapaci in grado diverso. Alcuni ci convivono tranquillamente, trovano dei modi per compensare, altri vivacchiano sul limite minimo, altri... beh... altri non arrivano al minimo.” si strinse nelle spalle.

“E tu? “ chiese incoraggiante Remus.

“E io sono la stupida della mia scuola, Remus” sbottò irritata, continuando a evitare il suo sguardo ”quella che non ne fa una giusta, quella con cui nessuno vuole fare coppia per la pratica, sono quella con cui i professori si irritano e che bersagliano di domande, e di consigli e avvertimenti,  chiedendole di sforzarsi o di stare più concentrata, o di esercitarsi di più, quella sempre in punizione, quella a cui è divertente fare gli scherzi idioti perché tanto non sa nemmeno come diavolo fare per lanciare un controincantesimo. Sono quella con cui non ti saresti mai e poi messo a parlare della luna ad una festa, ma che avresti mollato lì, appena possibile, come una scema.”

“Michelle, questo non è vero” protestò a disagio.

“Dai, li ho sentiti i tuoi amici, e li ho visti nei corridoi... e anche tu... vi ho visti con Severus, che è un mago molto in gamba, e a Pozioni vi da una pista, eppure lo trattate come pattume, e pure tu... l’altra volta, camminavi con loro e non gli hai detto proprio nulla. Ma lasciamo stare Severus, che, l’ho capito, non ti credere, ha anche lui il suo bel caratterino quando vuole, e adesso vi saprebbe tenere a bada... io pensavo a Minnie, la Tassorosso imbranata...” scosse la testa amareggiata. “Quando siete con lei siete imbarazzanti.”

Remus arrossì, con Minnie in effetti loro avevano esagerato più di una volta, anche se lei non si era mai lamentata e aveva sempre fatto finta di nulla, addirittura autoironica.
Ma davvero a Minnie non era mai importato sul serio dei loro scherzi?

“Io te l’ho detto prima, e ne sono certa, sai? Se tu fossi stato a Beauxbatons, con tutti quei bei voti che hai, o se io fossi stata un Tassorosso qui a Hogwarts, con il disastro dei voti che ho, mai e poi mai avresti perso tempo con me... l’ho chiesto anche a Lily, tanto per sapere...” arrossì.

“Cosa le hai chiesto mai?” adesso era davvero curioso.

“Con chi uscivi, se uscivi... mi ha detto che hai un debole per le Corvonero, e che non sei mai uscito con una Tassorosso...”

“Non sei un Tassorosso, Michelle, non sei nemmeno di questa scuola!” protestò debolmente.

“Oh lo so, ma so bene in che Casa avrei voluto stare, nel caso, che ti credi? E comunque non è una questione di Casa... non hai mai invitato fuori una tipo Minnie, anzi a Lily veniva pure da ridere alla sola idea... tu, il Prefetto Perfetto e una come Minnie...” scosse la testa.

“Michelle, ti prego.”

“Ma non sono offesa!” lo guardò incerta, “era una cosa che sapevo, ma non è mica una catastrofe, voglio dire che sei proprio carino Remus, ma si può sopravvivere a non uscire con te, le cose tremende sono altre... non ho nemmeno passato l’esame, sai? Una vergogna per la mia famiglia... non avevo il coraggio di ritornare a casa!“ da come si allontanò di botto, subito dopo, Remus capì che questa non era una cosa che lei aveva avuto intenzione di dirgli, che le era sfuggita e che avrebbe voluto poterla ritirare per non raccontargliela mai.

Avrebbe voluto abbracciarla, gli faceva male al cuore vederla così addolorata, ”Sei stratosferica in Erbologia, sai?” le disse piano, “se tu fossi stata una Tassorosso, ti avrei voluta sempre come compagna di Erbologia, nella serra...”. Era vero. Se ne accorse nel momento esatto in cui lo diceva, che non era un complimento fatto per stemperare l'atmosfera: le cose stavano, semplicemente, così.

“Ma non se ne accorge nessuno: la bacchetta regna sovrana tra i maghi...” Michelle scosse la testa “la bacchetta va rispettata perché è lei che ti sceglie! Lo hai detto pure tu... avrei potuto far morire dieci mandragole vive nella serra e non avresti battuto ciglio, ma se uso la bacchetta come fermaglio per i capelli, l’unico uso davvero utile che riesco a trovarle, ecco che te ne esci tutto professorale con il rispetto verso un pezzo di legno con dentro qualcosa che una volta era vivo.”

Remus la attirò a sé stringendola piano tra le braccia, mortificato.”A volte sono un po’ scemo e ho degli amici un po’ scemi...” le mormorò baciandole i capelli.

Lei annuì, convinta, appoggiandogli la testa sulla spalla, e Remus trattenne una risata. “non proprio scemi, “ disse seria ”più del tipo, a tratti, delle inconsapevoli carogne. Simpatici, però, eh!”

“Perché non me lo hai detto?”

 “... volevo godermi questo periodo di pace... Mia zia mi aveva suggerito di fare solo quello che mi piaceva sul serio e lasciar perdere quello che non mi veniva ed è stato ... bello” sorrise tra sé, “diverso” gli sorrise. “Pensavo che lo avreste notato tutti subito, ma nessuno di voi si è mai accorto... a parte Severus, s’intende... per una volta non sono stata giudicata dalla bacchetta.”

“Come se ne è accorto Severus? Gli hai fatto esplodere il calderone?”

“Ma no! Passavamo tanto tempo insieme a Pozioni, è davvero bravo sai? E anche lì io, se permetti...” sorrise “comunque ad un certo punto ho notato che quando dovevo alzarmi per prendere qualcosa faceva un Accio al posto mio, ma non mi diceva mai nulla, così un pomeriggio gliel’ho chiesto, perché lo facesse intendo... ho apprezzato che non è stato né patermalisitico, né superiore, né che pensasse che io gli dovessi qualcosa...  un po’ come se avesse notato che non arrivavo ad una mensola perché non ero abbastanza alta, e trovasse normale prendere le cose per me, senza farne una questione di stato. Per quello s’è offerto di aiutarmi con il ciondolo. Per quello e per la sfida di fare una cosa nuova.”

“Severus sapeva che il ciondolo era per me?”

“Si, certo... disse che non lo avresti apprezzato, ma che in fondo il tuo pareve non contava... era il progetto ad essere interessante “ rise, “Ma a parte Severus, che mi mancherà, quello io ho trovato di bello qui è poter essere un’altra persona per un breve periodo...  Ho perfino baciato un ragazzo fantastico nella Torre di Astronomia, sai?”

“Un licantropo.” la corresse.

“Nella classifica dei licantropi non lo so se sei fantastico,” lo prese in giro, “potresti anche essere appena sufficiente, limitiamoci a quella dei ragazzi”.

Remus sorrise involontarimente tra sé: solo questa mattina si chiedeva come lei non capisse di essere la ragazza perfetta, quella che non fa domande a cui lui non voleva dare una risposta... quella era la ragazza più inadatta con cui avrebbe potuto avere un appuntamento.

“Ma tutto questo Remus non conta, no? Perché domani parto e non ci sentiremo mai più.”

Dal sorriso tranquillo di lei, lui capì che Michelle parlava sul serio.

   
 
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