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Autore: Ohitssari_23    07/04/2015    1 recensioni
"e mi persi in quei bellissimi occhi color ciel sereno, e capì che non sarei stata più in grado di stargli lontana"
Genere: Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ashton Irwin, Calum Hood, Luke Hemmings, Michael Clifford, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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~~CAPITOLO 2
Entrammo nella grande sala.
Presi a braccetto mio padre, mia madre mi imitò affiancandosi a lui tenendo in braccio Summer. Papà mise il braccio libero dietro la schiena di mia madre, avvicinandola a lui.
Dietro di noi seguivano Hope a braccetto con suo fratello maggiore Tristan e i suoi genitori che si tenevano per mano.
La sala era davvero bellissima.
Una cinquantina di tavoli rotondi arredavano la sala, sul fondo c’era una grande pista da ballo e sopra di noi una balconata era arredata con i colori della bandiera a stelle e strisce.
-Sergente Mitchel! Che piacere incontrarsi- esclamò un uomo alle nostre spalle.
-Irwin! Non pensavo saresti venuto- rispose mio padre girandosi e stringendogli la mano. L’uomo, o Irwin, ci guardò con un grande sorriso stringendo la mano a me e a mia mamma presentandosi.
-Hai una splendida famiglia, Derrik- disse Irwin. Mio padre sorrise.
-Ho visto tuo figlio quando sono entrato, pensavo fosse rimasto in università a Chicago- disse mio padre.
-Parlavate di me?- disse un ragazzo spuntando alle spalle del signor Irwin-
-Che tempismo, figlio mio- rispose il signor Irwin dando una pacca sulla spalla al figlio.
-Piacere, Ashton- sorrise il ragazzo prendendo la mia mano e baciandola sul dorso. A quel gesto divenni rossa come le strisce della bandiera americana, sorridendo timidamente.
-Norah- risposi cercando di non diventare più rossa in viso. Ashton mi sorrise facendo spuntare due adorabili fossette sulle sue guance.
Mollò la presa sulla mia mano, salutò i miei genitori con una stretta di mano e diede un leggero pizzicotto sulla guancia di Summer, che rise nascondendosi nel collo di mia mamma.
-Allora… Che ne pensi di Ashton?- sussurrò al mio orecchio mio padre.
-Papà smettila- gli sussurrai ridacchiando.
Guardai attentamente Ashton.
Era decisamente un bel ragazzo, dovevo ammetterlo. Alto, abbastanza muscoloso, capelli castani e ricci, grandi occhi verdi, labbra sottili, uno splendido sorriso con due dolci fossette che gli scavavano le guance e un leggero accenno di barba. Di sicuro un ragazzo del genere non passa inosservato.
Sentendosi i miei occhi addosso, il riccio si girò verso di me sorridendo dolcemente, e l’imbarazzo si impossessò di me facendomi abbassare lo sguardo e colorando le mie guance di rosso per l’ennesima volta in pochi minuti.
-Papà vado a cercare Hope, ci vediamo al tavolo. Arrivederci signor Irwin, è stato un piacere conoscerla- sorrisi all’uomo davanti a me.
-è stato un piacere anche per me Norah, spero di rivederti presto- mi sorrise ricambiando.
Mio papà mi diede una leggera gomitata guardando di sottecchi Ashton. Sbuffai senza farmi vedere.
-Emh… Ashton, giusto?- sapevo benissimo quale fosse il suo nome.
-Si giusto- sorrise.
-Ti andrebbe di venire con me? Rischio di perdermi qui dentro- dissi. “Complimenti, sei davvero brava a raccontare cazzate, sei da Oscar” disse la mia vocina interiore.
-Si, volentieri Norah- rispose, sempre con quel grande sorriso in viso, il riccio.

Ci allontanammo dai nostri genitori alla ricerca della mia amica che, nel momento del bisogno, sembrava essersi volatilizzata.
-Stai cercando qualcuno?- mi chiese Ashton al mio fianco.
-La mia migliore amica, ma sembra sparita- risi. Presi il cellulare e le scrissi di andare sulla balconata, almeno ci saremo viste.
-Conosci qualcuno di tutte queste persone?- mi chiese Ashton avvicinandosi al mio orecchio.
-Si, ma solo di nome. Io me ne sarei stata comodamente a casa con il cane sul divano- risposi facendo ridere Ash.
-Idem, ma senza il cane, ho un gatto- disse cercando di trattenere le risate.
-Norah!- mi sentì chiamare.
-Hope! Finalmente! Voglio evadere- dissi abbracciandola.
-Piacere, Hope- sorrise la mia amica staccandosi frettolosamente dal mio abbraccio rivolgendosi ad Ashton che era alle mie spalle.
-Ashton- sorrise lui stringendole la mano, -Norah, scusami vado a cercare i miei amici, ci becchiamo dopo okay?- continuò il ragazzo rivolgendosi a me.
-Certo Ash, ci vediamo dopo- gli sorrisi per poi salutarlo con la mano.
-Carino…- disse Hope con un sorrisetto malizioso in faccia.
-Smettila, sembri mio padre- risi pizzicandole un braccio.
-Ahia idiota!- si lamentò massaggiandosi il punto in cui l’avevo pizzicata.

La mia famiglia e quella di Hope si accomodò al tavolo a noi riservato. Presi posto tra la mia amica e mia mamma, che aiutò Summer a sedersi sul seggiolone. Le portate arrivarono una dopo l’altra, servivano dalla pasa al filetto di carne o pesce, per poi concludere con dolci di tutti i tipi, dal tiramisù alla red velvet. Quando il pranzo terminò, un uomo sulla settantina salì sul palco con un bicchiere di spumante in mano e si avvicinò al microfono.
-Buon pomeriggio a tutti- disse scatenando un applauso di tutta la sala.
-Come ogni anno, siamo qui tutti riuniti per festeggiare e ricordare le nostre avventure nei nostri anni di servizio militare per la nostra amata patria, e come da 6 anni a questa parte, terrò io discorso. Ma quest’anno vorrei qui con me due valorosi soldati, due persona che hanno smepre messo il loro ruolo sociale al primo posto per proteggere le loro famiglie e la loro patria. Signore e signori, sono lieto di far salire su questo palco Derrik Anderson e Andrew Hemmings, forza fatevi avanti- continuò l’uomo sul palco.
Mio pare si alzò sorridente dalla sedia, diede un bacio a mia madre e sorrise a me e Summer teneramente per poi raggiungere il palco insieme al presunto Hemmings. Strinsero la mano all’uomo già presente sul palco e dopo poche parole richiamarono le loro famiglie sul palco. Mia mamma, tutta rossa in viso, si alzò sistemandosi le pieghe del vestito e facendo scendere Summer dal seggiolone. Mi alzai anch’io sistemandomi una ciocca di capelli dietro l’orecchio, presi la manina della piccola Summer e seguite da mia mamma raggiungemmo papà sul palco. Dietro di noi seguiva la famiglia Hemmings al completo. Una volta che io, Summer e mamma raggiungemmo papà sul palco mi soffermai a guardare gli Hemmings raggiungerci. Una donna non molto alta stava a braccetto ad un ragazzo alto, biondo e con grandi occhi azzurri, troppo azzurri. Dietro di loro seguivano altri due ragazzi, più grandi del ragazzo davanti a loro. Quando anche loro furono sul palco mio padre parlò al microfono.
-Vorrei ringraziare la mia famiglia, la mia splendida moglie Karen che mi ha sempre sostenuto ed è sempre stata al mio fianco e, naturalmente, le mie due bellissime figlie che sono la mia ragione di vita, la piccola Summer e Norah, che mi hanno sempre accolto con gioia quando ritornavo a casa e che hanno sempre capito, soprattutto Norah, che andavo via per loro, per poterle dare un futuro sicuro e tranquillo. Quindi vi ringrazio dal profondo del cuore, siete tutta la mia vita e siete ciò che mi fa sorridere- disse commosso mio papà e d’istinto lo abbracciai con le lacrime agli occhi.
Anche il signor Hemmings fece un piccolo discorso per la sua famiglia, anch’esso molto commovente. Scendemmo dal palco poco dopo, mio papà scambiò due parole con il signor Hemmings mentre io, mamma e Summer parlammo un po’ con la moglie, mentre i suoi figli si allontanarono subito parlando tra di loro.

Avevo una famiglia perfetta, amavo la mia famiglia e amavo soprattutto farne parte.


Ciao a tutti :) Scusate per l'immenso ritardo ma non ho molto tempo per scrivere, tra la scuola e danza sono sempre impegnata e il capitolo lo scrivo sempre a pezzi. Spero che non mi abbandonerete e mi piacerebbe se scriveste qualche recensione, negativa o positiva, per sapere se la storia vi piace oppure sto sbagliando qualcosa. All the love xoxo A.
   
 
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