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Autore: willow11    07/04/2015    7 recensioni
Santana Lopez, ormai padrona dei suoi poteri, è pronta ad affrontare la sua nuova avventura: partire con Hermione, Harry, Ron e Quinn per distruggere tutti gli Horcrux.
Questa storia è il seguito di Obliviate e Obliviate anno VI, e segue gli avvenimenti del settimo anno di Harry Potter.
da uno dei capitoli:
-Mi stai leggendo la mente?- La punzecchiò la più piccola.
-Come lo sai?-
-Cambi espressione quando mi leggi la mente… inarchi le sopracciglia e ti spuntano due fossette proprio qui- spiegò Hermione toccando con le dita i punti precisi della fronte della latina.
Santana sorrise, poi afferrò con le proprie mani quelle della grifondoro e le baciò.
-Herm…- disse con un tono che sembrava quasi una supplica.
Hermione la guardò confusa.
-Ti prego… Ti prometto che non ci succederà niente e vinceremo questa guerra insieme… Ma ti prego, permettimi di farti l’incanto obscuro… -
Santana/Hermione
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash, FemSlash | Personaggi: Noah Puckerman/Puck, Quinn Fabray, Santana Lopez, Sebastian Smythe, Un po' tutti
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Obliviate'
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obliviate 3.16

-Harry… Harry!- urlò Hermione preoccupata avvicinandosi a lui.

-È il serpente… lui è l’ultimo… è l’ultimo horcrux…- disse Harry con la voce rotta.

Hermione si girò a guardare Ron, di certo non si aspettavano quella rivelazione.

Santana intanto non aveva smesso un attimo di osservare il ragazzo, evidentemente provato, come se lui per primo fosse stato toccato dalla distruzione del precedente horcrux.

-La bacchetta di Sambuco non può servirmi adeguatamente perché, io non sono il suo vero padrone…- continuò Voldemort –essa appartiene al mago che ha ucciso il suo ultimo proprietario…- disse avvicinandosi sempre più.
-Tu hai ucciso Silente Severus, finchè vivi la bacchetta di Sambuco non può essere veramente mia…-
Il volto di Piton era immobile e terrorizzato allo stesso tempo.
-Sei stato un servo molto bravo e fedele Severus, ma solo io, posso vivere, per l’eternità-
Voldemort guardò a fondo l’insegnante fino a quando agitò la bacchetta con un pugnale tagliandogli la gola.
-Nagini… Uccidi…-

Santana aprì gli occhi sconvolta.
Se quella era davvero una premonizione, doveva correre subito da Piton per farsi dare le risposte di cui aveva bisogno.

-Guarda dentro di lui Harry, se vedi dove si trova, possiamo trovare il serpente e mettere fine a questa storia- lo esortò Ron avvicinandosi a lui.

-Io devo andare…- disse velocemente Santana.
-Cosa? Dove?- Chiese preoccupata Hermione.
-Devo fare una cosa…-
-È per via di Quinn?-
A Santana le si bloccò il respiro ricordandosi della sensazione che aveva avuto qualche minuto prima sulla sua migliore amica.

-Temo dovrà aspettare- disse solo cominciandosi ad allontanare.

-San, San aspetta…- La rincorse Hermione.

-Ci vediamo in sala grande, amore- urlò Santana che ormai era già corsa lontano.

Hermione si girò verso Harry e Ron decisamente sotto schock –mi ha chiamata amore…-


--


Santana entrò nell’ufficio di Silente cercando di recuperare il fiato.
Non era da sola.
Seduto alla scrivania del ex preside di Hogwarts, infatti, sedeva il professor Piton.
L’uomo le dava le spalle ma Santana percependo i suoi pensieri non aveva dubbi che fosse lui.

-Come sapeva che ero qui- disse l’uomo sempre dandole le spalle.
-Sesto senso…-
-Cosa vuole?-
-Ho bisogno di risposte- rispose seria Santana.

-Perché le chiedi a me?-
-Silente mi ha condotto qui…-
-Silente è morto… Io, l’ho ucciso-

-Questo è quello che crede Voldemort… Ma io so che non è così-

A quel punto Severus si alzò in piedi e si girò verso di lei.

-Come fa ad esserne così sicura?-
-Non lo sono, infatti… Ma prima, in sala grande lei ha cercato di dirmi qualcosa- disse Santana abbassando il tono di voce –e poi ho avuto la visione su…-

L’uomo fissò la ragazza cercando di capire cosa stesse pensando.

-Ho solo bisogno di sapere la verità su Harry Potter…- aggiunse risoluta.
-E perché dovrei saperla io?-
-Perché se no Silente non mi avrebbe condotto da lei…-


-Non dovrebbe essere qui- disse lui superando la ragazza.


-Vuole ucciderla… non gli funziona la bacchetta di sambuco e crede sia colpa sua… A breve la verrà a cercare-


Sul volto di Severus comparve un’espressione spaventata, Santana non poteva vederla ma, senza dubbio, poteva sentirla.

Così senza pensarci fece un paio di passi e si trovò di nuovo di fronte all’uomo.

-Se davvero sa qualcosa… questo è il momento… La prego-

-È stupefacente… Legge anche il futuro…- disse l’uomo evidentemente provato dalla notizia.

-La prego- ripeté Santana avvicinandosi di più a lui.

Dopo qualche istante di esitazione il preside decise di parlare.

-Sei testarda… Proprio come Silente… D’accordo Santana, ti dirò tutto-


--


Harry, Ron ad Hermione correvano in mezzo alla grande guerra.
C’erano streghe e maghi, giganti e centauri e animali di tutti le dimensioni.

I tre continuarono a correre cercando di non voltarsi mai.
Concentrarsi troppo, sarebbe significato iniziare a contare il numero dei morti e cominciarsi a disperare per ognuno di loro.

Dovevano correre e uccidere il serpente, o per lo meno capire come ucciderlo.

Hermione evitò l’ennesimo incantesimo scagliatogli addosso nascondendosi con i ragazzi sotto una grossa campana.


--


Santana si sedette sul gradino che conduceva alla grande scrivania.
Era sconvolta dalle parole del preside.
Allora era tutto vero?

Harry era davvero l’ultimo horcrux e lei era stata designata per scortarlo a morire.
Non poteva, non voleva crederci.

L’uomo abbassò lo sguardo, evidentemente dispiaciuto per quando gli aveva appena detto.

Era raro che il suo volto raccontasse un’emozione, ma in quel caso non era così.

Un rumore di porta li fece ridestare.
L’uomo guardò Santana e le fece cenno di nascondersi.

Santana allora si alzò e si nascose dietro una delle grandi libreria.

-Severus- disse la voce dell’uomo che era appena entrato.

A Santana quella voce sembrò familiare. Che fosse il papà di Draco, Lucius Malfoy?

-Il signore Oscuro vuole vederti- disse ancora l’uomo.

Severus non rispose, semplicemente uscì dalla stanza.

Lucius Malfoy diede un’ultima occhiata alla stanza e uscì chiudendosi la porta alle spalle.


Santana sentendo ormai lontani i pensieri dei due mangiamorte, uscì dal proprio nascondiglio.

L’ispanica cominciò a camminare avanti e indietro nella grande stanza dove un tempo aveva imparato a controllare il potere della sua mente.

Doveva capire quando parlare con Harry, cosa dirgli e come dirglielo.

Si fermò a guardare il quadro di Silente, dove il preside era intento, come al solito, a dormire.

-Non credo tu debba girarci troppo intorno, Harry Potter è un ragazzo intelligente…-

L’ispanica riconoscendo quella voce calda, si girò verso l’alto.

E infatti sopra la grande libreria, decisamente molto impolverato, giaceva il cappello parlante.

-Come fai a ricordarti il mio nome? Ho fatto lo smistamento nove anni fa…-

-Ricordo tutti i casi difficili Signorina Santana Marie Lopez- rispose a tono il cappello a punta.

-Il mio è stato un caso difficile?-
-Certo che lo è stato! Stavo per pronunciare la tua futura casa quando hai iniziato a chiedermi di non metterti li…-

-Davvero?- Chiese divertita Santana che aveva rimosso quell’episodio.

-Perché credi che Silente ti abbia lasciato la spada di Godric Grifondoro?-

Santana guardò il cappello ricordandosi delle parole del preside.

-A Santana Marie Lopez lascio la spada di Godric Grifondoro… Nella speranza che il coraggio e la lealtà, nobilitino le anime di chi si metterà sulla sua strada…-


--


-Avete combattuto con valore ma in vano… Io non desidero questo… Ogni goccia di sangue magico versato, è un terribile spreco, pertanto ordino alle mie forze di ritirarsi. In loro assenza disponete dei vostri morti, con dignità… Harry Potter, ora mi rivolgo direttamente a te, questa notte hai consentito che i tuoi amici morissero per te invece che affrontarmi di persona… Non c’è disonore più grande… Raggiungimi nella foresta proibita e affronta il tuo destino… Se tu non lo farai, io ucciderò ogni fino all’ultimo uomo, donna o bambino, che cercherà di nasconderti a me…-

Santana, appena fuori dall’ufficio di Silente, alzò la testa provata.
Le parole di Voldemort erano state fin troppo precise e incisive.

Il momento era arrivato, doveva trovare Harry e dirgli tutta la verità.

E poi l’avrebbe accompagnato a morire.

Improvvisamente le venne in mente di Quinn. Ad un certo punto aveva smesso di sentirla.

Così cominciò a scendere le scale incrociando, di volta in volta, i corpi senza vita di persone che conosceva o che aveva conosciuto per caso.
Ogni gradino che scendeva la paura di trovare uno dei suoi amici, disteso a terra, aumentava sempre di più.

-Sannie!-

L’ispanica si voltò verso destra, tutto ammaccato ma ancora in piedi c’era Dave Kurofsky.

A Santana le venne subito da sorridere, ma sentendo che qualcosa non andava, si avvicinò a lui con timore.

-È successo qualcosa a Victor?-

Il ragazzo scosse la testa –Thor sta bene… Si sta facendo medicare giù…-

Santana allora continuò a fissarlo cercando di capire.

-Kurt…- disse, buttandosi tra le sue braccia.

Santana lo strinse con forza leggendo nella sua mente l’immagine massacrante di quando il ragazzo aveva scoperto i corpi senza vita di Kurt e Blaine.

La latina lo strinse ancora di più, senza dire niente.


Dopo un po’ Dave si staccò provando ad asciugarsi le lacrime

Santana allora decise di fare quella domanda che tanto temeva.

-Hai notizie di Quinn? Puck e Rachel?-

Il ragazzo scosse la testa.
-Dov’è Hermione?- Domandò subito dopo.

-Con Harry e Ron-
-Riesci a sentirla? Ma non l’avevi oscurata?- Chiese sorpreso lui.

-Infatti…- rispose confusa la ragazza –ma per qualche motivo so che è fuori pericolo…-
Il ragazzo annuì sorridendo appena.

-Andiamo a cercare gli altri-

I due scesero fino al piano terra facendo slalom tra le macerie della scuola.

Avevano la morte nel cuore, quel castello era stata la loro casa per troppo tempo, non poteva essere stata ridotta così.

L’ispanica si fermò.
-Lo senti anche tu?-

Dave la guardò confuso.

-È il pianto di un bambino…- disse sorridente la ragazza.
-Un bambino?-
-Il figlio di Quinn… è nato!- disse ancora Santana.

Dave seguì Santana fino alla classe di incantesimi.

L’ispanica vide un paio di ragazzi accerchiare quello che poteva essere un lettino.
Dai capelli biondi e una buffa cresta riconobbe subito Sam e Puck.

Tirò un respiro di sollievo, almeno loro erano vivi.

Puck sentendo la presenza di qualcuno si girò verso di lei.

L’ispanica notò subito gli occhi lucidi, ma un secondo dopo una voce che avrebbe riconosciuto anche fra mille, la chiamò.

-Sannie…-
Santana scavalcò Puck e Sam e si fiondò sul lettino dove distesa con in braccio un bebè c’era Quinn Fabray che sorrideva a fatica.

L’ispanica la strinse con forza e cominciò a piangere.

-Per Salazar Fabray, mi hai fatto preoccupare- disse continuando a piangere dalla commozione.

Poi si staccò e guardò il bambino che teneva stretto.

-È bellissimo- disse commossa.

Quinn si fece seria e Santana perse un battito, conosceva bene quell'espressione.

 -E' una femmina Sannie... Si chiama Rachel…-


Il sorriso le morì in volto.

Quinn si voltò verso destra.
Santana seguì il suo sguardo.
A terra, su un paio di barelle, distesi l’uno accanto all’altro, c’erano Finn Hudson e Rachel Berry.

La latina si portò una mano sulle labbra.
Non poteva essere, non Rachel.
-NO!-


Un secondo più tardi sopraggiunse Hermione che l’abbracciò con forza sorreggendola in quel pianto.

A vedere quella scena, a Quinn sfuggì un'altra lacrima, l’ennesima di quella notte.

Puck allora le si avvicinò.
Quinn si strinse a lui e a sua figlia cercando di non pensarci, ci sarebbe stato tempo.


-Chi altro?- Chiese Santana guardando la sua ragazza.
-Fred…-
-Fred Wesleay?- Chiese l’ispanica.

Hermione annuì con gli occhi lucidi.

-E poi?-
-Tonks e Lupin…-
Santana abbassò lo sguardo sempre più sconvolta cercando di trattenere le lacrime.

-Amore…- le disse Hermione stringendola di più a sé.
-Non è giusto…-
-lo so…- rispose la grifondoro.

-Dov’è Harry?-
-Nella sala grande con Ron…-
Santana annuì -devo parlare con lui…-

Hermione dopo un attimo di esitazione guardò Santana con uno sguardo consapevole.

-Sai già di cosa sto parlando?- Chiese Santana leggermente sorpresa.

-Credo di sì…-
-Ed Harry?-
-Penso l’abbia capito da un pezzo…-
-Io devo andare con lui Hermione-
-Perché?-
-Perché me l’ha chiesto Silente…-

Hermione scosse la testa terrorizzata–no, no…-

-Devo-
-Vengo con voi!-
-No…- Rispose ferma Santana.

Hemione non avendo più parole per replicare le si fiondò tra le braccia e la baciò con passione.

-Staremo insieme…- disse l’ispanica staccandosi.

Hermione annuì asciugandosi le lacrime.

-E lo sai perché?-

La grifondoro scosse la testa.

Santana allora sorrise mentre una lacrima aveva appena preso a rigarle il viso.

-Perché ti amo… e non avrebbe senso vivere questa, o qualsiasi altra vita, senza di te-




--
--





Scrivere questo capitolo è stata un'impresa,
ma anche gli altri due che seguono non sono da meno.

Se in questo capitolo vi siete commossi, preparate tanti fazzoletti per il prossimo.

Aspetto i vostri pensieri per commentare con voi,
A presto
Chiara


  
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