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Autore: Nimirose    07/04/2015    5 recensioni
Seguito della Longfic "Comprare un Malfoy".
A volte i maghi del passato che credevamo eroi, non sono affatto tali, ma soprattutto, la loro storia è avvolta da talmente tanta polvere che nessuno può più distinguere il vero dal falso.
così, il Clan GrangerMalfoy profetizzato da Boudicca dovrà darsi da fare, tra una gag comica e una scena di caotico flirtare, per scoprire l'eredità di antichi e crudeli maghi celtici. Ma tutto, come sempre, ruota intorno a una cosa sola. Cos'è l'amore? Ed Eltanin, l'occhio del Drago, lo scoprirà in tempo per salvare il mondo magico?
N.B.: Non si parla nè di Silente nè di Harry, NON sono loro i falsi eroi!
Dramione, maneggiare con cautela.
Genere: Azione, Comico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Blaise/Pansy, Draco/Hermione, Harry/Ginny
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Comprare la felicità'
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Parla Eltanin:
 
Noi due attiriamo gli uragani
E a pensarci, che accada perché siamo come loro?
Perché, involontariamente ne condividiamo l’anima ribelle , lo spirito giocoso ma indomabile?
 
Noi siamo una giravolta di perle sul viso e fiori nei capelli,
noi siamo fulmini rosso fuoco sprigionati dall’energia dell’universo,
noi siamo gioia e dolore, il viso di mille colori dipinto.
 
Noi due attiriamo gli uragani.
Perché come loro,
siamo ribelli e incontrollabili, giocosi ma indomabili, furiosi ma entusiasti.
 
Un circo roteante di espressioni canore e sensazioni tattili,
un vortice continuo di piroette e volteggi di acrobati senza tetto ma con un’anima
un turbinio di saettante volontà e risate,
trucchi e giochi di vita
una girandola continua di qua e di là, di ora e di dopo, di presto e di tardi.
 
Noi due attiriamo gli uragani.
Perché come loro,
siamo ribelli e incontrollabili, giocosi ma indomabili, furiosi ma entusiasti.
 
Noi due,
come gli uragani,
siamo senza freni in questa vita che non riesce a contenere il nostro essere vivi.
 
****
 
La mia Vita è una danza tribale,
su un ritmo di sangue ed eccessi.
 
Questo mio corpo e questa mia mente
guerra eterna dichiarano al mondo.
 
Ho scelto di vivere con furia sanguinaria, e sfruttare ogni attimo lottando per esso.
Combatto ora e in futuro contro ogni cosa e persona per ottenere infine il mio diritto alla libertà.
 
Mille nemici a impedirmi la gioia.
Mille ostacoli sulla mia via.
Mille difficoltà a contrastarmi.
Ma io porto avanti la mia guerra di felicità.
Con ferocia mi lancio contro i troppi nemici, ostacoli e difficoltà, brandendo me stessa come unica arma.
Ma io voglio uscirne vincitrice e vincitrice sarò.
 
La mia Vita è una danza tribale
Su un ritmo di sangue ed eccessi.
 
Ed io continuo a ballare
Guardando negli occhi il mio trionfo
Ma soprattutto sempre scegliendo di essere Me.
 
 
 
Hogwarts, giardini:
 
Appena Eltanin si fu smaterializzata insieme a James, con grande disappunto della preside, i coniugi Granger Malfoy tentarono di prendere in mano la situazione per portare l’intera compagnia, amici, parenti, tribù varie, al meleto.  Così, mentre Hermione insultava Draco per la sua incapacità di rimanere in fila e Minerva continuava a borbottare regole su regole nonché le varie punizioni adatte alle situazioni in corso, la compagnia finì per portarsi da sé, recandosi al suo ritrovo abituale, sotto lo sguardo stupefatto e incredulo di tutta la scolaresca.
In cima alla fila, a condurla con un entusiasmo esagerato anche per lei, Lily, l’indegna figlia di Harry Potter, che guidava il corteo strillando incitamenti alternati a marce nuziali, fischiettando fanfare trionfali assieme a minacce più o meno esplicite contro il “vermicolo”. Dietro di lei, i gemelli Granger Malfoy: Phoenix finalmente rilassato, quasi sull’orlo delle lacrime per il sollievo, con Lirael attaccata al braccio, e Pegasus che non smetteva di sghignazzare ascoltando la rossa cantare a squarciagola. Ancora più indietro, il resto del gruppo, in un ammasso confuso di esclamazioni di giubilo e trepidazione, agitazione e borse, divise ordinate e linde e camice spiegazzate. Le gemelline strattonavano I Nott senza pietà, esaltate al limite del possibile, Dominique e Luis parlavano in un concitato quanto incomprensibile francese, Cass tirava Molly per la manica cercando di guadagnare terreno, Lupus e Caillean circondavano Orion in un silenzio pieno di parole non dette, e Galen arrancava dietro la mezza Veela. Privo della calma che solitamente lo caratterizzava, anche Brian si era fatto coinvolgere da Fred e Roxy, che lo strattonavano ora di qui e ora di lì, e assieme a Hermione e Draco chiudeva il gruppo.
Detto questo, la brigata impiegò un lasso di tempo particolarmente lungo per raggiungere l’agognato meleto e i loro amici che già li attendevano tra gli alberi.
 
Quando Lily, finalmente e con sua grande impazienza, raggiunse la sommità della collina, addentrandosi tra le piante, si bloccò appena vide il fratello ed Eltanin, emettendo un verso a metà tra il meravigliato e il disgustato. Perché diavolo James stava così appiccicato alla sua amica??
Dal canto loro, dietro l’erinni dai capelli rosso fuoco, il resto della compagnia si era fermato allo stesso modo, seppur per diverse ragioni: a loro, i due innamorati, sembravano un quadro rinascimentale, con tanto di sottofondo.
E come dargli torto. Eltanin, sempre avvolta nell’ampio vestito di petali di ciliegio, sedeva con la schiena appoggiata al tronco di un melo, le gambe delicatamente ripiegate sotto di sé, gli occhi socchiusi, e il capo reclinato per un quarto. Un sorriso lieve quanto sereno aleggiava sul suo volto, mentre con gesti leggeri accarezzava la chioma rosso mogano di James, che poggiava mollemente la testa sul suo grembo, semisdraiato sul prato. Questi teneva tra le mani uno strano strumento, fatto di legno e d’edera intrecciata, le corde intessute in tela di ragno, resistente, nonostante questo.
Il Clan, la Tribù, i Nott, gli Zabini e l’unica Potter rimasta guardarono a bocca aperta la scena, mentre la maggiore dei Granger Malfoy oscillava il capo al ritmo dolce delle note di James, e cominciava a cantare seguendo la musica:
 
Quanto tempo che non guardavi il cielo, Creatura Perduta?
Quanto tempo che non cercavi le stelle brillanti nella notte scura?
Quanto tempo che hai rinunciato alla speranza e ai sogni del mondo infinito?
 
Le stelle brillano ancora, Piccola Mia.
Il cielo splende e la speranze esiste.
Prendi le mie mani e cammina con me,
Prendi le mie mani e cammina con me, te li mostrerò.
 
Ma tu prometti, Piccola Mia, prometti,
Prometti che non rinuncerai mai, mia piccola creatura, Perduta e Ritrovata..
 
Vedendoli arrivare, Eltanin interruppe il suo canto e scosse lievemente il braccio di James, inducendolo a voltarsi con lei verso gli altri.
Mentre ragazzi, ragazze, adulti e preside si commuovevano per il meraviglioso canto, chi in modo serio e composto, chi versando qualche dignitosa lacrimuccia, chi scoppiando vergognosamente a piangere con tanto di moccolo al naso, si veda l’indegna sorella del musicista e il padre privo di filtri della cantante, quest’ultima sorrise, illuminando il mondo intorno a lei, e inducendo persino gli usignoli posati sui rami a gorgheggiare felici.
Tra le lacrime altrui i due ragazzi si alzarono da terra, rimettendosi in piedi e sorridendo agli astanti. Eltanin allargò le braccia in un abbraccio invitante, e in pochi secondi venne travolta da una furia rossa indegna del proprio nome, che la stringeva singhiozzando e sghignazzando allo stesso tempo.
-Eltaniiiin!!!- strillava Lily –Oh, oh Eltaniiiin! Quanto ci sei mancata! Quanto MI sei mancata! I tuoi fratelli non sanno fare nulla senza di te!- disse più pacatamente staccando un secondo il volto pseudo piangente dalla spalla dell’amica. –Eltaniiin!- riprese a singhiozzare –Ero proprio nei guai senza di te..- si staccò di botto lasciando andare la ragazza e cominciò a strusciare i piedi per terra, calciando lontano qualche pietra e abbassando lo sguardo.
-Lily?- la richiamò dolcemente la bionda.
-Sì.- rispose la rossa con un filo di voce.
-Sei di nuovo indietro con i compiti e Lumacorno è disperato e non sa che farsene di te?- chiese Eltanin, il sorriso che le aleggiava vago sulle labbra.
-…- Silenzio.
-Lily.- la richiamò divertita.
-Sì.-
-Lo sospettavo.- e il sorriso della maggiore dei Granger Malfoy si allargò fino a risplendere, mentre tratteneva una risata.
-Sei arrabbiata?- chiese la rossa, quasi timorosa di sentire la risposta.
-Sono orgogliosa. Di tutti voi. Avete fatto un lavoro magnifico mentre non c’ero, vi siete presi le vostre responsabilità, avete agito e vi siete frenati quando dovevate, avete capito un po’ di più cosa significa essere ciò che siamo. Anche tu, Lily.- fece una pausa, cercando di trattenere una risata e poi aggiunse: -Anche se non hai fatto i compiti!-
Mentre la Potter indegna arrossiva di imbarazzo e di felicità, venne sbalzata via da unaltro corpo in movimento che si precipitò tra le braccia ancora spalancate di Eltanin.
Mentre Hermione scuoteva impotente il capo, ormai rassegnata, Draco si era infatti liberato della sua presa per gettarsi ad abbracciare la sua figlia maggiore in uno spargimento di lacrime, isterismi e amore paterno.
-Figlia mia! Carne della mia carne! Sangue del mio sangue! Ma come sei bella, ma come sei simpatica! Oh ma quanto mi sei mancata! Tua madre diceva che dovevamo solo aspettare, ma io le ho detto che..- smise un attimo di parlare, slacciandosi da un’Eltanin piuttosto divertita per minacciare James con un dito e fulminarlo con gli occhi. –TU!- strillò –Tu non mi piaci! Avrò anche detto a Nin che mi sta bene, ma tu non mi piaci, e non-toccarla-con-quelle-mani!- gridò infine, mentre mulinava le braccia per allontanarlo dalla preziosa figlia. James si ritrasse con un sorriso divertito, mentre Eltanin cercava di riacchiappare il padre anti-James, senza alcun successo. Maggior fortuna ebbe Hermione, che, con la prontezza di riflessi sviluppata in anni di convivenza con il biondo scattista, lo afferrò per la chioma platinata e lo strattonò indietro, prima che riuscisse a mutilare l’amore della vita di sua figlia, e strattonandolo lo fece cascare a terra. Eltanin rise e con lei rise sua madre, mentre Draco faceva smorfie irritate e si massaggiava le parte lesa con entrambe le mani.
Dopo un giro di saluti generali, più o meno sconvolti, tra cui spiccò sicuramente quello del fratello Phoenix, che si avvicinò a Nin con l’aria di chi ha appena visto un fantasma e scoppiò a piangere per il sollievo di averla di nuovo a Hogwarts, James ed Eltanin tornarono ad accomodarsi sul prato verde e invitarono gli altri a fare lo stesso.
-Allora- cominciò Eltanin facendosi seria –Credo che voi abbiate parecchio da raccontarmi, no?- chiese, interrogando i fratelli con gli occhi.
-Non ne hai idea! Se vuoi comincio io!- strillò felice Lily.
-Ma anche no!- intervenne subito Phoenix, mentre gli altri sghignazzavano –Tu taci, creatura diabolica!- ribatté, mentre nei suoi occhi si rispecchiava tutta la frustrazione che la giovane Potter gli aveva causato negli ultimi giorni.
-Eltanin, perché non cominciate voi?- domandò Caillean, tranquilla –Ultimamente abbiamo sentito parecchi cambiamenti nel tessuto del mondo, e ho come il sospetto che voi due ne siatela causa..-
Eltanin arrossì, sapendo bene come, di fatto avevano apportato quei cambiamenti, ed esitò una frazione di secondo prima di rispondere, così James prese la parola al suo posto.
-Non c’è poi così tanto da raccontare. Eltanin ha ottenuto il pieno possesso e controllo dei suoi poteri, attraverso riti sacri su suolo sacro, si è esercitata e ora è molto simile alla Dama del Lago primigenia, Nimue.  Anche se sono convinto che ancora non sia una.. – tentennò un attimo sulla parola da usare –Trasformazione, se vogliamo chiamarla così, completa. D’altro canto mancano ancora tre reliquie, fonti importanti del potere di Nimue, e qualcosa mi dice che l’iniziazione non è compiuta del tutto.. L’Occhio del drago è aperto ma ancora non attivato, se volete vederla nel modo più semplice.-
Mentre Eltanin lo guardava adorante, grata per averla salvata dalla situazione imbarazzante, Caillean sorrideva, decisa a non indagare ulteriormente su questi “riti sacri” di cui era stata fatta menzione da James, e Draco e il resto del lato maschile Granger Malfoy massacravano il ragazzo con lo sguardo, indecisi se porre o meno la domanda che li tormentava e che avrebbe potuto decretare la fine della giovane vita di Mr. Potter Jr.
A togliere tutti dall’imbarazzo ci pensò Lily l’erinni, che con l’aria più innocente ed ingenua del suo repertorio, chiese: -Quali riti?- per poi raccogliere una mela rossa da un ramo e addentarla con gusto.
Diverse paia d’occhi si voltarono a fissarla, sgranati, per poi passare alternativamente da lei a James ed Eltanin e poi a Draco, ormai livido in volto. Quando la velocità del passaggio di sguardi si fece ridicola anche per il sorriso divertito di James, questi sbuffò e non si trattenne.
-Oh insomma Lil! Se sono sacri sono anche non di comune conoscenza, tu che dici?? Sacro uguale sconosciuto a più uguale fatti gli affari tuoi. E piantala di ficcare il naso negli affari miei e di El!-
-Sentilo lui!- rispose la rossa. –Solo perché ora tu ed Eltanin vi sbaciucchiate non hai mica il diritto di dirle quello che deve fare o quello che deve dire, ochessòio! Lei è più amica mia che roba tua!- si inalberò Lily, scattando in piedi e minacciando il fratello con urla belluine e gestacci.
Intanto, la bionda di cui tanto si discuteva, si era fatta piccola piccola, rintanandosi col viso incredibilmente imporporato contro il petto di James, senza riuscire a reagire granché alle domande impertinenti di Lily.
Hermione decise allora di prendere le redini della situazione e si alzò, costringendo entrambi i Potter a mettersi seduti e rimproverandoli con lo sguardo.
-Sì, d’accordo, che razza di riti si siano fatti a Lif non interessa a nessuno,  o meglio, forse a qualcuno interessa, ma io ho detto il contrario e vi sfido a contraddirmi.- passò lo sguardo truce sul gruppo e dato che non vennero rilevate obiezioni proseguì –Piuttosto, ci interessano le conseguenze. Nin, è realistico quello che dice Caillean, il mondo è cambiato grazie a te?-
Eltanin sospirò, annuendo.
-E come di preciso?- la incalzò la madre.
La ragazza inclinò il capo, a riflettere. –Non saprei spiegarlo bene. Non credo sia un concetto possibile da esprimere a parole.. però quello che ha detto Caillean non si discosta molto dal nocciolo della questione. La struttura dell’universo, la trama degli arazzi della vita, il modo in cui viene concepita la creazione.. sono cambiati.. si sono come.. spostati. In qualche modo, ora il cuore della magia, il cuore del mondo e di questa terra.. sono io. È tutto collegato, normalmente, ed ora, è tutto collegato a me. Ciò che deve nascere e ciò che deve terminare; la vita, la morte, la crescita; gli esseri magici e quelli che non lo sono, le creature senzienti e le rocce o le piante. Le mie risate creano ruscelli, l’avete visto, e la mia essenza crea viali alberati, in un certo modo.. Non dipende tutto da me, ma piuttosto da ciò che il mio cuore è diventato.. una sorta di centro, di fulcro per l’universo. E se mi lascio andare, rilasciando il potere, il fulcro si sposta, si muove e il mondo cambia.-
Hermione tacque un attimo, pensierosa.
-Quindi.. sei una sorta di rivoluzione magica.- disse poi –Puoi controllarlo?- chiese infine.
Eltanin guardò dolcemente James, accanto a lei e sorrise. –Sì, ora posso. Alcune cose sono fastidiose ma non è un grosso problema.-
-Ad esempio?- domandò ancora Hermione, sempre concentrata sul problema.
-Mh.. ad esempio i vestiti. Mi sento assolutamente costretta nei vestiti comuni, e la mia pelle agogna il contatto con la roccia, la terra il mondo tutto.. Se potessi vestirei solo di luce, ma temo non sia consentito dal regolamento scolastico- disse, sorridendo alla preside McGranitt. –E nemmeno James credo che ne sarebbe troppo felice..- aggiunse, sogghignando nella sua direzione, mentre il ragazzo si faceva verde di gelosia alla sola idea.
-Beh, a questo si può rimediare facilmente.- la interruppe la madre –Se Minerva da il suo permesso puoi indossare vesti.. beh, come quella che hai ora, magari un po’ più modesta che ne dici?- chiese scrutando il vestito di petali di ciliegio.
-Che si può fare, ma nasconderei comunque la cosa con un incantesimo di disillusione, credo sia meglio tenere un profilo basso..- rispose Eltanin. 
-A questo ci arriveremo dopo, per ora limitiamoci a scambiare le ultime notizie.- disse Hermione tornando a sedere accanto al marito. –Bene credo che ora tocchi a noi. Fuori le novità, ragazzi.-
I ragazzi più giovani cominciarono a guardarsi l’un con l’altro, non sapendo come cominciare. Alla fine fu Lupus a prendere la parola, e riassunse tutto ciò che era accaduto da quando la sorella era andata a Lif, l’attacco di Mordred a Orion, la conseguente ferita riportata da Draco, l’addestramento di tutto il gruppo atto a renderlo un piccolo esercito, l’abbandono di Hermione e Draco e il loro cedere il passo, le scosse avvertite da Caillean riconducibili ai riti a Lif, e infine, ultimo ma non per importanza, le ricerche in biblioteca e il ritrovamento del libro.
A queste parole i gemelli Nott si affrettarono a tirare fuori tre tomi dalle loro bisacce, mostrando a Eltanin e James le differenze tra i primi volumi sulla storia della Dama del Lago, l’elenco in particolare, e l’ultimo ritrovato.
Le mostrarono le pagine del libro che nemmeno Caillean era riuscita a leggere e l’iniziale comparsa sulla copertina, spiegando cosa avevano scoperto e come, gli occhi luccicanti d’orgoglio (e di notti insonni).
Eltanin era  esitante a prendere il libro appena ritrovato tra le mani, come se avvertisse la potenza dell’incantesimo gettato su di esso. Quando James le sfiorò la mano sorridendo incoraggiante, però, non dubitò più, né di sé stessa né delle sue capacità, e davanti alla sua famiglia che fissava ad occhi sgranati ogni suo gesto, afferrò con decisione il tomo, aprendolo esattamente alla pagina che aveva quasi fatto impazzire Caillean.
I suoi occhi vennero catturati dalla fluidità delle parole in movimento, e distrattamente allungò una mano ad afferrare un raggio di sole, che riversò sulla pergamena ingiallita, come in trance. –Revelio..- mormorò.
Gli occhi sbarrati, fissava le pagine, le parole, e in realtà molto più lontano, mentre davanti a lei una scena di milioni di anni prima si dispiegava come se si stesse svolgendo in quello stesso momento.
Eltanin vide dispiegarsi davanti a sé le pieghe del tempo, perché la storia di Nimue, del suo amore e della sua morte potesse mostrarsi davanti a lei.
Mentre guardava, gli occhi fissi davanti a sé eppure distanti milioni di chilometri e di anni, lacrime di sangue le scendevano lungo il volto, e singhiozzi le squassavano il petto.Se nessuno l’interruppe, fu solo per merito di James, che in qualche modo comprese quanto fosse importante tutto quello.
Intanto dalla sua bocca uscivano le parole che furono vergate sulla pergamena migliaia di anni prima e dunque la voce di Eltanin narrò per la prima volta dopo millenni la vera storia della Dama del Lago.
 
La morte di Nimue
 
La Dama del Lago viveva da sempre.
Nimue Esisteva, come esistevano le montagne, i fiumi, i boschi.
I secoli, i millenni, il tempo, non avevano peso sulla sua essenza, sul suo potere e su lei stessa.
Nimue esisteva, semplicemente, illuminando il mondo con la sua luce e la sua magia.
Ma un giorno, Nimue non seppe mai quando, la Dama avvertì dentro di sé una fitta dolorosa, all’altezza del petto, dove giace il cuore e con esso tutti i sentimenti più intimi.
Si sentì vuota, e non seppe dire perché.
Cercò conforto nelle creature magiche che essa stessa aveva creato e portato nel mondo, vagò per tutte le terre conosciute e non, alla ricerca di quello che sentiva mancarle, si guardò intorno spaesata, mentre per la prima volta dall’inizio dei tempi, dai suoi occhi del colore del cielo scendevano strane gocce di acqua salata.
Perché? Cos’era accaduto? Si chiedeva Nimue, sfiorandosi le gote bagnate con le dita sottili.
La mancanza d’amore aveva creato un spazio vuoto dentro di lei, ma la Dama non poteva comprenderlo.
Lei amava, sì, amava come una madre, una sorella e un’amica, amava le montagne, i fiumi e i boschi e tutte le creature che li popolavano, ma non amava come ama un donna.
Eppure, quando vide Lui camminare lungo il torrente, non fu più la Dea, non fu più la Dama del Lago, fu solo Nimue, una donna con un cuore grande e pronto a innamorarsi.
Lui, alto, biondo come il grano maturo, un sorriso aperto e felice sul volto e la gioia evidente sul viso.
Lui, Artù, non un re, come raccontarono alcuni, non un eroe, come dissero altri, ma un semplice contadino. Lui, semplice e bello, tanto quanto era dolce.
Si guardarono negli occhi, si sfiorarono, Nimue crollò, trovando ciò che cercava, riempiendosi di quell’amore che tanto aveva agognato.
Quel torrente fu tutto il loro mondo per giorni, Artù e Nimue passeggiavano, mangiavano e parlavano sulle sue sponde, amandosi semplicemente con lo sguardo.
Se la Dama del Lago non provava più sensazioni  di vuoto dentro di sé, qualcun altro, vicino a lei, spiava la sua felicità e urlava nel profondo di sé stesso tutta la rabbia e l’odio che il mondo poteva contenere.
Figlio di un mezzo demone e di una donna folle e contagiata dal sangue del demone, Mordred osservò la Dea di luce che tanto desiderava, stringere la mano di un altro, e odiò quell’uomo mortale. E odiò anche la sua Dea, perché lo aveva tradito, era lui, che avrebbe dovuto amare, non uno sciocco contadino.
Merlino e Morgana sussurrarono alle orecchie del figlio crudeli menzogne ed egli, spinto da questo e dall’odio in cui era nato e da cui era stato plasmato, agì.
In segreto, mentre Nimue voltava lo sguardo, rapì Artù, lo uccise e nascose il suo corpo nelle profondità dell’inferno, dove solo un demone come lui l’avrebbe visto, e non certo un angelo al pari della sua Dea.
Ma Nimue tornò a volgere gli occhi verso colui che amava e non trovandolo, pianse, e quello che prima era amore, dentro di lei, divenne dolore.
Ancora una volta, Morgana e Merlino, crudeli, suggerirono a Mordred di farsi avanti e conquistare il cuore della bella Nimue, Dama del lago, e lui, che aveva occhi solo per lei, la trascinò con sé lontano dal torrente e dai ricordi che questa condivideva con Artù.
Amore, forse, fu quello disperato e sofferto di Nimue, la potente e triste dama del Lago, Dea della luce e donna inconsolabilmente alla ricerca dell’uomo da amare per tutta l’eternità.
Amore, forse, fu quello travolgente e devastante di Mordred, il confuso e devastato figlio del demone, Dio del buio ossessivamente tormentato da un amore mai completamente corrisposto.
Ma infine, in qualche modo, con qualche strana via, i due si incontrarono, i loro cuori, uno bianco e luminoso, l’altro nero e sporco di cenere, si unirono, e quello che poteva essere fu. Un amore strano, contorto, angosciato da parte della grande Dama, che si sentiva in colpa per aver abbandonato il torrente e il suo primo amore, Artù, senza sapere dove fosse, e disperato da parte di Mordred, che si tormentava nella disperata idea che la compagna scoprisse la verità su ciò che aveva fatto.
Ma fu amore, e nessuno dei due poté negarlo.
E di nuovo, Mordred sentì i diabolici genitori sussurrare al suo orecchio menzogne che risuonarono come verità al suo cuore nero e pieno d’ansia.
Nimue lo tradiva? Nimue lo disprezzava? Nimue lo amava davvero?
Ed un giorno, infine, la tragedia.
Mentre il cuore della Dama del lago, finalmente quieto e sereno si lasciava andare al sentimento profondo che sentiva per il figlio del demone, questi cedette alle lusinghe crudeli del genitore, e si avventò contro di lei.
Non avrebbe avuto nessuna speranza, Mordred, se Nimue non l’avesse amato così tanto. Non avrebbe potuto sopraffare quella Dea così potente e luminosa, ma poté uccidere la donna, la donna che aveva un cuore innamorato e che desiderò per lui la redenzione e la vita, e per sé stessa la morte, piuttosto che la vita priva d’amore.
Mordred pianse e si disperò su quel corpo senza vita, su quella pelle bianca da cui scivolavano via i tatuaggi azzurri, segno del potere, gridò, sovrastando le ultime parole della Dama del Lago, che con tutto il suo amore trasmise i suoi poteri alle generazioni future di spiriti protettori e spirò, un addio sussurrato e un sorriso sulle labbra.
Mordred pianse, ma aveva scelto, e da certe scelte non era possibile tirarsi indietro.
Potrà Mordred perdonare sé stesso e credere ancora nella luce quando lui stesso l’ha avvolta nel buio più completo?
Stretta tra le braccia di James, circondata dal suo Clan e dagli amici, Eltanin riemerse dalla trance, le immagini sparirono dai suoi occhi, l’incontro con Nimue e con il Mordred di allora si fece sempre più sfocato.
Singhiozzava, come singhiozzava Nimue dopo la scomparsa di Artù, ma le lacrime che piangeva erano lacrime di sangue, che sporcavano il suo viso e il petto del suo amore, a cui si era appoggiata.
Sapeva di aver letto ad alta voce ciò che gli altri non potevano leggere, ma ripeté ciò che aveva visto di persona, ciò che aveva sentito, l’aspetto di Nimue, il suo dolore e l’amore gioioso prima e disperato poi che provò. Mordred, un uomo e un demone, ma certo non dall’aspetto di un undicenne, che provava amore, contorto ma pur sempre amore, per la Dama, spietato quanto innamorato.
Con un filo di voce, la più giovane delle veggenti Zabini la guardò negli occhi e mormorò, ripetendo l’ultima domanda posta dal libro: -Potrà Mordred perdonare sé stesso e credere ancora nella luce quando lui stesso l’ha avvolta nel buio più completo?-
Il Clan per intero si fissò, scuotendo il capo, ma con gli occhi tornò a chiedere a Eltanin. È da lei che si aspettavano un giudizio finale.
E Lei, continuando a versare lacrime vermiglie, sospirò, sconfitta.
-No. Mordred non si perdonerà mai. Non solo ha ucciso l’unica persona che amava e rendeva più lieve il suo cuore, ma ha anche spento, insieme alla sua luce, quella del mondo intero. Si è condannato al dolore, e ha condannato tutti noi, se non vi si porrà rimedio.-
Detto questo, la giovane Dama in erba chinò la testa, sopraffatta dalle emozioni e il suo compagno la strinse forte a sé, mentre il clan di cui fa parte freme, un po’ per la paura un po’ per la rabbia che proprio la loro sorella adorata debba subire e vedere tutto questo.
 
Mentre il clan, assieme ai Potter, agli Zabini, ai Nott e ai Weasley riflette indeciso sul da farsi, se muoversi, se incitare la loro bionda leader, se avvicinarsi e consolarla, qualcuno, nell’ombra, osserva la scena.
Di nascosto, Mordred li aveva seguiti, sopraffatto dalla necessità di sapere e dalla rabbia.
 
Ma nel momento stesso in cui il ragazzo stava per farsi avanti, Eltanin sollevò la testa dal petto di James, passando le delicate mani bianche ad asciugare le lacrime di sangue che ancora le colavano dagli occhi. –Piango per Mordred e per ciò che ha perso. Piango e prego, per la sua infanzia perduta, per i suoi genitori, mostri abbietti e crudeli, e continuo a pregare, nella speranza che né lui né loro feriscano questo mondo mai più. Troppo dolore è stato inflitto da una sola famiglia solo per il gusto di farlo. Troppa sofferenza. Ed ora prego perché finisca. Prego perché mi sia data la forza di fermare questa crudeltà..-
 
Eltanin venne improvvisamente fermata nelle sue suppliche da un urlo animalesco proveniente dagli alberi poco distanti da loro.
Mordred uscì dall’ombra, mostrandosi loro, in tutta la sua furia che in realtà nel suo aspetto da undicenne sembrava più follia. Si mostrò e continuò a urlare, ringhiando come un animale, digrignando i denti, in uno spettacolo che della pace raccontava poco. Infine parlò, ancora rosso in viso.
-Voi! Voi! Sempre sempre Voi!- strilla piangendo e graffiandosi il volto. –Voi! Che mi mettete i bastoni tra le ruote, che impedite la riuscita dei miei piani, voi, che mi odiate così tanto per nessuna ragione! Voi, insulsi ragazzini nemmeno 18enni che pensate di essere alla pari con me, un essere millenario che ha visto il mondo sorgere dalle mani della vera e unica Dama! Voi, inutili creazioni delle sue mani sacre, spreco del suo tempo e del suo amore!- gridava, Mordred, sempre più forte, inveendo contro il Clan e il mondo tutto. –Voi! Siete inutili ma voi! Voi potete vedermi! Voi avete letto il libro che ho scritto! Voi sapete chi sono, vane creature! Voi sapete! Sapete che non sono sempre stato cattivo, che questa crudeltà che mi è porto dietro è solo unna maschera, datami dai miei genitori, mostri orrendi, impostami! Mai voluta! Come tutto quello che ho fatto d’altronde.. tutti i miei gesti, le mie azione.. tutte imposizioni, tutte! Io non sono cattivo, io sono buono e voi potete, voi dovete vederlo! Voi lo vedrete e mi aiuterete! Siete gli unici che possono farlo, potete aiutarmi, potete salvarmi! Dovete tirarmi fuori dai guai, perché alla fine dei c0onti, lo capite anche voi che non è mia la colpa della morte di Nimue..- le ultime parole gli uscirono in un rantolo, sussurrate quasi, mentre, ancora paonazzo in volto fissava con gli occhi fuori dalle orbite il gruppo.
 
Dopo pochi istanti di silenzio, interrotti solamente dall’ansimare di Mordred, Draco Malfoy si alzò, e prese la parola, serio in volto.  –Invece è colpa tua. E credo tu lo sappia benissimo.- si interruppe un attimo volgendo per qualche secondo lo sguardo a terra, prima di tornare a posarlo sul ragazzo, che aveva ora assunto una posizione di difesa. –è colpa tua e lo sai. So quello che dico, so di cosa sto parlando. Il mio passato è pieno di pessime scelte, di strade obbligate e prefabbricate per me da miei genitori. Ma ora so che erano sempre e comunque scelte mie. Avrei potuto ribellarmi, ma non l’ho fatto e tu nemmeno. Se poi ho potuto riscattarmi, se ho potuto diventare l’uomo che sono ora, è solo grazie all’amore che provo per mia moglie e i miei figli. Questa possibilità, che loro mi hanno dato, e che anche tu hai avuto, tu l’hai gettata via, preferendo che fossero altri a scegliere per te, a scegliere il male per te.-  Draco tacque nuovamente, passandosi le mani sul viso. –Quindi ora vattene, perché nelle file del bene non c’è più posto per te. – detto questo, l’uomo, sconsolato, rientrò nel gruppo dei suoi familiari, nel suo Clan, che aveva salvato il suo cuore e si lasciò stringere dalla braccia forti di sua moglie, affranto dal flusso di ricordi che l’ammonimento a Mordred aveva scatenato in lui.
Eltanin, che aveva ascoltato l’intero dibattito seduta, sempre accanto a James, si alzò lentamente, seguita dal suo amato, e piano, un passo dopo l’altro, la pelle bianca e luminosa che risplendeva avvolta nei petali di ciliegio, si avvicinò al piccolo ragazzo che la guardava disperato. Ricambiò il suo sguardo con uno pieno di disprezzo e di dolore, e restando immobile, muovendo solamente il braccio, gli diede un unico, potente schiaffo sul suo volto di undicenne. Poi, con tutta la solennità e la regalità in suo possesso, guardò negli occhi stupefatti il ragazzino e pronunciò poche lapidarie parole, una sentenza quasi. –Ho sentito il coltello entrare nelle sue carni. Ti ho visto impugnarlo. Ho provato il dolore fisico per la morte che le infliggevi e quello spirituale per il tuo tradimento. Nimue ti amava. E tu, Mordred, hai distrutto lei e quel sentimento meraviglioso con una foga e una crudeltà impressionanti. Io non sarò Nimue, non sarò la Dama del lago, non ancora almeno- e i suoi occhi si fecero di fuoco nel guardarlo –Ma sta pur certo che lo diventerò. Che sacrificherò me stessa, se necessario per diventarlo, per essere all’altezza di quella creatura magnifica che creò la magia. E con il mio potere, Mordred, ti schiaccerò. Ti ridurrò in frantumi, per quello che le hai fatto. Perché nessuno si merita di essere tradito come tu hai tradito lei.-
E con queste parole, si voltò e si incamminò giù dal pendio, incoraggiando familiari e amici a seguirla.
 
 
Mio angoletto personale:
Sono tornata, dopo ben un anno di assenza.
Non so quanti di voi mi seguano ancora o se abbiate tutti perso pazienza e speranze e rinunciato a seguirmi. In caso, onestamente, capirei.
In mia difesa posso dire che oggettivamente non HO POTUTO letteralmente scrivere, e anche ora mi risulta difficile connettere i pensieri molto a lungo.
Sto combattendo ma più spesso che no perdo. Mi perdo.
Sperò comunque che il capitolo vi piaccia anche se è un po’ di passaggio, perché nel prossimo sveleremo il piano trine e merletti di Hermione, facendo precipitare ancora di più nella follia Mordred, ritroveremo le tre reliquie e soprattutto ci abitueremo di nuovo a una vita “tranquilla”, come può esserlo la vita di Eltanin. Ma ancora prima.. Eltanin dovrà fare i conti con qualcosa che davvero non si aspettava..un fidanzato a scuola! XD
Anche le due poesie introduttive e la canzone di Eltanin e James sono tratte dalla mia pagina facebook Psicopatia Crescente, di cui come ho già detto non metto il link perché sono un’incapace.
Abbiate fede e nel prossimo capitolo che prometto cercherò di rendere anche un po’ più leggero e comico, molte cose si sistemeranno. E prometto di non farvi aspettare un altro anno J massimo un mesetto suvvia ce la fate..
Ringraziamenti:
Molte grazie aladyathena, justSay, _Vedra, Firebolt96, tenshina, Lils, CChanel, per le recensioni, siete pazienti adorabili e io vi amo. Non avrei mai proseguito senza i vostri incoraggiamenti. Spero mi seguirete ancora, nonostante il ritardo.
Grazie ai 93 diamanti che hanno inserito questa mia storia tra le seguite, grazie, e prometto di postare presto!
Grazie agli 34 rubini che l’hanno inserita tra le preferite, mi date gioia!
E grazie a sweetvaly, Believe in little things, mimi84, CChanel e bribry85, che l’hanno messa tra le ricordate. Grazie!!
Grazie anche ai 28 lettori che hanno voluto eleggermi nel loro podio di autori preferiti! Siete aumentati! Grazie mimlle non so più come dirvelo, grazie!
Se l’amore avesse un nome sarebbe quello di tutti voi.
Nimi
  
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