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Autore: SheilaUnison    08/04/2015    1 recensioni
"La purezza non vince sempre". Inizia il sesto anno ad Hogwarts e tutti fremono all'idea...o quasi. Draco Malfoy, dopo esser salito sul treno, si ritroverà intrappolato in un vortice di sorprese ed imprevisti, di nome Hermione Granger. Cosa succederà?
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Il trio protagonista | Coppie: Draco/Hermione
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da VI libro alternativo
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Circa due settimane dopo la sconvolgente rivelazione di Ginny, Hermione stava festeggiando il suo Eccezionale nel compito di Trasfigurazione passeggiando nel cortile della scuola insieme alla sua amica dai capelli rossi. Erano diventate ancora più unite negli ultimi tempi.

«Hai visto Ron? Sta parlando molto con Lavanda ultimamente. Ho cercato di parlargli di te, ma lei arrivava sempre ad interrompere.»

Hermione abbassò lo sguardo.

«Sei gentile, ma se non lo capisce è meglio lasciar stare.»

«Mi dispiace vederti star male così.»

«Non importa, hai già fatto tanto, ma è inutile.»

La rossa le sfiorò il braccio con una mano.

«Forse...se ti fa soffrire così dovresti cercare di dimenticarlo.»

«Probabilmente hai ragione. Non ha senso continuare così. Sto solo male..e mi distrae dallo studio.»

Ginny annuì.

«E tu? Insomma, parliamo sempre di me.»

«Con Dean va bene per ora.»

Hermione le sorrise. Era bello poter parlare di quelle cose con qualcuno.

«Ah, Hermione? Mi accompagni in bagno? Sai...sono in quel periodo e...»

L'amica mise le mani avanti.

«Certo, certo, tranquilla.»

Era strano per lei fare quelle cose così femminili. Era sempre stata abituata alla compagnia di Harry e Ron e non aveva mai potuto condividere certe esperienze con loro.

Rientrarono nel castello e salirono rapidamente le scale, fino a giungere al bagno delle ragazze, il servizio più vicino disponibile.

Ginny afferrò la prima maniglia che le capitò e sussurrò all'amica di aspettarla lì fuori.

Qualche minuto e l'amica uscì.

Stavano per andarsene quando udirono dei singhiozzi provenire dall'altro lato dell'enorme bagno.

La rossa si posò un dito sulle labbra per far fare silenzio a Hermione, poi fece segno di seguirla.

Avanzarono per qualche passo, poi sentirono le voci aumentare di volume e, non volendo farsi vedere, si chiusero silenziosamente in un bagno.

«Scommetto che è dura per te.» disse una voce femminile flebile, ma eterea.

«Sì.» rispose una voce maschile, tremante.

Probabilmente era lui che singhiozzava.

Hermione e Ginny si stavano chiedendo in che razza di situazione si stessero trovando in quel momento.

Che ci faceva un ragazzo nel bagno femminile?

«Perché quel criminale ti perseguita?»

«Perché una volta è entrato nella mia villa per rapinarla, ma mio padre era in casa e ha tentato di ucciderlo. È riuscito a scappare e da allora cerca vendetta. Se non minaccia mio padre, minaccia chiunque ci conosca.»

«Mi spiace. Hai trovato la soluzione al tuo compito?»

Un attimo di silenzio, poi le parole del ragazzo uscirono molto misurate:

«Ci sto pensando, ma è una cosa che non mi va di fare.»

«Come mai?»

«E' contro la mia natura!» rispose con determinazione.

La figura femminile sospirò.

«Conosci Harry Potter? È carino...»

Le due amiche si lanciarono un'occhiata.

«Tsk. Anche tu sotto le sue influenze? A me non sta simpatico.»

«Peccato...sai, se non fossi morta avrei più possibilità!»

Hermione sgranò gli occhi e Ginny le sussurrò “Mirtilla Malcontenta!” nell'orecchio.

Il ragazzo non rispose.

«E tu? Ti piace qualche ragazza?»

«E' complicato.» rispose secco.

«Spiegati meglio.»

Qualche secondo di silenzio e...

«I miei genitori vogliono che sposi una ragazza, ma io sono troppo giovane, non voglio sposarmi o, perlomeno, non con lei. Capisci? È bella, ma è una ragazza con cui non farei cose serie, non è una ragazza che sposerei.»

«Capisco. Non c'è un modo per eludere questa richiesta?»

«Solo un miracolo potrebbe cambiare le cose. Ma ora basta, ho detto troppo. Me ne vado.»

Rumore di passi e poi silenzio assoluto.

Le due uscirono, guardandosi intorno.

«Ehi, ciao!»

Le Grifondoro si ghiacciarono all'istante. Mirtilla le aveva viste.

«Ciao, ehm, Mirtilla! Come va?» disse Hermione, incerta.

«Molto bene, grazie! Sapete, ora ogni tanto passa qui un ragazzo e parliamo un po'. È molto solo, poverino. Se non mi piacesse Harr...no, niente, lasciamo stare. Lo conoscete? È un tipo palliduccio, capelli biondi, quasi bianchi...»

Le amiche si lanciarono un'occhiata d'intesa.

«Mai visto! - saltò su Ginny prima che Hermione si lasciasse sfuggire qualcosa. - Ora scusa, andiamo a fare i compiti, ciao!»

La prese per mano e corsero velocemente fuori dal bagno, senza voltarsi indietro.

Una volta al sicuro, la rossa si fermò all'improvviso e si posizionò in un angolo.

«Non che non ti credessi, Hermione, ma sentire che Malfoy si confida con Mirtilla...!»

«Lo so, deve essere proprio in un brutto periodo! Il padre in carcere, un matrimonio combinato, un pazzo criminale che lo perseguita...» esclamò Hermione, comprensiva.

«Poverino, effettivamente...se non fosse così odioso non mi dispiacerebbe aiutarlo!»

Hermione annuì.

«So che è folle, ma se si aprisse di più con me potrei dargli dei consigli.»

«Già, è folle pensare tutto questo di Malfoy. Sta davvero...crescendo?»

Le due concordarono e se ne andarono a far cena in Sala Grande.

Lì trovarono, al solito, Harry, Ron e Lavanda Brown. I primi due salutarono le ragazze e chiesero loro di accomodarsi.

Loro malgrado, accettarono. Ormai quello era l'unico modo di parlare ai due, cioè con la costante presenza dell'altra ragazza.

Fu una conversazione abbastanza amichevole, a parte le continue intrusioni di quell'oca.

Le due Grifondoro riuscirono persino a sorridere.

Dean si aggiunse a loro qualche minuto dopo. Ron iniziò a guardare lui e Ginny in cagnesco.

Lei si avvicinò all'orecchio di Hermione.

«Guarda al tavolo dei Serpeverde. La vedi quella seduta vicino a Nott? È Astoria Greengrass. - Hermione guardò nella direzione. Una ragazza molto bella, dai capelli castano scuro e dagli abiti eleganti entrò nella sua visuale. - Ho chiesto in giro. Sembra che sia lei la futura signora Malfoy.»

La Prefetta rimase impressionata.

Sembrava una ragazza fine, ma anche un po' snob. Perfetta per lui.

Biglietti viola si materializzarono poco dopo davanti ad alcuni di loro.

Era un altro invito alle cene di Lumacorno.

«Andate pure.» disse Ron, come a dare loro il permesso. Lui non era stato invitato.

«Hermione, vengo con te, ok?» propose Ginny. L'amica le sorrise.

«Vengo anche io!» disse allora Harry.

«Perfetto! Andate pure. Grazie!» sbottò Ron, irritato.

«Oh, Ron! Ti faccio compagnia io!» esclamò Lavanda Brown, allungando i lunghi tentacoli su di lui, che li accettò ben volentieri, sorridendo beato.

Il pensiero di Ginny balzò immediatamente su Hermione.

Sembrava una teiera sul punto di esplodere. Aveva inarcato le sopracciglia e stava tremando in maniera evidente.

Decise che era meglio andarsene prima di commettere qualche omicidio.

Bloccò la sua amica dai capelli rossi che stava per alzarsi con lei e levò le tende.

Camminò a caso per il castello, non in cerca di una meta precisa, ma solo per sbollire la rabbia.

Alla fine si ritrovò nel bagno delle ragazze, come quel pomeriggio. Era un buon posto, perché poco frequentato, specie a quell'ora.

Si appoggiò ad un lavandino, stanca.

Era arrabbiata, gelosa, stava per scoppiare. Come poteva Ron essere così tonto?

Una lacrima di frustrazione le sfuggì dagli occhi.

«No, uffa!»

Chiuse gli occhi e se li asciugò con le mani.

Quando li riaprì notò davanti a sé una persona, che la guardava stupita.

Dannazione. Era Draco Malfoy.

«Granger?»

«Sì, sono io, non vedi?» sbottò lei, scontrosa.

Ennesima umiliazione.

Stava per andarsene, ma lui le parlò.

«Weasley è davvero così selvaggio!»

Lei non gli rispose, girò il volto e guardò da un'altra parte.

«Perché sei qui?»

Colto in flagrante.

«Perché sono un ragazzo cattivo che sbircia nei bagni delle ragazze. Ti piace la risposta?» rispose, strafottente.

«Non mi inganni, Malfoy.» ribatté lei.

«Ah no? - chiese, incuriosito. - Allora, so-tutto-io, perché sono qui?»

La Grifondoro si interruppe un attimo, vedendo se era il caso o no di rispondere.

«So chi vieni a trovare qui.»

Silenzio.

Lui con gli occhi sgranati, poi colmi d'ira. Tirò un pugno contro la porta di un bagno.

La Prefetta sollevò un ciglio.

Perché doveva essere sempre lei a scoprire quelle cose?

Perché lei?

«Come lo sai?» chiese, rassegnato.

«Ti ho intravisto per un attimo con lei.»

Lui si prese il capo tra le mani.

«Hai sentito qualcosa?»

«No.» mentì lei.

Ora lei aveva il coltello dalla parte del manico.

Poteva decidere di fare qualunque cosa.

«Non lo dirò a nessuno.» aggiunse lei per rassicurarlo.

«Certo che non lo farai.»

Hermione incrociò le braccia e aggrottò la fronte.

«Mi stai minacciando? Cercavo solo di essere gentile, ma con te non si riesce proprio.»

Lo sguardo di Draco si fece duro all'improvviso. Smise di guardarla negli occhi.

«Non dovresti essere gentile con me. Dovresti starmi lontana. Dovresti tornare dai tuoi amici, ti staranno cercando.»

Non lo aveva detto in maniera minacciosa, ma anzi, quasi...sofferente?

Hermione rispose d'impulso, per poi tapparsi la bocca subito dopo.

«So che c'è del buono in te.»

Il biondo sollevò lo sguardo verso di lei, confuso.

La ragazza era arrossita come un peperone.

Che momento imbarazzante!

Perché aveva detto una tale stupidaggine? Lui l'avrebbe di sicuro presa in giro!

E invece no.

«Granger, dovresti davvero tornare nel tuo dormitorio ora. Sicuramente Potty e Lenticchia ti staranno aspettando.»

Lei s'incamminò e lo salutò, incerta, prima di superarlo.

«D'accordo. - rispose lei, la voce tremante per il momento appena vissuto. - Ciao.»

«Ciao, Granger.»

Wow, si erano salutati civilmente.

Hermione corse in giro per il castello alla ricerca di Ginny.

Doveva assolutamente sfogarsi con lei.

«Per tutti i folletti, Hermione!» aveva esclamato l'amica, dopo aver sentito l'accaduto.

Aveva gli occhi completamente spalancati, tanto quanto la sua bocca.

Alla Prefetta girava la testa.

Sentiva di aver detto una grossa cavolata e si schiaffeggiava la testa con le mani, pentita.

«Mi è scappato! L'ho detto senza pensarci!» si giustificò.

«Sei stata avventata, ma credo che lui l'abbia presa abbastanza bene.»

«Dici?»

La rossa annuì e l'abbracciò.

«Uhm, la sai una cosa? Hanno arrestato Dan Artelan. Me lo ha detto Dean prima.»

«Davvero? Bene, è un sollievo.»

Dall'altra parte del castello Draco Malfoy conversava con la sua fidanzata, sdraiato sul divano della sala comune di Serpeverde.

«Lo hanno preso. Ora siamo tutti al sicuro.»

Astoria lo squadrò, scettica.

«Tu sei al sicuro, vuoi dire. Ora che Pansy non è più in pericolo per colpa di Artelan potrai finalmente sposarla.»

«Cosa intendi dire?»

Lei ridacchiò.

«Mi hai presa per stupida? Lo so che la tua famiglia ti ha fatto fidanzare con me perché Artelan sospettava che Pansy fosse la tua fidanzata. Ha ucciso ogni ragazza che somigliasse a lei. - Draco la ascoltava, irrigidito. Lei aveva capito molte cose. - Poi ci siamo fidanzati, le voci sono girate e lui ha cambiato obiettivo. Per fortuna ora è ad Azkaban, altrimenti avresti dovuto fidanzarti con un'altra ragazza per proteggere me.»

Lui annuì.

«Quindi? Cosa hanno intenzione di fare i tuoi genitori? Cambiare gli accordi o mantenerli?»

Lei lo guardava negli occhi, disprezzando ogni centimetro del suo essere.

Lui non voleva neanche vederla, toccarla.

Un tempo aveva provato a corteggiarla per rendere meno spiacevole la situazione, ma lei era rimasta nel suo gelido contegno.

Sembrava preferire gioielli, costosi trattamenti di bellezza e shopping in ricchi negozi d'abbigliamento alla sua presenza.

Teneva molto alla fama e dover sposare il membro di una famiglia caduta in decadenza era quantomai disonorevole per lei.

Voleva solo un matrimonio con un uomo ricco e che la viziasse.

Draco era tutto il contrario. Era lui quello che voleva essere sempre viziato.

Con l'andare del tempo i due si sarebbero odiati sicuramente.

«Non hanno ancora deciso.»

«Ma tu preferisci lei, vero?»

Se stava cercando di irritare Draco, ci stava riuscendo appieno.

«Almeno lei non è un paletto di ghiaccio nei miei confronti.» ghignò lui, spietato, scrollando le spalle.

«Perfetto. Manderò una lettera ai miei genitori, dicendo di far annullare il contratto.»

«Sai che non ti ascolteranno?»

Lei non rispose e se ne andò. Non lo sopportava.

Per Draco era lo stesso.

Almeno Pansy era docile e faceva tutto ciò che lui voleva. Tutto.

Quando aveva voglia si faceva baciare e servire da lei in ogni modo.

Era un prototipo ideale di promessa sposa, ma era troppo poco intelligente per essere una vera e propria fidanzata.

Lei non faceva mai domande e stravedeva per lui.

Frustrato, se ne andò nel bagno dei Prefetti, dove Mirtilla lo raggiunse prontamente.

«Cosa c'è stavolta, caro Draco?»

«Nessuno ti ha chiamato.» rispose, freddo, mentre sedeva ai bordi della vasca.

Non voleva fare il bagno, quindi si tolse solo scarpe e calde e mise i piedi a mollo.

«Riguarda qualche ragazza, vero?»

Niente, ci azzeccava sempre, così alla Serpe toccava raccontare tutto, o quasi.

«Ho litigato con la mia pseudo-fidanzata. È così cocciuta.»

«Non la vuoi e lei lo percepisce magari!»

Il Serpeverde scosse la testa.

«No, non hai capito niente! È lei che non mi ha mai voluto e ora fa la gelosa. È pazza!»

Mirtilla lo fissò incuriosita.

«Di chi è gelosa?»

«Ah, cavolate. Di una mia amica che avrei dovuto sposare prima di lei.»

Il fantasma ridacchiò da solo.

«E ti piace questa amica, vero?»

«No, per niente! - esclamò Draco, terrorizzato. Era bello poter essere se stessi con qualcuno. Si fidava di lei, perché era molto discreta. - È troppo stupida, ma fa comodo per sfogarsi ogni tanto.»

Mirtilla si premette una mano sulla bocca.

«Come sei approfittatore con le ragazze! Scommetto che non te ne è mai piaciuta nessuna sul serio.»

Lui alzò le mani in aria.

«Credi quello che vuoi.»

«Oppure sì...ti ho sentito che parlavi con l'amica di Harry Potter.»

Draco cercò di rispondere in modo garbato, senza insultarla.

«E' solo una conoscente.»

«Davvero? È per quello che non ti sta simpatico Harry? Perché lui è suo amico e tu non lo sei?»

Il Serpeverde non poté fare a meno di scoppiare a ridere.

«Ahahah! In realtà Potter e io ci stuzzichiamo da molto, non c'entrano le donne. E comunque non voglio essere amico di quella lì. - Tolse i piedi dalla vasca e se li asciugò con un asciugamano, poi si rivestì. - Ora basta, hai fatto troppe domande e io devo andare a dormire. 'Notte!»

Girò i tacchi e se ne andò.

Mirtilla sorrise maliziosa e discese molti piani attraversandone i muri, fino a giungere in una stanza in penombra, illuminata solo da una candela.

Si potevano scorgere le pareti incrostate, una scrivania, una libreria ed un letto. Il resto era immerso nel buio più totale.

Su una sedia vicino alla scrivania si era abbandonata una figura, voltata di spalle.

Il fantasma si avvicinò con discrezione, cercando però di far notare la propria presenza tossicchiando ogni tanto. Non voleva spaventare nessuno.

«Sei arrivata.»

Era la voce di un uomo adulto.

«Ciao...cioè buonasera.» si corresse Mirtilla.

L'uomo si era raccomandato di farsi dare del lei, anche se i due si conoscevano da molto tempo.

«Novità?»

«Sì. Oggi si sono parlati in bagno. Sembra che inizino a litigare di meno.»

La figura sospirò rumorosamente.

«Lui ti sembra determinato?»

«Non so. Ha paura, però allo stesso tempo non riesce a starle lontano. È uscito dalla Sala Grande quando ha visto che lei se ne andava.»

L'uomo mugugnò qualcosa, poi le disse:

«Lo conosco bene. Se l'ha davvero seguita vuol dire che lei le piace, anche se è spaventato.»

«Ma, signore, se posso permettermi...lui ha una promessa sposa.»

L'uomo rimase in silenzio, come colpito da quella frase. Evidentemente non ne era a conoscenza.

«Questo lo ignoravo. Me ne occuperò personalmente. - poi si alzò dalla sedia e la fissò negli occhi. - Conto sulla tua discrezione. Puoi andare, Mirtilla. Buonanotte.»

«Buonanotte, professor Piton.»

  
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